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domenica 29 giugno 2014

Deposito unico radioattivo, si procede a "vista"

Proprio non si riesce, non si riesce a sbrogliare questa matassa! Ad aprile c'eravamo occupati dei problemi e delle ansie che avrebbe procurato in tutti noi l'imminente decisione, per altro obbligata, di stabilire quale comune si sarebbe accollato di ospitare le scorie nucleari disseminate su tutto il territorio nazionale. Il Lazio è uno dei candidati. Il rifiuto delle popolazioni locali sarà certamente il denominatore comune con cui dovranno fare i conti le istituzioni. Poi ci sono i sindaci. Ma questi potrebbero essere invogliati da una promessa, anzi una certezza, che con i 20 milioni di euro l'anno di ricompensa recapitate nelle loro casse vuote (soldi prelevati dalle bollette elettriche!) sistemeranno i propri bilanci. Il frutto di queste incertezze e degli attriti che ne conseguono deriva dall'incapacità del nostro paese di fare programmazione, di "balbettare" nel prendere decisioni o quel che è peggio ma purtroppo consueto precipitare nella corruzione. Non passa giorno che un politico o alto funzionario non venga investito da scandalo. E' rivoltante!
L'unica novità del momento è che l'Ispra con la pubblicazione della guida tecnica n.29 fissa i criteri per l'individuazione del deposito unico nucleare. Consultandola, lo potreste fare anche voi, si nota una mancanza di rigore perché a differenza delle linee guida descritte dall'Enea precedentemente la nuova guida è più permissiva. Per esempio la distanza minima dai centri abitati non è ben quantificata, quella dalle strade di grande percorrenza si dimezza riducendosi a un chilometro. Molti beni paesaggistici di assoluto valore, ad eccezione delle isole Eolie, di Ischia e Pantelleria, non sono più escluse. La stessa Sardegna prima era rimasta fuori, ora è dentro. Se pensiamo all'alto rischio con cui viene indicato il trasbordo di scorie via mare, la cosa lascia basiti. Siamo in Italia dove ogni cosa si realizza in maniera approssimativa o si ci mette solo una pezza, che come sapete presuppone poi altre spese e via dicendo...
Giuseppe Ferraro

lunedì 28 aprile 2014

Dalla guerra dei rifiuti a quella delle scorie nucleari

Qualche settimana fa il Parlamento Europeo ha dato l'ultimatum al nostro Governo per individuare definitivamente il "Deposito unico nucleare" di cui è incaricata la Sogin, l'azienda statale che gestisce il nostro "patrimonio radioattivo". La questione risulta complicatissima perché le decisioni sono come al solito ballerine. Si dimostra confusione sui siti temporanei figurarsi su quello che dovrebbe ospitare definitivamente le scorie di tutto il paese. C'è di più, sull'Italia pesa anche la scadenza stipulata con la Francia e Inghilterra che ancora ospitano parte del nostro pericoloso materiale. Ovviamente nessuno vuole questo deposito che, come informa la citata azienda pubblica, dovrebbe avere una capienza di 90mila metri cubi (un campo di calcio alto cinque piani di un palazzo) con l'obbligo di poterle conservare in estrema sicurezza per almeno 300 anni, altrimenti sarebbe una catastrofe! Al momento le regioni "candidate" sono quattro: Puglia, Basilicata, Toscana e Lazio. Oltre al pericolo per la salute c'è che l'operazione sarà aiutata con un rincaro della bolletta elettrica. Quindi al danno segue la beffa! Si parla di compensazioni, 1000 posti di lavoro, parco tecnologico e magari un parco giochi per bimbi… badate non e' una boutade! Da noi nel Lazio la situazione è in fibrillazione, con Borgo Sabotino che prefigura ricadute anche sull'area dei Castelli Romani. Qui si sta procedendo allo stoccaggio di rifiuti radioattivi già presenti grazie al deposito provvisorio inaugurato il 14 aprile, senza consultare le istituzioni locali anzi creando tensioni tra le stesse. Ma questa non e' una guerra tra campanili piuttosto è la difesa di un interesse comune e nazionale su cui bisogna quanto meno vigilare.
Giuseppe Ferraro

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...