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domenica 14 febbraio 2021

Pillola - Avere meno ci rende più leggeri

  Le pubblicità ci bombardano quotidianamente con messaggi per stimolarci a spendere e comprare cose spesso destinate, nel breve tempo, a finire in un cassetto, in una soffitta o cantina, o peggio nei rifiuti.

Possiamo a fare a meno di molte delle cose che possediamo e riflettiamo che ogni cosa che possediamo pesa su di noi, sul nostro cammino.

lunedì 9 luglio 2018

Un libro per caso – L’ARTE DI FARE LO ZAINO di Andrea Mattei

di Fabio Ascani

C’è un libro che è uscito già da un po’ di mesi e che ho acquistato a pochi giorni dalla sua pubblicazione. Non poteva essere altrimenti. Si tratta di L’arte di fare lo zaino, di Andrea Mattei.
Andrea non è semplicemente uno scrittore, un giornalista caporedattore alla Gazzetta dello Sport, un camminatore, viandante alla riscoperta delle vie antiche e moderne del nostro Paese, Andrea è soprattutto un grandissimo amico con il quale ho condiviso anni di scuola, vacanze, partite di calcio, progetti fantasmagorici, e anche qualche primissimo cammino, più o meno improvvisato, con in spalla zaini dalle impalcature in alluminio (il mio era arancione il suo rosso) sotto il sole cocente delle montagne d’Abruzzo in estate e poi anche in auto-stop in giro per l’Italia. Accadeva oltre 30 anni fa.

L’arte di fare lo zaino inizia con una citazione molto bella: “Un uomo è ricco in proporzione al numero di cose di cui può fare a meno” di Thoreau. Ecco, saper preparare uno zaino a regola d’arte, per farne un compagno non ingombrante di viaggio, è soprattutto “arte del togliere”, dell’alleggerire senza però dimenticare di lasciare l’essenziale.  È arte di scegliere cosa avere con se. 
E se  alcuni oggetti suggeriti da Andrea Mattei possono essere sorprendenti come la spilla da balia, la lente di Fresner o i tappi per le orecchie e altri meno, come il Gps, o il sapone di Marsiglia, utile sia per i panni che per farsi la doccia, ciò che conta davvero è che questo bagaglio a spalla, ormai tecnico e leggero, di cui viene riportata storia ed evoluzione, sia uno strumento funzionale: risorsa e non zavorra.

La lettura del libro si compie con piacevolezza, passo dopo passo alla scoperta di idee e riflessioni per compiere in leggerezza il nostro cammino. Eppure questo non è un manuale con regole rigide su come preparare lo zaino, è piuttosto una riflessione sull’andare, sul porre un piede davanti ad un altro nella consapevolezza che tutto ciò che portiamo con noi peserà sulle nostre spalle sempre, per ogni metro, per ogni passo del nostro percorso. Una metafora della vita stessa.
L’arte di fare lo zaino non è soltanto una lettura piacevole per appassionati, è un libro che induce con leggerezza a riflettere sulla vita stessa: il cammino dei cammini.



domenica 10 dicembre 2017

Un libro per caso - Storie assassine di Bernard Quiriny

di Francesca Senna

Bernard Quiriny, (Bastogne, 1978) è considerato tra i maggiori autori contemporanei in lingua francese.
Per la sua vena fantastica alla Poe e il suo talento borgesiano per le invenzioni metaletterarie è stato paragonato a Calvino (del quale ci ricorda soprattutto un certo viaggiatore in una notte d’inverno), Bolaño, Jarry e Vila-Matas. Collabora come critico con alcune delle più importanti riviste francesi. Vincitore di numerosi premi di carattere internazionale che riconoscono nei suoi testi quella vena da “riso a denti stretti”, che proprio nel suo paese ha trovato le realizzazioni più valide: un senso dell’assurdo venato di umorismo nerissimo, surrealismo naturale che orchestra piccole storie fatte di imprevedibilità e spiazzamento.

Storie Assassine è un piccolo ma lucente gioiello del surreale, un insieme di racconti raffinati e vagamente macabri, caratterizzati da una scrittura elegante ed efficace. Ciò che contraddistingue questo narratore è senza dubbio la sua facilità di creare tanti racconti diversi, riuscendo al contempo a raggrupparne alcuni in cicli e a creare dunque una connessione narrativa; il suo spiccato senso dell’humour, talvolta nero, che strizza l’occhio ai grandi temi della vita tra cui in particolar modo la morte e il sesso. Il libro si presenta come un “contenitore”, una raccolta di ventuno racconti in cui i protagonisti sono oggetti parlanti o pazienti con strane patologie, scheletri che scrivono diari di bordo in alto mare o antropologi intenti a studiare usi e costumi di popoli lontani alquanto bizzarri, ma anche luminari, critici e scrittori che si punzecchiano a colpi di antipatiche rettifiche sulle pagine dei giornali.
La riflessione di Quiriny prende laa forma di paradosso abbracciando il mondo del surreale, dell’assurdo, il carattere fantastico o gli elementi macabri di alcuni passaggi; le sue doti migliori sono senza dubbio la fantasia e la chiarezza nella scrittura ma anche la capacità di intrattenere il lettore accrescendo di volta in volta curiosità e inquietudine.
Una geniale ironia anima le pagine di quello che è stato definito un compendio di invenzioni metaletterarie; un trattato di assurdologia dove troviamo di tutto: cose che prendono la parola, personaggi che quando fanno l’amore diventano blu, e dunque inderogabilmente individuabili; critici che si fanno un punto d'onore di ammazzare i loro scrittori; un viaggiatore per nave il cui corpo si fa via via sempre più molle a mano a mano che il suo io lo lascia spostandosi fuori di lui; sconcertanti diari di bordo; rigorose relazioni antropologiche su tribù lontane il cui rito iniziatico consiste nel cavarsi gli occhi; popoli che passano la vita a scavare buchi; carcerieri ossessionati, bevitori incalliti, casi clinici; un tale che ingravida realmente le donne accoppiandosi con loro in sogno, ecc….

Molto interessante è il ciclo di “I pazienti del dottor Hampstadt”, in cui è particolarmente chiaro l’intento dell’autore di rovesciare la norme che regolano la realtà distorcendo la concezione di spazio e tempo; ecco dunque la donna che perdendo il senso dell’orientamento e della distanza impara a camminare all’indietro o l’uomo incapace di distinguere i minuti dalle ore, vivendo così un’esistenza in cui gran parte delle azioni quotidiane diventano una sfida.
Sebbene i cicli rappresentino i racconti più interessanti, ce ne sono altri autoconclusivi altrettanto efficaci: è proprio in questi racconti slegati tra loro che l’autore crea le situazioni più improbabili affidando la storia a personaggi ambigui e dalla personalità instabile, che stanno lì a prendersi gioco sottilmente delle ossessioni e delle paure umane.

La scelta dei racconti può essere un’arma a doppio taglio però: se da una parte permettono di spaziare dall’altra rischiano di lasciare un senso di incompletezza o risultare banali; il racconto si risolve in un paio di righe scontate in cui manca una vera e propria narrazione e un guizzo geniale, limitandosi a fornire il resoconto in maniera piuttosto banale del pensiero di oggetti che usiamo quotidianamente.

Nel complesso comunque la raccolta funziona grazie alla sua leggerezza. Non è una lettura che vuole sollecitare riflessioni profonde o insegnare qualcosa a tutti i costi, piuttosto ci invita a inclinare la testa ogni tanto e offrire agli occhi un altro punto di vista.

venerdì 27 febbraio 2015

ARICCIA - L'INSOTENIBILE LEGGEREZZA DELLE BUCHE

Continuano a giungerci alla mail di ECO 16, ecodiariccia@gmail.com, e tramite i social, segnalazioni e richieste di pubblicazione di immagini di degrado del nostro territorio.





Oggi riportiamo la segnalazione di Alessandro, che ci ha inviato due immagini, sulla situazione di via XX Settembre, ad Ariccia, dove sono state scattate queste foto del manto stradale, a poche centinaia di metri da una scuola. 
Sostiene Alessandro che a causa di lavori mal svolti, "le solite toppe", non si riesce ad aggiustare mi modo definitivo le strade, che oggi sono nelle condizioni disastrose che tutti possiamo vedere facendo un giro lungo le vie cittadine.
 Ma mi raccomando, specie se andate a in auto o peggio in moto, moderate la velocità!

Sulla tutt'altro che leggera situazione delle strade ad Ariccia vedi anche qui

Aggiornamento  del 27 02 '15, h 15.30. Sono passato poco fa per via di Vallericcia e ho potuto constatare che gran parte delle pericolose buche presenti fino a ieri e l'altro ieri sono state riempite. Bene, Qualche rischi in meno per i cittadini che comunque dovranno continuare a guidare mi modo prudente ed attento, come si conviene a tutti gli automobilisti corretti.
Forse sollecitare, sui social-net e sulla stampa locale, come fanno i cittadini di Ariccia, può essere utile.


Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...