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venerdì 8 luglio 2016

Economia - Dagli immigrati 8 miliardi di contributi ma ne ricevono 3

Ci sono ancora qualunquisti e male informati, alle volte in cattiva fede, che dicono che gli immigrati vengono in Italia solo a toglierci il lavoro e a pesare sulle nostre tasche e fomentano l'odio che porta agli intollerabili atti di violenza che sono sulle  prime pagine di tutti i giornali.

La realtà è che gli immigrati danno allo Stato più di quanto ricevono. In Italia, infatti, versano ogni anno 8 miliardi di euro di contributi sociali e ne ricevono solo 3 in termini di pensioni e altre prestazioni, con un saldo netto di circa 5 miliardi. E' quanto sottolinea il presidente dell'Inps, Tito Boeri, nella prefazione del rapporto annuale dell'istituto.

martedì 24 settembre 2013

INPS: TAGLI LINEARI (ai controlli) MANCATO RISPARMIO

I tagli operati dall'INPS ai controlli dei lavoratori in malattia sono figli della spending review che ha imposto all'Istituto una riduzione di bilancio.
Sono varie le strategie messe in atto per riuscire a risparmiare, ad esempio i cud non vengono più inviati a domicilio così da evitare le spese postali. Proprio l'eliminazione degli sprechi e non la riduzione dei sevizi dovrebbe essere il criterio da seguire per ottenere un sano risparmio.
Del resto lo stesso presidente dell'INPS ha detto: “ I tagli lineari non sono spendig review. Se l'INPS dovrà ridurre l'organico chiedo quali sedi devo chiudere e quali servizi non dovrò più erogare” (asca 19/10/12).
Allora c'è da pensare che le visite di controllo, come strumento di contrasto dell'assenteismo, siano uno spreco! Del resto Mauro Nori (direttore generale INPS) ha dichiarato che nel corso del 2012 su poco più di 1,2 milioni di visite mediche di controllo, l'INPS ne aveva disposte d'ufficio 900mila per una spesa di 50 milioni di euro e che il loro esito aveva portato a una riduzione prognosi soltanto in 83 mila casi (il 9 per cento del totale delle visite effettuate). Tanta spesa per poca resa.
Già in un altro articolo di ECO 16 è stato sottolineato come considerare la sola riduzione prognosi sia riduttivo ( occorre prendere in considerazione anche le sanzioni per le assenze, quelle per le irreperibilità e le surroghe). Abbiamo poi potuto riscontrare, parlando con medici e lavoratori, che  frequentemente i controlli disposti dall'INPS erano effettuati nel 2012 l'ultimo giorno di malattia. Come può il medico fiscale rimandare a lavoro anticipatamente un lavoratore che l'indomani comunque riprenderà la sua attività?
Per avere dei dati attendibili occorrerebbe sottrarre dal numero totale delle visite, quelle effettuate in scadenza prognosi. Se così si facesse diminuirebbe il numero totale di visite da prendere in considerazione e aumenterebbe la percentuale delle riprese lavoro.
Nori sottolinea come l'INPS sia oggi in grado, grazie alla telematizzazione e ad un sofisticato data meaning, di effettuare controlli mirati. La selettività al posto della quantità.
Però nei controlli per le revoche delle pensioni d'invalidità la telematizzazione è stata associata dall'INPS a controlli a tappeto. L'Istituto ha convenzionato numerosi medici da dedicare a questa attività. Anche qui i dati non sono chiari: nel 2010, secondo l'INPS, su 100mila controlli le revoche sono state il 23 per cento, mentre secondo “Cittadinanza Attiva” sono state il 10 per cento.
L'INPS aveva effettivamente la necessità,
considerati i tagli di bilancio a cui è sottoposto, di ricorrere a nuove convenzioni? Non poteva utilizzare le risorse umane già presenti che, grazie alle nuove tecnologie, hanno un minor carico di lavoro dovendo effettuare un esiguo numero di controlli ai lavoratori in malattia?
Secondo Maurizio Del Conte (professore associato di Diritto del Lavoro dell'Università Bocconi) la logica dei tagli lineari non colpisce l'area di abuso, ma, in maniera indiscriminata sia il falso malato che quello vero. Il professore sostiene che risparmiare sui medici comporta piccoli risparmi nel breve periodo ma gravi perdite sul lungo. Aumentare i controlli sortirebbe l'effetto contrario: un aumento delle spese nell'immediato ma un ingente recupero delle risorse sul lungo periodo, derivanti dall'eliminazione delle finte malattie.

Fabio Ascani

domenica 15 settembre 2013

I FANNULLONI LA FANNO FRANCA


L'INPS HA RIDOTTO ALL'OSSO I CONTROLLI E METTERSI IN (FINTA) MALATTIA NON È PIU' UN GRAVE RISCHIO.
 DENUNCIA UN SONDAGGIO LASTMINUTE NUMEROSI FINTI MALATI IN ITALIA
Per gli abitanti dei Castelli Romani,  come per tutti gli italiani assicurati INPS, è divenuto un fatto raro che il medico fiscale venga a bussare a casa durante il periodo di malattia. Infatti per il 2013 l'INPS ha drasticamente ridotto i controlli disposti d'ufficio. Immutata è rimasta la situazione per le visite richieste dal datore di lavoro e per quelle ai dipendenti del settore pubblico.
Secondo quanto dichiarato da Mauro Nori direttore generale INPS, nel corso del 2012 l'Inps ha effettuato poco più di 1,2 milioni di visite, di queste circa 900mila erano state disposte dall'Istituto e il loro esito ha portato ad una riduzione della prognosi (cioè il medico fiscale ha fatto riprendere il lavoro all'assicurato prima della scadenza della malattia certificata dal curante) soltanto in 83mila casi, per questo l'Inps punta ad una maggiore selettività dei controlli che porti ad un aumento della percentuale di riduzione prognosi con un numero minore di visite di controllo.
Messa così la decisione presa dall'INPS sembra encomiabile e a tutela delle casse dell'erario. In realtà c'è qualcosa da chiarire. Prima di tutto non è solo la riduzione prognosi a diminuire la spesa per l'indennità di malattia. A ridurla considerevolmente sono le sanzioni per assenza del lavoratore durante la fascia oraria di reperibilità, le sanzioni per mancata reperibilità a causa di imprecisioni nell'indirizzo dell'assicurato e le surroghe (cioè l'accertamento da parte del medico fiscale di uno specifico tipo di patologia il cui pagamento dell'indennità di malattia non spetta all'INPS) . Tutto questo non è stato preso in considerazione da Nori! C'è poi da considerare che per effettuare i controlli mirati l'INPS utilizza un sistema telematico e di data meaning costato all'Istituto circa 170milioni di euro (clicca per approfondire). Questo sofisticato sistema si basa sull'auto-apprendimeto, ciò vuol dire che per effettuare controlli mirati il sistema deve utilizzare un elevato numero di dati introdotti tramite i controlli effettuati precedentemente, quindi un basso numero di controlli vuol dire un basso numero di dati e un maggior margine di errore nella selezione del controllo da effettuare.
Prima che l'INPS riducesse il numero di controlli, Antonio Mastropasqua affermava che grazie al sistema telematico i controlli sarebbero stati avviati con immediatezza così da poter effettuare la visita anche per un solo giorno di malattia. Questo perchè ridurre le giornate di malattia è un obiettivo di grande importanza economica poiché l'INPS spende ogni anno 2 miliardi in indennità di malattia e l'assenteismo ha un effetto depressivo sul prodotto interno lordo.
E' singolare la teoria del basso numero di controlli, anche se mirati, se poi si prendono in considerazione alcuni altri dati: l'assenteismo è maggiore nel settore privato rispetto a quello pubblico dove per effetto della legge Brunetta è stata aumentata la fascia di reperibilità per la visita di controllo, questo insieme alla riduzione della retribuzione al solo stipendio base per i primi 10 gg di malattia ha portato ad una contrazione del 40 per cento della malattia, tale contrazione si è poi attenuata a causa di una nuova riduzione di reperibilità durante il periodo di malattia. Tutto ciò a dimostrazione che il controllo è un deterrente all'assenteismo.
Secondo un sondaggio condotto da lastminute.com, società che opera nella prenotazione dei viaggi online, in Italia oltre un lavoratore su quattro (27 per cento) ammette di essersi preso nel 2012 almeno un giorno di malattia non perchè fosse indisposto, ma per altre motivazioni. Secondo lo stesso sondaggio in Europa l'Italia si classifica al secondo posto tra le nazioni con più assenteisti (al primo posto gli Irlandesi).
Gli italiani si prendono una giornata di finta malattia nel 21 per cento dei casi per occuparsi di faccende trascurate nel weekend. Questo dato è confermato da una mega ricerca INPS che dimostra che il primo giorno della settimana è quello in cui si concentrano le assenze per malattia.
Attualmente sono stati spesi 170 milioni di euro (denaro pubblico) per mettere a punto un sistema in grado di effettuare il controllo quasi in tempo reale in modo da impedire che si abusi della malattia ma nella maggior parte dei casi sono i datori di lavoro che a loro spese debbono richiedere l'intervento del medico fiscale.
Le visite fiscali vengono effettuate a tutela di tre soggetti: l'INPS, che paga l'indennità di malattia , il lavoratore, che viene danneggiato dai falsi malati con turni straordinari di lavoro ed i datori di lavoro che contribuiscono al pagamento dell'indennità di malattia.
Con la riduzione del numero di controlli l'INPS rischia di pagare con maggiore facilità false indennità, i lavoratori sono meno tutelati ed i datori di lavoro devono mettere le mani al portafoglio.
Si deve poi tenere presente che stiamo vivendo un grave periodo di crisi economica durante il quale può essere facile per il datore di lavoro trovarsi in difficoltà ed avere la tentazione di “usare” la malattia come ammortizzatore sociale.

Con tutto questo circa 1400 medici di controllo sono ora in una situazione lavorativa critica: si sono visti decurtare visite e compensi a fronte di una reperibilità giornaliera non retribuita. (per approfondire leggi QUI)
Fabio Ascani

lunedì 6 maggio 2013

STOP ALLE VISITE FISCALI. PER I FANNULLONI È UNA MANNA DAL CIELO.


La zona a sud di Roma, comprendendo in essa Pomenzia, TorVaianica, i Castelli Romani, Anzio e Nettuno e Ardea, ha conosciuto negli ultimi anni un grande incremento della popolazione, anche grazie al fatto che comprare casa nella capitale è diventato sempre più oneroso. Centinaia di migliaia di persone si sono spostare da Roma, ma anche da altre città, per andare a vivere ai margini degli agglomerati urbani, formando una sorta di quartieri extraurbani, un po' all'americana, abitati da pendolari del lavoro.
È forse proprio in queste zone che il ruolo del medico fiscale dell'Inps assume un valore sociale ancora più rilevante, chiamato a svolgere un'importante missione di controllo e verifica con un servizio costante sul territorio.
Dal 1 Maggio, Festa dei Lavoratori, l'Inps ha deciso unilateralmente di sospendere, con un provvedimento che viene definito “provvisorio”, le visite effettuate d'ufficio dall'ente stesso, ovvero circa il 75% delle visite portate a termine dai medici fiscali, più o meno 1,5 milioni di controlli su scala nazionale. Rimarrebbero soltanto le visite richieste dai datori di lavoro.
Questa decisione ha suscitato la preoccupazione dei medici di famiglia il cui sindacato Fimmg Inps nota che il provvedimento, che potrebbe portare al licenziamento di oltre 1000 medici, potrebbe portare ad una veloce impennata delle assenze per malattia: “In poche settimane verificheremo un importante aumento delle assenze per malattia e quindi una spesa ben superiore rispetto a quanto l’Istituto investe in un anno per le visite mediche di controllo” E’ quanto dichiara Alfredo Petrone, coordinatore nazionale del settore Fimmg Inps “Questa decisione porterà, inoltre, al sostanziale licenziamento di circa 1000 medici in servizio da decenni – prosegue Petrone - Le visite mediche di controllo Inps richieste dall’Istituto hanno da sempre rappresentato un punto di forza nella lotta all’abuso dell’assenteismo di malattia. Per questo motivo chiederemo un incontro urgente con la dirigenza dell’Inps e con il ministro del Lavoro, riservandoci di informare anche la Corte dei Conti di ciò che si profila come un errore perfetto”. (fonte vedi QUI)
Parole dure e serie quelle di Petrone ma che fotografano la realtà.

Uno stop immediato, questo delle visite di controllo, che riguarda sia i lavoratori pubblici che quelli del settore privato che, in malattia, non riceveranno, almeno per il momento, la visita fiscale del’Inps, a meno che non ci sia una richiesta esplicita del datore di lavoro. Una vera manna per i fannulloni che rischia di andare a ricadere con le sue conseguenze negative su tutti colo che ogni giorno lavorano onestamente e seriamente senza mai mancare e che magari, come spesso accade nel nostro territorio, compiono ogni giorno molti chilometri per recarsi a lavoro!
Fabio Ascani

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...