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martedì 21 gennaio 2014

RIFIUTI LAZIO: FERMARE IL MALAFFARE SI PUO’ E SI DEVE.

Come superare il “metodo Cerroni” e le infiltrazioni criminali  nella gestione dei rifiuti nel Lazio.

così un cittadino di Ariccia ha reagito alla
notizia dell'arresto di Manlio Cerroni
Un vero tsunami quello che, partendo dalla Procura di Roma, si è abbattuto sul sistema politico-imprenditoriale che per circa 40 anni ha gestito lo “smaltimento dei rifiuti” nella capitale e nell’intera Regione Lazio.
Chiunque si appresti a ragionare su quanto è accaduto, non può non riconoscere ampio merito ai Comitati di Albano che nel 2009 si rivolsero agli inquirenti della Procura di Velletri presentando un circostanziato esposto-denuncia contro le “disinvolte” procedure tecnico-amministrative seguite dalle Amministrazioni per autorizzare quello sarebbe dovuto diventare il grande inceneritore di rifiuti dei Castelli.
Ciò che lentamente emergeva dalle indagini avviate dalla Procura velletrana, che come riferiscono gli inquirenti è risultata per fortuna essere autonoma dal controllo operato attraverso il “metodo Cerroni”, apparve ai Pubblici Ministeri di così ampia rilevanza con il coinvolgimento di numerose Istituzioni aventi sede nella capitale, da rendere necessario il trasferimento degli atti alla Procura di Roma.
Ripetuti sono stati i tentativi di sabotare le indagini dei P.M., ma deve far riflettere che “qualcuno” è addirittura arrivato a “far sparire” il fascicolo con la richiesta di arresto per gli indagati dalla sede degli uffici di piazzale Clodio.
È chiaro che, ad un certo punto delle indagini, nessuno si è più potuto “voltare dall’altra parte” come era accaduto più volte in passato quando si tendeva a derubricare l’insieme di quei reati come necessari per una non meglio definita “pubblica emergenza”.
Ferdinando Bonessio
Da non sottovalutare che, con il trasferimento a Roma delle indagini, la Procura ha potuto riscontrare l’attendibilità e la veridicità dei tanti esposti presentati dal Comitato Malagrotta prima e, successivamente, dagli altri Comitati sorti a difesa del proprio territorio.
Ora ci si trova davanti a un bivio.
Da una parte vi è il rischio di consentire al “malaffare” di risorgere dalle proprie ceneri e ricostituirsi come soggetto pronto a rientrare nel grande affare dei rifiuti continuando una criminale speculazione economica e un reiterato attacco all’ambiente ed alla salute dei cittadini.
Dall’altra vi è la clamorosa opportunità di cambiare veramente registro, di intraprendere la via di un modello sostenibile nella “gestione dei rifiuti” di Roma e del Lazio realmente lecito, trasparente e partecipato.
Di fronte a questo bivio ci siamo tutti: i cittadini, i comitati, le associazioni, le forze politiche e le istituzioni a livello comunale, provinciale e regionale.
I primi, i cittadini e le rappresentanze territoriali, dovranno compiere un grande sforzo di coesione comprendendo che esiste ormai un’unica “vertenza rifiuti Lazio” dalla quale si esce vincitori tutti insieme o si perde tutti, trascinando nel disastro anche le prossime generazioni e le comunità locali.
I secondi, forze politiche ed Istituzioni, debbono iniziare realmente a mettersi, senza alcun ulteriore ritardo, dalla parte della difesa dei “beni comuni” che in questo caso sono rappresentati dalla irrinunciabile salvaguardia dell’ambiente e dalla tutela della salute dei cittadini.
La partita non è semplice; il malaffare è pronto a riprendersi le redini di quello che con l’attuale impostazione del vigente Piano Regionale Rifiuti rimane il grande business dei rifiuti.
Il metodo è ormai chiaro e ripetutamente denunciato dai Comitati: si tiene basso o comunque lento e complicato il crescere della raccolta differenziata porta a porta, si sceglie di puntare su impianti a ad “alto costo economico” e ad “alto impatto ambientale” come i TMB e gli inceneritori (molti di proprietà privata), si cerca una mega-discarica, ipocritamente chiamata “di servizio”, si sostiene il tutto con gli enormi “incentivi statali” a fondo perduto di cui beneficia chi in Italia (unico Paese in Europa) produce corrente elettrica dalla combustione dei rifiuti.
Da aggiungere che questo quadro sembrerebbe essere ulteriormente confermato dalla nuova scelta delle Amministrazioni laziali di puntare sugli impianti di “Biodigestione”. Questi altro non sono che centrali elettriche a biogas anch’esse sostenute dal sistema degli incentivi statali che veicolano enormi flussi di denaro.
Poco importerà alla collettività se a riprendere l’attuazione di questo scellerato piano sarà nuovamente un risorto Cerroni od un altro imprenditore romano senza scrupoli che, dalle pagine di un noto quotidiano di sua proprietà, attualmente inveisce contro tutto e tutti pronto a scendere in campo per la sostituzione.
Quello a cui si deve puntare senza se e senza ma, cittadini e istituzioni insieme, è un vero cambio di passo sulla gestione dei rifiuti che tolga definitivamente di mezzo l’attuale metodo di “smaltimento” ad insostenibile impatto ambientale e con esso l’interesse del “malaffare” per quello che è un sistema drogato dagli enormi proventi economici generati dalla proprietà privata degli impianti e dall’accaparramento degli incentivi pubblici.
Bisogna ricordare che il Governo, attraverso il GSE, era pronto sostenere la realizzazione dell’inceneritore di Albano con quasi 400 milioni di Euro. Un’immensa massa di denaro pronta ad accendere gli interessi di affaristi, imprenditori senza scrupoli e classe politica.
Ora, visto che anche dalla proposta del nuovo piano regionale rifiuti è stata cancellata la necessità di realizzare l’inceneritore dei Castelli, tutti dovremmo chiedere che lo Stato riversi quei finanziamenti già accantonati per realizzare un’impiantistica del tutto nuova.
Si tratterebbe di una serie di impianti a medio-basso costo, con un impatto ambientale senza dubbio inferiore e ad alto livello occupazionale che renderebbero il Lazio autosufficiente nella lavorazione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata.
La stessa AMA dovrebbe rilanciare il proprio “piano industriale” puntando a diventare leader nella raccolta differenziata di qualità e titolare di impianti per la lavorazione freddo dei materiali riciclati da riciclare.
È solo da un rifiuto differenziato di qualità, raccolto con il coinvolgimento attivo di tutta la popolazione, che si troverebbero le risorse economiche adeguate a sostenere industrialmente un sistema che veramente considera il rifiuto come una risorsa da recuperare e non come uno scarto da conferire in discarica od un combustibile da trasformare in energia.
Le Amministrazioni pubbliche dovrebbero rivalutare nella gestione virtuosa dei rifiuti il ruolo strategico che potrebbero avere le piccole e medie imprese del Lazio nonché il settore delle cooperative avendo come obiettivo quello di contribuire a rilanciare l’occupazione ed a spazzare via qualsiasi nuova forma di monopolio nel settore.
Mai più mega-discariche private, altrettanto dannose e quasi impossibili da bonificare, ma l’adozione da parte della Regione di un progetto di gestione rifiuti che vada verso la strategia Rifiuti Zero in 6 mosse concrete:
1)   Riduzione della produzione di rifiuti;
2)   Riuso di tutti i beni ed i materiali recuperabili;
3)   Raccolta differenziata spinta porta a porta domiciliare o condominiale contestuale ed obbligatoria per tutti i comuni del Lazio;
4)   Realizzazione di impianti a freddo per la lavorazione finalizzati al massimo recupero dei materiali e della frazione organica (compostaggio aerobico) provenienti dalla Raccolta differenziata;
5)   Sostegno alla creazione di una rete di centri dedicati al riciclo dei materiali recuperati.
6)   Individuazione, attraverso la partecipazione e la responsabilizzazione delle comunità locali di aree dove collocare piccole “discariche residuali”.



È inoltre necessario inserire come elemento importantissimo nella strategia da perseguire la disincentivazione di tutte le forme di incenerimento dei rifiuti (CDR e CSS), attualmente utilizzabili anche negli altiforni dei cementifici e delle centrali termoelettriche.
Tale scelta va presa anche in considerazione del fatto che l’intera Europa sta ormai abbandonando progressivamente questa pratica (la UE nelle nuove linee strategiche ambientali ha approvato il divieto dal 2020 di incenerire qualsiasi rifiuto riciclabile).

Solo partendo dalla condivisione di una proposta così articolata che parta dalle scelte strategiche sopra indicate, sicuramente da approfondire e migliorare, si può pensare per il Lazio ad una gestione dei rifiuti organizzata nell’interesse diffuso dei cittadini, definitivamente sottratta ai signor Cerroni di turno o ai loro pronti e rapaci eredi.
NANDO BONESSIO Presidente Verdi Lazio

mercoledì 13 novembre 2013

INCENERITORE ALBANO RELOADED, TUTTI DAVANTI AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Venerdì prossimo 15 Novembre 2013, dalle 10,00 alle 12,00, il  Comitato NOINC farà di  nuovo  tappa   sotto  al  Ministero per  lo Sviluppo Economico,  a Roma,  in via  Molise n. 2  (a due passi da via Veneto, fermata della metro A “Barberini”), per ribadire, ancora una volta, che l’impianto d’Incenerimento di Albano Laziale non si può costruire con i soldi pubblici (CIP/6).

Dalla Convenzione preliminare “Coema-GSE” di giugno 2009, che si basa su opere di cauterizzazione mai avvenute, passando per Regolamenti Ministeriali fantasma, che andavano emanati entro il 31/12/2009 ma di cui, ancora oggi, non c’è alcuna traccia.

 Il M5S fà delle richieste
precise al ministro Zanonato.

(clicca sulle foto per ingrandirle)
Federica Daga, insieme agli altri portavoce davvero a 5 stelle presso la Camera dei Deputati, hanno reso possibile il reperimento di documenti di vitale importanza per la vertenza in corso di svolgimento, hanno ora sollecitato il Ministero, affinché oltre ai dirigenti responsabili del Dipartimento delle Energie Rinnovabili, dott. Leonardo Senni e dott.sa R.F.Romano, sia presente, di persona, anche il Ministro Flavio Zanonato. 
La vertenza e la mobilitazione che dura da 6 anni, giungerà quindi venerdì mattina all’ennesimo appuntamento, dopo un’estate calda, per via delle esalazioni fetide e putrescenti della discarica. 
Le innumerevoli richieste depositate al GSE da parte della proprietà COEMA ,  in cui si richiede un aggiornamento della Convenzione preliminare, non hanno motivo d’esistere, come non hanno motivo d’esistere queste tipologie d’impianti industriali dediti solo, quando possono, a bruciare materie prime riciclabili a freddo (CDR) come carta, plastica,  legno e derivati, oltre ad essere realizzati solo grazie ai finanziamenti pubblici. 
Siete tutti invitati. Non mancate.

venerdì 12 luglio 2013

OTTIMISMO DOPO L'INCONTRO DEL NO INC AL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO

Tre momenti della giornata: Simone Carabella e Amodio Malizia con alcuni manifestanti sotto la sede
del ministero; Alessandro Di Battista, Emiliano Bombardieri e Enrico Stefano con la bandiera del No Inc;
Daniele Castri mentre illustra i risultati dell'incontro.

Oggi, Venerdì 12 Luglio, come avevamo immaginato è stato un giorno importante nella lotta contro l'inceneritore dei Castelli. Oltre cinquanta persone si sono riunite pacificamente sotto il Ministero dello Sviluppo Economico con l'intento di portare una delegazione alla presenza del ministro Flavio Zanonato per mettere su un tavolo la questione del rinnovo della convenzione Co.E.Ma-GSE, in sostanza, quindi, la questione della legittimità del finanziamento statale per quest'opera così discussa, discutibile e invadente e per la quale i termini per il finanziamento sono, a detta del No Inc, ormai scaduti da tempo.
Durante il Sit-in sono intervenuti a portare il proprio appoggio, e certo non è la prima volta, Silvana De Nicolò, consigliere regionale Movimento 5 Stelle, Enrico Stefano, consigliere M5S al Comune di Roma e il deputato Alessandro Di Battista sempre del Movimento 5 Stelle, movimento che si è espresso subito contro questo e contro qualsiasi altro inceneritore. A tal proposito ricordiamo quando Beppe Grillo venne proprio a Roncigliano a portare il suo sostegno davanti i cancelli della discarica.
È giunto al presidio anche Nando Bonessio, attivista ed ecologista che ci ha spiegato come questo passaggio al Ministero sia di importanza fondamentale, e non solo per la vicenda di Albano, ma per tutte quelle dove è necessario interrompere la catena economica, l'enorme flusso di denaro pubblico, che alimenta la scelta dell'incenerimento dei rifiuti, piuttosto che il recupero e il riciclo degli stessi.
A metà mattinata una delegazione di quattro persone del No Inc, Simone Carabella, Daniele Castri, Amadio Malizia ed Emiliano Bombardieri è stata ricevuta dal direttore e dal vicedirettore del Dipartimento Energie Rinnovabili, Leonardo Senni e Giampiero Castano.
In conclusione, come gli altri che sono stati ricevuti, Simone Carabella si è detto ottimista: La discussione é rinviata a Settembre ma la buona notizia è che c'è stata data garanzia che almeno fino al prossimo appuntamento , nessuna decisione verrà presa. Il bilancio positivo.
Daniele Castri ha poi aggiornato i presenti sull'incontro: “I dirigenti hanno rappresentato il loro stupore rispetto all'accelerazione che c'è stata da parte del Gse. Non hanno (i dirigenti ministeriali, ndr) conoscenza specifica delle dinamiche portate dal No Inc, e hanno chiesto, come anche al Gse, di presentare tutti i documenti utilizzati fino ad oggi per sostenere la nostra tesi, ovvero che i termini per finaziare con soldi pubblici l'inceneritore sono ampiamente scaduti. Lo faremo. Ci siamo aggiornati al mese di Settembre e quindi depositeremo tutti documenti in nostro possesso: le sentenze del Tar e del CdS, l'ordinanza di Marrazzo che aveva permesso la cantierizzazione fittizia e che è stata bocciata dalle due sentenze, depositeremo la convenzione finale Co.E.Ma.-Gse che prevederebbe ancora oggi il passaggio dei soldi pubblici per la costruzione dell'inceneritore. Siamo sicuri delle nostre ragioni. Siamo sicuri che la convenzione vada annullata. Speriamo che che al prossimo incontro ci ritroveremo qui sotto a festeggiare. Speriamo che nemmeno un centesimo dei soldi pubblici venga usato per costruire l'inceneritore!
Fabio Ascani

lunedì 8 luglio 2013

SIMONE CARABELLA: "CON IL SOSTEGNO DEI CITTADINI VINCIAMO NOI!"


12 LUGLIO: SIT-IN NO INC SOTTO LA SEDE DEL MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO



È stato autorizzato il sit-in per venerdì 12 luglio sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico. L'intento del No Inc è quello di riuscire a sensibilizzare il Ministro Zanonato affinché non rinnovi la convenzione preliminare Co.E.Ma. – GSE di giugno 2009 contrariamente a quanto si chiede in una lettera inviata da alti dirigenti del G.S.E  (doc. n. 3: clicca sopra “doc” per leggere) in modo chiaro ed esplicito: “… il consorzio Co.E.Ma. ha richiesto al G.S.E., più volte, l’aggiornamento della convenzione preliminare Co.E.Ma. – GSE di giugno 2009 … in relazione a quanto successo sino ad ora (ndr, circa l’Inceneritore di Albano), si richiede a codesto Ministero se considerare ancora operativa o meno, con riferimento alla Convenzione stessa, la deroga di cui al combinato disposto di legge … (ndr, relativa sia ai termini di avvio del cantiere entro e non oltre il 31 dicembre 2008 sia alla prospettata conclusione del cantiere e avvio dell’impianto entro e non oltre il mese di febbraio 2011) … visto in particolare l’ulteriore procrastinarsi del termine di conclusione dei lavori. E se, conseguentemente, il GSE possa procedere o meno all’aggiornamento della Convenzione Preliminare così come richiesto dal consorzio CO.E.Ma.” 

"Con l'aiuto dei cittadini ogni battaglia può essere vinta" per questo Carabella da appuntamento a tutti per venerdì 12 luglio alle 07.45  alla stazione di Santa Palomba o direttamente sotto il Ministero dello Sviluppo Economico in Via Molise 2, traversa di Via Veneto alle ore 09,00.
"Uniti si vince"!


IL VIDEO APPELLO DI SIMONE CARABELLA

VEDI ANCHE QUI: http://ecodiariccia.blogspot.it/2013/07/12-luglio-sit-in-no-inc-sotto-la-sede.html

venerdì 14 giugno 2013

SULL'INCENERITORE LA PAROLA PASSA AL MINISTRO ZANONATO E IL NO INC CHIEDE UN INCONTRO URGENTE



Dal Comitato NO Inc riceviamo e volentieri pubblichiamo (CLICCA, nell'articolo, SUI LINK DOC1 DOC2 DOC3 DOC4 DOC5, sono attivi e mostrano i documenti di cui si parla nel comunicato stampa).

IL MINISTRO FLAVIO ZANONATO
La famigerata “convenzione preliminare Coema-GSE” è finita, su impulso dei dirigenti del G.S.E., tra le mani dell’attuale Ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato e della Dott.ssa Rosaria Fausta Romano, Direttrice generale della Direzione per le Energie Rinnovabili per conto del Ministero, che presto dovranno decidere se annullarla o rinnovarla.”
Per conoscere nel dettaglio quali iniziative il Ministero per lo Sviluppo Economico ha intenzione di prendere a proposito, il comitato No Inc ha richiesto, proprio stamattina, un incontro urgente col Ministro in carica Flavio Zanonato, con la dirigente del settore Rinnovabili Rosaria Fausta Romano, col Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e con l’Assessore Regionale ai rifiuti Michele Civita.”
Domenica prossima 16 giugno, dalla mattina alle 9,00 a seguire fino a tarda serata, presso il Centro Sportivo O.K. Club di Cancelliera, giornata di mobilitazione, gioco e divertimento per raccogliere fondi a sostegno delle iniziative No Inc. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.”
Neanche il tempo di archiviare i preziosi dati contenuti nella ”convenzione Coema-GSE” di giugno 2009 (doc. 1), che nuove e minacciose nubi si addensano di nuovo attorno al progetto di costruzione dell’impiantobrucia-rifiuti più grande d’Europa.
Il Consorzio Coema (Pontina Ambiente srl di Manlio Cerroni, Acea ed Ama), difatti, sta portando avanti da mesi interi una vera e propria attività di “pressing asfissiante” sui dirigenti del Gestore del Servizio Elettrico, GSE (doc. 2, doc. 3, doc. 4). Con lo scopo di ottenere, nonostante i termini di legge siano ampiamente scaduti, un “aggiornamento” della ormai rinomata convenzione. Ovvero una “nuova” convenzione che, in sostanza, cancelli quella divenuta pubblica appena pochi giorni fa, e permetta in ogni caso al consorzio Coema di accaparrarsi, costi quel che costi, l’accesso ai fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi.
Come ricorderete, difatti, i fondi pubblici per la costruzione e gestione degli impianti brucia-rifiuti sono stati definitivamente messi al bando, per nostra fortuna, dalla U.E.. L'unica eccezione prevista riguardava gli impianti di incenerimento “cantierizzati” entro e non oltre il limite ultimo del 31 dicembre 2008. La “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-G.S.E. del giugno 2009, venne stipulata sul presupposto di una “cantierizzazione” avvenuta il 29 dicembre 2008, sulla base dell’ordinanza di Marrazzo n. Z-0003 del 22 Ottobre 2008.
Cantierizzazione, tuttavia, assolutamente fittizia, in quanto consistente nella sola “posa di una rete metallica per la recinzione del lotto di terreno interessato”, come del resto certificato e verbalizzato dalla Polizia Municipale di Albano. La cantierizzazione, difatti, ha inizio secondo la legge solamente con “l’avvio delle attività di escavazione”. Ma in ogni caso, l’ordinanza di Marrazzo e la successiva Dichiarazione di Inizio Attività, la D.I.A. del Coema, sono stati annullati definitivamente dalla sentenza del Consiglio di Stato di marzo 2012 (n. 1640 del 22 marzo 2012).
Come se ciò non bastasse, un ulteriore verbale della Polizia Municipale di Albano, di ottobre 2010, rappresenta la prova che l’attività di cantierizzazione, di fatto, non ha mai avuto luogo entro il termine ultimo imposto dalla U.E.: “nessuna attività ediliziaè quanto viene dichiarato espressamente nel verbale. Lo dimostra, del resto, oltre ogni ragionevole dubbio, ancor di più, lo stato attuale dei terreni accanto al VII invaso, dove dovrebbe sorgere il contestatissimo inceneritore, dove si espande un’immensa e intonsa distesa di erba verde.
Questa “convenzione Coema-GSE” di giugno 2009 è finita ora (doc. 5

), su impulso dei dirigenti del G.S.E. - stanchi, probabilmente, di essere “tirati per la giacchetta” - tra le mani dell’attuale Ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato, e della Dott.ssa Rosaria Fausta Romano, Direttrice generale della Direzione per le Energie Rinnovabili per conto del Ministero.
Proprio il Ministro Flavio Zanonato dovrà decidere, molto presto, se indicare ai dirigenti del GSE di annullare, senza appello, la vecchia “convenzione preliminare Coema- GSE” di giugno 2009 o se, viceversa, avallare la stipula di una nuova (?!) convenzione in favore del Coema accettando così, di fatto, di considerare tutto il tempo trascorso sino ad ora, ben oltre il limite massimo imposto dalla legge europea e nazionale, una “causa di forza maggiore”, come pretenderebbe il consorzio guidato dal monopolista dei rifiuti Manlio Cerroni. “Causa di forza maggiore” determinata dall’ostinata opposizione all’impianto di incenerimento del Comitato No Inc e delle Amministrazione Comunali di bacino.
Oltre al danno, sarebbe questa una beffa per l’intera comunità dei Castelli Romani.
Il Ministro Flavio Zanonato ha quindi, in questo momento, la possibilità di annullare definitivamente l’uso dei fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione e gestione dell’Inceneritore di Albano, nel pieno rispetto delle normative Europee e nazionali. Un’occasione davvero unica di mettere la parola fine a questo brutto pasticciaccio di Roncigliano.
Proprio per questo, il comitato No Inc ha richiesto, stamattina, un incontro urgente al Ministro Flavio Zanonato, alla Direttrice generale della Direzione per le Energie Rinnovabili per conto del Ministero, al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ed all’Assessore ai rifiuti Michele Civita.

giovedì 6 giugno 2013

"NIENTE SOLDI, NIENTE INCENERITORE."



C’è voluto un anno e mezzo, ma finalmente è divenuta pubblica la “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-G.S.E.(Doc. 1) che permetterebbe, ancora oggi, l’uso dei fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione e gestione dell’Inceneritore di Albano.”

Ora possiamo affermare con certezza che i presupposti su cui si basa questo documento sono stati smentiti dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1640 del 22 marzo 2012 che ha vietato l’uso dei fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione e gestione dell’Inceneritore dei Castelli Romani. Questa “convenzione preliminare”, quindi, deve essere immediatamente annullata dagli Enti competenti, affinché non diventi mai e poi mai una “convenzione definitiva”.”
Domani, venerdì mattina 7 giugno, ore 10,30, tanto per cominciare, andremo sotto la sede della Presidenza della Regione Lazio, in Via Rosa Raimondi Garibaldi n. 7, per portare questa “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-GSE a Nicola Zingaretti e all’Assessore ai Rifiuti Michele Civita, affinché si impegnino, da subito, per ottenerne l’immediato annullamento.”
Era da un anno e mezzo che il comitato No Inc cercava di avere copia della “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-G.S.E.. Un documento che, ancora oggi, potrebbe consentire l’uso dei fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione e gestione del contestatissimo Inceneritore dei Castelli Romani.
Ora questa “convenzione preliminare” è a disposizione del No Inc e dell’intera comunità dei Castelli Romani, grazie all’aiuto della Responsabile Ambiente presso la Camera dei Deputati, Federica Daga, e di altri suoi colleghi e colleghe, a cominciare dai firmatari della richiesta di accesso agli atti: Patrizia Terzoni, Claudia De Rosa, Alberto Zolezzi, Samuele Segoni, Mirko Busto e Angelo Tofalo (Doc. 2).
La “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-G.S.E. del giugno del 2009, venne stipulata sul presupposto dell’esistenza di un provvedimento della Regione Lazio valido ed efficace che autorizzava la costruzione del famigerato Inceneritore. Il provvedimento “incriminato”, a firma dell’ex presidente della regione Lazio Pietro Marrazzo, ovvero l’ordinanza n. Z-0003 del 22 Ottobre 2008, è stato però annullata, senza appello, dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1640 del 22 marzo 2012.
Con l’ordinanza di Marrazzo decade, di conseguenza, anche la successiva cantierizzazione Co.E.Ma. del 29 dicembre 2008, che aveva avuto luogo esclusivamente sulla base di tale atto. “Cantierizzazione”avvenuta, guarda caso, appena entro il limite imposto dalla U.E. per l’uso della contribuzione pubblica per la costruzione di questa impiantistica industriale brucia-rifiuti, ovvero il 31 dicembre 2008. Cantierizzazione, tra l’altro, assolutamente “fittizia” perché consistita nella sola “posa di paletti e recinzione metallica del lotto di terreno interessato alla costruzione dell’impianto”. Niente a che vedere, inoltre, con l’attività di escavazione vera e propria del lotto di terreno, come previsto dalla legge.
Cantierizzazione”, quindi, che decade dal punto di vista degli atti autorizzativi e amministrativi, certo, ma che rappresenta anche, di fatto, il tentativo malcelato del Co.E.Ma. di accaparrarsi, costi quel che costi, i soldi pubblici per la costruzione di un Inceneritore inutile – perché potrebbe bruciare solo materie prime riciclabili al 100x100, a ciclo continuo ed a freddo - un Inceneritore costoso – ai danni delle tasche dei cittadini e cittadine contribuenti – e un Inceneritore dannoso per la salute umana e per l’ambiente.
I due verbali della Polizia Municipale di Albano, di aprile 2009 e ottobre 2010, rappresentano la contro-prova ulteriore, rispetto all’annullamento degli atti amministrativi e autorizzativi, che l’attività di cantierizzazione, di fatto, non ha mai avuto luogo.
Ma la prova-provata della mancata cantierizzazione dell’area entro e non oltre il 31 dicembre 2008, “limite ultimo” imposto dalla UE per l’uso dei fondi pubblici per la costruzione e gestione degli impianti brucia-rifiuti, è lo stato attuale dei luoghi. Una lunga e meravigliosa distesa di erba verde, accanto al VII invaso di Roncigliano, che, per nostra fortuna, non ha nulla a che vedere con una cantierizzazione reale.
Niente soldi, niente inceneritore.
Spiace, certo, constatare che il Sindaco di Albano, Nicola Marini, ed il consigliere comunale delegato ai rifiuti, Luca Andreassi, non solo non si sono recati il 10 settembre 2012 (doc. n. 3) a ritirare questa documentazione così importante per la vertenza contro l’Inceneritore ma, ancora di più, che non abbiano nemmeno pensato, quel giorno, di delegare a tal fine un dirigente comunale. E che, subito dopo - dal successivo diniego all’accesso agli atti del GSE intervenuto il 4 ottobre 2012 (doc. n. 4) - abbiano addirittura lasciato decorrere i termini di 30 giorni previsti dalla legge, senza presentare un ricorso amministrativo presso il Tar del Lazio contro una decisione dei dirigenti del GSE che pare, oggi più di ieri, davvero inspiegabile.
Inoltre, il sindaco e il delegato ai rifiuti non hanno neanche pensato di chiedere aiuto a deputati e senatori del Partito Democratico per cercare di fare pressioni proprio su quegli stessi dirigenti del GSE, al fine di rendere pubblica la “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-GSE. Pensiamo, ad esempio, al senatore in carica in quota PD, onorevole Bruno Astorre, molto legato al sindaco Marini. Ma, non da ultimo, allo stesso Ministro allo sviluppo Economico, in carica ed in quota PD, Flavio Zanonato.
Una manchevolezza politica, amministrativa e giuridica, che grava come un macigno sull’operato dell’Amministrazione Marini e, in modo particolare, sul sindaco di Albano, Nicola Marini, sul consigliere delegato ai rifiuti, Luca Andreassi e sull’assessore all’ambiente, Claudio Fiorani.

domenica 2 giugno 2013

DANIELE CASTRI SU GSE E IL RUOLO DELL'EX MINISTRO SCAJOLA NELLA VERTENZA SULL'INCENERITORE

Il comitato No Inc è venuto finalmente in possesso delle carte del GSE che rivelano fatti molto interessanti sulla vicenda dell'inceneritore di Roncigliano...
Ascoltiamo cosa ci dice il responsabile legale del comitato No Inc Daniele Castri

   

 Di seguito ecco anche le dichiarazioni del Movimento 5 Stelle di Albano Laziale, giustamente orgogliosi, visto il merito che parlamentari e consiglieri regionali hanno nella vicenda, come ha sottolineato nel video Castri. 

14 mesi di attesa, dopo numerosi dinieghi rilasciati da parte del GSE (Gestore dei servizi elettrici) alle associazioni di zona, al sindaco di Albano Nicola Marini, ai Sindaci del bacino dei Castelli Romani e all'ex consigliere regionale Ivano Peduzzi, il coordinamento NOINC è ora in possesso della documentazione relativa alla convenzione preliminare stipulata tra il COEMA ed il GSE in merito agli incentivi CIP6 che verrebbero rilasciati all'impianto dell'inceneritore di Roncigliano. La documentazione in questione è giunta a seguito di 2 richieste di accesso agli atti, provenienti sia dal gruppo consiliare alla regione Lazio sia dal gruppo parlamentare alla camera del M5S
Era il 2 marzo scorso quando, i neo eletti del M5S alla camera dei deputati, Federica Daga, Carla Ruocco, Stefano Vignaroli, Adriano Zaccgnini, Alessandro di Battista, Massimo Enrico Baroni e alla regione, Silvana Denicolò, Davide Barillari, Gianluca Perilli e Valentina Corrado assunsero l'impegno davanti ai cancelli di Roncigliano mettendosi a totale disposizione della vertenza contro l'impianto d'Incenerimento e relativa discarica. Un primo passo. I primi documenti sono arrivati martedi 29 maggio, dopo l'incontro tenutosi in mattinata in via Maresciallo Pilsudski tra i legali interni al Gse, Silvia Blasi consigliere 5 stelle alla regione ed Emiliano Bombardieri, cittadino attivo 5 stelle di Albano, nel pomeriggio di mercoledi sono arrivati ulteriori documenti provenienti dalla richiesta dei deputati alla camera Federica Daga e Patrizia Terzoni,consegnati direttamente nelle mani di Daniele Castri, referente legale NOINC. Trattasi di documenti estremamente importanti ai fini della vertenza che il Coordinamento NOINC sta portando avanti dal lontano 2007. 
Il plico in formato cartaceo e digitale è ora al vaglio dello staf legale e tecnico del NOINC Stay tuned...

venerdì 22 febbraio 2013

Il Comitato NO INC al GSE UN INCONTRO CHE AVRÀ UN SEGUITO


Un folto gruppo di rappresentanti del No Inc, circa 100 persone,  si è trovata oggi in un sit-in/conferenza sotto la sede del Gestore del Servizio Elettrico.  Due funzionari a capo del GSE, ingegner Gerardo Montanino e avvocato Vinicio Vigilante, hanno ricevuto una delegazione del No Inc per un incontro che è durato circa un’ora e mezza.
 Il GSE non ha concesso l’accesso agli atti richiesto nei mesi scorsi, per ben quattro volte, dalle associazioni del No Inc, dal consigliere regionale Ivano Peduzzi, dal Comune di Albano ed, infine, dalla conferenza dei sindaci di bacino, i due funzionari hanno confermato ufficialmente che non hanno ancora sottoscritto la CONVENZIONE DEFINITIVA con il Co.E.Ma.. Richiesta di definizione della CONVENZIONE DEFINITIVA, come ormai noto, sollecitata il 14 febbraio scorso dall’Ufficio Rifiuti della Regione Lazio con un atto di diffida formale che richiede, tra le altre cose, anche di avviare il cantiere per la costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani entro e non oltre il prossimo 7 marzo, invita sia al GSE sia al Co.E.Ma.. CONVENZIONE DEFINITIVA che permetterebbe l’accesso alla contribuzione pubblica denominata CIP 6/92 per la costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani. I due funzionari hanno garantito, inoltre, che, ancora oggi, l’unica convenzione esistente tra il GSE ed il Co.E.Ma. è la famigerata PRELIMINARE stipulata nel giugno 2009. Hanno confermato, infine, che non è prevista, per il momento, la stipula di una CONVENZIONE DEFINITIVA.
É poi emerso che i due funzionari del GSE non hanno mai ricevuto dalla Regione Lazio copia di alcuni documenti. Si tratta, in particolare, dell’ordinanza di Marrazzo n. Z-0003 del 22 ottobre 2008, della D.I.A. Co.E.Ma. del 29 dicembre 2008, della sentenza del Tar del Lazio n. 36740/2010 , della sentenza del Consiglio di Stato n. 1640/2012 e dei due verbali (Aprile 2009 e Ottobre 2010) della Polizia Municipale di Albano che certificano come il cantiere per la costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani non è mai partito (per nostra fortuna, sottolinea castri del NO INC) e meno che mai entro la fatidica data del 31 dicembre 2008. Quindi sono state consegnate ai due funzionari i documenti suddetti che invalidano, ad avviso del comitato No Inc, la convenzione preliminare di giugno 2009 e, quindi, la validità stessa dell’atto e i due funzionari, accettando le copie informali, messe a disposizione dal No Inc, hanno richiesto che questi stessi atti vengano depositati in forma ufficiale lunedì prossimo.
Tra circa un mese seguirà un altro incontro.

mercoledì 20 febbraio 2013

IL SINDACO MARINI E IL DELEGATO ANDREASSI PARTECIPINO AL SIT-IN DI VENERDI' AL GSE - L'INVITO DI CARABELLA


Simone Carabella

Simone Carabella invita il sindaco Marini e il delegato ai rifiuti Andreassi a partecipare alla conferenza/sit-in sotto la sede del GSE

Ritengo indispensabile la partecipazione del Sindaco di Albano Nicola Marini e del delegato ai rifiuti Luca Andreassi, al Sit-In No-Inc in programma per venerdì prossimo 22 febbraio sotto la sede del GSE, che con la loro presenza attribuirebbero peso politico all’iniziativa e dimostrerebbero la vicinanza ai cittadini ed alle associazioni del territorio
.”
Nicola Marini e Luca Andreassi

L'Area Rifiuti della Regione Lazio spinge in maniera chiara e netta per la costruzione immediata dell'inceneritore di Albano, indicando anche una data limite, quella del 7 Marzo per l'avvio del cantiere.
Intanto Il GSE vieta alla conferenza dei Sindaci di bacino la possibilità di accedere ai documenti che permetterebbero, di fatto, di bloccare i fondi pubblici indispensabili per l’avvio del cantiere,scongiurando definitivamente la costruzione dell’ecomostro dei Castelli Romani.
Nella nota mandata al Sindaco di Albano, il GSE fa chiaramente riferimento al mancato ricorso al TAR che l’Amministrazione avrebbe potuto fare entro 30 gg (documento allegato) dal primo diniego, attribuendo tutte le responsabilità al Sindaco di Albano. ( L’unico in definitiva che avrebbe potuto accedere a quei documenti.)
La strada principale da percorrere per vincere in maniera definitiva la battaglia che da 5 anni portiamo avanti, e’ proprio quella di accedere ai documenti del gestore Nazionale di energia elettrica per bloccare i fondi cip6 (pubblici) destinati alla costruzione del mega inceneritore.
Proprio per questo (in vista del sit-in in discarica del 2 Marzo ) venerdì 22 Febbraio chiamiamo un' assemblea pubblica sotto gli uffici del GSE, in via Maresciallo Pilsudski n. 92 per le ore 10.00, confidando nell’assoluta buona fede dei dirigenti di questo ente pubblico ed essendo certi del fatto che nessuno si assuma la responsabilita’ di erogare denaro pubblico in maniera così “ leggera”.
Ritengo indispensabile la partecipazione del Sindaco di Albano Nicola Marini e del delegato ai rifiuti Luca Andreassi, che con la loro presenza attribuirebbero peso politico al Sit-in e dimostrerebbero la vicinanza ai cittadini ed alle associazioni del territorio.
Ne sono sempre più convinto, UNITI, VINCIAMO NOI. AD ALBANO NON SI PASSA.
Simone Carabella 




NO INC - CONFERENZA STAMPA SOTTO LA SEDE DEL GESTORE DEI SERVIZI ELETTRICI.


I cittadini hanno il diritto di sapere con quali soldi verrà costruito, se verrà costruito, l'inceneritore dei Castelli Romani. Il Gse potrebbe risolvere diversi interrogativi alle domande che porranno i rappresentanti del coordinamento No Inc.
PARTECIPARE É IMPORTANTE... NON DELEGARE.
Al termine del seguente comunicato ci sono tutti i prossimi appuntamenti del Comitato No Inc a cui siamo invitati per una massima partecipazione e condivisione.
COMUNICATO STAMPA
Venerdì 22 febbraio, a partire dalle ore 10.30, il comitato NO INC ha organizzato una Conferenza Stampa/sit-in sotto la sede romana del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), in Viale Maresciallo Pilsudski n. 92. Sono invitati a partecipare la stampa ed i cittadini. Il comitato intende presentare ai funzionari del GSE tutte le domande necessarie a capire se il monopolista dei rifiuti Manlio Cerroni, l’Acea e l’Ama, percepiranno indebitamente i 400 milioni di euro CIP-6 di fondi pubblici necessari a costruire l’inceneritore dei Castelli Romani, messi al bando dall’UE.”
Se quindi il prossimo 7 Marzo, come richiesto dall’Area Rifiuti della Regione Lazio, comincerà davvero il cantiere, sarà a spese dell’erario pubblico?
Il 14 gennaio scorso, la Regione Lazio ha inviato al Gestore dei Servizi Energetici, GSE, ed al Co.E.Ma. (di Cerroni, Acea ed Ama) una diffida ad avviare, entro e non oltre il prossimo 7 marzo, il cantiere per la costruzione dell’inceneritore dei Castelli Romani.
Un’ulteriore “pressione” che segue la recente determinazione regionale n. B-00266 del 29 gennaio con cui è stato approvato, in via definitiva, il nuovo crono-programma del Co.E.Ma. che scandisce i tempi di realizzazione dell’impianto brucia-rifiuti di Albano.
Tra l’altro, il 13 febbraio il GSE ha rifiutato, inspiegabilmente, per la quarta volta, una richiesta di accesso agli atti promossa dalla conferenza dei dieci sindaci di bacino. Richiesta relativa alla convenzione preliminare Co.E.Ma./GSE del giugno del 2009. Ovvero all’atto che pretenderebbe di scaricare sull’erario pubblico il costo della realizzazione dell’Inceneritore dei Castelli Romani, attraverso una forma di contribuzione statale denominata CIP-6/92, costituita dal 7x100 della bolletta elettrica, per un importo totale pari a circa 400 milioni di euro.
Alle richieste di accesso agli atti formulate prima dal comitato No Inc, poi dal consigliere regionale Ivano Peduzzi, in seguito dal Sindaco di Albano Laziale ed, ora, addirittura dalla Conferenza dei Sindaci di bacino, i funzionari del GSE oppongono una “fitta giurisprudenza” suggerita dal Co.E.Ma.. Eppure, come noto, la giurisprudenza - ovvero l’insieme delle sentenze passate in giudicato emesse dai Tribunali italiani - non costituiscono, nel nostro ordinamento giuridico, un vincolo neanche per i giudici, che sono “soggetti solo alla legge” (art. 101, 2° comma, Costituzione Italiana). La giurisprudenza (targata Co.E.Ma) costituisce forse un vincolo per i soli funzionari del GSE? E, soprattutto, cosa c’è, in quella convenzione preliminare Co.E.Ma/GSE, che i cittadini dei Castelli Romani e ben dieci Sindaci di bacino, non possono e non devono conoscere? Evidentemente qualcosa di molto importante se, in una lettera inviata al Sindaco di Albano Laziale Nicola Marini il 18 Luglio scorso, il dimissionario amministratore delegato della Pontina Ambiente di Cerroni, Ing. Francesco Rando, si mostrava fortemente risentito per l’accesso agli atti del Comune di Albano al GSE. Tanto da sospendere una transazione economica in corso col rischio di mandare in default il Comune di Albano.
Il 21 novembre 2012, tra l’altro, il Co.E.Ma. di Cerroni, di Acea ed Ama, ha richiesto, esplicitamente, l’intervento dell’Area Rifiuti della Regione Lazio per “convincere” il GSE a sottoscrivere, dopo la convenzione preliminare di giugno 2009, anche una convenzione definitiva. Perché questa indebita pressione? E, soprattutto, quali ostacoli sono stati riscontrati, fino ad oggi, dal GSE?
Unica certezza, per ora, è che la contribuzione CIP 6/92, per gli impianti di incenerimento come quello di Albano, è “scaduta” il 31 dicembre 2008, ad eccezione di quelli già in fase di cantierizzazione. E, come è ormai noto, il presunto avvio del cantiere Co.E.Ma. del 29 dicembre 2008, si fonda su un’ordinanza di Marrazzo (n. Z-0003 del 22 ottobre 2008) bocciata sia dal Tar del Lazio sia dal Consiglio di Stato (Sentenza del Tar del Lazio n. 36740/2010; Sentenza del Consiglio di Stato n. 1640/2012).
Allora, la stipula della convenzione preliminare Co.E.Ma./GSE di giugno 2009, ha avuto forse come presupposto il presunto inizio dei lavori di costruzione dell’Inceneritore dei Castelli Romani bocciato dal Consiglio di Stato?
E quali accertamenti sono stati eseguiti dal GSE per verificare il reale inizio delle attività di costruzione dell’Inceneritore entro e non oltre la data del 31 dicembre 2008?
Ed infine, il GSE, controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, si è piegato forse alla “pressioni” del Co.E.Ma del monopolista dei rifiuti della Regione Lazio, Manlio Cerroni, di Acea e di Ama?
Per porre ai dirigenti del GSE tutte queste ed anche altre domande, venerdì prossimo, 22 febbraio, a partire dalle ore 10,30, il NO INC ha organizzato una Conferenza Stampa/Sit-In, sotto la sede romana del Gestore dei Servizi Energetici, in Viale Maresciallo Pilsudski, 92.
Crediamo, in ogni caso, sia necessario che il Sindaco di Albano, Nicola Marini, proceda velocemente con l’adempimento delle richieste avanzate, ormai da mesi – e ribadite anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale di lunedì 4 febbraio - dal comitato No Inc, ovvero:
  • Che si richieda alla Regione Lazio di avviare, con estrema urgenza, il procedimento di riapertura, revisione ed annullamento dell’Autorizzazione Ambientale relativa all’Inceneritore dei Castelli Romani, come previsto dall’art. 9 della Legge n. 59/2005.
  • Che venga convocata, come indicato, recentemente, dalla Regione Lazio, una conferenza dei servizi sul tema caratterizzazione geologica ed idrogeologica della discarica di Roncigliano, e si richieda alla società Pontina Ambiente di Cerroni di mettere a disposizione dell’Amministrazione comunale i dati relativi alle analisi svolte nei mesi scorsi dal CNR nei pozzi interni al noto sito di smaltimento dei rifiuti indifferenziati, in modo di avere immediata conoscenza dello stato delle falde acquifere locali.
  • Convocazione di un consiglio comunale straordinario aperto alla partecipazione della cittadinanza per discutere del tema dell’avvio del cantiere per la costruzione dell’inceneritore dei Castelli Romani.
I prossimi appuntamenti No Inc a cui è invitata a partecipare tutta la cittadinanza:

- VENERDÌ PROSSIMO 22 FEBBRAIO 2013, ORE 10,30, DAVANTI LA SEDE DEL GESTORE DEL SERVIZIO ELETTRICO, GSE, VIALE MARESCIALLO PILSUDSKI N. 92, CONFERENZA STAMPA/SIT-IN
- Giovedì 28 febbraio, ore, 18,00, sala Vespignani, adiacente al museo civico, Albano Laziale, assemblea pubblica.
- Venerdì 1 marzo, ore 18,00, sala circoscrizionale di Cecchina, via Rocca di Papa n. 65, assemblea pubblica.
- Sabato 2 marzo, ore 08,00 – 14,00, Sit-In/Assemblea pubblica davanti l’ingresso della discarica di Albano, via Ardeatina Km 24,650.
- Sabato 6 aprile, CORTEO NO INC!

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