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lunedì 4 aprile 2016

Il Ponte Monumentale di Ariccia è stato abbandonato a se stesso dalle passate amministrazioni. Parola di Roberto Di Felice

Era ottobre 2010 quando su l'ECO di Ariccia, con l'amico Maurizio ci chiedevamo quando avrebbero fatto i lavori di manutenzione della struttura, lavori già in netto ritardo. Da allora ne è passata di acqua sotto e sopra il ponte e la situazione è stata lasciata a se stessa.
Decenni di mancata manutenzione del Ponte Monumentale di Ariccia lo hanno portato nelle condizioni in cui si trova ora e di più non dico perché non sono un tecnico ma è certo che se fosse  stato fatto qualcosa in più oggi il ponte sarebbe in uno stato migliore. E voglio fare un esempio banale: se comprate un'auto nuova questa va benissimo ma se poi non fate il cambio dell'olio, dei filtri, non ponete riparo al punto di ruggine, non cambiate le gomme e non controllate i freni, presto il vostro mezzo si trasformerà in un catorcio pericoloso e la responsabilità sarà solo vostra! Gli ultimi decenni si sono caratterizzati nella nostra città per le ben quattro (!) amministrazioni Cianfanelli. Qualcuno sa dire quale manutenzione ordinaria durante tutti questi anni è stata fatta al Ponte? Se questa manutenzione non è stata fatta e ora ci ritroviamo un catorcio pericoloso prendetevela con chi ha governato fino ad ora.

Di seguito il comunicato già pubblicato altri quotidiani on line in cui Roberto di Felice risponde al candidato espressione della vecchia maggioranza Serra Bellini.

Sulla questione del Ponte Monumentale Serra Bellini lancia un blando attacco a Roberto Di Felice, sostenendo che questi abbia detto cose che possono indurre in confusione i cittadini relativamente ai lavori di ristrutturazione del Ponte. Serra Bellini, del quale non si ricorda un solo intervento in consiglio comunale negli ultimi 5 anni, evidentemente perché non ha mai ritenuto di dover prendere la parola, inizia ad esprimersi ora, e pare proprio che lo faccia per distogliere i cittadini e gli elettori dalle responsabilità delle indolenti ex amministrazioni Cianfanelli che mai si sono curate di praticare una normale e buona manutenzione della struttura del Ponte Monumentale, lasciandola a sé stessa, preda della vegetazione, delle intemperie e del decadimento del tempo. Oggi in che condizioni sarebbe il ponte se da subito fosse stato manutenuto a regola d’arte?

E Serra Bellini parla anche di viabilità alternativa alla chiusura della struttura. Sappiamo bene ad Ariccia che i falsi ecologisti hanno in progetto da anni una nuova strada dentro Parco Chigi per sopperire ai problemi derivanti dall’eventuale chiusura del ponte (o, forse, per altri fini?).

Ma il Parco non si deve toccare, come voleva già nel ‘700 il principe Chigi. Il Parco, bene inestimabile, un eco-sistema chiuso, definito da Goethe una “selva selvaggia” dove “tutto è perfettamente giusto”, qualcosa di unico nel suo genere.

L’amministrazione uscente ha le spalle cariche di responsabilità sullo stato attuale della situazione di Ariccia (non solo del ponte) e in gran parte sono cose che non le fanno onore, così la “buttano in caciara”, “alzano polvere” per distogliere lo sguardo dei cittadini dai fatti reali, dai risultati della loro cattiva gestione della città e del territorio.

Per la cronaca: oggi esistono tecnologie che permettono tempi più rapidi per i lavori di riqualificazione e/o ricostruzione di grandi opere rispetto alle tecnologie di anni or sono. Questo può valere anche ad Ariccia. Perché non si vuol farli? Oppure siamo fuori dal mondo? Questo era il concetto espresso da Roberto di Felice e che tanto in subbuglio ha messo il Serra Bellini. Chiaro no? 


Il ponte invaso dalle erbacce alla sua base

mercoledì 30 marzo 2016

Si avvicina il giorno delle elezioni amministrative. Sarà il 5 giugno. Ma prima il Referendum

Ariccia è migliorata o peggiorata negli ultimi decenni? Come sono le condizioni di vita dei cittadini? Come va la viabilità? È giusto affidare ancora la città a chi è costretto a subire lontane logiche di partito, a chi ci ha portato al punto in cui siamo ora? 

Ormai non dovrebbero esserci più dubbi: la data per le prossime elezioni amministrative dovrebbe essere domenica 5 giugno (vedi anche qui). Per quel giorno, e forse si voterà anche la mattina del lunedì successivo, tutti i cittadini chiamati alle urne dovrebbero avere le idee il più chiare possibile sulla scelta da fare all’interno della cabina elettorale. Non è una banalità: è fondamentale informarsi perché il diritto al voto si esercita davvero liberamente quando è espresso nella consapevolezza di compiere una scelta libera, meditata e fondata.
Dal nostro punto di vista le idee su Ariccia sono ormai ben chiare e traspaiono senza problemi da ciò che scriviamo: siamo per una totale “inversione di marcia”. Dopo decenni dello stesso governo è, a nostro avviso, ora di cambiare, e la soluzione la fornisce un uomo che per Ariccia e gli ariccini ha speso tutta la sua vita: Roberto Di Felice.
Ma con queste poche righe non voglio fare una sorta di spot elettorale, voglio spingere i cittadini a guardarsi in torno e fare un po’ di confronti con il passato. È importante verificare se la città sia davvero migliorata rispetto al passato o se invece sia addirittura peggiorata, almeno in alcuni aspetti importanti, anzi fondamentali: viabilità; rapporto dell’amministrazione con i cittadini; consumo del suolo; servizi; trasparenza; commercio e via dicendo.
un particolare della pavimentazione del corso di Ariccia
Voglio però dare solo un piccolo consiglio a coloro che leggeranno questo post: non lasciatevi ingannare dai pifferai, dai divulgatori di veline tutte uguali e, non fidatevi neanche di ciò che leggete qui! Ariccia non è una megalopoli e le cose possiamo constatarle in prima persona. Durante la precedente campagna elettorale l’ex sindaco disse che sarebbero arrivati dal Ministero i soldi il Ponte Monumentale ma il ponte è ancora lì con tutti i suoi problemi, veri o esagerati che siano, ma l’unica certezza, visibile ad occhio nudo da chiunque si avvicini alla struttura, è il risultato dell’indolente mancata manutenzione ordinaria di cui avrebbe avuto bisogno e che era compito delle amministrazione che si sono pigramente succedute. Questo lo dico solo per fare un esempio. Se dovessi farne un altro suggerirei di andare a dare un’occhiata al centro storico di Ariccia, con i suoi locali chiusi, simbolo del fallimento delle politiche per il commercio, e la pavimentazione  del corso, “nuova”, in travertino vietnamita, già logora e pericolosa dopo pochi anni. Ma quanti altri esempi potrei fare ancora! Avremo tempo.
Intanto, ribadisco, i cittadini si informino, con tutti i mezzi a loro disposizione, ma poi vadano alla fonte a verificare di persona come stanno realmente le cose. È facile e costa poco. Il 5 giugno si avvicina: facciamo una scelta libera: scegliamo chi ha deciso di essere totalmente svincolato da logiche di partito, da ricatti e ordini delle segreterie di Roma, dove vedono il territorio solo come bacino di voti piuttosto che come qualcosa da tutelare.

Solo un’ultima cosa. Prima del 5 giugno, il 17 aprile, si voterà per il referendum contro le trivellazioni in mare, per una politica energetica sostenibile. Ancora una volta i partiti si mostrano legati alle logiche dei poteri forti, delle multinazionali dell’energia, e la cosa si riflette anche nelle “piccole” comunità come la nostra. Chi senza dubbio ha scelto liberamente di salvaguardare l’ambiente è proprio chi con questi vecchi partiti non ha nulla a che fare e ha già fatto una scelta netta e decisa: al referendum votiamo “SI”.

Fabio Ascani

domenica 28 febbraio 2016

ARICCIA PAESE DIVISO

Ariccia è un paese diviso in più parti: c’è il Centro storico, c’è Monte Gentile, ci sta Villa Ferrajoli, Galloro, Ramo D’Oro, la zona industriale, Vallericcia, Fontana, Piani di Santa Maria, Nocchienti. Nel corso degli ultimi decenni le varie amministrazioni che si sono succedute (ben quattro hanno visto sindaco Emilio Cianfanelli più una breve interruzione con Vittorioso Frappelli) poco o nulla si sono adoperate per fare di quest’agglomerato una vera città. I cittadini hanno la netta sensazione di sentirsi isolati e frammentati e, nonostante il titolo di città conferito ad Ariccia dal Presidente della Repubblica, agli ariccini sembra manchi il senso di comunità e di appartenenza, demerito di chi pare abbia amministrato troppo a lungo seguendo il mal celato motto “dividi et impera”. Si badi bene che la parola “impera” rende benissimo il senso della realtà delle cose.

Alle divisioni di cui abbiamo appena detto si sommano altre divisioni ancora più profonde fra figli e figliastri di un modo di fare politica e amministrare la cosa pubblica che invece di unire separa tra “buoni” e “cattivi”, tra “fedeli” e “infedeli”, tra coloro che possono beneficiare di perimetrazioni che sanano situazioni di abusivismo e coloro che rischiano seriamente di veder abbattere la propria casa.
 Ai “privilegiati”, agli “amici”, ai “fortunati” sono stati contrapposti tutti gli altri: quelli che dissentono, quelli che non sono d’accordo, quelli che la pensano in modo diverso. È una divisione che vede la sua massima espressione nelle spese legali pro capite che quest’amministrazione ha affrontato e che sono fra le più alte delle amministrazioni dei Castelli Romani e spesso proprio per andare contro i suoi stessi cittadini.

Ariccia è poi divisa (ma questa volta nel senso di separata) dal resto del territorio che la circonda. Strade interrotte per anni, mal ridotte e mai ben curate; un ponte che avrebbe dovuto essere oggetto di manutenzione e che invece è stato trascurato per decenni, portandolo alla sua per ora parziale chiusura e probabilmente, prima o poi, alla chiusura completa; i mezzi del Cotral che non passano più per il centro storico, privando tantissimi cittadini della possibilità di muoversi agevolmente con i mezzi pubblici; una stazione ferroviaria, quella di Cancelliera, praticamente dimenticata, dove invece si sarebbe dovuto provvedere a collegarla il più possibile e renderla più appetibile.

Di fronte a queste divisioni, e a tante altre sotto gli occhi di tutti, non poteva che avvenire, meglio tardi che mai, una divisione anche nel partito politico che maggiormente sosteneva l’ultima giunta Cianfanellli, il Partito Democratico. E così, per primo Augusto Di Felice, ormai molti mesi fa, e negli ultimi tempi la Presidente del Consiglio Comunale Luisa Sallustio e i consiglieri Emilio Tomasi e Paolo Ermini hanno sancito la rottura con questa amministrazione, prima dimettendosi dal partito e poi, con l’esclusione della Sallustio, firmando di fronte ad un notaio, la sfiducia verso l’ormai ex sindaco Cianfanelli.

In questi giorni, fino alle prossime elezioni, Ariccia è governata dal commissario prefettizio Nicola Di Matteo e l’ex primo cittadino continua, dalla tribuna del web, nella sua opera di divisione fra “buoni e cattivi” per cui i buoni sono coloro che gli rimangono fedeli fino all’ultimo e i cattivi quei consiglieri che a suo dire “si fanno eleggere solo per sfiduciare il sindaco quando non gli da più retta”. Frase offensiva, questa, apparsa come sua dichiarazione in un articolo dal titolo che è tutto un programma:  La tempra di Cianfanelli: “Scriverò a Renzi, il commissariamento è pericoloso”. visibile a questo indirizzo (http://www.castellinotizie.it/2016/02/26/ariccia-la-tempra-di-cianfanelli-scrivero-a-renzi-il-commissariamento-e-pericoloso/)    e nel quale riesce anche a dire che l’agire dei consiglieri avrebbe consentito di “mandare al governo persone pericolosissime, non elette dal popolo”. Chissà se il commissario prefettizio Nicola Di Matteo sa di essere tanto pericoloso!?! Di questa situazione, continua Cianfanelli nell’articolo, scriverà al Presidente del Consiglio Renzi (facendo finta di dimenticare che anche Renzi non è stato scelto dal popolo) perché a suo dire “bisogna abolire le Prefetture così come l’election day. Non è possibile tenere commissariata per troppo tempo un’istituzione”. E qui L’ex sindaco ha operato una divisione in se stesso, dimenticando che quando contribuì lui a far cadere un sindaco, Vittorioso Frappelli, certo non parlò in questi termini ma anzi il commissariamento, che durò per circa dieci mesi, era allora per Cianfanelli un bene e non un pericolo per Ariccia.


Chi, alle prossime elezioni amministrative di questa città così divisa, dovesse vincere avrà l’incombenza di ricucire tutte le fratture che si sono create in questi lunghi anni e riportare nei cittadini la fiducia in chi è stato eletto sindaco per essere sindaco di tutti, realmente di tutti, anche di chi ha idee diverse. Sarà suo compito, ed onore, costruire ponti ideali, nella città del Ponte Monumentale (ed interrotto), tra chi amministra e chi è amministrato, tra la città e il territorio, eliminando ogni dannosa divisione.

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...