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sabato 23 settembre 2017

Asfalto contro suolo. Autostrada Roma-Latina

Il presidente della Regione Lazio Zingaretti vuole iniziare i lavori dell’autostrada Roma-Latina. Ma non si poteva adeguare la via Pontina?
Fanno tutti i paladini dell’ambiente ma al momento opportuno ci si dimentica che il consumo di suolo una delle più insidiose e irreversibili forme di degradazione del territorio.


Coloro che amano l’asfalto non potranno che essere contenti di queste parole. Coloro che mettono in secondo piano la difesa del suolo non potranno che essere felici delle dichiarazioni del presidente Zingaretti.

Noi che non siamo amanti delle nuove strade, che al grigio preferiamo il verde dei campi, ci poniamo un paio di domande e facciamo qualche semplice considerazione. Innanzitutto:  ma davvero c’è bisogno di una nuova strada? Ma non si poteva adeguare e rendere più sicura la Pontina che già collega la Capitale con la città di Latina e che ogni giorno viene percorsa da tantissimi utenti? Una strada già c’è e se oggi è insufficiente il demerito va dato a tutti quegli amministratori che si sono succeduti nel corso degli anni e che non hanno fatto nulla per renderla adeguata ai tempi e ai volumi di traffico dei nostri giorni.
Diceva qualcuno che a pensar male si commette peccato ma spesso ci si indovina, e allora ci chiediamo se dietro tutto questo l’unico interesse sia realmente quello per i cittadini!

Termino questa piccola riflessione rilanciando i recenti dati di Legambiente sul consumo di suolo in Italia.


Tra novembre 2015 e maggio 2016 le nuove coperture artificiali del territorio italiano hanno interessato 50 kmq ovvero, in media, quasi 30 ettari al giorno. In termini assoluti, il consumo di suolo ha intaccato ormai 23.039 kmq del nostro territorio. Le aree più colpite: le pianure del settentrione, dell’asse toscano tra Firenze e Pisa, del Lazio, della Campania e del Salento, le principali aree metropolitane, le fasce costiere in particolare adriatiche, liguri, campane e siciliane.

mercoledì 20 settembre 2017

CHIKUNGUNYA: ECCO CHI E COME PUO' DONARE IL SANGUE


 In una nota della Presidenza della Commissione politiche sociali e salute della Regione Lazio si fa chiarezza sulle donazioni di sangue in seguito alla possibilità di diffusione del virus Chikungunya. Per il momento, sostiene in un comunicato il Presidente della commissione Lena, è sufficiente escludere dalle donazioni solamente i residenti dell’area di Anzio e della Asl Roma 2, incoraggiando anzi il resto della popolazione a recarsi presso i centri trasfusionali. Nello specifico, per quanto riguarda i globuli rossi, possono donare i non residenti nelle aree affette e chi non vi ha soggiornato; può donare inoltre chi non è residente nelle aree affette e vi ha soggiornato. In questo secondo caso, le sacche di sangue donato vengono semplicemente messe in quarantena per 5 giorni e poi, in assenza dell’insorgere del virus nei donatori, monitorati da medici di famiglia e volontari, possono normalmente essere utilizzate. Per quanto riguarda plasma e piastrine, può donare chi è residente nelle aree affette e chi, pur non essendo residente, vi ha soggiornato. In entrambi i casi, il Servizio trasfusionale "inattiverà" le unità donate o invierà il plasma all'industria. Donare seguendo queste indicazioni è completamente sicuro e anzi, in questo momento, è ancor più necessario. È dimostrato, infatti, che il rischio maggiore per la salute pubblica è più legato alla carenza di scorte di sangue per trasfusioni, che alla diffusione del virus Chikungunya.

venerdì 2 settembre 2016

Dura critica alle istituzioni e in particolare alla Regione Lazio e al presidente Zingaretti dai Geologi del Lazio - Ecatombe annunciata. Cittadini sacrificati sull'altare del pressapochismo delle istituzioni


Terremoto, Geologi Lazio: "Ecatombe annunciata. Cittadini sacrificati sull'altare del pressapochismo delle istituzioni"

Il presidente Troncarelli: "Altro sisma, altri morti, altri danni: la triste storia si ripete. Basta con le lacrime di coccodrillo di politici e classi dirigenti". E sulla Regione Lazio: "E' grave la superficialità con cui l'amministrazione Zingaretti tratta il rischio sismico e le sue ricadute sull'incolumità dei cittadini e sulla sicurezza delle infrastrutture".

"Altro terremoto, altri morti, altri enormi danni: la triste storia si ripete. Politici e classi dirigenti che di fronte a tv e giornalisti versano lacrime di coccodrillo, spiegando l'importanza della prevenzione, quando non addirittura denunciandone la mancanza, come se non fossero loro deputati, di nome e di fatto, a programmarla e attuarla". E' duro il commento del presidente dell'Ordine dei Geologi del Lazio, Roberto Troncarelli, a una settimana dal sisma che ha colpito Lazio, Umbria e Marche. "Noi geologi - sottolinea - siamo stanchi e demoralizzati di dover denunciare sempre le stesse carenze e, in particolare, in questa fattispecie, che numerosi comuni del Lazio si trovino esposti ad alto rischio, in zona sismica 1, quella di massima probabilità di scosse distruttive di elevata magnitudo, analoghe ad Accumoli ed Amatrice. Non possiamo dire quando, ma possiamo dire con certezza che saranno colpiti da un terremoto di forte intensità. E quello che, purtroppo, è altrettanto prevedibile è che ci si troverà ancora impreparati". Il Presidente passa all'esempio pratico: "La recentissima revisione del regolamento regionale per il rilascio delle autorizzazioni sismiche, in vigore da aprile 2016, evidenzia la totale ignoranza, nel senso letterale del termine, da parte del legislatore, delle problematiche relative a risposta sismica locale, microzonazione sismica ed effetti di sito, temi da cui è impossibile prescindere per attuare una corretta attività di prevenzione dei terremoti. E' evidentemente una precisa scelta politica quella di allargare ancora le già ampie maglie dei controlli sui progetti presentati, incrementando anche le classi di intervento per le quali non è previsto il  controllo". E sulla medesima lunghezza d'onda si pone pure la scelta di relegare, in un territorio come il Lazio, gli aspetti geologici e sismici "in un appendice, per di più trattati con faciloneria e macroscopici errori tecnici da parte di istituzioni evidentemente senza alcuna competenza specifica e con la spocchiosa presunzione di poter fare a meno - afferma ancora Troncarelli - del parere degli esperti di questo settore specifico, geologi e sismologi, a dimostrazione dell'incoscienza e superficialità con cui, ancora oggi, anche un ente come la Regione Lazio, tratta il rischio sismico e le sue ricadute sulla incolumità dei cittadini e sulla sicurezza delle infrastrutture". A ciò si aggiunga la mancanza della figura del geologo, per esaminare gli aspetti di esclusiva competenza, nei Geni Civili, uffici preposti al rilascio delle autorizzazioni sismiche: secondo Troncarelli, "siamo di fronte ad un quadro deprimente ed emblematico di quanto ancora, agli slogan ed alle parole di circostanza, non segua, da parte delle istituzioni, una reale presa di coscienza della gravità della situazione e della necessità di porre il tema della prevenzione definitivamente in cima all'agenda politica della Regione Lazio e non solo".
"Per avere un'idea della sensibilità della giunta Zingaretti al problema del rischio sismico nel Lazio - aggiunge il segretario dell'Ordine dei Geologi Lazio, Tiziana Guida -, basti pensare al processo di redazione degli studi di Microzonazione Sismica di livello 1, avviato nel 2010 con un cospicuo finanziamento regionale, che si è interrotto perché i fondi sono stati destinati ad altre attività, ritenute più importanti (neretto nostri ndr). Questi studi consentono di sapere se le diverse aree del territorio comunale presentano delle caratteristiche tali per cui, in caso di terremoto, le onde sismiche vengono amplificate e, quindi, agiscono con maggiore "violenza". Oggi solo la metà dei comuni dispongono di questi studi validati dalla Regione, e tra questi non figura Amatrice; ma c'è anche il rischio che molti di quelli che ce l'hanno, in futuro non lo potranno utilizzare perché - prosegue Guida - i professionisti geologi che lo hanno redatto non sono stati pagati, a causa del taglio dei fondi, e quindi non sono intenzionati ad acconsentire ancora che si utilizzi un loro lavoro, anche molto impegnativo, per il quale non gli è stato corrisposto alcun compenso". Analogo discorso vale per i piani di emergenza comunale di protezione civile che, se ben redatti e, soprattutto, illustrati adeguatamente alla popolazione, secondo Tiziana Guida "possono consentire di gestire al meglio l'evento calamitoso, spiegando ai cittadini quali posti sono sicuri, cosa fare in caso di evento e le forme di autoprotezione. Con ben due delibere, nel 2014 e nel 2015, la giunta regionale del Lazio ha ribadito a tutti i Comuni l'obbligo di dotarsi di tale Piano, specificando come andava fatto ed entro quando, ma non con quali soldi. Considerando i magri bilanci degli Enti Locali, quasi nessuno ha ottemperato agli obblighi previsti. In Campania hanno emanato analogo provvedimento e la Regione ha stanziato ben 15 milioni di euro a favore dei Comuni, per metterli nelle condizioni di dotarsi di un Piano di protezione civile adeguato".
Il tema della prevenzione al rischio sismico deve poi coinvolgere anche la popolazione, prevedendo in tale contesto, fin dalle prime fasi scolastiche, un'azione educativa sui ragazzi: "In tal senso - conferma il segretario dell'Ordine dei geologi del Lazio - nonostante il silenzio delle istituzioni ci siamo rimboccati le maniche e, grazie a un gruppo di professionisti volontari, abbiamo organizzato dei seminari nelle scuole del Lazio. Nel corso di questi incontri, svolti a titolo gratuito, è stato illustrato agli studenti come agiscono i fenomeni geologici, con particolare riferimento a quelli che interessano il territorio in cui si trova l'Istituto, e quando possono determinare dei rischi per la popolazione, oltre a spiegare i comportamenti corretti da tenere per mettersi in salvo. Il progetto ha avuto grande successo e quindi sarà ripetuto anche per l'anno scolastico 2016-2017. Le scuole interessate possono trovare tutte le informazioni sul sito www.geologilazio.it".  

"Questo Ordine - ricorda infine la vicepresidente dei Geologi Lazio, Marina Fabbri - ha inoltre istituito al suo interno una Commissione di Protezione Civile e provveduto a mettere in campo un percorso formativo degli iscritti che hanno manifestato l'interesse a far parte di un Gruppo di Protezione Civile regionale. I geologi così formati sono oggi in grado di fornire un supporto al Dipartimento della Protezione Civile e all'Agenzia Regionale di Protezione Civile in occorrenza di emergenze sismiche come quella appena avvenuta: proprio domani partiranno le prime tre squadre, in tutto sei geologi, attivati dalla Regione Lazio".

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...