Bergoglio alla Casa del Divin maestro |
È da secoli, da quando
all'inizio del '600 il Pontefice Urbano VIII la fece diventare la sua residenza
per l’estate, che i papi si ritirano a Castel Gandolfo per le le vacanze o solo
per staccare dall’ambiente di Roma, probabilmente alla ricerca di momenti di
maggior serenità da dedicare alla preghiera, allo studio o alla stesura di un’enciclica,
come spesso è avvenuto. Papa Francesco, invece, non vi si è mai recato in
villeggiatura, e quando in pullman è venuto ai Castelli Romani per gli esercizi
spirituali, ha preferito recarsi alla Casa del Divin Maestro ad Ariccia.
Ma è notizia
di queste ore che Papa Bergoglio, dopo che agli inizi del suo pontificato
rinunciò ad abitare al terzo piano del Palazzo Apostolico in Vaticano preferendogli le più
modeste stanze della Casa di Santa Marta, ha deciso di rinunciare anche agli spazi di
Castel Gandolfo che presto saranno accessibili a tutti i visitatori, come già
lo sono da alcuni anni altri luoghi del Palazzo castellano, diventando museo.
Mamme e bambini e ebrei di Roma
rifugiati nell'appartamento di Pio XII
della Villa Pontificia di Castel
Gandolfo,
durante la persecuzione nazista del 1943-44.
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Tra i tanti i
luoghi fino ad ora esclusivi della residenza che Bergoglio apre al pubblico c’è
anzitutto la Camera da Letto, stanza meravigliosa, con le finestre che guardano
il mare e che ha una storia davvero toccante e importante per il nostro
territorio. Già dall’8 settembre del ’43 e poi con lo sbarco americano ad
Anzio, nel gennaio del '44, i Castelli e
quindi anche i dintorni di Castel Gandolfo, divennero uno dei più sanguinosi
teatri di battaglia della Seconda Guerra Mondiale. Molte furono, in quei giorni
terribili, le persone che trovarono rifugio nella residenza papale e fra loro
moltissimi ebrei. La Camera da letto fu riservata alle partorienti che, proprio
sul letto del Pontefice, diedero alla luce circa quaranta bambini che furono poi
chiamati "i figli del Papa". Se infatti il numero degli ebrei che
trovarono rifugio a Castel Gandolfo, dentro le mura del Palazzo Pontificio è
imprecisato, più definito è il numero di donne ebree, incinte, che ivi
partorirono. “Una quarantina di bambini
ebrei furono dati alla luce nella residenza di Castel Gandolfo, alcuni persino
sul letto personale di Pio XII”, ha spiegato in una vecchia intervista
padre Peter Gumpel, che dal 1965 studia la documentazione sul
pontificato di Pio XII e dal 1983 è il relatore della causa di beatificazione.
Oltre alla
stanza da letto, che come abbiamo detto è ricca di umana storia, saranno
visitabili una piccola Cappella Privata utilizzata dai papi per ritirarsi in
preghiera, la Biblioteca del Santo Padre e lo Studiolo dove i pontefici si sono
dedicati alla scrittura e alla meditazione. Saranno visitabili inoltre due ambienti riservati al
segretario particolare e al segretario aggiunto, il Salone degli Svizzeri e una
Sala del Concistoro.
Il 21
ottobre, giorno dell’apertura ed inaugurazione del Palazzo a Museo, è previsto
un coro di musica popolare cinese che, già dal titolo "La
bellezza ci unisce", vuole suggerisce un ponte tra culture distanti com’è nello spirito ecumenico di questo Pontefice.