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giovedì 2 giugno 2016

Ariccia - Intervista a Emilio Tomasi candidato consigliere con Alternativa democratica a sostegno di Roberto Di Felice - ROBERTO DI FELICE È FORTEMENTE VOLUTO DAL POPOLO

Emilio Tomasi è un avvocato di Ariccia il quale, quasi al termine della sua prima consiliatura a sostegno di Emilio Cianfanelli, insieme a Paolo Ermini, ha deciso di dimettersi, provocando la caduta dell’Amministrazione Cianfanelli. Ora è candidato nella lista “Alternativa Democratica”, a sostegno di Roberto Di Felice.

Emilio, molto è già stato detto e scritto sulla tua scelta politica. In ogni caso ritengo sia il caso anche qui di tornare a parlarne, per far comprendere meglio a tutti le ragioni di un passo così rilevante.
In estrema sintesi posso dirti che gli errori dell’ex sindaco sono essenzialmente di tre generi: il primo, di carattere umano. Il ritenere che soltanto egli potesse governare la Città di Ariccia, direttamente o tramite interposta persona.
Il secondo, di carattere politico. L’ex sindaco, al di là dei partiti politici che lo hanno sostenuto, nel corso di 10 anni ha completamente dissipato il notevole bagaglio di consensi del centro sinistra. A ciò si aggiunga che, a parte i proclami, non si è mai preso cura di agevolare la nuova classe dirigente, per via della sindrome del Rex Nemorensis (ucciso dal successore). Chi ha espresso un dissenso motivato è stato sempre avversato e dileggiato. A lui è imputabile la pedante visione manichea della politica che ha disseminato odio in tutta la Città.
Il terzo, di carattere amministrativo. L’aver posto alla deriva, in questi ultimi anni, il progetto della tutela del territorio dagli insediamenti massivi non utili per la Città, il tutto nell’ombra della mai sventolata abbastanza bandiera della realizzazione dell’Ospedale dei Castelli Romani.
Ne sono esempio alcune operazioni urbanistiche che grazie al nostro mancato voto non sono passate in consiglio comunale ed altre che invece non siamo riusciti ad impedire.
Ancora. Il metodo di formazione del piano di indirizzo: non partecipato né dai cittadini, né dalle associazioni, né dalle commissione consiliari (il presidente della commissione urbanistica si era dimesso da circa un anno senza mai essere sostituito).  I suoi contenuti: il polo unico scolastico in un terreno boscato con ulteriore cessione di cubatura in favore un fortunato privato a discapito di una edilizia scolastica da riqualificare ma da mantenere al centro storico, infrastrutturalità irrinunciabile anche per un indotto economico. Da ultimo ma non ultimo, le inefficienze (come i costi iperbolici delle consulenze), le scelte  irrazionali (come l'inutile chiusura del Ponte monumentale  per 5 anni che oggi, è certo, non ha mai rischiato di cadere), le scelte urbanistiche contraddittorie (come  quella che priva il centro storico della sua infrastrutturalità scolastica per dirigerla su terreno boscato e periferico), il non essersi curato dell’economia della città e dei bisogni più immediati dei cittadini, come la cura delle strade e del verde pubblico e l’insana volontà di isolare subdolamente il centro cittadino.

E cosa ti ha portato a sostenere la candidatura a sindaco di Roberto Di Felice?
Ho apprezzato della politica di Roberto Di Felice alcune battaglie fatte dai banchi dell’opposizione. Battaglie che io e Paolo Ermini in alcuni casi abbiamo condiviso pur facendo parte della maggioranza di governo. Mi riferisco in particolar modo all’avversione per quelle scelte urbanistiche a cui accennavo poc’anzi.
Inoltre mi ha avvinto la generosità con cui Roberto Di Felice si è messo a disposizione della Città nonostante le sue vicissitudini personali.
Roberto Di Felice è fortemente voluto dal popolo, tanto che questa campagna elettorale mi ricorda un po’ le contrapposizioni politiche del secolo scorso. Il popolo da un lato e una certa classe borghese dall’altro. Evidentemente la mia collocazione politica anche per questo motivo non poteva che essere quella attuale. Qui il pensiero va ai tanti validi e propositivi ragazzi presenti nelle liste di Serra Bellini che pensano di essere dalla parte degli ultimi e della tutela del territorio ma che inconsapevolmente sostengono il potentato del pensiero unico e della poltrona perenne. 
Ciò che mi entusiasma, poi, è che Roberto DI Felice è contornato da una prima e seconda linea di giovani aspiranti amministratori che muoiono dalla voglia di essere messi alla prova. Tra questi ho ritrovato dei vecchi amici con i quali, al netto dell’antitesi politica, ho sempre mantenuto un buon rapporto di rispetto e di stima. Quel rapporto che a Cianfanelli fa sostenere che l’idea di sovvertire la maggioranza ha origini lontane. Per la sua concezione politica il confronto non può essere coltivato al di fuori del recinto dei suoi adepti. 
Ma comunque anche la conoscenza di Roberto Di Felice è risalente, infatti è stato mio precettore. Ai tempi del quarto ginnasio, quando il greco antico mi dava seri problemi di apprendimento, le sue lezioni mi impedirono di perdere l’anno.

Dicci qualcosa della lista Alternativa Democratica: le ragioni del nome, le persone che la compongono, otto donne e otto uomini, credo sia l’unica a dare così grande valore alla parità di genere.
A qualcuno il nome Alternativa Democratica potrebbe far tornare in mente Berlinguer e la questione morale. Noi molto più modestamente, prima con la scelta di questo nome per il gruppo consiliare e poi per la lista civica, volevamo sottolineare la necessità di elaborare un’alternativa democratica ad un sistema prossimo all’implosione, sia dal punto di vista politico, con il PD ostaggio dei “due ladri di Pisa” (ndr Valentino Cianfanelli ed Emilio Cianfanelli), sia amministrativo, con l’uomo solo al comando, fabbro di un programma personale degenerato.
Confrontandoci con degli amici che condividono la nostra idea di città, è nata la candidatura di 16 persone, 8 uomini ed 8 donne, la maggior parte delle quali senza alcuna esperienza politica, guidate esclusivamente dalla voglia di dar testimonianza di quell’idea.

Incontrando gli elettori e queste giornate di campagna elettorale cosa ti chiedono maggiormente? Che idea ti sei fatto?
Ma guarda Fabio, se dovessi sintetizzare tutte le istanze in una sola ti direi che gli Ariccini vorrebbero semplicemente una migliore qualità della vita, naturalmente entro i limiti di quello che un Ente locale può loro garantire. E ritengo che effettivamente ci siano ampi margini per poter dar seguito a tale richiesta ripartendo dai servizi essenziali.

Se fossi eletto consigliere quali sarebbero le tue priorità per questa città, per donarle un futuro migliore?
Semplificazione ed agevolazione. La maggior parte dei problemi originano dalla loro assenza.
E poi attenzione per tutto ciò che ci si aspetta funzioni puntualmente. Del resto tutta questa voglia di trasparenza di cui si fa un gran parlare, per carità comunque legittima stanti alcune cronache giudiziarie, origina dalle inefficienze dell’amministrazione. Permettimi una metafora. Quand’è che si ha voglia di guardare dentro un congegno meccanico? La risposta è quando non funziona. Si pensi alla rottura dell’automobile, dell’elettrodomestico, et cetera. Chi è che non ha mai provato a verificare cosa non funzionasse al loro interno in caso di rottura?
Ebbene l’amministrazione deve garantire ai cittadini che non dovranno mai chiedersi come funzioni la macchina amministrativa. 

Tutto dovrà semplicemente funzionare, come essi si aspettano.

martedì 26 maggio 2015

“Infezioni zero”: s’intensifica partnership tra il San Camillo e la Fondazione Dani Di Giò – Onlus

(Riceviamo e volentieri pubblichiamo)

“Infezioni zero”: s’intensifica partnership col San Camillo e la Fondazione Dani Di Giò – Onlus
Altri 2 reparti assieme alla Fondazione Dani Di Giò per il controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA), al progetto collabora la Win-Win HealthCare
Roma 26/05/2015
L’Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini, si conferma come partner forte della Fondazione Dani Di Giò nella lotta alle Infezioni Correlate all’Assistenza (ICA). Due nuovi reparti, precisamente: Chirurgia Generale 1, diretto dal professor Pierluigi Marini, e Pneumologia e Infettivologia, presieduto dal professor Giovanni Puglisi, hanno aderito al progetto di “Prevenzione e controllo delle Infezioni Correlate all’Assistenza”.
Il più grande nosocomio pubblico della Capitale è da sempre all’avanguardia nella lotta alle infezioni e, dopo gli ottimi risultati ottenuti nell’Unità Terapia Intensiva Toracica (Direttore prof. Remo Orsetti), ha deciso di proseguire nella fattiva collaborazione con la Fondazione Dani di Giò, intensificando gli sforzi proprio in due reparti particolarmente sensibili, per la tipologia dei pazienti e per le patologie trattate, al tema delle ICA.
“Grande soddisfazione per una nuova sfida da vincere” è questo lo spirito con cui stata accolta in Fondazione la notizia della sigla dell’accorso“ E’ significativo che il San Camillo, un’ istituzione in prima linea per la salute di tutti i romani, abbia aderito con tanto entusiasmo a questa partnership per vincere la battaglia contro le infezioni”
Il dottor Beniamino Sadun, epidemiologo e responsabile scientifico della Dani Di Giò, sottolinea i successi già ottenuti anche in altri ambiti:”E’ una sfida che abbiamo già intrapreso con entusiasmo anche in altre realtà ospedaliere, sia pubbliche che private. Dopo un solo anno di attività della Fondazione, i risultati sono già visibili: in alcune Strutture che hanno aderito al progetto, il tasso di prevalenza delle ICA è stato abbattuto in maniera significativa, con particolare riferimento ad infezioni particolarmente temibili quali ad esempio le sepsi e le polmoniti nosocomiali”.
Ad affiancare la Dani Di Giò ci sarà la Win-Win HealthCare, società di consulenza specializzata in gestione del Rischio Clinico, che metterà a diposizione una Infection Control Nurse, ossia l’infermiera deputata al controllo ed alla prevenzione delle ICA. Tale figura si occuperà assieme ad un medico epidemiologo sia di istruire gli operatori delle due UOC del San Camillo sia di verificare i progressi raggiunti.
Due le fasi principali in cui si articola l’intervento della durata di circa 8 mesi: nella prima si effettuerà un monitoraggio settimanale delle infezioni denominato indagine di prevalenza e si formerà il personale sulle procedure di prevenzione; nella seconda verranno applicate praticamente le metodologie di prevenzione delle ICA e verrà misurato il tasso di compliance (ossia l’effettiva aderenza da parte del personale medico ed infermieristico alle misure di prevenzione delle ICA), nonché l’eventuale correzione di comportamenti non corretti.
La Fondazione Dani Di Giò ha da sempre come obiettivo quello di sostenere chi, come l’Az. Ospedaliera S.Camillo-Forlanini ed i suoi medici ed infermieri, adotta le buone pratiche per sconfiggere quel subdolo nemico rappresentato dalle infezioni nosocomiali. Pratiche semplici come il lavaggio delle mani con la soluzione alcolica, che possono salvare migliaia di vite ogni anno.
 Per effettuare donazioni l’IBAN è: Banca Popolare di Spoleto – IT 76 Y 05704 03219 000000 272500
 Per 5 x Mille: codice fiscale 97777370582

domenica 26 ottobre 2014

Ariccia - Consiglio Comunale in adunata straordinaria e aperta. Si parlerà dello Spolverini

Martedì 28 ottobre alle ore 17.00, si terrà il Consiglio Comunale di Ariccia in adunanza straordinaria e aperta, presso Palazzo Chigi.
La richiesta di convocazione è stata presentata dai consiglieri di minoranza Roberto Di Felice, Enrico Indiati, Franz Cianfanelli e Augusto Di Felice. Argomento sarà la riorganizzazione della rete ospedaliera dell'area dei castelli Romani e in particolare le sorti dell'Ospedale Luigi Spolverini di Ariccia.
Sono questioni particolarmente vive e attuali nel nostro territorio (vedi anche QUI) e giustamente coloro che hanno richiesto la convocazione del Consiglio hanno voluto che fosse aperto in modo che tutti possano parteciparvi, portando il proprio contributo, ovviamente sempre con la moderazione del Presidente del Consiglio comunale. Anche la richiesta che la seduta avvenisse a Palazzo Chigi è mirata a fare in modo che la partecipazione dei cittadini sia il più ampia possibile. 
Durante il Consiglio comunale Roberto Di Felice, Enrico Indiati, Franz Cianfanelli e Augusto Di Felice spiegheranno per quale motivo ritengono sia meglio che vengano mantenute presso lo Spolverini le specialità mediche che ivi sono state svolte per decenni facendolo diventare un punto di riferimento per tutt'Italia. Del resto, come abbiamo potuto constatare nei giorni scorsi, sono davvero molti i cittadini di Ariccia  e dei Castelli Romani che vorrebbero che lo Spolverini continuasse in quella che è la sua vocazione principale in particolare di riabilitazione e cura dei malati di poliomielite. 

Durante il Consiglio verrà sottoposta ancora una volta richiesta da parte del Movimento 5 Stelle di poter fare riprese e foto in aula.  (Vedi QUI)

venerdì 3 ottobre 2014

Ariccia lo Spolverini e la sanità ai Castelli.

Teresa Fani e sullo sfondo Massimo Moretti
 Alcuni volenterosi si sono riuniti oggi (venerdì 3 ottobre) presso Casa delle Associazioni di Ariccia per parlare del destino dell'Ospedale Spolverini, una struttura storica, importante, un punto di riferimento per tutto il Centro-sud Italia per quanto riguarda la cura della Poliomielite.

Ad organizzare l'incontro Massimo Moretti, cittadino arriccino esperto di sanità  nella quale lavora da decenni. 
Fra i presenti Ada Scalchi, ex sindaco di Albano Laziale e Massimo Maggi, consigliere comunale ad Albano, Pietro Di Lazzaro esponente dell'Udc locale e Teresa Fani che da almeno un decennio lotta anima e corpo per i diritti dei malati post-polio e per la salvaguardia dell'ospedale di Ariccia.

Il primo dato, quello più difficile da comprendere è come mai per la salvaguardia di questo ospedale, unica struttura pubblica nel Lazio vocata alla riabilitazione, ci sia un così scarso interesse non solo dei "politici" locali ma anche dei cittadini di Ariccia, davvero poco rappresentati in questa riunione dove molto si è detto e si è spiegato. 
Domani e domenica in Piazza di Corte ci saranno alcuni volontari che raccoglieranno firme e daranno ai cittadini informazioni che altrimenti è ben difficile avere.

Alcune di queste informazioni, molto sinteticamente, a mo' di fash, posso provare a darle io.

1) L'Ospedale Spolverini è stato ristrutturato da pochi anni, era allora ministro della sanità la signora Livia Turco, e furono spesi circa 8 milioni euro. Altri tre milioni furono spesi successivamente per altri lavori, alcuni di questi per la piscina di riabilitazione che è finita ma non è mai stata consegnata e quindi usata. 
Nel bene o nel male per quest'ospedale sono stati spesi oltre 10 milioni di euro che lo hanno portato più o meno ad essere com'è ora: certamente non una struttura obsoleta.

doc 1
(clicca per ingrandire)
2) Ciò che pesa moltissimo sulla sanità regionale (240 milioni di euro) è la mobilità dei malati: persone che scelgono, nonostante le nostre strutture (nel Lazio abbiamo ben 5 poli universitari), di recarsi in altre regioni. Lo Spolverini era forse l'unica struttura del Lazio che invertiva la tendenza attirando presso di se malati un po' da tutt'Italia e soprattutto dal Sud e dalle Isole.

3) Nel momento in cui lo Spolverini venisse chiuso la riabilitazione verrebbe trasferita presso l'Ospedale di Marino e ciò comporterebbe spese di adeguamento per quell'ospedale e successivamente il reparto dello Spolverini, una volta terminato l'Ospedale dei Castelli verrebbe ritrasferito nella nuova e luccicante struttura dell'Ospedale dei Castelli, come sancito da un documento notarile sottoscritto dal notaio Bellagamba e citato in na delibera comunale del 2011 di cui riportiamo documentazione con la foto di una pagina (doc1). Copia del documento completo è in possesso di Massimo Moretti.

Ada Scalchi
doc 2
(clicca per ingrandire)
4) È orami certo che con la realizzazione del nuovo Ospedale dei Castelli, non solo verrà chiuso lo Spolverini ma anche gli ospedali di Albano Laziale e quello di Genzano, come riportato nel documento qui accanto, doc2 .

Annotiamo che durante la riunione ha fatto un intervento molto importante Ada Scalchi, la quale probabilmente sarà nel nascente comitato per la salvaguardia dello Spolverini, e che ha sottolineato come sia importante che ci sia una collaborazione comune e condivisa dei cittadini di tutti i Castelli Romani, e non solo di Ariccia, per sostenere ciò che funziona e per denunciare ciò che non va bene.  Ha poi invitato i presenti a rimanere in contatto e a condividere le informazioni tramite i social-network e con tutti mi mezzi necessari.

Domani e domenica ad Ariccia ci sarà una raccolta firme in Piazza di Corte, tutti sono invitati, anche solo per informarsi.
Fabio Ascani

Aggiornamento  del 4  ottobre : è iniziata la raccolta di firme in Piazza di Corte con  il fattivo contributo del club Forza Silvio di Ariccia


martedì 6 maggio 2014

Sanità difficile ai Castelli Romani - La protesta dei lavoratori del Regina Apostolorum

il Regina Apostolorum
Non è facile la situazione della sanità, anche qui ai Castelli Romani, e dopo i casi di cui ci siamo occupati in passato, ricordiamo soprattutto il caso del San Raffaele di Velletri, ormai chiuso, riportiamo la difficile situazione che si sta verificando al Albano Laziale in una delle più note e più stimate strutture del nostro territorio, l’Ospedale Regina Apostolorum.

Ieri pomeriggio si è svolta una manifestazione sindacale dei lavoratori paramedici che si sono riuniti in sin-in fino alle ore 16.00 di fronte l’entrata del nosocomio per protestare per la mancata retribuzione degli stipendi arretrati e la mancata chiarezza sulla posizione pensionistica.

Fauzi Cassabgi, assessore alle Politiche Sociali con delega alla Sanità del comune di Albano Laziale ha espresso in una nota la propria solidarietà, comprensione e vicinanza ai dipendenti dell’Ospedale Regina Apostolorum. L’Amministrazione Comunale di Albano, è scritto nel comunicato, segue costantemente e con attenzione la questione, e auspica che insieme agli altri soggetti istituzionali, che si stanno occupando della problematica, si possa presto giungere ad una soluzione positiva, considerando anche l’importante rilevanza sanitaria ed occupazionale di questa struttura. Ha aggiunto poi Cassabgi: “Inoltre, non vogliamo che la situazione generale arrechi anche ritardi con disagi al servizio sanitario. Il “Regina Apostolorum” infatti, è da sempre un importante polo medico per tutta l’area dei Castelli Romani”.


E certamente con un ospedale ancora in costruzione, quello di Ariccia, detto Ospedale dei Castelli Romani che speriamo possa entrare in funzione entro pochi anni e comunque il prima possibile, e con tutte le strutture che nel corso del tempo sono state depotenziate, per esempio l’Ospedale Spolverini di Ariccia, quello di Genzano che aveva un ottimo pronto soccorso, incredibilmente dismesso, e con l’Ospedale di Albano, sempre super affollato, il Regina Apostolorum assume un’importanza davvero grande nel panorama sanitario dei Castelli Romani.

domenica 8 dicembre 2013

175 GLI OSPEDALI A RISCHIO CHIUSURE E FRA QUESTI LO SPOLVERINI.

Fonte immagine: http://www.lastampa.it/italia/la-mappa-degli-ospedali-che-chiudono 
Sono 175, in tutta Italia, gli ospedali a rischio chiusura, questo secondo i dati del Ministero Della Salute. La lista è già pronta e, se regioni e governo daranno il via libera, piccoli ospedali con meno di 120 posti letto, inseriti nel Nuovo patto per la salute, dovranno chiudere o essere riconvertiti in nuove strutture per riabilitazione o lungo-degenza.

Alcune di queste strutture si trovano anche ai Castelli Romani ed una è l'Ospedale di Ariccia, lo Spolverini, assurto nel corso degli anni ad importanza nazionale e internazionale per la cura e la riabilitazione dei malati di polio, e per il quale, non molto tempo fa (se rammentiamo
bene era il 2008), vennero spesi molti soldi al fine di ristrutturalo (vedi QUI per approfondire).    Ricordiamo benissimo quando venne all'inaugurazione l'allora ministro per la Salute Livia Turco accolta dal già sindaco Emilio Cianfanelli.

Vedi di seguito il video della visita dell'allora ministro Livia Turco: la politica promette e non mantiene.



Leggi anche ECO 16


sabato 29 giugno 2013

“SANITA' CLIENTELARE; IRRAZIONALE E TERRORIZZATA”

"Aleggia ancora il mistero di un policlinico di cui ci si domanda l'effettiva utilità"
La senatrice del Movimento 5 Stelle Elena Fattori visita gli ospedali dei Castelli Romani, prima Velletri ed oggi quello di Genzano. Alcune sue dichiarazioni e considerazioni

Seconda tappa nel sistema sanitario dei Castelli Romani da parte del Movimento 5 stella nella persona della portavoce al Senato Elena Fattori. Dopo l'Ospedale di Velletri, oggi (29 giugno ndr) è stata la volta del De Santis di Genzano, fresco dell'apertura del nuovo reparto maternità.
Inizio di giornata con visita proprio del settore neonatale di nuovo concepimento che poi è proseguita con l'assemblea nella sala riunioni dell'ospedale con il fine di ascoltare cittadini e operatori
“Ho avuto modo di apprezzare la ristrutturazione del reparto maternità che vedeva un cantiere in piedi oramai da due anni. Certo mi domando se riuscirà a soddisfare la domanda che ora include anche quella conseguente alla chiusura di Marino visto che a fronte di un miglioramento e ampliamento delle risorse, salta all'occhio la riduzione di posti letto che da tre a stanza sono passati a due”. Questo il primo commento di Elena Fattori dopo il giro, che aggiunge:” Il primario mi ha confermato che l'ospedale sarà in grado di garantire fino a 1500 parti all'anno. Me lo auguro vista la responsabilità che consegue per Genzano ad essere l'unico centro di Ginecologia e Pediatria insieme a Velletri”.
Subito dopo c'è stata l'assemblea alla richiesta implorante degli operatori ospedalieri:”Per favore non inquadrateci che rischiamo”.
“Un clima che purtroppo riscontro in tutte le strutture sanitarie in cui mi reco e che trovo assurdo. Non vogliamo una politica autoreferenziale, per cui questi momenti sono per noi preziosi per ascoltare e non pontificare. Dal momento in cui il clima di terrore psicologico impedisce un confronto aperto, il rischio è che le assemblee, momenti necessari di dibattito democratico, perdano di senso. E' inaccettabile vedere visi preoccupati alla presenza di telecamere” Dice la Senatrice 5 stelle che commenta anche lo stato attuale della sanità nel Lazio, descrivendolo come:”Il gioco di potere creato dall'alternanza di centro destra e centro sinistra nel disegno della spartizione clientelare dei posti che ha, in un a strategia evidente, spostato le risorse e l'attenzione verso il settore privato.” aggiungendo che:”Lo schema è chiaro, si usa la scusa dell'assenza delle risorse umane per chiudere i reparti, mentre quella della mancanza di attività viene tirata fuori per ridurre il personale. Oggi, parlando con gli operatori, è chiaramente emerso come nello stesso plesso ci siano categorie costrette a doppi e tripli turni di lavoro a fronte di altri che invece rimangono senza attività a causa di settori che vengono allocati altrove.”
Ovviamente assenti i sindacati se non con pseudo tattiche di controllo che risultano essere più famiglia con le dirigenze che con i lavoratori. Il plauso va invece a quegli operatori che si armano di coraggio e non rimangono inermi di fronte alle inefficienze oramai divenute insostenibili e che quindi non si sottraggono al confronto.
Insomma la situazione sembra essere critica e soprattutto inefficiente e disorganizzata, senza nessun piano programmatico e rimedi random che portano a collassi economici e sociali, come il caso di Marino, dove i milioni di euro spesi per le ristrutturazioni sono andati in fumo con le successive chiusure. Aleggia ancora il mistero di un policlinico di cui ci si domanda l'effettiva utilità e opportunità in termini di spesa economica, col continuo carosello di posa delle prime pietre che oggi sarebbero diventate almeno un muretto. A più voci arriva invece indicazione che non siano più sostenibili tanti presidi ospedalieri inefficienti e che sia più utile ridurne il numero e aumentare la qualità del servizio, proprio per evitare inutili spole ai pazienti cittadini.
Il prossimo passo sarà quello di un coordinamento con i cittadini del M5s in Regione per stimolare le Asl e la regione stessa verso provvedimenti seri di programmazione sana e non di una continua propaganda che si fonda su sperpero e salute pubblica. In Parlamento nel frattempo è stata presentata la riforma del titolo quinto della Costituzione per riportare a livello centrale la gestione del comparto sanità.

venerdì 28 giugno 2013

OSPEDALE DI GENZANO, COMPLETATO IL REPARTO DI OSTETRICIA E GINECOLOGIA


QUALCOSA CHE VA BENE NELLA SANITA' DEI CASTELLI
È un piacere apprendere che la struttura dove sono nati tanti dei nostri figli dei Castelli Romani, anche quelli di chi scrive, si rinnova ed è pronta per accogliere ancora tante mamme e futuri cittadini del nostro amato territorio.

Il Sindaco: “Ringrazio il primario, il prof. Carlo Mogini, il personale e la direzione della Asl Rm H”

Nel corso della settimana è stato completato il trasferimento della UOC di Ostetricia e Ginecologia del P.O. di Genzano, diretta dal professor Carlo Mogini, nel nuovo reparto ristrutturato al quale è annesso il nuovo blocco operatorio parto di recentissima e funzionale concezione.
Il nuovo Reparto rappresenta certamente un fiore all'occhiello nel panorama sanitario della ASL RM H e costituisce un apprezzabile riconoscimento al lavoro svolto in questi anni
, nonostante le notevoli difficoltà logistiche, dall'intera equipe sanitaria della UO di Ostetricia e Ginecologia locale.
La nuova realizzazione offre all’utenza livelli di confort alberghiero e tecnico assai elevati e proietta il lavoro dell'apprezzata equipe verso nuovi ed ambiziosi traguardi qualitativi e prestazionali.
La complessa opera di ristrutturazione è frutto dell'impegno congiunto dell'amministrazione della ASL RM H da parte dei dirigenti che negli ultimi anni si sono succeduti al suo vertice, della continua azione di stimolo del direttore della UO e del sostegno continuo offerto alla realizzazione del progetto da parte delle amministrazioni comunali di Genzano che si sono spese a sostegno della riqualificazione del locale P.O.

Alla equipe sanitaria della locale UOC di Ostetricia e Ginecologia in questi giorni si è aggiunta la collaborazione della corrispondente UOC proveniente dall'ospedale San Giuseppe di Marino, temporaneamente aggregata per superare il problema della carenza di organici particolarmente critica nel periodo estivo. Il primario della UOC di Ostetricia del P.O. di Genzano, il prof. Mogini, ha dato il suo benvenuto alla equipe ospite esprimendo la certezza che tale positiva "contaminazione" possa rappresentare l'occasione per una reciproca , seppur temporanea , valorizzazione professionale.

Il nuovo Reparto che attende ancora ultime implementazioni tecnologiche che saranno portate a compimento nei prossimi mesi è già peraltro in grado di offrire livelli di confort alberghiero e assistenziali di standard assai elevato paragonabili alle migliori realtà regionali . Nella UO è già da tempo possibile , unica realtà nel Lazio , ricorrere gratuitamente all'analgesia peridurale per il parto, sarà possibile praticare il parto attivo in confortevoli sale travaglio-parto , è disponibile la possibilità di eseguire interventi chirurgici anche complessi con tecniche mini-invasive (laparoscopia, isteroscopia ) mediante impiego di moderne attrezzature in attesa di modernissime evoluzioni ( prossima acquisizione di laparoscopio 3D) .

Grande soddisfazione è stata espressa dal sindaco di Genzano, Flavio Gabbarini, per il risultato raggiunto che vede l’ospedale di Genzano un punto nascite di eccellenza ai Castelli romani. “Un ringraziamento va al prof. Mogini e a tutto il personale che ha creduto e lavorato per il raggiungimento di questo importante obiettivo. Un ringraziamento va rivolto anche alla direzione della Asl RomaH. Dopo la prima visita che abbiamo fatto a dicembre – conclude il sindaco Gabbarini – è bello vedere il nuovo reparto in piena attività e al servizio della comunità”. 

sabato 25 maggio 2013

QUALE DESTINO PER LE STRUTTURE SANITARIE DEI CASTELLI ROMANI E CHE FINE FARÀ L'OSPEDALE DEI CASTELLI?


Nel corso degli anni i sindaci dei Castelli Romani, gli amministratori e i responsabili della sanità a tutti i livelli, hanno lasciato che il patrimonio di strutture sanitarie presenti sul territorio andasse mano mano a degradarsi, impoverirsi e in parte a perdersi. Sono spariti quelli che erano veri punti di riferimento per tutta la popolazione, come il compianto pronto soccorso dell'ospedale di Genzano; lo Spolverini di Ariccia che era noto in tutt'Italia per le competenze raggiunte nella cura della poliomielite, ora, dopo che sono state spese ingenti quantità di denaro pubblico per restaurare alcune sue parti (per esempio le piscine), vive un momento decisamente triste: ha perso gran parte delle sue specifiche ed è in questi giorni al centro di una querelle tra sindaco e ASL per l'utilizzo dei locali; l'ospedale di Albano, troppo piccolo, è rimasto “solo” a fronteggiare le emergenze sanitarie del territorio e il suo pronto soccorso è stato teatro di dolorose e lunghe attese, alle volte sfociate in liti e pesanti discussioni.
La responsabilità degli amministratori per quello che è lo stato attuale delle odierne strutture sanitarie è, a nostro avviso, grave: riteniamo che nel corso degli anni avrebbero dovuto difenderle meglio il patrimonio di strutture e professionalità presenti sul territorio.
Non solo, con il miraggio della realizzazione del nuovo Ospedale dei Castelli Romani, si è tagliato servizi e strutture in nome di una razionalizzazione del servizio che davvero stentiamo a vedere. Non sarebbe stato più logico far funzionare tutte le strutture presenti sul territorio nel migliore dei modi possibili, certo cercando di razionalizzare le spese, invece di investire esclusivamente in strutture nuove?
Pensiamo anche solo alla moderna e bella struttura del San Raffaele di Velletri, chiuso mesi fa ed ora inutilizzato. Non si sarebbe potuto riconvertire quella struttura in qualcosa di utile e funzionate per tutti? Diciamo questo anche pensando alle condizioni in cui versa l'ospedale Colombo, punto di riferimento per Velletri, Lariano, Nemi... decine e decine di migliaia di persone.
Ci rimangono solo due speranze: una di non ammalarci mai e l'altra che finalmente accelerino i lavori del policlinico dei Castelli, che come ha dichiarato il sindaco di Ariccia Cianfanelli, che è anche presidente del collegio di vigilanza sull'attuazione dell'accordo di programma, e che già ha presenziato ad almeno due pose della prima pietra dell'ospedale (!), stanno andando a rilento. A rilento?... Ha dichiarato il senatore Bruno Astorre del Partito Democratico: “Apprendo dalle agenzie di stampa che nel Programma operativo 2013-2015, che la struttura commissariale del Lazio dovrà inviare al tavolo tecnico interministeriale per la verifica del piano di rientro della sanità, non vi sarebbe alcun riferimento all’Ospedale dei Castelli. Il Policlinico, atteso da oltre 20 anni, è una struttura fondamentale per la rete assistenziale del territorio, un esempio di virtuosità che, con la razionalizzazione degli ospedali di Genzano, Ariccia e Albano, assumerà al suo interno importanti specialità, coniugando qualità dei servizi a contenimento della spesa. Sono convinto che il Presidente Nicola Zingaretti, da sempre sensibile ai problemi relativi alla sanità, presterà la giusta attenzione a questa opera strategica per la rete assistenziale dei Castelli”.
Quindi, almeno per ora, niente Policlinico dei Castelli nel piano operativo regionale!
Mente i cittadini soffrono per una sanità abbandonata a se stessa la posa della “terza prima pietra” si fa sempre più lontana.

sabato 24 novembre 2012

ARICCIA LA GUERRA DEI MANIFESTI - ECO 16 n 33, da leggere.


AD ARICCIA LA GUERRA DEI MANIFESTI
ALLUSIONI E FALSITÀ IN UN MANIFESTO DEL PD DI ARICCIA

Tutto è cominciato durante l'ultima campagna elettorale quando Emilio Cianfanelli rilasciò in alcune interviste delle dichiarazioni diffamanti nei confronti del suo avversario Roberto Di Felice e della sua coalizione, farneticando di malavita e illegalità. Poi le elezioni sono andate come sono andate e, dopo pochi mesi vengono annullate dal Tribunale Amministrativo Regionale, che ha rilevato sufficienti irregolarità. Il 14 dicembre prossimo il Consiglio di Stato potrebbe dare una parola definitiva a questa vicenda. Nel frattempo la coalizione di Di Felice non è stata con le mani in mano e ha pubblicato, nel corso dei mesi, una serie di manifesti, nessuno smentito, per quanto ci risulta, in cui sono evidenziati una serie di comportamenti irregolari e illegali della compagine ciafanelliana: nomine che non potevano esser fatte, lettere ufficiali dell'autorità sanitaria ignorate, cooperative favorite a scapito di altri soggetti, comportamenti di personaggi, mostrati in fotografia nei stessi manifesti, mentre usano auto di servizio per scopi privati.
Qualche giorno fa è apparso un nuovo manifesto, questa volta firmato dal circolo del Partito Democratico di Ariccia che attacca la compagine di Di Felice chiamandola “La compagnia dei Giravolta”. Il manifesto ci ha colpito in particolare per un passaggio che riportiamo per intero:
La Compagnia, approfittando del commissariamento del Comune, ha tentato, con la complicità dei suoi tutori regionali, gli assessori del centrodestra CIOCCHETTI e MALCOTTI, di smontare alcune importanti iniziative dell'Amministrazione comunale del centrosinistra, come il collegamento viario Appia-bis/Ospedale dei Castelli Romani e gli accordi di programma con le società McQuay e Panorama”. (il grassetto è nostro)
Osserviamo con stupore che il PD di Ariccia ritiene che si possa approfittare del commissariamento della città! In questo modo vogliono far intendere che la Commissario Caporale non è all'altezza del suo compito? O, forse peggio, collusa con la coalizione di Di Felice? PAZZESCO!
Per quanto riguarda poi quello che viene chiamato nel manifesto “collegamento viario Appia-bis/Ospedale dei Castelli Romani”, visto che è cosa della quale su queste pagine ci siamo occupati fin dalla nascita di ECO 16, sottolineiamo con ragion veduta e cognizione di causa, che l'opera della quale si parla è una variante dell'Appia-bis che passerebbe per Vallericcia, zona agricola tutelata, deturpandola e cementificandola, e alla quale si oppose subito il Comitato di Quartiere di Vallericcia. Allora c'era ancora in regione la giunta Marrazzo. Contro quella variante stradale che si vuol far passare come “importante iniziativa dell'amministrazione comunale” (ma che in realtà è una strada che tagliando in due la valle, perpendicolarmente a via di Vallericcia, condurrebbe dritti dritti, invece che all'Ospedale, per il quale basterebbe l'Appia-bis, nei pressi di un centro ippico di proprietà di famigliari di Cianfanelli) è in piedi un ricorso al TAR di cittadini e di appartenenti al Comitato di Vallericcia. Inoltre qualsiasi lavoro sull'Appia-bis, è fermo da ben prima che ad Ariccia subentrasse il commissario, tanto che neanche è stato completato il primo lotto della strada, quello dalla parte di Albano, altro che variante di Ariccia! MA DI COSA PARLANO!
Non facciamo osservazioni su ciò che è scritto e sui toni usati nel resto del manifesto, immaginiamo che gli interessati replicheranno senza troppi complimenti.

Su ECO 16 n 33

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