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mercoledì 11 giugno 2014

IL NUOVO PROGETTO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA PRESENTATO DALL’AMMINISTRAZIONE DI ARICCIA

Da Claudio Bacchini, cittadino di Ariccia, riceviamo queste osservazioni sulla questione del Servizio di raccolta differenziata nella città e volentieri pubblichiamo aperti a eventuali dibattiti o discussioni su questo blog o su Facebook. 


Poiché in occasione della precedente gara per l’assegnazione del Servizio di raccolta differenziata organizzata dalla vecchia Amministrazione Cianfanelli avevo avuto la ventura di analizzare l’impostazione data alla stessa dall’Amministrazione e commentarne i risultati, come Cittadino mi sento oggi in dovere di esporre le mie riflessioni su quanto deliberato dalla Giunta comunale di Ariccia in data 10/3/2014 (delibera 29) contenente le linee guida a cui dovrà attenersi la tecnostruttura comunale nella realizzazione della nuova gara.
Una premessa mi è di obbligo: all’epoca, mi sono interessato a come era stato organizzato il Servizio poiché, come Cittadino che pagava prima la TARSU e poi la TIA, mi sembrava incredibile che il Servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, ad Ariccia, fosse così costoso e, allo stesso tempo, così scadente.
Una strada di Ariccia, centro storico, alcuni mesi fa
La conclusione fu che prima della raccolta differenziata (epoca TARSU), le Amministrazioni succedutesi erano sostanzialmente indifferenti al problema dei rifiuti e ad una loro gestione efficiente, il cui costo crescente veniva solo scaricato sui Cittadini. Cittadini che, come il sottoscritto, praticavano da anni la raccolta differenziata (certo, utilizzando i cassonetti stradali) per poi scoprire che, spesso, tutte le materie prime correttamente conferite negli stessi (plastica, vetro, carta, metalli) venivano “mescolate” in un unico automezzo e portate in discarica come rifiuto indifferenziato. In quell’epoca, infatti, la percentuale del “differenziato” ad Ariccia, risultava pari al solo 5%! Ma le Amministrazioni (tutte) non mettevano in atto alcuna politica o direttiva per (almeno) valorizzare lo sforzo dei Cittadini virtuosi.
Poi, il Comune fu commissariato ed il Commissario decretò il passaggio alla TIA (quindi, da tassa a tariffa, alla quale si aggiungeva anche l’IVA: ricordate il 10% bocciato dalla Corte e mai restituito?), che doveva spesare tutto il costo sostenuto per la raccolta e smaltimento, come Servizio. E, a valle di ciò, la nuova Amministrazione Cianfanelli organizzò (meritoriamente) il passaggio alla raccolta differenziata porta a porta.
Ma con una gara che all’epoca, definii “demenziale”. Infatti, fu stabilito che la Ditta aggiudicatrice, avrebbe incamerato il ricavato dalla vendita delle materie prime differenziate se (la Cittadinanza) avesse superato la percentuale di differenziata pari al 45%. All’epoca segnalai che anche i bambini (non me ne vogliano) sanno che con la raccolta porta a porta il 60% è il minimo che si consegue e che il superamento di tale percentuale non dipende dalle Ditte, ma dai Cittadini incentivati con politiche mirate (la più efficace è la riduzione della tariffa per minori conferimenti), coadiuvate da azioni efficaci da parte dell’Amministrazione.
Oggi, per la nuova gara, si cerca di porre rimedio a tale impostazione, passando alla cosiddetta “tariffa puntuale”. Ottimo. Concordo pienamente: la tariffa puntuale è la risposta giusta a quanto osservo sopra. Ma a patto che il Cittadino contribuente si accorga del vantaggio economico per le sue tasche. Quindi, tutto dipenderà nel come verranno effettivamente ripartiti i costi. Ma diamo fiducia.
E vengo ai punti indicati nel progetto elaborato dalla Società Esper, allegato alla delibera, meritevoli di osservazioni.
  1. Leggo dalla Delibera, che l’Amministrazione ha deciso di tenere fuori dalla gara (e, quindi, di sostenere direttamente) i costi di trattamento e smaltimento (avvio in discariche, etc), indicati nel Progetto (pag. 64) pari a E305.076/annui al netto dei ricavi della vendita delle materie prime seconde recuperate (carta, plastica, etc). Lo “spacchettamento dei costi” porta ad indicare in E205.000/annui il conferimento in discarica del rifiuto urbano residuo (indifferenziato secco) ed in E216.000/annui il trattamento dell’umido organico, quest’ultimo per un totale di circa 2.800 ton/anno, pari al 30% in peso dei rifiuti complessivi. Mentre il contenimento dei costi del rifiuto indifferenziato può scaturire da una corretta applicazione della tariffa puntuale, per l’organico non sono indicate azioni specifiche se non il potenziamento dell’albo dei Compostatori. Quest’ultimo, anche se attualmente non incentivato in alcun modo, è comunque già operativo e (credo) circa 800 Cittadini già da tempo compostano in proprio, in parte o totalmente. Aspettarsi significative riduzioni del conferito attraverso la sua incentivazione, anche se eticamente giusta, non è a mio avviso in grado di garantire risultati significativi di abbattimento di questa posta. Abbiamo però la possibilità di contenere tale costo attraverso la dotazione di ognuna delle tre Isole ecologiche di Ariccia, di una macchina compostatrice automatica da 780 Ton/anno, del costo di Euro 300.000 ciascuna. Lo studio tecnico economico svolto per il Comune di Olevano Romano (http://files.meetup.com/7420592/PR_PIL-defpropub%5E%5E-1.pdf ), ha portato a quantificare in 50.000 Euro per anno (per un periodo di 10 anni) il costo (comprensivo di oneri finanziari, gestionali e di ammortamento) di una di queste apparecchiature. Dotare Ariccia di 3 macchine compostatrici, comporterebbe un costo totale di E 150.000 annue, contro gli attuali E 216.000. Senza contare i benefici in termini di risparmio di Co2 (riduzione di 1.500 Ton/anno), traffico e la produzione di circa 300 Ton/anno di compost utilizzabile o rivendibile.
In tal modo si tratterebbero, a “Km zero”, ben 2.400 Ton/anno di organico umido su un totale di 2.800, e sarebbe quindi possibile davvero azzerare il problema dell’organico ad Ariccia, con la contestuale incentivazione dei Compostatori in proprio.
  1. Viene posto al 70 % il “limite sotto il quale la ditta paga il conferimento in discarica dell'indifferenziato”. Questa clausola contrattuale, ipotizzata dall’Amministrazione, appare particolarmente “avventata” per l’esito della nuova gara. Rappresenterebbe un rischio di dover sostenere un “costo occulto” per le Ditte (pari all’intero costo del conferimento in discarica). Occorre ribadire (purtroppo, ancora una volta) che il successo della raccolta differenziata dipende dai Cittadini, non dalle Ditte. E le Ditte lo sanno benissimo. Quindi, una clausola contrattuale siffatta avrà come unico risultato un minore sconto in gara (la Ditta, nella sua offerta, conteggerà il costo del conferimento in discarica come costo da sostenere), aumentando il costo per i Cittadini di Ariccia. Se i Cittadini di Ariccia, invece, sapessero che il superamento del 70% di differenziata comporterebbe una riduzione della tariffa a loro favore, avrebbero un vero incentivo a migliorare i propri comportamenti di conferimento.
  2. Il “problema del conferimento dei rifiuti nel Centro storico”, che a mio avviso rappresenta un’ulteriore criticità per il suo rilancio turistico/commerciale, viene affrontato solamente con un aumento delle frequenze dei passaggi di ritiro, che non cambiano sostanzialmente la situazione di indecorosa presenza di bidoni e/o sacchi nelle strade e nei vicoli. Io credo che la soluzione (che ho visto già adottata nel centro storico medievale di Genova) sia rappresentata nel reperire ed attrezzare locali nel centro storico (cantine o “tinelli” non utilizzati) come piccole “Isole ecologiche di prossimità” per gli abitanti circostanti, che ne avrebbero le chiavi per conferire in esse i rifiuti. L’Amministrazione potrebbe fare un bando, offrendo un canone di affitto equo, per saggiare la disponibilità di locali adatti. L’attrezzaggio dei locali e il pagamento dell’affitto ai proprietari potrebbero entrare nel Capitolato di gara.
  3. Infine, osservo che il Progetto assume (pag.56) che sia necessario ridotare Ariccia dei bidoni necessari alla raccolta differenziata, come se si partisse da zero, mente, invece, ne siamo già provvisti (se non sbaglio, li ha pagati la Provincia di Roma e non l’attuale gestore del servizio). Se così fosse (e con l’approccio del “buon padre di famiglia”) mi farebbe piacere il riuso di quelli attualmente in dotazione, piuttosto che la fornitura di nuovi. E si risparmierebbe anche qualcosa.

In conclusione, questa gara rappresenta una grande occasione per Ariccia, il suo territorio, i suoi Cittadini, di impostare in maniera corretta ed evolutiva il problema del corretto contenimento e trattamento dei rifiuti. Sbagliare qualcosa vuol dire pagarne le conseguenze per ben sette anni. Può voler dire compromettere il (doveroso) recupero del Centro storico e le sue prospettive di uso e sviluppo turistico.
Mi chiedo perché oltre allo studio commissionato alla società Esper, non si sia anche promossa una consultazione con i Cittadini (ed in particolare, con gli abitanti del Centro storico) per ottenere da loro suggerimenti, sicuramente non tecnici, ma di coloro che vivono i problemi concreti in prima persona. Chiedo pertanto che l’Amministrazione non si faccia guidare dalla fretta di concludere qualcosa da mettere nella sezione “FATTO” di WWW.TUARICCIA.IT (nella quale, per inciso, ad oggi, può vantare solo una “ripittata” del Centro Anziani di Fontana di Papa); si prenda i tempi necessari ed esplori tutte le soluzioni possibili per migliorare in maniera definitiva un servizio chiave per la nostra Comunità.

Claudio Bacchini - Ariccia

mercoledì 23 gennaio 2013

UNA NUOVA CENTRALE ELETTRICA NEL CUORE COMMERCIALE DI ARICCIA

IN ATTESA DI AUTORIZZAZIONE UNICA POTREBBE SORGERE UNA CENTRALE ELETTRICA ALIMENTATA A BIOMASSA NEL CUORE COMMERCIALE DEL TERRITORIO ARICCINO SULLA NETTUNENSE (EX-PORK'S HOUSE)
di Elena Taglieri

Non c'è pace tra gli ulivi recita un vecchio detto popolare. Dopo l'autorizzazione concessa dalla Provincia di Roma (Determina Dirigenziale n.3698 del 4 giugno 2012) alla soc. Power Oil di Albano di costruire una centrale elettrica alimentata ad olio vegetale e diesel in via di Cancelliera 14/B, si affaccia in zona un altro impianto che smaltirà la F.O.R.S.U. (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) in un fabbricato in disuso già esistente (quello della UNICOOP Tirreno SC) a pochissimi metri da un grande noto supermercato e da numerosi altri esercizi merceologici di vendita al pubblico, proprio nel 'cuore' del Centro Commerciale 'Pork's House' sulla via Nettunense, frequentato ogni giorno e ad ogni ora da tante persone che trovano concentrate in questo quadrante tutte le opportunità di acquisto alimentare e non solo.
Il soggetto proponente l'impianto è la Biovis S.r.l., che a nome del proprio legale rappresentante sig. Tonino Sette, ha presentato in data 17 dicembre 2012 l'istanza di verifica di assoggettamento a V.I.A (Valutazione di Impatto Ambientale) al Dipartimento Ambiente e territorio della Regione Lazio. A tale istanza è stata allegato il documento di Sintesi dello studio preliminare ambientale' , depositato a firma dello studio di Architettura Buzi e Associati, firmato il 18 dicembre 2012 ed inoltrato in copia anche al Comune di Ariccia ed alla Provincia di Roma. Sappiamo tutti che la V.I.A.si rende necessaria per verificare la compatibilità di un progetto che, come questo, è finalizzata all'individuazione e quantificazione degli effetti che un'opera simile potrebbe avere sull'ambiente, soprattutto in modo preventivo, poiché la migliore strategia (e buonsenso civico) consiste nell'evitare fin dall'inizio l'inquinamento ed altre conseguenze, anziché combatterne successivamente gli effetti deleteri.
Già, perché come si legge nel progetto della Biovis, “all’interno di questo impianto saranno due le attività di recupero e smaltimento rifiuti:la lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di energia da biogas ottenuto durante la fermentazione e trasformato in energia attraverso un cogeneratore (elettricità e calore)e la “lavorazione di rifiuti urbani per la produzione di compost ottenuto mediante triturazione e fermentazione”.
Peccato però che nel documento si parli di alcuni elementi poco rassicuranti, come ad esempio di “percolato anaerobico/aerobico” che se “in eccesso subisce un processo di depurazione adeguato (osmosi inversa) e poi immesso nel circuito fognario, che a sua volta termina in un depuratore a fanghi attivi, prima di immettersi nel collettore pubblico”.
Da non sottovalutare neppure la presenza di “canne fumarie dei cogeneratori, della fiaccola d’emergenza del biogas (che permette di garantire la combustione del biogas eccedente impedendone l’accumulo in maniera eccessiva) e del biofiltro”.
Il motivo di questo progetto, come si legge nella Sintesi dello studio preliminare ambientale dell'Arch. Buzi, è che “nell’area a sud di Roma ed, in particolare, nell’area dei Colli Albani e dei Castelli Romani, si è avviato un circuito virtuoso nello sviluppo della raccolta differenziata. Molti comuni la attuano con successo ed altri la stanno avviando (Ardea, Ariccia, Ciampino, Genzano di Roma, Pomezia, Albano Laziale) “, e che risulterebbe innovativo dal momento che “Non vi sono progetti simili nell’ambito comunale dell’area dei Castelli Romani; risulta altresì in corso di progettazione ed autorizzazione l’impianto della Volsca Ambiente e Servizi S.p.a., per “impianto per digestione anaerobica dei rifiuti frazione organica da raccolta differenziata in loc. Lazzaria” , nel comune di Velletri (RM)”.
Insomma una audace panacea in quanto “tutto ciò consentirà, entro breve tempo, di poter disporre nella zona dei Colli Albani di una quantità di FORSU sufficiente a fornire combustibile e giustificativa per la costruzione di un impianto di valorizzazione. Nel tempo l’aumento della FORSU prodotta dalla raccolta differenziata renderà necessaria ed economicamente autosufficiente, la realizzazione di nuovi impianti di trattamento” per una “maggiore tutela ambientale determinata: dalla notevole riduzione dei quantitativi di rifiuti da avviare in discarica; dal recupero di materia dai rifiuti; dalla produzione di energia da fonti rinnovabili.”.
Ma leggendo attentamente si tratta di un impianto che comunque dichiara la sussistenza di alcuni fattori ambientali di rischio (“Stabilimenti ed impianti ove si producono e/o impiegano gas infiammabili e/o comburenti con quantità globali in ciclo superiori a 25 Nm3/h.”) e che prevede comunque degli inquinanti .”quindi i fumi prodotti rispettano le prescrizioni di cui alla parte III dell’All. 1 D.Lgs. 152/06 e comunque dovranno effettuare il controllo annuale previsto per le emissioni. Tali impianti devono comunque rispettare i valori limite di emissione previsti dal Dlgs 152/2006 espressi come concentrazioni massime ammissibili per ciascun inquinante presente nei fumi di combustione, a seconda del tipo di motore e combustibile impiegato.
L’inquinante previsto è il biogas (CH4 55%)”. E così vengono minuziosamente elencate le emissioni in atmosfera dell'impianto nel suo ciclo produttivo: emissioni provenienti da biofiltro, dalla centrale di cogenerazione attraverso il camino di emissione del gruppo di cogenerazione; emissioni da sfiati di sicurezza delle valvole di sovrappressione dei digestori; emissioni da traffico logistico nell’area esterna dovute a emissioni da tubi di scarico dei mezzi di conferimento dei materiali funzionali all’impianto di trattamento. In ultimo, la fonte di inquinamento che potrebbe derivare dai liquidi prodotti dai processi, ma anche da rumore ambientale (Gruppi per la produzione di energia elettrica sussidiaria con motori )
Insomma, una centrale che lavora 24 ore al giorno per 7 giorni alla settimana, il cui impatto riguarda la S.S. 207 – Via Nettunense, e la strada locale di accesso al complesso immobiliare ( Via delle Grotte), ma la cui attività “non può avere effetti sulla salute pubblica” anche se nel documento di Sintesi viene sottolineato che “i tipi di inquinamenti possibili potrebbero derivare dalle emissioni in atmosfera”.
Dopo questo inatteso 'regalo' post-natalizio alle nostre spalle, l'unica cosa che ci resta da fare è iniziare a monitorare costantemente l'eventuale autorizzazione provinciale che verrà rilasciata in modo da poterci attivare per un serio ricorso legale contro l'ennesima imposizione alla cittadinanza di 'bruciatori legalizzati' che stanno ormai imperversando e spuntando come funghi.
(elena.taglieri@gmail.com)
VEDI LO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE  PER LA CENTRALE AD ARICCIA





A CUNEO NON LA VOGLIO LA CENTRALE BIOGAS BIOVIS. VEDI IL VIDEO:



LEGGI ANCHE ECO 16, DOVE, OLTRE A  QUESTO ARTICOLO, C'È UN ALTRO PEZZO DI ELENA TAGLIERI SULLA DISCARICA DI RONCIGLIANO: "RONCIGLIANO COME L''AREA 51' ?"



martedì 11 dicembre 2012

IN ARRIVO A COLONNA LA CENTRALE ELETTRICA (GEMELLA DI ALBANO) CHE BRUCERÀ OLIO VEGETALE NELLA VALLE DELLE ECCELLENZE D.O.C. E SPUNTA UN GIALLO

di Elena Taglieri

Non sembra minimamente arrestarsi la corsa frenetica all'ottenimento delle autorizzazioni per costruire centrali elettriche alimentate a biomassa liquida di olio vegetale (!) nella provincia di Roma e non solo.
(CLICCA SULL'IMMAGINE  PER INGRANDIRLA)
Come nel caso di Albano, anche per Colonna, in via dei Pratoni Parti Comuni snc, è prevista la costruzione di un impianto che brucerà olio per produrre 820 Kwe di energia, praticamente più potente e di portata quasi tripla rispetto all'altro 'gemello' castellano (vedi QUI la delibera provinciale). Ma perché definirli gemelli? Perché trattasi di progetti presentati nello stesso giorno (il 21 luglio 2011) da due Società proponenti le quali, sebbene siano diverse nel nominativo della ragione sociale (EDOVIT srl per Colonna e POWER OIL SYSTEM per Albano) in realtà si legge che hanno come referente legale il medesimo sig. Fabio D'Offizi.
Così come per quelli di Albano, anche i cittadini di Colonna, per questo Natale, troveranno sotto l'albero la 'sorpresa' che il Comune ha donato loro (naturalmente a loro insaputa) e senza la possibilità di rientrare nei tempi richiesti per un ricorso al TAR (60 gg) o al Capo dello Stato (120gg) dalla data di autorizzazione dell'impianto (19 aprile 2012), come si evince dalla medesima Determina Dirigenziale n.1973, giacché i termini risultano oramai emblematicamente scaduti da ben 8 mesi.
Secondo il Piano Territoriale Paesaggistico della Regione Lazio, l' area di via dei Pratoni Parti Comuni, destinata alla costruenda centrale elettrica alimentata ad olio,“ risulta ricadere nel Paesaggio Agrario di Valore” e “considerata di notevole interesse pubblico in quanto definita beni di insieme, vaste località con valore estetico tradizionale e bellezze panoramiche”, secondo quanto recita l'art.136 del D.lgs 42/04.
Il Comune di Colonna, che ha partecipato a varie conferenze dei servizi prima dell'autorizzazione definitiva, si è semplicemente limitato a pronunciare un parere favorevole esclusivamente per il solo “impatto acustico dell'impianto”. Niente, quindi, a tutela del patrimonio agroalimentare locale, nonché della salute dei cittadini.
Ancora una volta assistiamo al folle paradosso di voler favorire iniziative private avallate da istituzioni pubbliche in nome di una (forse voluta) errata disinformazione del termine 'fonte rinnovabile', ben sapendo che l'olio combusto non è assolutamente eco-compatibile né rinnovabile, in contrasto e violazione della nostra Costituzione, Art.41.
Come in tutte le autorizzazioni di impianti a biomassa, classica è apparsa la clausola che si legge sulla Determinazione dirigenziale sia per le immissioni in atmosfera dei fumi che per le esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici:” ...pertanto la società Edovit srl si assume la piena responsabilità per quanto riguarda i diritti dei terzi o gli eventuali danni comunque causati dalla costruzione delle opere in questione, sollevando questa Amministrazione da qualsiasi pretesa o molestia da parte di terzi che si ritenessero danneggiati”.
Insomma, giusto per ammettere che non si sta parlando di un enorme alambicco che distilla petali di fiori, ma in fondo di una centrale che poi tanto innocua non è.
Giusto per 'rassicurare' i cittadini di Colonna, Montecompatri, Monte Porzio Catone, Rocca Priora, Frascati, Zagarolo, San Cesareo, Palestrina, compresa la periferia sud di Roma (Casilina e borgate adiacenti) che fra qualche anno, potranno eventualmente rivalersi sulla soc. Edovit srl,, sempre che nel frattempo esista ancora o non sia mutato il nome della ragione sociale. Già, perchè nella Determinazione Dirigenziale viene richiesto obbligatoriamente che “...Edovit srl. deve comunicare al servizio Tutela Aria ed Energia della Provincia di Roma eventuali modifiche alla struttura societaria ed in particolare del nominativo del legale rappresentante..”.
E qui spunta un giallo. Nei progetti delle centrali elettriche ad olio per Colonna e Albano, entrambi presentati in data 21 luglio 2011, la Provincia di Roma ravvisa come Amministratore unico con rappresentanza legale la sig. Barbara Caraccini per Edovit srl ma anche il sig. Fabio D'Offizi sempre per Edovit srl (nonché per Power oil System srl ).
Ma alla fine chi c'è in via dei Pratoni Parti Comuni snc ? Molto semplicemente: la TLC Italia S.p.A., quale società di servizi per conto terzi di telemarketing e teleselling (praticamente un call-center con cospicuo numero di lavoratori in sede); un Bar Gastronomia Fredda interno alla TLC , di cui è legale rappresentante la sig. ra Barbara Caraccini.
Eppoi c'è la sede della ETIKA SOLAR s.pa., del cui staff fa parte sempre la sig. ra Barbara Caraccini (in qualità di Amministratore unico). ETIKA SOLAR è una società di impianti fotovoltaici che sul proprio sito internet presenta la propria filosofia, obiettivi e 'mission' con queste testuali parole: “ Ecco un'azienda con una missione ben precisa: aiutare tutti ad investire i propri soldi sul futuro del pianeta. E da questi investimenti ottenere un reddito molto interessante ma soprattutto pulito. Insomma guardatevi attorno: bot, cct, borsa, immobili, terreni, sono investimenti del passato, rischiosi e poco redditizi. Il fotovoltaico mette tutti d'accordo: è gradito all'ambiente (…) Mettiamo la sensibilità verso la crescente necessità di energia pulita, il profondo rispetto per l'ambiente e la consapevolezza delle potenzialità dell'energia solare (…) E' impensabile continuare a soffocare il nostro pianeta con residui di lavorazione del petrolio ed ammorbare l'aria per produrre energia. La soluzione è sulle nostre teste: il sole può aiutarci a salvare il pianeta contribuendo a produrre sempre più energia a costi irrisori e senza inquinare. (…) Eticasolar è nata per questo e per ricercare nuove soluzioni per lo sfruttamento di quell'immensa fonte di energia pulita che la natura ci ha regalato..”.
Ma allora è veramente impensabile ed incompatibile il sentire parlare di fotovoltaico, di pianeta pulito senza inquinamento, da parte di una Società (con sede in via Pratoni delle Parti Comuni ) il cui amministratore unico (Barbara Caraccini) è anche amministratore unico di un'altra Società (Edovit), con sede in via dei Pratoni delle Parti Comuni, che chiede autorizzazione alla Provincia di Roma per costruire una centrale elettrica che deve bruciare olio vegetale per produrre energia!
E c'è anche una piccola curiosità. Quella di una Ordinanza Comunale del 24 novembre 2011 (puoi leggerla QUI), nella quale il Sindaco di Colonna Augusto Cappellini “...considerato che l’esito delle analisi per il Bar interno alla Soc. TLC Italia spa sita in via dei PratoniParti Comuni è risultato NON CONFORME ai seguenti valori di parametro: a. ARSENICO: 24 microgrammi/L (valore limite 10 microgrammi/L) superiore ai limiti fissati dal D.Lgs. 31-2001 e s.m.i.; ordina l’immediato divieto di uso per il consumo umano compreso l’uso come ingrediente nella preparazione di alimenti e bevande delle acque”. Peccato che tanta solerzia dal parte del Primo Cittadino di Colonna si sia limitata al (giusto) allarme per l'arsenico presente in via dei Pratoni delle Parti Comuni nel bar della sig. Barbara Caraccini, e non si sia invece esteso anche al progetto di un bruciatore d'olio nella stessa via e proposto da una società con amministratore unico sig.ra Barbara Caraccini.
Il tutto con buona pace dei vigneti D.O.C della zona, primi fra tutti quelli del tanto sudato Consorzio per la Tutela del Frascati.

Leggi e sfoglia anche ECO 16

martedì 6 novembre 2012

La Musica con Casciano - FONDAZIONE MIA MARTINI


Domenica Bertè, in arte Mia Martini, è stata una delle più grandi interpreti della canzone italiana. Ha lasciato con ogni sua canzone, un solco indelebile nella storia della musica grazie anche alle tante collaborazioni artistiche: Ivano Fossati, Roberto Murolo, Claudio Baglioni, Lucio Battisti, Riccardo Cocciante, Francesco De Gregori, Bruno Lauzi, tanto per citarne alcune.
Una carriera lunghissima, nonostante Mia sia scomparsa all’età di 47 anni, nel 1995; una carriera però che è stata tortuosa e difficile, anche per le tante persone che hanno infangato in ogni modo, il suo modo d’essere artista e persona. Eppure oggi qualsiasi artista che ne parla e la ricorda sembra essere stato il suo migliore amico vomitando valanghe di parole di stima tanto da commuoversi mentre ne parla. Tanta ipocrisia!
Mimì Bertè, nonostante tutto, è stata l’interprete indimenticabile di tanti brani dedicati spesso alle donne, troppo spesso vittime di violenze fisiche e psicologiche: Piccolo uomo, Minuetto, E non finisce mica il cielo, Almeno tu nell’universo, La nevicata del ’56, Gli uomini non cambiano, Cu me e tante altre ancora.
Una voce eccezionale, sicuramente molto originale, graffiante, particolare. Ma quello che va sottolineato di Mia è il suo modo di interpretare. Con lei si capisce cosa significa cantare un testo, cosa significa entrare dentro le parole e riuscire a colpire nel profondo l’anima di chi ascolta.
Ebbene il 30 ottobre 2012 Leda Bertè, sorella maggiore di Mimì, ha dato notizia della Fondazione Mia Martini, a lei dedicata, con il patrocinio della Provincia di Roma: “Sono state dette e fatte tante cattiverie nei confronti di Mia. Molti sciacalli hanno speculato sul suo nome, infangando il suo modo di essere. A cominciare dalle case discografiche, che quando era in vita le inflissero penali salatissime solo perché lei non voleva seguire i loro percorsi commerciali, fino al Premio Mia Martini che fanno ogni anno a Bagnara Calabra, in cui arrivano a chiedere intorno ai 500 euro ai ragazzi che si iscrivono. Beh, voglio mettere fine a questa speculazione e ridare a Mia ciò che merita”.
Quindi una fondazione che si pone vari obiettivi: far conoscere Mia Martini artista e Mimì persona, attraverso un archivio, curato personalmente da Leda Bertè, di oggetti appartenuti all’artista: vestiti, libri, spartiti e appunti scritti di proprio pugno. Inoltre la fondazione si pone altri obiettivi molto nobili, ovvero il sostegno economico e psicologico alle donne vittime di soprusi e violenze, e per ultimo il voler dare una opportunità artistica a tutti quei giovani che vogliono esprimersi attraverso l’arte e la musica.
"Con questo progetto - ha detto Leda Bertè - si vuole accendere un cono di luce sulla figura di una delle più grandi artiste italiane di sempre, raccogliendo in un'unica struttura il lavoro, l'anima e la memoria di Mia Martini".

Gianni Casciano (gianni.casciano@gmail.com)

Leggi su ECO 16 gli ultimi articoli pubblicati di Gianni Casciano, alle pag. 10 e 11

mercoledì 17 ottobre 2012

COMPOSTAGGIO O DEPISTAGGIO? Comunicato stampa del Movimento 5 Stelle



Dal Movimento 5 Stelle di Albano Laziale riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa, supportato da una ricca documentazione: il “Progetto definitivo per un impianto per la digestione anaerobica di rifiuti” a Velletri, ossia un impianto industriale per il trattamento del compost a caldo per trarne energia e una determina della Provincia di Roma per un “impianto di produzione di energia elettrica” alimentato ad olio vegetale. Noi ci poniamo una sola domanda: come mai di questi impianti, così importanti e impattanti sul territorio, non si sapeva nulla?
Compostaggio o depistaggio?
I camini di Marini!

Inizia oggi, mercoledì 17 Ottobre 2012, nella sede della circoscrizione di Cecchina, il primo appuntamento del ciclo di incontri pubblici relativi al progetto Compost - Ti Amo, organizzati dalla Provincia di Roma e dal Comune di Albano.Il Comune di Albano Laziale ritiene che lintroduzione della raccolta differenziata rappresenti un importante passo da compiere per la salvaguardia dellambiente e del territorio e la tutela della salute dei suoi cittadini. Dal momento che gli scarti alimentari domestici rappresentano circa un terzo dei rifiuti prodotti dalle famiglie, lAmministrazione Comunale ha scelto di sostenere e promuovere la pratica del compostaggio. Con il compostaggio, imitando in maniera controllata i processi naturali di decomposizione della sostanza organica, è possibile trasformare gli scarti organici della cucina, dellorto o del giardino in compost , un ottimo fertilizzante ecologico con caratteristiche molto simili allhumus del sottobosco. Grazie al progetto ed ai finanziamenti della Provincia di Roma i cittadini potranno richiedere in comodato ad uso gratuito una compostiera domestica”…(Lettera diffusa ai cittadini dal Comune di Albano Laziale e dalla Provincia di Roma).
«Listituzione dellAlbo dei compostatoriafferma il consigliere con delega ai rifiuti Luca Andreassirappresenta un altro passo verso la raccolta differenziata. Intendiamo dare ai cittadini la possibilità gratuita di differenziare unaltra frazione merceologica, lorganico appunto, che come è noto rappresenta in peso la percentuale più elevata del rifiuto domestico prodotto. Siamo certi che i cittadini ne apprezzeranno la convenienza e lutilità sia ambientale che economica, trasformando 1500 nuclei familiari (tante sono le compostiere) in provetti compostatori domestici». (“il Caffè dei Castelli” - 2.8.2012).
Ma in cosa consiste, veramente, questa iniziativa? È davvero il preludio allavvio sia della raccolta differenziata porta a porta spinta, sia del ciclo virtuoso del trattamentoa freddodei rifiuti urbani di Albano e dei Castelli Romani, tanto auspicati da cittadini ed associazioni?
Ogni anno il Comune di Albano (comprese le frazioni di Cecchina e Pavona) produce circa 23.000 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Un terzo è composto, per lappunto, dalla cosiddettafrazione umida: pari, quindi, a 8.000 tonnellate. Pur ammesso che, le 1.500 compostiere della Provincia di Roma vengano assegnate a famiglie con quoziente familiare pari a 3,5 persone (per famiglia), il progetto Compost Ti-Amo porterebbe ad una riduzione massima dellumido prodotto ad Albano - nellipotesi più ottimistica - di sole 950 tonnellate annue (secondo rapporti dati ISPRA 2009, organico procapite prodotto); cioè 950 tonnellate in meno rispetto alle 8.000 tonnellate che prodotte: una contrazione del 11,9 %.
Dove verrà trattato, ci domandiamo, il restante 89,1 % dellumido che produciamo, ogni anno, ad Albano (ovvero le restanti 7.050 tonnellate) che al momento finisce nella discarica di Roncigliano? Nellimpianto industriale della municipalizzata VOLSCA AMBIENTE SPA? La VOLSCA AMBIENTE SPA è compartecipata da Albano, Velletri, Lariano ed Anzio. Limpianto è stato progettato - con incarico diretto - niente meno che dallIng. Bruno Guidobaldi (SAIM SRL di Genzano); già progettista e direttore lavori del noto VII invaso (e terrapieno) della discarica per rifiuti indifferenziati di Roncigliano, di proprietà dellAvvocato Manlio Cerroni, monopolista dei rifiuti della Regio Lazio. Questo progetto di centrale industriale di produzione e combustione del cosiddetto Bio-Gas della VOLSCA AMBIENTE SPA, e relativo processoa caldo”, rappresenta lantitesi assoluta dellapratica naturale di decomposizione della sostanza organica per produrre il fertilizzante ad uso domestico e agricolo; ossia lantitesi assoluta del progetto Compost Ti-Amo. Un nuovo impianto industrialea caldo, cioè un altro piccolo inceneritore per i Castelli Romani, che costerà alla VOLSCA AMBIENTE SPA la bellezza di 16 milioni di Euro. Un impianto industriale, con annesso camino, che riceverà contributi pubblici sullenergia elettrica prodotta (denominati Certificati Verdi). Una nuova fonte di inquinamento per i nostri territori!
Le 1.500 compostiere inoltre sono nel deposito VOLSCA AMBIENTE SPA (Via Vivaldi snc, Albano Laziale) da più di un anno. Se ne sono ricordati, alloccasione, per lanciare la campagna elettorale al Presidente Zingaretti? O ad uso e consumo dellAssessore allambiente della Provincia Michele Civita? O per entrambi?
Il delegato ai rifiuti del Comune di Albano, Luca Andeassi, ha così giustificato lo slittamento della data di partenza della Differenziata porta a porta ad Albano (annunciata per il Primo Ottobre scorso): “I ritardi sono legati a fattori tecnici e operativi. Intanto siamo partiti con una serie di iniziative come la raccolta degli olii vegetali esausti e lintroduzione del compostaggio.(“il Messaggero” - 11.10.2012).
Liniziativa di Andreassi, relativa agliolii vegetali esausti, ci domandiamo: consiste forse nellimpianto industriale per il trattamento e la combustione di olii vegetali, autorizzato dalla Provincia di Roma e dal Comune di Albano, lo scorso 4 Giugno? Tale impianto industriale di combustione degli olii esausti è stato recentemente e, definitivamente, approvato e verrà localizzato a Cancelliera di Albano (civico n. 14/B)? Un nuovo impianto industriale, con annesso camino, per il trattamentoa caldodei rifiuti urbani? Un nuovo sperpero di fondi pubblici? Una nuova fonte di inquinamento?
La cittadinanza è stata informata di questo nuovo impianto? L’argomento è stato definito nella Prima Sagra Comunale della Bruschetta di Cancelliera del 4/5 Agosto scorso? Ricordate, inoltre, il recente titolo di Albano In Comune? Legalità e Trasparenza! Infine, chi ha preso questa decisione: il Sindaco Marini? Il delegato Andreassi o lAssessore allAmbiente Fiorani?
La Provincia di Roma inotre, in questi ultimi anni, non si è distinta certo per un percorso allinsegnadella salvaguardia dellambiente e del territorio e la tutela della salute dei suoi cittadini. Come è possibile constatare dai verbali delle conferenze dei servizi, la Provincia ha dato il proprio assenso sia allinceneritore dei Castelli Romani sia al VII invaso della discarica di Roncigliano. Provincia che non ha fatto mancare il proprio parere favorevole al collaudo del VII invaso di Roncigliano: 30 Luglio 2011 (1° lotto del VII invaso) e 19 Gennaio 2012 (2° lotto del VII invaso). L’invaso, come ricorderete, dista 178,5 metri dalla prima abitazione del Villaggio Ardeatino, nonostante la legge regionale imponga 1.000 metri di distanza minima. Adesso, come se non bastasse,mette lo zampinoanche nellapprovazione di due progetti industriali di combustionea caldodi frazione di rifiuti urbani di Albano e dei Castelli Romani.
In definitiva: ogni sorta di combustione è un danno per la salute e lo sono gli impianti sopra menzionati. Il compostaggio può essere si, domestico, ma a valle di una raccolta differenziata porta a porta spinta, il cui gestore non sia anche addetto al trattamento del differenziato. Sopratutto deve essere spinta per creare massa critica necessaria allinserimento di impianti di riciclo e di compostaggio aerobico, innocui alla salute e allambiente.
La Provincia di Roma ed il Comune di Albano promuovono sistemi virtuosi enaturali” di trattamento dei rifiuti urbani, tanto auspicati da cittadini ed associazioni territoriali o, viceversa, sistemi industrialia caldo, sull’esempio dell’inceneritore? La Provincia di Roma ed il Comune di Albano promuovono la raccolta differenziata porta a porta spinta, associata alla Riduzione, al Riciclo e al Riuso o impianti industriali ad uso e consumo dei soliti noti? 

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