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mercoledì 15 gennaio 2014

Nel mirino dei magistrati la rete di "amicizie" di Cerroni

Oggi, 15 gennaio, sono fissati gli interrogatori di Manlio Cerroni, il “re della monnezza” ritenuto a capo dell'associazione a delinquere contestata dalla procura e proprietario della discarica di Malagrotta e di quella di Albano (oltre a tanti altri impianti), e di Bruno Landi, ex presidente della Regione Lazio.
Immaginiamo che molti politici ed amministratori, specie nel Lazio e nella provincia di Roma, in questi momenti non stiano vivendo momenti tranquilli. Cosa potranno dire gli inquisiti dei loro rapporti con la politica locale?


Consigliamo la lettura del brano qui sotto, estrapolato da un articolo del Messaggero di Roma, dove si delineano chiaramente alcuni scenari poco rassicuranti  che hanno disegnato negli anni passati coloro che si sono mossi sul ricco palcoscenico della gestione della mondezza. La mondezza era, e rischia di essere ancora, un affare lucroso e sporco che ha interessato da vicino il nostro territorio, con la discarica di Roncigliano e la paventata costruzione dell’inceneritore, inceneritore che fu di fatto chiesto nel 2007 dai sindaci di bacino della discarica all’allora presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo con una lettera, poi definita “papello dei catelli” e che di seguito riportiamo per dovere di cronaca.




DAL MESSAGGERO.IT 
…Marrazzo nel sistema Il deposito degli atti a sostegno della misura di custodia cautelare ai domiciliari per sette indagati (ieri ci sono stati i primi interrogatori di garanzia) dà anche il quadro di quanto fossero forti i legami di Cerroni con la politica. Accuse molto pesanti sono quelle contro l’ex governatore del Lazio Piero Marrazzo. Non solo per aver firmato l’autorizzazione per il termovalorizzatore di Albano, firma che gli è costata l’accusa di falso e abuso d’ufficio. La scheda che gli inquirenti gli hanno dedicato spiega che di quel sistema di relazioni «faceva egli stesso parte avendo rivestito un ruolo di primaria importanza per il raggiungimento dei fini illeciti. Egli gettava le basi per quelle che veniva successivamente inquadrate come attività di artificio e raggiro finalizzate all’ottenimento di pubbliche erogazioni».

Firmando l’autorizzazione per la costruzione del gassificatore di Albano, Marrazzo faceva anche in modo che su quel capitolo andassero i fondi europei Cip6. Il 30 marzo del 2008, quando la prima autorizzazione sembra essere bloccata, da un parere negativo alla valutazione di impatto ambientale, il governatore interviene di persona.

Arcangelo Spagnoli, responsabile del provvedimento, si confronta con un ingegnere del commissariato. Spagnoli: «Allora, abbiamo scritto una lettera violenta contro quelle stronz...»; Martino: «Ah...»; Spagnoli: «Bisogna aspettarsi per domani chiamate tambureggianti. Ovviamente ci abbiamo la sponda anche il Presidente, molto incazzato, quindi, insomma non è lavoro a vuoto .. dovrà avere prima o poi un esito positivo».

La valutazione del gip è molto chiara. Marrazzo era consapevole che su quell’impianto sarebbero arrivati i finanziamenti: «Nonostante le incombenze pratiche venivano lasciate agli addetti ai lavori, le strategie di massima venivano indicate da Piero Marrazzo - scrive - Era sottinteso, come già affermato, che in questo senso v’era un’unità d’intenti tra la parte politica e quella imprenditoriale. Il presidente e commissario Piero Marrazzo aveva dato un chiaro segnale in tal senso aprendo la strada e spianandola a quelle procedure finalizzate a far piovere gli incentivi CIP6 sull’impianto di Albano». 

Le Minacce Perché tutta questa solerzia? Sono i Carabinieri del Noe, in una informativa, a dare il quadro della situazione, ipotizzando addirittura il reato di estorsione per il Ras delle discariche Manlio Cerroni ai danni del governatore e del sindaco Alemanno. «La minaccia era quella di impedire gli smaltimenti, in modo da indurre il Sindaco Alemanno e il presidente della Giunta regionale Lazio, Marrazzo, a disporre il pagamento di circa 130 milioni di euro di fatture arretrate», scrivono. Tra gli obiettivi c’era la nomina, in Regione, di uomini di fiducia di Cerroni. In particolare Mario Di Carlo per cui Cerroni pretendeva la delega ai rifiuti, mai effettivamente concessa da Marrazzo. Sebbene a verbale l'ex governatore abbia sempre negato, i due si sarebbero visti anche a pranzo, nella sede di rappresentanza di Villa Piccolomini. Il governatore aveva delegato i rapporti al suo vice, Esterino Montino. Scrive il gip: «L’attività aveva messo in evidenza il fatto che Marrazzo aveva affidato al vicepresidente Montino la conduzione, sul piano politico, delle scelte in tema di gestione dei rifiuti, ma questo non esulava il presidente dal conoscere anch’egli le dinamiche intrinseche di tali scelte». Quando arrivano i Carabinieri per le prime ispezioni, Spagnoli difende quanto fatto e si confida: «Li ho difesi anche dai Carabinieri, li dovevo far arrestare. L'ho fatto perché c'era Piero Marrazzo dietro tutto questo reticolo». Anche ad Alemanno sarebbero arrivate minacce. A dicembre 2008, tramite un consigliere regionale, Cerroni fece arrivare le sue pressioni sull'allora sindaco: «Gli dici: guarda sta volta questo vi leva la pelle». Le informative parlano di rapporti tra Cerroni ed una serie di politici anche nazionali, tra cui Francesco Rutelli e Giuseppe Fioroni. E' però il capo della Protezione civile Guido Bertolaso a dargli una mano attiva quando l'imprenditore Fabio Altissimi, poi diventato uno dei principali accusatori, gli scrive per denunciare le anomalie: «Non si ravvisano elementi che ne giustifichino il coinvolgimento nelle numerose questioni sollevate», gli risponde. …
(Il grassetto è nostro. Leggi l'articolo completo)

Ci pace cogliere  l’occasione di questo post per ringraziare ancora una volta il No Inc, donne e uomini, che si sono opposti alla discarica e alla costruzione dell’inceneritore, impegnandosi in prima persona, a costo di sacrificare il proprio tempo, la vita familiare, il sonno, subendo minacce neanche troppo velate.

Aggiornamento - 15.50
Consigliamo, per meglio comprendere i rapporti tra Cerroni e la politica di leggere il seguente articolo dell'Espresso: 

mercoledì 14 agosto 2013

GRAZIE NO-INC!

A 4 ANNI DALL'AUTORIZZAZIONE
 L'INCENERITORE DEI CASTELLI ANCORA NON C'È


(FOTO DI DANIELE CASTRI)
Era il 13 agosto 2009 quando venne autorizzata la costruzione del mega impianto di incenerimento di Roncigliano. A 4 anni esatti dall'autorizzazione dell'inceneritore dei Castelli da parte dell'allora presidente di Regione Lazio Piero Marrazzo, la sua costruzione ancora non è cominciata e, siamo sicuri, non comincerà mai. Per questo dobbiamo essere grati a coloro che da subito hanno lottato, e ancora lottano,  a costo di enormi sacrifici personali, affinché la natura e il nostro ambiente non venga violentato e compromesso per sempre. GRAZIE NO INC!

Chi invece non dobbiamo ringraziare, almeno dal nostro punto di vista, sono coloro che l'inceneritore lo volevano e che hanno firmato per averlo, alcuni di loro sono ancora sindaci dei Castelli Romani, o consiglieri comunali o regionali o hanno altre cariche. I loro nomi sono visibili nel documento sotto, la lettera nella quale di fatti chiedevano l'inceneritore a Marrazzo:
Oggi, però non dobbiamo neanche dimenticare chi si è aggiunto con autorevolezza a questa battaglia ambientale e ce lo ricorda con un comunicato stampa (che riprendiamo quasi per intero) il M5S di Albano Laziale: sono i deputati del Movimento 5 Stelle. Prima fra tutti per impegno l'On Federica Daga che il 26 giugno scorso con altri sette deputati del Movimento, depositarono presso la Camera dei Deputati un’interrogazione urgente (doc .1, Copia Interrogazione), a risposta scritta e orale - da discutere in aula - relativa ai famigerati fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani. Il Ministro in carica per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato, però, ancora non ha risposto. Per quale motivo? Cosa c’è, in questo brutto “pasticciaccio di Roncigliano”, che non può essere reso pubblico?”


Gli otto deputati (Daga, Busto, De Rosa, Mannino, Segoni, Terzoni, Tofalo, Zolezzi), davvero a 5 Stelle, lo scorso 8 agosto, presso la Camera dei Deputati, hanno sollecitato la Presidenza, affinché l’interrogazione venga discussa urgentemente e pubblicamente, in aula, nel corso delle udienze già calendarizzate per il mese di settembre.”
QUI IL VIDEO IN CUI LA PARLAMENTARE FEDERICA DAGA SOLLECITA LA RISPOSTA DEL MINISTRO ZANONATO ALL'INTERROZAZIONE DA LEI STESSA PRESENTATA
I termini di legge per accedere ai Cip6, questa vera e propria valanga di fondi pubblici, come ormai abbiamo ben capito, sono ampiamente scaduti.

L’ultima parola, però, spetterà in ogni caso al Ministro in carica per lo Sviluppo Economico, Flavio Zanonanto. Che si è ben guardato, fin’ora, come abbiamo potuto constatare, di presentarsi di persona in aula a rispondere alle domande poste dai deputati–cittadini davvero a 5 Stelle che vogliono, giustamente, conoscere nel dettaglio l’esito delle relative operazioni amministrative, economiche, industriali e finanziarie.

L’inceneritore avrebbe dovuto essere costruito, come riportato testualmente nella convenzione Coema-GSE di giugno 2009 (da poco divenuta pubblica!), entro e non oltre il 31 dicembre 2008, e collaudato entro e non oltre febbraio 2011.

Spirati questi termini, viene meno la possibilità...  di utilizzare i soldi sottratti all’erario pubblico. 

Il comunicato si conclude con una semplice domanda per il ministro dello Sviluppo Economico Zanonato: si vuole concedere o meno i soldi pubblici per la costruzione dell'inceneritore?
L'intero comunicato M5S è visibile QUI

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...