Visualizzazione post con etichetta alberi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta alberi. Mostra tutti i post

martedì 22 giugno 2021

Cambiamento climatico. Le piante sono l'unica soluzione - parla Stefano Mancuso.

 Le piante sono l'unica soluzione al cambiamento climatico. Dobbiamo piantare alberi, dobbiamo piantarne molti per far scendere la presenza di anidride carbonica e invertire la tendenza odierna. È qualcosa che è possibile e va fatto per far si che il nostro unico e insostituibile pianeta rimanga la nostra casa ospitale e non si trasformi in un luogo invivibile. 

Vi consiglio di vedere il bel video istruttivo dal canale YouTube del Bosco di Ogigia dove parla con grande chiarezza Stefano Mancuso, accademico e botanico di fama internazionale.



Scrive Francesca  nel commento al video:

Il riscaldamento globale, causa del cambiamento climatico, può essere arrestato in un solo modo: piantando e facendo crescere alberi. Parola di Stefano Mancuso. Avete avuto una gelata? Un caldo estivo torrido? Le piante hanno già dimostrato che possono risolvere questo problema: catturando anidride carbonica hanno reso abitabile la Terra per gli animali e possono farlo ancora. Che futuro ci aspetta? Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale dell'Università di Firenze e studioso a livello internazionale, è molto chiaro: "Nel 2070 se continuiamo così, avremo il 18% di terre inabitabili". "Le piante ci insegnano anche a creare delle fantastiche comunità"

lunedì 22 gennaio 2018

Ambiente - Dimezzate le foreste europee negli ultimi 6000 anni. Forse è ora di invertire la tendenza.

Se mi immagino il pianeta del futuro, con un po di ottimismo, lo vedo verde, ricco di alberi, con foreste lussureggianti... Ma in realtà questo era il passato. 

Non tutti sanno che “circa 8.000 anni fa, uno scoiattolo avrebbe potuto oscillare da un albero all'altro da Lisbona a Mosca senza toccare terra”. Oltre la metà delle foreste europee è scomparsa negli ultimi 6.000 anni per il disboscamento dovuto all'agricoltura e al fabbisogno di legname.
Questi dati giungono dalla ricerca sugli antichi pollini raccolti in oltre 1.000 siti e pubblicata sulla rivista Scientific Reports, a cura del gruppo guidato da Neil Roberts, dell'università britannica di Plymouth.

La maggior parte dei paesi, si legge nello studio, attraversa una transizione forestale. Il Regno Unito e l'Irlanda hanno raggiunto il minimo delle loro foreste circa 200 anni fa. Altri paesi in Europa ancora non hanno raggiunto quel punto, e alcune parti della Scandinavia - dove non c'è stata mai grande dipendenza dall'agricoltura - sono ancora prevalentemente forestali. Ma in generale, la perdita delle foreste è stata una caratteristica dominante dell'ecologia dei paesaggi in Europa, con conseguenze per il ciclo del carbonio, il funzionamento degli ecosistemi e la biodiversità .

Questa grande perdita di foreste potrebbe essere vista soltanto come un dato negativo ma, è scritto nella ricerca, alcuni dei nostri habitat più apprezzati si sono verificati attraverso l'apertura di foreste per creare erba e brughiera.

I dati della ricerca potrebbero essere potenzialmente utilizzati per capire in che direzione le future iniziative forestali potrebbero influenzare il cambiamento dell'habitat.

Certo non riesco neanche ad immaginare quanto possa essere cambiato il paesaggio in Europa nel corso dei millenni, ma certo mi viene di pensare al mio Paese, all’Italia, ma anche a tanti altri del Vecchio Continente, dove molto, anche recentemente si è deforestato e dove gli incendi, spesso dolosi hanno contribuito a diminuire il patrimonio boschivo. In alcuni luoghi, non solo italiani, la deforestazione ha prodotto danni gravissimi al suolo, impoverendolo e rendendolo fragile preda degli eventi atmosferici, lasciandoci in balia dei nefasti rischi idrogeologici, per non parlare del peggioramento della qualità dell’aria.
http://www.eco16.it/2017/09/un-libro-per-caso-luomo-che-piantava.html    


Non dico che si dovrebbe tornare alle foreste di seimila anni fa ma certo sarebbe il caso di invertire la tendenza e rimboschire l’Italia e l’Europa ovunque si possa, magari facendoci ispirare  dal quel bellissimo libriccino intitolato L’Uomo che Piantava gli Alberi di Jean Giono.

sabato 11 novembre 2017

Albano Laziale - Sette querce per Villa Doria

di Fabio Ascani

È oggettivamene una buona iniziativa quella di INSIEME X ALBANO ONLUS che ha scritto all'assessore al Verde Pubblico Stefano Iadecola e al sindaco della città Nicola Marini al fine di comunicare intenzione di donare sette alberi per la storica e Villa Doria. Le querce andrebbero in sostituzione di altrettante piante che sono state taglia in precedenza. 
Precisa l'associazione che l'acquisto e la donazione sono subordinate all'approvazione da parte dell'amministrazione della messa a dimora degli alberi e della loro relativa manutenzione.

È un bell'esempio di amore e impegno per la propria città da parte di comuni cittadini che immagino gli amministratori accoglieranno degnamente e con sollecitudine. Villa Doria è patrimonio di tutti, un luogo magico e ricco di storia che negli ultimi tempi avrebbe avuto bisogno di maggiori cure. 

Questa iniziativa sia di stimolo affinché l'amministrazione comunale riporti la Villa a splendori passati, vero orgoglio per tutti i cittadini.

lunedì 4 settembre 2017

Un libro per caso - L’Uomo che Piantava gli Alberi di Jean Giono


di Fabio Ascani



Jean Giono, scrittore francese di umili origini, il papà era un ciabattino italiano e la mamma una stiratrice, deve iniziare a lavorare ben presto per aiutare la famiglia in difficoltà economiche. Ciò non gli impedirà di costruirsi una grande cultura da autodidatta. Il successo letterario giunse piuttosto presto e dei suoi numerosi racconti e romanzi in molti ricordano “L’Ussaro sul Tetto”, anche per la bella trasposizione cinematografica di Jean Paul Rappeneau. Ma il libro di cui voglio parlare, e che ho letto qualche mese fa, in inverno, è “L’Uomo che Piantava gli Alberi” un racconto che venne pubblicato per la prima volta nel 1953.

La storia è semplice: il narratore, durante una passeggiata in montagna, era l’anno 1913, incontra un pastore, un uomo solitario e di poche parole, che, si scoprirà ben presto, si era dato il compito si seminare, giorno dopo giorno, in modo metodico, alberi. Questo semplice gesto d’amore per la terra cambierà totalmente e in pochi anni il paesaggio, creando un ambiente boschivo nuovo, ricco, rigoglioso.
In poche pagine, arricchite da alcuni disegni semplici, quasi infantili, ci si appassiona alla “missione” di quest’uomo semplice che dona nuova vita alle sue montagne, rinnovandole completamente.

Ho ripensato a questa storia qualche giorno addietro, sconvolto dalle continue notizie di incendi dolosi in tutt’Italia, e non solo, che hanno distrutto quantità immense di boschi e foreste. Ogni uomo, durante la propria vita, lascia sempre un’impronta più o meno pesante, più o meno evidente nella natura e, se è tristemente vero che il più delle volte quest’impronta è distruttiva, è anche vero che se si vuole, e il racconto di Giono in tal senso è una parabola bellissima, così come si può distruggere è altrettanto in nostro potere fare del bene, creare, coltivare e far crescere la vita intorno a noi.

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...