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martedì 1 novembre 2016

Castelli Romani - META MAGAZINE E UICI PRESENTANO IL PROGETTO SCUOLE OLTRE LA DISABILITA'

Andrea Titti: "La disabilità non è un problema

 clinico ma una questione sociale"

Andrea Titti, direttore ed editore di Meta Magazine

La testata giornalistica online Meta Magazine (www.metamagazine.it) diretta da Andrea Titti e Morena Mancinelli, in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti di Roma e Provincia, si fa promotrice di: “Scuole Oltre La Disabilità”, un progetto sui temi dell’integrazione dei soggetti con disabilità visive rivolto agli studenti degli Istituti superiori del territorio. Il fulcro dell’iniziativa consiste nell’organizzazione di incontri all’interno delle scuole, all’interno dei quali persone affette da disabilità visive di ogni tipologia, si confronteranno con gli studenti, parlando di come si può arrivare ad una vita pienamente normale, sotto ogni punto di vista, pur avendo una disabilità altamente ostativa. Raccontare le proprie storie, confrontarsi con i ragazzi e le ragazze, rispondere alle loro domande, introducendo un comune linguaggio e condivisi canali di comunicazione, illustrando anche tutti quegli strumenti tecnologici e multimediali che oggi permettono al disabile visivo di poter effettuare tutte le azioni quotidiane proprie di un giovane studente o di ogni altra persona; il rapporto tra persone ed animali ed in particolare il ruolo dei cani guida, la pratica sportiva, agonistica e non, saranno alcuni dei temi affrontati con gli studenti, tutti aventi un medesimo filo conduttore, quello per cui la disabilità non è un problema clinico ma una questione sociale.
"La principale problematica che - dichiara Andrea Titti, ipovedente Editore di Meta Magazine - il disabile, non vedente o ipovedente, si trova a dover superare, non sta nella eventuale cura medica della sua patologia ma nel suo personale inserimento all’interno della comunità in cui vive, partendo dalla sua stessa famiglia, dalla scuola, dalla cerchia di amici, per arrivare al posto di lavoro ed all’impiego del suo tempo libero. L’essere ed il sentirsi pienamente integrato nella società in cui vive, da cui consegue una completa e matura accettazione della sua condizione. Tutto ciò non è dipendente soltanto dalla volontà del disabile, o dal suo livello di consapevolezza di se, ma è strettamente connesso al livello di accettazione che gli altri hanno rispetto alla disabilità - conclude Titti - di cui il soggetto è portatore".
Partendo da questo assunto il progetto in questione si propone di aprire una fase di ascolto e consapevolezza del significato della disabilità visiva, non tanto da chi è portatore di tale condizione, ma verso chi questa condizione non la conosce, o peggio, ne ha una visione distorta e stereotipata. Ogni disabilità, quella visiva in questo caso, non è ostacolo ad una piena realizzazione di se, in ambito privato o pubblico, è soltanto una condizione che richiede strumenti diversi rispetto alla “normalità”, affinchè la realizzazione possa essere ottenuta, in un sistema che fornisca realmente una parità di opportunità. Il progetto si propone di partire da un’opera culturale di conoscenza verso il mondo che è più aperto ad integrare e che rappresenta il futuro di ogni comunità e gruppo sociale: i giovani ed in particolare gli studenti.
Per meglio calibrare e valutare il raggiungimento degli obiettivi prefissati, agli studenti delle classi partecipanti verranno somministrati dei questionari individuali a fini statistici e non valutativi, uno prima dell’incontro, ed uno successivo ad esso, in modo tale da poter verificare la reale penetrazione e recepimento del messaggio sui temi trattati tra i ragazzi.

Al termine del calendario degli incontri nelle scuole i promotori del progetto organizzeranno un convegno ove presentare gli esiti dello stesso, e fare il punto sul reale tasso d’integrazione del disabile visivo nelle nostre comunità. In quella occasione verrà lanciata altresì la proposta di dotare ogni Istituto Scolastico di strumenti tiflotecnici che permettano una reale parità di accesso al diritto allo studio per gli studenti ipo e non vedenti che, fino ad oggi, debbono provvedere con le loro famiglie nel dotarsi di ausili tecnologici per lettura, scrittura e studio.


L'Editore Andrea Titti presenta il progetto di Meta Magazine in collaborazione con Uici Roma e Provincia, unitamente alla Sezione Uici dei Castelli Romani, rivolto alle scuole superiori del territorio, atto a sensibilizzare giovani, docenti e studenti attorno alle tematiche dell'inclusione sociale dei disabili visivi.

martedì 6 gennaio 2015

Le Vittorie di Simone sono Vittorie per Tutti

Forse una delle differenze maggiori tra i tanti personaggi pubblici che orbitano ai Castelli Romani e Simone Carabella, amico del quale spesso amiamo parlare su ECO16, è l'ampiezza di sguardo. I tanti amministratori e politici del nostro territorio difficilmente riescono a vedere oltre i ristretti confini del proprio comune di appartenenza (e almeno facessero un buon lavoro). Simone va oltre, dove c'è da lottare Lui lotta con vigore. Se una causa ritiene sia giusta la sposa e si dona, nel modo che più gli è consono, per tentare di dare una mano e risolverla.
E così Simone è sceso nel campo di battaglia accanto ai malati per il sangue infetto, accanto ai disabili, ha portato il proprio sostegno per le cure compassionevoli, ha lottato in prima linea, per anni e anni nel No Inc, contro l'inceneritore di Albano, vincendo una battaglia che in tanti davano per persa in partenza. A Simone, e come a tutti gli attivisti del NO Inc, solo per questo, tutti i residenti dei Castelli Romani dovrebbero essere grati per sempre.

Proprio in occasione della prima vittoria contro l'avvocato Cerroni, il padrone indiscusso delle discariche e signore incontrastato dei rifiuti, Simone decise di fare il suo primo tuffo nel Tevere. Sulla schiena aveva scritto: Albano 1 Cerroni 0.

Da allora ogni primo dell'anno è stato un tuffo nuovo con una scritta nuova. Le scritte sul corpo sono il modo che ha Carabella per aggiungere significato a quello che non è più solo un coraggioso gesto atletico ma un modo per "urlare al modo" una vittoria, incitare gli italiani ad essere padroni del proprio destino, richiamare l'attenzione dei media sui più deboli e, quest'anno, spronare lo Stato Italiano ad essere più incisivo in una vicenda che non solo ci rende poco credibili di fronte al resto del mondo, ma che ha anche un grande valore umano: la sortire dei nostri due Marò che rischiano la pena capitale in India e sono in attesa di processo da circa tre anni! ( Ricordiamo che proprio in queste ore Latorre è stato operato al cuore con esito positivo e il 12 gennaio scadrà il suo permesso e dovrà fare ritorno a New Delhi).

L'attivismo non può essere fine a se stesso ma deve portare risultati concreti: "bisogna fare i fatti e non le chiacchiere" ripete spesso Simone nelle interviste o nei post si Facebook. Questo è alla base della sua filosofia, comprensibile a tutti e dai risultai evidenti, come quando con l'amico Claudio Palmulli, figlio del famoso Mr OK, ha organizzato, al Palacesaroni di Genzano, un memorabile incontro di rugby tra una squadra di Lanuvio militante in un torneo regolare e una squadra di atleti costretti in carrozzella. E con Claudio di avventure ne ha avute molte e altre ancora stanno per giungere.
L'ultima è stata quando da Piazza del Popolo a Roma è giunto, nonostante la febbre, spingendo l'amico, fino a Piazza Frasconi a Genzano, e prossimamente parteciperanno alla Maratona di Roma e a quella, davvero prestigiosa, di New York! Per i pochi che ancora non lo sapessero il perché di queste imprese è accendere una luce sulla questione delle barriere architettoniche che affliggono la vita dei disabili. L'Italia deve essere A Misura Di Disabile! Un paese che sia alla portata di tutti, che sia attento ai bisogni di tutti, senza dimenticare nessuno dei suoi cittadini, ne chi è rimasto indietro, ne chi ha avuto meno doni,  o doni diversi, dalla natura, ne chi è stato sfortunato o chi, nel compimento del proprio dovere, è incappato nelle mani di una (in)giustizia straniera che prevede anche la pena di morte.

Per concretizzare ancora di più le sue azioni e i suoi propositi, Simone Carabella ha deciso di scendere  nell'agone politico e candidarsi a sindaco di Albano Laziale, la città sede della discarica di Roncigliano, fonte di odori nauseabondi, anche in questi giorni, tangibile simbolo del male che aggredisce il territorio e la salute delle persone che ci vivono. La candidatura di Simone è vista non senza preoccupazioni dai suoi potenziali avversari politici che ben conoscono la sua popolarità e determinazione. Tutti sanno bene che Simone si candida per vincere!

Auguriamo a Simone, ma anche a Claudio e a tutti coloro che lottano per un mondo migliore, i nostri migliori auguri per un 2015, appena iniziato, che sia foriero di grandi soddisfazioni e vittorie perché le loro vittorie saranno le vittorie di tutti.

A seguire alcune foto in sequenza del tuffo di Capodanno di Simone Carabella.
Italiani andiamo a riprenderci i Marò!













Simone al centro della foto con Mr Ok, gli altri tuffatori e l'amico Claudio Palmulli






giovedì 5 giugno 2014

Special Olympics Italia Torvajanica on the road - Integrazione come strumento per una società migliore”

(Riceviamo e volentieri pubblichiamo)

Special Olympics Italia alla prima edizione della 
Torvajanica on the road

Parla Alessandra Palazzotti, direttore nazionale di un’associazione in prima linea per persone con disabilità intellettiva


ROMA – “Nel partecipare alla manifestazione sportiva “Torvajanica on the road”, Special Olympics ha la speranza di avvicinare e creare nell’area di Pomezia e Torvajanica un gruppo di tecnici e atleti che possano dedicarsi all’attività sportiva per persone con disabilità intellettiva, partendo dall’atletica per coinvolgere anche tutte le altre discipline sportive. Il desiderio è quello che in un territorio vivo e attivo come questo, diventi forte la consapevolezza della necessità di integrazione quale strumento per una società migliore”. A parlare è Alessandra Palazzotti, direttore nazionale di Special Olympics Italia, presente il prossimo 14 settembre alla prima edizione della Torvajanica on the road, la 10 chilometri che vedrà al via, come grande favorito, il pluri-iridato della ultramaratona Giorgio Calcaterra. “Special Olympics è un programma internazionale di allenamenti e competizioni atletiche per persone con disabilità intellettiva – ricorda Alessandra Palazzotti nell’illustrare la mission dell’associazione sportiva - Lo sport, offrendo continue opportunità di dimostrare coraggio e capacità, diventa un efficace strumento di riconoscimento sociale e di gratificazione. Può essere palestra di vita che offre agli Atleti Special Olympics la possibilità di valorizzare le loro diverse abilità e di spenderle produttivamente nella società. Si tratta di un messaggio di grande speranza rivolto a milioni di persone, ai loro familiari e alla comunità tutta. Special Olympics è presente in più di 170 Paesi. Si calcola che nel mondo ci siano 4.205.630 atleti più di 4.000.000 i membri di famiglie e 1.361.891 i volontari che ogni anno collaborano alla riuscita di 70.278 grandi eventi nel mondo”. “Special Olympics Italia, riconosciuta quale Associazione Benemerita dal CONI e dal CIP, è presente in Italia da trent’anni e opera in tutte le regioni – prosegue - Sono presenti in tutta Italia Team Special Olympics che preparano gli atleti nei seguenti sport: atletica leggera, badminton, bocce, bowling, calcio, canottaggio, ciclismo, corsa con le racchette da neve, equitazione, floor hockey, ginnastica, golf, nuoto, pallacanestro, pallavolo unificata, rowing, sci alpino, sci nordico, snowboard, tennis, tennis tavolo e triathlon. Sono 14.662 gli Atleti e 10.210 i volontari che ogni anno contribuiscono all’organizzazione di 312 eventi. Il giuramento dell’ Atleta Special Olympics è: ‘Che io possa vincere ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze’”. Così, infine, Alessandra Palazzotti analizza come, nel tempo, sia cambiato il rapporto tra i diversamente dotati e lo sport: “Per dare un’idea di quanto sia cambiata la percezione che si ha delle persone con disabilità intellettiva che praticano sport, ci piace ricordare le parole della fondatrice di Special Olympics, Eunice Kennedy, che nel 1999 in North Carolina si è rivolta a tutti gli atleti presenti in questo modo: ‘Trent'anni fa dicevano che non eravate in grado di correre i 100mt. Oggi, voi correte la maratona. Trent'anni fa, dicevano che dovevate rimanere chiusi negli istituti. Oggi siete di fronte alle televisioni di tutto il mondo. Trent'anni fa, dicevano che non potevate dare un valido contributo all'umanità. Oggi, voi riunite sullo stesso terreno dello sport nazioni che sono in guerra…’. Parole importanti che esprimono in modo concreto i grandi risultati ottenuti grazie al coraggio e all’impegno di questi atleti, unici e veri e protagonisti del movimento. Dal 1999 ad oggi, poi, sono stati fatti altri passi e nuove vittorie che, giorno dopo giorno, ci indicano la strada da percorrere al fine di raggiungere una società in cui progresso e integrazione possano camminare di pari passo”.





Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...