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martedì 16 settembre 2014

Sconfiggere la fame nel mondo

Dimezzare la fame nel mondo entro il 2015 è possibile. La notizia è buona ma certamente è doveroso guardare anche i dati che ci fanno meno piacere: sono ancora 800 milioni le persone sottoalimentate e una persona su nove nel mondo non ha ancora a sufficienza da mangiare, questo nonostante il numero di chi soffre la fame sia calato complessivamente di 100 milioni di unità.
È quanto viene affermato ne “Lo Stato dell'Insicurezza alimentare nel mondo”, rapporto redatto dalla FAO, dal Programma Alimentare Mondiale e dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo e presentato oggi a Roma.
L'obiettivo più ambizioso, quello di ridurre, entro il 2015, il numero assoluto di quanti soffrono la fame è stato raggiunto in 25 paesi, ma non in tutto il mondo.

Certamente è dovere dei governi impegnarsi seriamente per sconfiggere questa piaga, ma è anche dovere di ogni cittadino responsabile agire quotidianamente, anche nei piccoli comportamenti, nel rispetto dell'ambiente o quando si va a fare la spesa, pensare che in qualche modo possiamo contribuire a migliorare questa situazione. In un mondo globalizzato come ormai è quello nel quale viviamo  non possiamo pensare che un’azione compiuta in una ricca città europea non possa avere una ripercussione   anche nel luogo più remoto e povero del mondo. Prima di tutto, però, i cittadini hanno il dovere di spingere i propri governi verso scelte politiche etiche e sostenibili: i responsabili di Fao, Ifad e Pam hanno sottolineato “la necessità di rinnovare l’impegno politico per combattere la fame e per trasformarlo in azioni concrete”.


Siccome la fame nel mondo non è cosa che si risolve con le chiacchiere e non è certo questione semplice, tutti dovrebbero collaborare anche solo non dimenticando l’esistenza di questo problema terribile e, a livello massimo, come suggerito dai relatori dello studio, per arrivare alla soluzione c’è bisogno di coordinazione tra i soggetti interessati, i privati, la società civile e i governi.

per approfondire leggi QUI

domenica 25 novembre 2012

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Prima di ogni cosa viene il rispetto. Così ci è stato insegnato a casa, a me e ai miei fratelli. Il rispetto è alla base di una sana e giusta convivenza con il nostro prossimo, con l'ambiente che ci circonda, con “l'altra parte del mondo”, le donne.
Oggi, 25 novembre, è la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, una data importante, simbolica: per ogni persona sana è sempre 25 novembre. Il solo fatto che si sia sentito il bisogno, giustamente, di istituire tale data la dice lunga sulla gravità del problema. Secondo la Casa delle donne per non subire violenza di Bologna: in Italia ogni due giorni una donna muore, a colpire è un ex compagno o marito, o un fidanzato. Sono dati allarmanti, inquietanti, che fanno rabbrividire.
Per chi volesse approfondire il tema consigliamo la lettura del libro di Riccardo Icona “SE QUESTI SONO GLI UOMINI”, un libro importante che vuole sensibilizzare le cosciente e “smuovere la macchina sociale”. Come dice l'autore: “Un Paese che non rispetta la donna è molto lontano dall’idea di Paese civile”.
Allora pensiamo a fare in modo che il nostro paese migliori, che si avvicini ad uno stato di civiltà più matura. Si incominci dalle scuole ad insegnare il rispetto, a pretendere seriamente che che non avvengano casi di bullismo nei confronti di alcuno. Lo stato di adoperi per la certezza della pena nei confronti di chi commette violenza contro le donne. Si faccia realmente una legislazione adeguata a garanzia delle pari opportunità.
Come scrive Luigi de Magistris sulla sua pagina Fb: “Il femminicidio è figlio di un atteggiamento discriminatorio e maschilista che vuole gli uomini in possesso dei destini (e dei corpi) delle donne”.
Un atteggiamento non solo arretrato, è folle. INCIVILE.
Si inizi, o si torni, ad insegnare il rispetto.
Parte da Torino, oggi la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle donne, la campagna 365NO, «mirata - ha spiegato oggi il sindaco Piero Fassino - a far sì che la battaglia contro questo tragico fenomeno diffuso in tutto il mondo,compreso il nostro ricco occidente, sia una battaglia quotidiana, combattuta sul campo ogni giorno, una battaglia delle donne e degli uomini per la libertà». Vi hanno già aderito a oggi 8 città: Bari, Bologna, Genova, Milano, Napoli, Roma, Palermo, Venezia.
F. A.
ECO 16: chi rispetta l'ambiente pretende rispetto per le donne il rispetto viene prima ed è condizione necessaria per l'amore.

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...