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mercoledì 10 agosto 2016

Albano, Servizi Sociali: varate le misure di contrasto alla povertà

riceviamo e volentieri pubblichiamo
Il Comune di Albano Laziale ha varato il regolamento per la gestione delle misure di contrasto alla povertà e concessione di contributi economici. Destinatari degli interventi saranno le persone e i nuclei familiari in condizioni di disagio socio – economico. Le azioni, contenute all’interno del regolamento, potranno essere erogate sotto forma di concessione economica diretta oppure tramite “Voucher”. Il nuovo documento valorizza la rete sociale come forma di sostegno all’intera comunità e intende offrire una rete di protezione a favore di tutti i cittadini e cittadine in difficoltà con l'obiettivo di fornire assistenza e supporto economico, anche attraverso le politiche attive del lavoro. Si supera così il mero assistenzialismo e si favorisce quanto più possibile l'inclusione sociale offrendo e promuovendo percorsi concreti di inclusione attiva, in particolare a favore delle donne vittime di violenza e maltrattamento per il recupero dell’autonomia e dignità umana, anche attraverso un punto di ascolto all’interno del Servizio Sociale tramite uno sportello dedicato. Tra le priorità affrontate dall’assessorato alle Politiche Sociali e del Lavoro e disciplinate nel nuovo regolamento troviamo la lotta alla povertà, il passaggio dall’assistenzialismo all’assistenza personalizzata attraverso progetti specifici e l’offerta di percorsi di inclusione attiva, l’innovazione nei progetti con i privati, il rafforzamento degli interventi per la disabilità e organizzazione di nuovi spazi dedicati alla vita indipendente riguardanti il “dopo di noi” e il “teatro sociale”, stage per l’inserimento sociale di persone in difficoltà attraverso attività di utilità sociale e l’incremento di nuove forme di comunicazione sociale, informazione e orientamento di cittadini e cittadine sull’offerta di servizi, partendo dallo Sportello informativo di orientamento al lavoro e dal nuovo portale “Sfera Sociale”, che verrà presentato a Novembre in occasione della seconda edizione di “Albano ServizInrete”.
«Dico con soddisfazione - ha commentato il Consigliere comunale Gabriele Sepio - che il Comune di Albano Laziale, che ha investito in misure di sostegno al reddito dei cittadini in difficoltà, ha saputo rappresentare in questi ultimi due anni un laboratorio inedito a livello regionale e nazionale di politiche attive del lavoro. Già con il “Job Day”, Albano è stata al centro dell'attenzione nazionale per avere creato un modello di innovazione sociale in grado di fornire assistenza ma anche possibilità di autonomizzazione attraverso il dialogo con le imprese. Oggi tutto questo è possibile - ha concluso il Consigliere Comunale -  grazie al sostegno di tutta la comunità che offre, attraverso la rete costruita dai Servizi Sociali, opportunità a sostegno di chi ha bisogno».

giovedì 21 aprile 2016

In Italia quasi 7 milioni di poveri - fonte Eurostat

L'Italia è il Paese europeo con il numero più elevato di persone che vivono in "gravi privazioni materiali", ovvero di povertà, secondo la definizione istituzionale di 'poveri'. È quanto emerge dai dati Eurostat relativi al 2015, che segnalano una discesa sensibile del numero di poveri in Europa, ma solo marginale in Italia.


In totale, sono oltre 41milioni i poveri in Europa. L'Italia, invece, è passata dall'11,6% all'11,5% di poveri, per un totale di 6.982.000 persone che vivono in conclamate condizioni di povertà.
I poveri negli stati europei (fonte Eurostat)

giovedì 5 novembre 2015

Economia - 1 MILIONE DI BAMBINI POVERI IN ITALIA

Sono i più deboli, sono quelli che non hanno voce in capitolo, sono quelli che tanto non possono votare. 
Sono i bambini. Raramente la politica si occupa di loro, che pure sono una buona parte della popolazione, dimenticando, tra l'altro,  che i bambini, sono il nostro futuro.

Il 3 novembre, in audizione presso la Commissione Bilancio di Camera e Senato, il presidente dell'ISTAT Giorgio Alleva è stato ascoltato in relazione alla Legge di Stabilità che avrà sulla crescita, secondo le stime dell’Istituto di statistica, un impatto sul Pil lieve nel 2016 e maggiore nel 2017.
foto da archivio storico dell'Unità
Ma il dato che più ci ha colpito, nella relazione consegnata alla Commissione, è quello sulla povertà dei bambini in Italia.
Nel nostro Paese oltre un milione di bambini è in condizioni di povertà assoluta: ben il dieci per cento del totale. Una cifra terribile, non degna di una nazione che si proclama civile e che vorrebbe essere guida ed esempio in Europa.
All'inzio della crisi, nel 2008 – ha ricordato il presidente Alleva - i minori in condizioni di povertà assoluta erano 375mila, nel 2011 erano 523mila. Fino ad arrivare al milione e 45mila dell'anno scorso. Un dato ancor più preoccupante rispetto ad una incidenza di povertà assoluta per il complesso della popolazione pari al 6,8%. Il fenomeno ha sottolineato Alleva -  coinvolge oltre un milione di bambini e ragazzi, quasi il doppio rispetto al 2011 e il triplo rispetto al 2008, ed è più diffuso nel Nord e nel Mezzogiorno, soprattutto nelle aree metropolitane del Nord e per i minori che vivono in famiglie composte solo da stranieri. Fra questi ultimi, oltre un terzo è in povertà assoluta (il 37,3%) per un totale di 406mila minori e l'incidenza si mantiene elevata anche tra quelli in famiglie miste (19,8%, 84mila).

La colpa di questa situazione non può essere semplicemente scaricata sulla crisi, in modo generico ed impersonale, la responsabilità di una situazione tanto vergognosa, da terzo mondo, è assolutamente di chi ha governato il Paese fino ad oggi.

Fabio Ascani

lunedì 14 luglio 2014

In Italia è aumentata la povertà e la politica pensa a salvaguardare… se stessa.

La povertà in Italia: uno su dieci non ce la fa

Il report dell'Istat: gli indigenti sono 10 milioni. 6 milioni quelli che non riescono ad acquistare nemmeno i beni di prima necessità.

Mentre la cattiva politica è tutta concertata sulla salvaguardia di se stessa, mentre sempre di più tende ad escludere i cittadini dalla vita e dalle decisioni del "Palazzo", creando un Senato non elettivo di persone con immunità parlamentare, innalzando il numero di firme necessarie per richiedere un referendum popolare, imponendo una legge elettorale che non da ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in parlamento, mentre sta accadendo tutto questo in Italia ci sono sempre più persone povere. Il disagio sociale è grave e diffuso e i dati non vengono da qualche volo pindarico di qualche forza di opposizione che vuole fare il "gufo", come direbbe qualcuno, ma dall'Istituto di Statistica Italiano, l'Istat.

Di seguito il comunicato dell'Istat

Nel 2013, il 12,6% delle famiglie è in condizione di povertà relativa (per un totale di 3 milioni 230 mila) e il 7,9% lo è in termini assoluti (2 milioni 28 mila). Le persone in povertà relativa sono il 16,6% della popolazione (10 milioni 48 mila persone), quelle in povertà assoluta il 9,9% (6 milioni 20 mila).

Tra il 2012 e il 2013, l'incidenza di povertà relativa tra le famiglie è stabile (dal 12,7 al 12,6%) in tutte le ripartizioni territoriali; la soglia di povertà relativa, pari a 972,52 euro per una famiglia di due componenti, è di circa 18 euro inferiore (-1,9%) al valore della soglia del 2012.

L'incidenza di povertà assoluta è aumentata dal 6,8% al 7,9% (per effetto dell'aumento nel Mezzogiorno, dal 9,8 al 12,6%), coinvolgendo circa 303 mila famiglie e 1 milione 206 mila persone in più rispetto all'anno precedente.

La povertà assoluta aumenta tra le famiglie con tre (dal 6,6 all'8,3%), quattro (dall'8,3 all'11,8%) e cinque o più componenti (dal 17,2 al 22,1%). Peggiora la condizione delle coppie con figli: dal 5,9 al 7,5% se il figlio è uno solo, dal 7,8 al 10,9% se sono due e dal 16,2 al 21,3% se i figli sono tre o più, soprattutto se almeno un figlio è minore. Nel 2013, 1 milione 434 mila minori sono poveri in termini assoluti (erano 1 milione 58 mila nel 2012).

L'incidenza della povertà assoluta cresce tra le famiglie con persona di riferimento con titolo di studio medio-basso (dal 9,3 all'11,1% se con licenza media inferiore, dal 10 al 12,1% se con al massimo la licenza elementare), operaia (dal 9,4 all'11,8%) o in cerca di occupazione (dal 23,6 al 28%); aumenta anche tra le coppie di anziani (dal 4 al 6,1%) e tra le famiglie con almeno due anziani (dal 5,1 al 7,4%): i poveri assoluti tra gli ultrasessantacinquenni sono 888 mila (erano 728 mila nel 2012).

Nel Mezzogiorno, all'aumento dell'incidenza della povertà assoluta (circa 725 mila poveri in più, arrivando a 3 milioni 72 mila persone), si accompagna un aumento dell'intensità della povertà relativa, dal 21,4 al 23,5%.

Le dinamiche della povertà relativa confermano alcuni dei peggioramenti osservati per la povertà assoluta: peggiora la condizione delle famiglie con quattro (dal 18,1 al 21,7%) e cinque o più componenti (dal 30,2 al 34,6%), in particolare quella delle coppie con due figli (dal 17,4 al 20,4%), soprattutto se minori (dal 20,1 al 23,1%).

Ai suddetti peggioramenti, in termini di povertà relativa si contrappone il miglioramento della condizione dei single non anziani nel Nord (l'incidenza passa dal 2,6 all'1,1%, in particolare se con meno di 35 anni), seppur a seguito del ritorno nella famiglia di origine o della mancata formazione di una nuova famiglia da parte dei giovani in condizioni economiche meno buone. Nel Mezzogiorno, invece, migliora la condizione delle coppie con un solo figlio (dal 31,3 al 26,9%), con a capo un dirigente o un impiegato (dal 16,4 al 13,6%), che tuttavia rimangono su livelli di incidenza superiori a quelli osservati nel 2011.

Secondoserafico

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...