"nonostante siano trascorsi più di otto lunghi mesi dalla famigerata sentenza del Consiglio di Stato, l’Amministrazione Marini non ha ancora prodotto un solo atto amministrativo o giuridico di reale contrarietà alla costruzione dell’inceneritore".
Con il fine di escludere che vi siano stati condizionamenti ai danni dell'amministrazione comunale di Albano che ne abbiano condizionato indipendenza e autonomia.
“Il
No Inc deposita alle Procure
di Roma e Velletri,
alla D.I.A.
ed alla Commissione
Parlamentare connessa alla Legalità del Ciclo dei Rifiuti,
un esposto penale relativo alla trattativa
economica
– ma
non solo
-
avvenuta nei mesi di Maggio, Giugno, Luglio ed Agosto 2012 tra il
Sindaco di Albano, Nicola Marini, e il dimissionario
amministratore delegato della Pontina Ambiente di Cerroni, Ing.
Francesco Rando.”
“Lo
scopo dell’esposto penale è quello di escludere che vi siano stati
condizionamenti ai danni dell’Amministrazione comunale di Albano
che ne abbiano condizionato l’indipendenza e l’autonomia.”

Lo
è ancor di più, certo, a seguito delle recenti “dimissioni
irrevocabili”
del plenipotenziario amministratore delegato della Pontina Ambiente,
Ing. Francesco Rando, braccio destro di Cerroni, citato cum
onorem anche
nella scandalosa
lettera al
Sindaco Marini. Proprio l’Ing. Rando che, fino alle dimissioni
dello scorso 19 Novembre, era a capo di società coinvolte, a vario
titolo, in ipotesi di reati penali non certo trascurabili, quali:
associazione
a delinquere, sovrafatturazione ai danni dei Comuni dei Castelli
Romani (per una cifra superiore ai nove milioni di euro), estorsione,
truffa, traffico illecito di rifiuti. Reati per i quali è previsto
anche l’arresto. Dalle diffuse e mai smentite in discrezioni
giornalistiche risulta coinvolta, tra l’altro, proprio la stessa
Pontina Ambiente di Albano.
Dispiace
constatare, non senza amarezza, come la nota ufficiale sull’affaire
rifiuti
diramata
dal Sindaco Marini il 24 Novembre (Doc. n. 3), non faccia menzione
alcuna alla vergognosa
lettera di
Cerroni ma, viceversa, si riferisca esclusivamente a pretesi “fatti
ed atti … prodotti collegialmente dai sindaci di bacino”.
A
tal
proposito, riteniamo utile ricordare che lo
scorso 2
Aprile 2012,
subito
dopo la sentenza
del
Consiglio di Stato relativa all’inceneritore di Albano, venne
convocata dal Sindaco di Albano una apposita Conferenza dei Sindaci.
Conferenza in cui si decretò (Doc. n. 4) di intraprendere una doppia
opposizione legale all’impianto di Roncigliano. Un percorso
distinto da quello del Comitato No Inc, che prevedeva sia un ricorso
alla UE
- più volte pre-annunciato alla cittadinanza, alla stampa e
all’opinione pubblica (Doc. n. 5) -
sia un ricorso al Tribunale Civile. Seguì, dopo pochi giorni, la
sola delibera di giunta (Doc. n. 6) relativa al “Ricorso
alla Corte di Giustizia Europea avverso la costruzione del
termovalorizzatore in località Cecchina”.
Va sottolineato,
inoltre, che nelle settimane immediatamente successive, il Sindaco
Nicola Marini ed il delegato ai rifiuti Luca Andreassi, non
convocarono alcuna conferenza dei Sindaci di bacino, consiglio
comunale, riunione di giunta, di maggioranza o dei capigruppo sul
tema inceneritore.
E’, quindi, con un
vero e proprio colpo di scena che il 5 Giugno 2012, nel
corso d’un incontro pubblico (di cui esiste registrazione,
ora agli atti delle Procure) tra il Sindaco Marini,
il delegato ai rifiuti Andreassi ed
il comitato No Inc, che venne resa nota la decisione
dell’Amministrazione di non voler affatto presentare il tanto
pre-annunciato ricorso alla UE. La
motivazione è che vi sarebbero state, a
detta dello studio legale consultato, “poche possibilità di
vincere”. La notizia esplose al punto di finire, tra l’altro,
anche sul Messaggero del 6 Giugno 2012 (Doc. n. 7).
Una scelta, quindi, quella dell’Amministrazione di Albano,
tutt’altro che collegiale. Anzi, assolutamente isolata e comunicata
agli altri Sindaci di bacino solo il 22 Giugno 2012 (Doc. n.
8).
Tra l’altro, il
parere dello studio legale (Doc. n. 9) – redatto senza una
determina d’incarico della dirigente competente (!) - risulta privo
della data, del timbro e della firma degli avvocati estensori
nonché, cosa insolita, d’un protocollo d’uscita (dello
studio incaricato) e d’entrata (comunale)
Come se ciò non
bastasse, il Sindaco Marini ed il delegato ai rifiuti Andreassi, non
hanno mai fatto menzione a ulteriori azioni legali praticabili.
Infatti, pur ammesse le perplessità verso la riuscita d’un ricorso
presso la “Corte di Giustizia Europea di Bruxelles”
(Belgio), non è stata minimamente presa in considerazione la
possibilità di ricorrere anche alla “Corte Europea dei Diritti
dell’Uomo” (Francia) che si occupa, tra le altre cose, di
assicurare il rispetto del diritto alla salute e del diritto dei
cittadini e delle cittadine di vivere in un ambiente salubre. Né,
tantomeno, l’altra opzione, non certo trascurabile, prevista
dall’art. 111, 8º comma, della Costituzione Italiana, ossia il
ricorso alla “Suprema Corte di Cassazione” contro la
sentenza del Consiglio di Stato.
Al
contrario, nonostante siano trascorsi più di otto lunghi mesi dalla
famigerata sentenza del Consiglio di Stato, l’Amministrazione
Marini non ha ancora prodotto un solo atto amministrativo o giuridico
di reale contrarietà alla costruzione dell’inceneritore.
Contestualmente, nel
corso dei mesi di Maggio, Giugno, Luglio ed Agosto 2012, il Sindaco
Nicola Marini e l’amministratore unico dimissionario della
Pontina Ambiente, Ing. Francesco Rando, sono stati impegnati in una
lunga e complessa trattativa economica - ma non solo -
necessaria ad evitare che il Comune di Albano andasse
in fallimento (Doc. n. 10). Trattativa avvenuta non senza
ostacoli (Doc. n. 10.E).
A causa di queste
singolari coincidenze di tempi e circostanze, il No Inc ha ritenuto
di rimettere tutti questi “atti e fatti” all’attenzione
della Procura di Roma, della Procura di Velletri e della D.I.A .
(Direzione Investigativa Antimafia) con un apposito esposto penale.
Enti già impegnati, a vario titolo - come emerso ampliamente sulla
stampa - sul tema legalità dei rifiuti ai Castelli Romani. Lo scopo
è quello di escludere che vi siano stati condizionamenti ai danni
dell’Amministrazione comunale di Albano che ne abbiano
condizionato l’indipendenza e l’autonomia . L’esposto penale è
stato inviato anche, per conoscenza, alla Commissione parlamentare
connessa alla legalità del ciclo dei rifiuti.
(i documenti possono essere visionati con richiesta mail a ecodiariccia@gmail.com)