Visualizzazione post con etichetta centrale elettrica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta centrale elettrica. Mostra tutti i post

domenica 23 giugno 2013

ARICCIA - 300000 EURO PER VIA DELLE GROTTE. CHE FINE HANNO FATTO?

CONVERSAZIONE CON ROBERTO DI FELICE
LEADER DI PATTO SOCIALE PER ARICCIA E DI UNITI PER CAMBIARE ARICCIA

Il comune di Ariccia ricevette 300000 euro per intervenire sulle infrastrutture di Via delle Grotte e quindi sull'adeguamento e il miglioramento della viabilità. Dove sono finiti questi soldi? Perché la strada non è mai stata ristruttura ed oggi è in condizioni pietose, pericolosa per gli automobilisti e i motociclisti?
L'unico progetto importante che insiste ora sulla zona di Via delle Grotte è quello della costruzione di una centrale per la produzione di energia elettrica alimentata a biomassa, un progetto del quale abbiamo spesso parlato su questo blog (vedi QUI e QUI per approfondire) e per il quale siamo decisamente critici, convinti che questo tipo di centrali siano inquinati e quindi dannose per l'ambiente e per di più inutili, come sottolinea Di Felice nel video che segue.

mercoledì 23 gennaio 2013

UNA NUOVA CENTRALE ELETTRICA NEL CUORE COMMERCIALE DI ARICCIA

IN ATTESA DI AUTORIZZAZIONE UNICA POTREBBE SORGERE UNA CENTRALE ELETTRICA ALIMENTATA A BIOMASSA NEL CUORE COMMERCIALE DEL TERRITORIO ARICCINO SULLA NETTUNENSE (EX-PORK'S HOUSE)
di Elena Taglieri

Non c'è pace tra gli ulivi recita un vecchio detto popolare. Dopo l'autorizzazione concessa dalla Provincia di Roma (Determina Dirigenziale n.3698 del 4 giugno 2012) alla soc. Power Oil di Albano di costruire una centrale elettrica alimentata ad olio vegetale e diesel in via di Cancelliera 14/B, si affaccia in zona un altro impianto che smaltirà la F.O.R.S.U. (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) in un fabbricato in disuso già esistente (quello della UNICOOP Tirreno SC) a pochissimi metri da un grande noto supermercato e da numerosi altri esercizi merceologici di vendita al pubblico, proprio nel 'cuore' del Centro Commerciale 'Pork's House' sulla via Nettunense, frequentato ogni giorno e ad ogni ora da tante persone che trovano concentrate in questo quadrante tutte le opportunità di acquisto alimentare e non solo.
Il soggetto proponente l'impianto è la Biovis S.r.l., che a nome del proprio legale rappresentante sig. Tonino Sette, ha presentato in data 17 dicembre 2012 l'istanza di verifica di assoggettamento a V.I.A (Valutazione di Impatto Ambientale) al Dipartimento Ambiente e territorio della Regione Lazio. A tale istanza è stata allegato il documento di Sintesi dello studio preliminare ambientale' , depositato a firma dello studio di Architettura Buzi e Associati, firmato il 18 dicembre 2012 ed inoltrato in copia anche al Comune di Ariccia ed alla Provincia di Roma. Sappiamo tutti che la V.I.A.si rende necessaria per verificare la compatibilità di un progetto che, come questo, è finalizzata all'individuazione e quantificazione degli effetti che un'opera simile potrebbe avere sull'ambiente, soprattutto in modo preventivo, poiché la migliore strategia (e buonsenso civico) consiste nell'evitare fin dall'inizio l'inquinamento ed altre conseguenze, anziché combatterne successivamente gli effetti deleteri.
Già, perché come si legge nel progetto della Biovis, “all’interno di questo impianto saranno due le attività di recupero e smaltimento rifiuti:la lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di energia da biogas ottenuto durante la fermentazione e trasformato in energia attraverso un cogeneratore (elettricità e calore)e la “lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di compost ottenuto mediante triturazione e fermentazione”.
Peccato però che nel documento si parli di alcuni elementi poco rassicuranti, come ad esempio di “percolato anaerobico/aerobico” che se “in eccesso subisce un processo di depurazione adeguato (osmosi inversa) e poi immesso nel circuito fognario, che a sua volta termina in un depuratore a fanghi attivi, prima di immettersi nel collettore pubblico”.
Da non sottovalutare neppure la presenza di “canne fumarie dei cogeneratori, della fiaccola d’emergenza del biogas (che permette di garantire la combustione del biogas eccedente impedendone l’accumulo in maniera eccessiva) e del biofiltro”.
Il motivo di questo progetto, come si legge nella Sintesi dello studio preliminare ambientale dell'Arch. Buzi, è che “nell’area a sud di Roma ed, in particolare, nell’area dei Colli Albani e dei Castelli Romani, si è avviato un circuito virtuoso nello sviluppo della raccolta differenziata. Molti comuni la attuano con successo ed altri la stanno avviando (Ardea, Ariccia, Ciampino, Genzano di Roma, Pomezia, Albano Laziale) “, e che risulterebbe innovativo dal momento che “Non vi sono progetti simili nell’ambito comunale dell’area dei Castelli Romani; risulta altresì in corso di progettazione ed autorizzazione l’impianto della Volsca Ambiente e Servizi S.p.a., per “impianto per digestione anaerobica dei rifiuti frazione organica da raccolta differenziata in loc. Lazzaria” , nel comune di Velletri (RM)”.
Insomma una audace panacea in quanto “tutto ciò consentirà, entro breve tempo, di poter disporre nella zona dei Colli Albani di una quantità di FORSU sufficiente a fornire combustibile e giustificativa per la costruzione di un impianto di valorizzazione. Nel tempo l’aumento della FORSU prodotta dalla raccolta differenziata renderà necessaria ed economicamente autosufficiente, la realizzazione di nuovi impianti di trattamento” per una “maggiore tutela ambientale determinata: dalla notevole riduzione dei quantitativi di rifiuti da avviare in discarica; dal recupero di materia dai rifiuti; dalla produzione di energia da fonti rinnovabili.”.
Ma leggendo attentamente si tratta di un impianto che comunque dichiara la sussistenza di alcuni fattori ambientali di rischio (“Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano gas infiammabili e/o comburenti con quantità globali in ciclo superiori a 25 Nm3/h.”) e che prevede comunque degli inquinanti .”quindi i fumi prodotti rispettano le prescrizioni di cui alla parte III dell’All. 1 D.Lgs. 152/06 e comunque dovranno effettuare il controllo annuale previsto per le emissioni. Tali impianti devono comunque rispettare i valori limite di emissione previsti dal Dlgs 152/2006 espressi come concentrazioni massime ammissibili per ciascun inquinante presente nei fumi di combustione, a seconda del tipo di motore e combustibile impiegato.
L’inquinante previsto è il biogas (CH4 55%)”. E così vengono minuziosamente elencate le emissioni in atmosfera dell'impianto nel suo ciclo produttivo: emissioni provenienti da biofiltro, dalla centrale di cogenerazione attraverso il camino di emissione del gruppo di cogenerazione; emissioni da sfiati di sicurezza delle valvole di sovrappressione dei digestori; emissioni da traffico logistico nell’area esterna dovute a emissioni da tubi di scarico dei mezzi di conferimento dei materiali funzionali all’impianto di trattamento. In ultimo, la fonte di inquinamento che potrebbe derivare dai liquidi prodotti dai processi, ma anche da rumore ambientale (Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori )
Insomma, una centrale che lavora 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana, il cui impatto riguarda la S.S. 207 – Via Nettunense, e la strada locale di accesso al complesso immobiliare ( Via delle Grotte), ma la cui attività “non può avere effetti sulla salute pubblica” anche se nel documento di Sintesi viene sottolineato che “i tipi di inquinamenti possibili potrebbero derivare dalle emissioni in atmosfera”.
Dopo questo inatteso 'regalo' post-natalizio alle nostre spalle, l'unica cosa che ci resta da fare è iniziare a monitorare costantemente l'eventuale autorizzazione provinciale che verrà rilasciata in modo da poterci attivare per un serio ricorso legale contro l'ennesima imposizione alla cittadinanza di 'bruciatori legalizzati' che stanno ormai imperversando e spuntando come funghi.
(elena.taglieri@gmail.com)
VEDI LO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE  PER LA CENTRALE AD ARICCIA





A CUNEO NON LA VOGLIO LA CENTRALE BIOGAS BIOVIS. VEDI IL VIDEO:



LEGGI ANCHE ECO 16, DOVE, OLTRE A  QUESTO ARTICOLO, C'È UN ALTRO PEZZO DI ELENA TAGLIERI SULLA DISCARICA DI RONCIGLIANO: "RONCIGLIANO COME L''AREA 51' ?"



martedì 11 dicembre 2012

IN ARRIVO A COLONNA LA CENTRALE ELETTRICA (GEMELLA DI ALBANO) CHE BRUCERÀ OLIO VEGETALE NELLA VALLE DELLE ECCELLENZE D.O.C. E SPUNTA UN GIALLO

di Elena Taglieri

Non sembra minimamente arrestarsi la corsa frenetica all'ottenimento delle autorizzazioni per costruire centrali elettriche alimentate a biomassa liquida di olio vegetale (!) nella provincia di Roma e non solo.
(CLICCA SULL'IMMAGINE  PER INGRANDIRLA)
Come nel caso di Albano, anche per Colonna, in via dei Pratoni Parti Comuni snc, è prevista la costruzione di un impianto che brucerà olio per produrre 820 Kwe di energia, praticamente più potente e di portata quasi tripla rispetto all'altro 'gemello' castellano (vedi QUI la delibera provinciale). Ma perché definirli gemelli? Perché trattasi di progetti presentati nello stesso giorno (il 21 luglio 2011) da due Società proponenti le quali, sebbene siano diverse nel nominativo della ragione sociale (EDOVIT srl per Colonna e POWER OIL SYSTEM per Albano) in realtà si legge che hanno come referente legale il medesimo sig. Fabio D'Offizi.
Così come per quelli di Albano, anche i cittadini di Colonna, per questo Natale, troveranno sotto l'albero la 'sorpresa' che il Comune ha donato loro (naturalmente a loro insaputa) e senza la possibilità di rientrare nei tempi richiesti per un ricorso al TAR (60 gg) o al Capo dello Stato (120gg) dalla data di autorizzazione dell'impianto (19 aprile 2012), come si evince dalla medesima Determina Dirigenziale n.1973, giacché i termini risultano oramai emblematicamente scaduti da ben 8 mesi.
Secondo il Piano Territoriale Paesaggistico della Regione Lazio, l' area di via dei Pratoni Parti Comuni, destinata alla costruenda centrale elettrica alimentata ad olio,“ risulta ricadere nel Paesaggio Agrario di Valore” e “considerata di notevole interesse pubblico in quanto definita beni di insieme, vaste località con valore estetico tradizionale e bellezze panoramiche”, secondo quanto recita l'art.136 del D.lgs 42/04.
Il Comune di Colonna, che ha partecipato a varie conferenze dei servizi prima dell'autorizzazione definitiva, si è semplicemente limitato a pronunciare un parere favorevole esclusivamente per il solo “impatto acustico dell'impianto”. Niente, quindi, a tutela del patrimonio agroalimentare locale, nonché della salute dei cittadini.
Ancora una volta assistiamo al folle paradosso di voler favorire iniziative private avallate da istituzioni pubbliche in nome di una (forse voluta) errata disinformazione del termine 'fonte rinnovabile', ben sapendo che l'olio combusto non è assolutamente eco-compatibile né rinnovabile, in contrasto e violazione della nostra Costituzione, Art.41.
Come in tutte le autorizzazioni di impianti a biomassa, classica è apparsa la clausola che si legge sulla Determinazione dirigenziale sia per le immissioni in atmosfera dei fumi che per le esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici:” ...pertanto la società Edovit srl si assume la piena responsabilità per quanto riguarda i diritti dei terzi o gli eventuali danni comunque causati dalla costruzione delle opere in questione, sollevando questa Amministrazione da qualsiasi pretesa o molestia da parte di terzi che si ritenessero danneggiati”.
Insomma, giusto per ammettere che non si sta parlando di un enorme alambicco che distilla petali di fiori, ma in fondo di una centrale che poi tanto innocua non è.
Giusto per 'rassicurare' i cittadini di Colonna, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Rocca Priora, Frascati, Zagarolo, San Cesareo, Palestrina, compresa la periferia sud di Roma (Casilina e borgate adiacenti) che fra qualche anno, potranno eventualmente rivalersi sulla soc. Edovit srl,, sempre che nel frattempo esista ancora o non sia mutato il nome della ragione sociale. Già, perchè nella Determinazione Dirigenziale viene richiesto obbligatoriamente che “...Edovit srl. deve comunicare al servizio Tutela Aria ed Energia della Provincia di Roma eventuali modifiche alla struttura societaria ed in particolare del nominativo del legale rappresentante..”.
E qui spunta un giallo. Nei progetti delle centrali elettriche ad olio per Colonna e Albano, entrambi presentati in data 21 luglio 2011, la Provincia di Roma ravvisa come Amministratore unico con rappresentanza legale la sig. Barbara Caraccini per Edovit srl ma anche il sig. Fabio D'Offizi sempre per Edovit srl (nonché per Power oil System srl ).
Ma alla fine chi c'è in via dei Pratoni Parti Comuni snc ? Molto semplicemente: la TLC Italia S.p.A., quale società di servizi per conto terzi di telemarketing e teleselling (praticamente un call-center con cospicuo numero di lavoratori in sede); un Bar Gastronomia Fredda interno alla TLC , di cui è legale rappresentante la sig. ra Barbara Caraccini.
Eppoi c'è la sede della ETIKA SOLAR s.pa., del cui staff fa parte sempre la sig. ra Barbara Caraccini (in qualità di Amministratore unico). ETIKA SOLAR è una società di impianti fotovoltaici che sul proprio sito internet presenta la propria filosofia, obiettivi e 'mission' con queste testuali parole: “ Ecco un'azienda con una missione ben precisa: aiutare tutti ad investire i propri soldi sul futuro del pianeta. E da questi investimenti ottenere un reddito molto interessante ma soprattutto pulito. Insomma guardatevi attorno: bot, cct, borsa, immobili, terreni, sono investimenti del passato, rischiosi e poco redditizi. Il fotovoltaico mette tutti d'accordo: è gradito all'ambiente (…) Mettiamo la sensibilità verso la crescente necessità di energia pulita, il profondo rispetto per l'ambiente e la consapevolezza delle potenzialità dell'energia solare (…) E' impensabile continuare a soffocare il nostro pianeta con residui di lavorazione del petrolio ed ammorbare l'aria per produrre energia. La soluzione è sulle nostre teste: il sole può aiutarci a salvare il pianeta contribuendo a produrre sempre più energia a costi irrisori e senza inquinare. (…) Eticasolar è nata per questo e per ricercare nuove soluzioni per lo sfruttamento di quell'immensa fonte di energia pulita che la natura ci ha regalato..”.
Ma allora è veramente impensabile ed incompatibile il sentire parlare di fotovoltaico, di pianeta pulito senza inquinamento, da parte di una Società (con sede in via Pratoni delle Parti Comuni ) il cui amministratore unico (Barbara Caraccini) è anche amministratore unico di un'altra Società (Edovit), con sede in via dei Pratoni delle Parti Comuni, che chiede autorizzazione alla Provincia di Roma per costruire una centrale elettrica che deve bruciare olio vegetale per produrre energia!
E c'è anche una piccola curiosità. Quella di una Ordinanza Comunale del 24 novembre 2011 (puoi leggerla QUI), nella quale il Sindaco di Colonna Augusto Cappellini “...considerato che l’esito delle analisi per il Bar interno alla Soc. TLC Italia spa sita in via dei PratoniParti Comuni è risultato NON CONFORME ai seguenti valori di parametro: a. ARSENICO: 24 microgrammi/L (valore limite 10 microgrammi/L) superiore ai limiti fissati dal D.Lgs. 31-2001 e s.m.i.; ordina l’immediato divieto di uso per il consumo umano compreso l’uso come ingrediente nella preparazione di alimenti e bevande delle acque”. Peccato che tanta solerzia dal parte del Primo Cittadino di Colonna si sia limitata al (giusto) allarme per l'arsenico presente in via dei Pratoni delle Parti Comuni nel bar della sig. Barbara Caraccini, e non si sia invece esteso anche al progetto di un bruciatore d'olio nella stessa via e proposto da una società con amministratore unico sig.ra Barbara Caraccini.
Il tutto con buona pace dei vigneti D.O.C della zona, primi fra tutti quelli del tanto sudato Consorzio per la Tutela del Frascati.

Leggi e sfoglia anche ECO 16

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...