
Una carriera lunghissima,
nonostante Mia sia scomparsa all’età di 47 anni, nel 1995; una
carriera però che è stata tortuosa e difficile, anche per le tante
persone che hanno infangato in ogni modo, il suo modo d’essere
artista e persona. Eppure oggi qualsiasi artista che ne parla e la
ricorda sembra essere stato il suo migliore amico vomitando valanghe
di parole di stima tanto da commuoversi mentre ne parla. Tanta
ipocrisia!
Mimì Bertè, nonostante
tutto, è stata l’interprete indimenticabile di tanti brani
dedicati spesso alle donne, troppo spesso vittime di violenze fisiche
e psicologiche: Piccolo uomo, Minuetto, E non finisce mica il
cielo, Almeno tu nell’universo, La nevicata del ’56, Gli uomini
non cambiano, Cu me e tante altre ancora.
Una voce eccezionale,
sicuramente molto originale, graffiante, particolare. Ma quello che
va sottolineato di Mia è il suo modo di interpretare. Con lei si
capisce cosa significa cantare un testo, cosa significa entrare
dentro le parole e riuscire a colpire nel profondo l’anima di chi
ascolta.
Ebbene il 30 ottobre 2012
Leda Bertè, sorella maggiore di Mimì, ha dato notizia della
Fondazione Mia Martini, a lei dedicata, con il patrocinio
della Provincia di Roma: “Sono state dette e fatte tante
cattiverie nei confronti di Mia. Molti sciacalli hanno
speculato sul suo nome, infangando il suo modo di essere. A
cominciare dalle case discografiche, che quando era in
vita le inflissero penali salatissime solo perché lei
non voleva seguire i loro percorsi commerciali, fino al Premio
Mia Martini che fanno ogni anno a Bagnara Calabra, in cui
arrivano a chiedere intorno ai 500 euro ai ragazzi che
si iscrivono. Beh, voglio mettere fine a questa speculazione e
ridare a Mia ciò che merita”.
Quindi una fondazione che
si pone vari obiettivi: far conoscere Mia Martini artista e Mimì
persona, attraverso un archivio, curato personalmente da Leda Bertè,
di oggetti appartenuti all’artista: vestiti, libri, spartiti e
appunti scritti di proprio pugno. Inoltre la fondazione si pone altri
obiettivi molto nobili, ovvero il sostegno economico e psicologico
alle donne vittime di soprusi e violenze, e per ultimo il voler dare
una opportunità artistica a tutti quei giovani che vogliono
esprimersi attraverso l’arte e la musica.
"Con questo
progetto - ha detto Leda Bertè - si vuole accendere un cono
di luce sulla figura di una delle più grandi artiste italiane di
sempre, raccogliendo in un'unica struttura il lavoro, l'anima e la
memoria di Mia Martini".
Gianni Casciano
(gianni.casciano@gmail.com)
Leggi su ECO 16 gli ultimi articoli pubblicati di Gianni Casciano, alle pag. 10 e 11