Se mi immagino il pianeta del futuro, con un po di ottimismo, lo vedo verde, ricco di alberi, con foreste lussureggianti... Ma in realtà questo era il passato.
Non tutti sanno che “circa
8.000 anni fa, uno scoiattolo avrebbe potuto oscillare da un albero all'altro
da Lisbona a Mosca senza toccare terra”. Oltre la metà delle foreste europee è
scomparsa negli ultimi 6.000 anni per il disboscamento dovuto all'agricoltura e
al fabbisogno di legname.
Questi dati giungono dalla
ricerca sugli antichi pollini raccolti in oltre 1.000 siti e pubblicata sulla
rivista Scientific Reports, a cura del gruppo guidato da Neil Roberts,
dell'università britannica di Plymouth.
La maggior parte dei paesi,
si legge nello studio, attraversa una transizione forestale. Il Regno Unito e
l'Irlanda hanno raggiunto il minimo delle loro foreste circa 200 anni fa. Altri
paesi in Europa ancora non hanno raggiunto quel punto, e alcune parti della
Scandinavia - dove non c'è stata mai grande dipendenza dall'agricoltura - sono
ancora prevalentemente forestali. Ma in generale, la perdita delle foreste è
stata una caratteristica dominante dell'ecologia dei paesaggi in Europa, con
conseguenze per il ciclo del carbonio, il funzionamento degli ecosistemi e la
biodiversità .
Questa grande perdita di
foreste potrebbe essere vista soltanto come un dato negativo ma, è scritto
nella ricerca, alcuni dei nostri habitat più apprezzati si sono verificati
attraverso l'apertura di foreste per creare erba e brughiera.
I dati della ricerca potrebbero
essere potenzialmente utilizzati per capire in che direzione le future
iniziative forestali potrebbero influenzare il cambiamento dell'habitat.
Certo non riesco neanche ad
immaginare quanto possa essere cambiato il paesaggio in Europa nel corso dei
millenni, ma certo mi viene di pensare al mio Paese, all’Italia, ma anche a
tanti altri del Vecchio Continente, dove molto, anche recentemente si è
deforestato e dove gli incendi, spesso dolosi hanno contribuito a diminuire il
patrimonio boschivo. In alcuni luoghi, non solo italiani, la deforestazione ha
prodotto danni gravissimi al suolo, impoverendolo e rendendolo fragile preda
degli eventi atmosferici, lasciandoci in balia dei nefasti rischi
idrogeologici, per non parlare del peggioramento della qualità dell’aria.
Non dico che si dovrebbe
tornare alle foreste di seimila anni fa ma certo sarebbe il caso di invertire
la tendenza e rimboschire l’Italia e l’Europa ovunque si possa, magari facendoci
ispirare dal quel bellissimo libriccino
intitolato L’Uomo che Piantava gli Alberi di Jean Giono.