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Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.
Daniel Pennac
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Di
seguito riporto fedelmente alcuni dati usciti nei giorni scorsi relativi a chi
legge libri nel nostro Paese. Ciò che risulta è un quadro piuttosto desolante:
la popolazione italiana non può certo essere definita una popolazione di
lettori.
In Italia la maggior parte dei
lettori di libri continuano a essere “deboli”: il 18,3% della popolazione ha
letto al massimo 3 libri in un anno, mentre il 16,5% sono lettori “medi” con
4-11 libri letti in un anno. I lettori “forti” che hanno letto almeno un libro
al mese sono la parte minore, ovvero il 5,7%. (fonte testo http://www.illibraio.it/dati-lettura-2017-527515/)
In Italia oggi ci sono oltre 4
milioni di non lettori di libri in più rispetto al 2010 (4 milioni e 300 mila
per la precisione). Nel 2016 sono circa 33 milioni le persone con più di 6 anni
che non hanno letto nemmeno un libro di carta in un anno, cioè il 57,6% della
popolazione ovvero la stessa quota che era stata toccata nel 2000 e in aumento
del + 6,8% rispetto al 2010.
Questi sono i primi dati della
sintesi che Istat ha presentato nell’incontro Chi ci ha abbandonato? Identikit degli italiani che hanno smesso
di leggere presentato
oggi, 20 aprile, a Tempo di Libri, alla Fiera dell’Editoria Italiana
in programma fino al 23 aprile a Fiera Milano Rho.
L’elemento di maggior interesse
e di riflessione riguarda la necessità di approfondire chi è un non lettore.
Chi sono? Soprattutto i maschi (sono il
64,5% rispetto al 51,1% delle femmine). I non lettori si attestano sul 62-66%
tra gli uomini tra 25-74 anni e fino al 72,9% che si raggiunge nella fascia 75
anni e più. Al contrario le donne non lettrici superano il 50% solo nella
fascia oltre i 65 anni. Tra 11-24 anni le non lettrici sono il 38-42% e dai 25
anni la quota inizia a crescere, ma si mantiene sotto il 50% fino ai 64 anni.
L’aumento dei non lettori di
libri è stato più forte tra i bambini di 6-10 anni (+9,3%), tra gli
11-14 anni (+13,9%.) e tra i 15-17 anni (11,7%).
Da sempre tra gli anziani ci
sono più non lettori e fino ai 59 anni l’aumento è trasversale in tutte le età
mentre la quota rimane stabile dai 60 anni e più.
I non lettori aumentano con
l’età: sono
il 46,8% nella fascia 11-14 anni, diventano il 61% tra 65-74 anni e il 73,5%
tra 75 anni e più. Anche perché il titolo di studio risulta essere più basso.
La cultura come limite. Un basso livello di istruzione
è spesso legato alla non lettura. In particolare sono non lettori il 77,1% tra
coloro che possiedono al massimo la licenza media, mentre tra i laureati la
percentuale scende al 25%.
La distribuzione geografica dei
non lettori. Nel
Sud ci sono il 69,2% dei non lettori con una punta del 73% in Calabria, il +13%
rispetto al Centro (55,8%) e il +19% rispetto al Nord (49,7%).
L’eccezione è rappresentata
dalla Sardegna dove i non lettori sono il 51,8%, cioè a livelli inferiori alla
media nazionale. Le percentuali più
basse di non lettori sono a Trento (43,7%), in Friuli (44,6%) e Bolzano (46%).
La lettura e gli altri consumi
culturali. L’elemento
interessante che emerge da questa indagine è che i non lettori non sono
aumentati solo tra le categorie culturalmente più “disagiate”. I non lettori
sono aumentati, invece, tra le persone con i consumi culturali affluenti: tra
coloro che vanno al cinema o a teatro, frequentano i musei, le mostre, i
concerti, leggono i quotidiani, usano Internet e le nuove tecnologie. Ad
esempio tra chi ha seguito tre o più tipi di spettacoli fuori casa (tra cinema,
teatro, musei, mostre e monumenti) i non lettori sono il 28,2% nel 2016 (nel
2010 era il 21,7%).
Tra
chi usa Internet tutti i giorni i non lettori sono 45,6%, mentre erano il 30,9%
nel 2010 e tra chi svolge attività di comunicazione e socializzazione su Internet
i non lettori sono il 47,7%, (erano il 33,2% nel 2010).
Fonte
testo:
http://www.tempodilibri.it/it/comunicati-stampa/i-non-lettori-sono-il-576-degli-italiani-sono-aumentati-di-oltre-4-milioni-tra-il-2011-e-il-2016/