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mercoledì 11 febbraio 2015

Albano Laziale, Assemblea Pubblica - CHIUDERE E METTERE IN SICUREZZA LA DISCARICA DI RONCIGLIANO

I controlli 2014 di Arpa Lazio su impianti e invasi della discarica intercomunale di Roncigliano della Pontina Ambiente dell’inquisito Manlio Cerroni, benché parziali, hanno accertato un livello incredibile di violazioni delle prescrizioni previste nell’Autorizzazione Integrata Ambientale del 2009.
E’ l’ennesima conferma delle nostre ripetute denuncie. Gli effluvi maleodoranti che si diffondono intorno alla discarica, l’inquinamento crescente delle acque di falda, gli effetti micidiali sulla salute dei residenti, erano e sono la conseguenza diretta della gestione criminale dell’intero impianto.
Non c’è una sola attività della discarica che sia risultata “normale”.
Rifiuti classificati come “non pericolosi” senza fare le analisi.
Smaltimento di rifiuti non autorizzati.
Mancate relazioni sui quantitativi in entrata-uscita dal TMB.
Porte e finestre aperte, anziché chiuse e in depressione. Libera uscita di puzze e veleni.
VII° invaso con due enormi laghi di acque stagnanti.
Mai monitorate le emissioni dei sei vecchi invasi.
Sistemi di captazione delle acque, del percolato e del biogas irregolari.
Per il terzo anno consecutivo trovato l’idrocarburo cancerogeno 1,2-diclorometano nell’acqua del pozzo F1B a valle della discarica, quattro volte il limite di legge.
L’acqua in uscita dal depuratore e destinata al fosso è fuori limiti per Solidi Sospesi, ferro, alluminio.
L’acqua in arrivo dal ruscellamento dei vecchi invasi è una miscela esplosiva: fuori limite Solidi Sospesi, ferro, alluminio, BOD5, COD, piombo, rame, Idrocarburi totali.
Fuori limite gli ossidi di azoto NOx emessi al camino dagli impianti di combustione della Marco Polo Engineering. (ennesima dimostrazione di quanto sono innocui gli impianti a biogas)
Adesso sappiamo da dove viene il ferro e altri metalli pesanti trovati in falda. Altro che “origine naturale”.
Mentre il sindaco del Comune di Albano riconvoca, dopo un letargo di un anno, una Conferenza dei Servizi ad oggi inconcludente, la Regione Lazio, ricevuto il dossier esplosivo dell’Arpa, anziché disporre la chiusura immediata per disastro ambientale e gestione illegale di tutto il complesso di Roncigliano, invia alla P.A. alcune prescrizioni per adeguare impianti e invasi entro un mese.
Delegato ai rifiuti Andreassi e sindaco Marini sono soddisfatti!!!!!!
Ci prendono per il culo. In trenta giorni i soldatini di Cerroni dovrebbero rimediare al disastro irreversibile provocato in decenni. Non accadrà mai.
L’UNICA SOLUZIONE È CHIUDERE E AVVIARE IMMEDIATAMENTE LA BONIFICA DEI SITI.
Sta a noi continuare con più vigore la mobilitazione fino alla chiusura. Partecipiamo numerosi

all’ASSEMBLEA PUBBLICA - VENERDI’ 20 FEBBRAIO 2015 - ORE 17,30
SALA GIUNTA – PALAZZO SAVELLI - COMUNE di ALBANO
CONFERENZA DEI SERVIZI GIOVEDI’ 5 MARZO - ORE 12

PALAZZO SAVELLI - COMUNE di ALBANO

lunedì 27 ottobre 2014

STORICA ORDINANZA DELLA PRIMA SEZIONE DEL TRIBUNALE PENALE DI PIAZZALE CLODIO DI ROMA.

Importanti novità dal processo che vede imputato Manlio Cerroni Leggiamo e facciamo leggere il comunicato diffuso dal No Inc

Finalmente tutti i cittadini potranno ascoltare ciò che dicevano al telefono e di persona gli amministratori e funzionari pubblici infedeli che flirtavano col “sistema Cerroni”.”
Procede il “processo (a rito immediato) Cerroni”. Martedì 25 novembre la settima udienza.

Si è tenuta mercoledì scorso 22 ottobre alle ore 9,30 in punto, al piano-terra della palazzina A del Tribunale penale di piazzale Clodio di Roma, la sesta udienza del “processo (a rito immediato) Cerroni”.
Ad Albano, certi politici aspiranti amministratori straparlano, accecati dal riflesso della propria immagine. Gli amministratori pubblici tacciono di fronte ad evidenze gravi ed allarmanti per la salute dei cittadini. E i pennivendoli scrivono, a mezzo stampa e sui social network, davvero di tutto, fuorché la realtà dei fatti.
nella foto alcuni dei cittadini che dall'inizio lottano con il No Inc
contro l'inceneritore, per la bonifica della discarica di Roncigliano
 e per una migliore gestione dei rifiuti 
Ma in realtà, la prima sezione del collegio penale di Roma, presieduta dal dott. Giuseppe Mezzofiore, ha emesso alle ore 17,00 in punto, dopo oltre 6 ore di camera di consiglio, una ordinanza storica che ha decretato che tutte le intercettazione telefoniche e registrazioni ambientali effettuate dalle procure di Velletri e Roma dal 2008 al 2013, relative all’inceneritore di Albano ed al VII invaso della discarica di Roncigliano, rispettano i termini di legge e potranno essere utilizzate nel “processo (a rito immediato) Cerroni”, in pieno e veloce corso di svolgimento.
Finalmente, tutti i cittadini potranno ascoltare, con dovizia di particolari, cosa dicevano al telefono e di persona gli amministratori e funzionari pubblici che flirtavano col “sistema Cerroni”. A cominciare, certo, dall’ormai celeberrima intercettazione in cui (secondo il P.M. Alberto Galanti e il G.I.P. Alessandro Battistini) l’avvocato del Gruppo Cerroni, Avilio Presutti, avrebbe letteralmente “dettato” all’ex Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo l’ordinanza fuorilegge n. Z-0003 del 22 ottobre 2008, poi bocciata sia dal Tar Lazio sia dal Consiglio di Stato. Ordinanza necessaria a garantire, costi quel che costi, il mezzo miliardo di euro di soldi pubblici CIP 6 necessari al Coema - targato Cerroni, Acea ed Ama - per costruire l’Inceneritore più grande d’Europa a spese dell’erario pubblico.

In buona sostanza, il lavoro portato avanti dagli inquirenti ed investigatori delle Procure di Velletri e Roma era ed è tutto assolutamente corretto. Bravi, mille volte bravi. A tutti loro, va il plauso dell’intera comunità dei Castelli. Prossimo appuntamento del “processo Cerroni” per martedì 25 novembre ore 09,30, aula 3 palazzina B, per la settima udienza. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.  

lunedì 28 aprile 2014

1° Maggio a 5 Stelle ad Albano Laziale

Se di 5 stelle si tratta, non c’è stella più importante di quella legata all’ambiente, il che vuol dire salute ed anche lavoro. Occorrono costanza e coerenza nella lotta per la tutela di una stella che i cittadini di Albano conoscono bene: contro l’impianto d’Incenerimento di Albano, contro il SISTEMA Cerroni, contro l’avvento del Biogas, contro la cementificazione del territorio, contro l’elettrosmog,  a difesa di un luogo simbolo dei Castelli Romani, come il lago Albano, tra le prime  vittime del disastro ambientale in corso.
Piazza Pia ad Albano Laziale

Il prossimo 1° maggio sarà una lunga  giornata ad Albano laziale. Sarà la giornata del Lavoro, il lavoro che i cittadini di Albano hanno portato avanti in questi anni e che proseguirà nei prossimi, fin quando ci saranno cittadini e territori da difendere.

Appuntamento alle ore 10 a Piazza Pia per dirigersi poi verso un luogo simbolo di Albano laziale, per una operazione civica di ripulitura; alle ore 13,30 circa è previsto il pranzo a 5 stelle nella tipica tradizione castellana, (fave, pecorino, ma non solo, anche altre  degustazioni rigorosamente a km 0). 
Alle ore 18 poi, di nuovo tutti a Piazza Pia, insieme ai portavoce 5 stelle in Parlamento (“strumento in mano ai cittadini”) Federica Daga, Alessandro di Battista e Stefano Vignaroli, daremo il via al dibattito pubblico. Sarà il momento anche dei saluti delle realtà pentastellate che hanno contribuito alla  organizzazione della giornata: avremo anche occasione di conoscere gli Eurocandidati 5 stelle alle prossime Europee, tra cui Dario Tamburano e Giovanni Ghirga.


i deputati Federica Daga, Stefano Vignaroli, Alessandro Di Battista
La battaglia contro l’impianto d’Incenerimento di Albano è stata solo una battaglia vinta.  Molte altre ce ne saranno da combattere con tenacia. In questi anni ad Albano ci sono stati cittadini e cittadine, quindi persone, coinvolte in prima linea nel e con il Movimento NOINC ed altre associazioni a difesa del territorio. Obiettivi comuni, unione nel fare, condivisione delle competenze e messa a disposizione delle esperienze possono far sì che si costruisca un metodo che non guarda alle bandiere, ma guarda dritto agli occhi delle persone come la storia dei Movimenti dovrebbe insegnare. Anche di questo parleremo il prossimo 1 Maggio ad Albano laziale.

venerdì 11 aprile 2014

Elena Fattori, senatrice M5S, scrive una "Lettera aperta a Nicola Zingaretti"

Dalla senatrice Elena Fattori riceviamo questa lettera aperta rivolta al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti

Gli scheletri nell'armadio ballano la Samba. Questo è il
la senatrice Elena Fattori con Davide Barillari
capogruppo  M5S alla Regione Lazio
messaggio che la Giunta Regionale di Zingaretti sta lanciando, in un groviglio di indagati e condannati che fa spavento. Tutto cambia affinchè nulla cambi, come non cambiano nemmeno gli assessori della giunta Regionale del Lazio, una volta rinviati a giudizio o evidentemente implicati. Presidente Zingaretti, è inammissibile che due settori come Rifiuti e Sanità abbiano come amministratori Civita (PD), intercettato in telefonate benevolenti con l'arrestato Manlio Cerroni relative alla gestione dei rifiuti dell'avvocato, e D'Amato (Comunisti Italiani) oggi a processo per frode nei confronti della Regione. La Sanità laziale versa in gravissime condizioni con uno spostamento evidente degli interessi economici e degli investimenti dal settore pubblico a quello privato, senza parlare del buco enorme di miliardi di euro che le diverse gestioni ci hanno lasciato in eredità. Come possiamo pensare che una persona processata per frode verso la sua stessa istituzione possa fungere da garante del sistema sanitario regionale? Come possiamo pensare che chi fa gli accordi col monopolista Cerroni operi nell'interesse dei cittadini? Dall'inizio della Sua legislatura già tanti, troppi, sono i casi di consiglieri e amministratori implicati in vicende tutt'altro che edificanti, denotando un continuum politico che ci ha regalato personaggi come Fiorito e affini. La invitiamo dunque a voler sospendere dalle proprie funzioni i suddetti Civita (che non risulta indagato) e D'Amato, almeno finchè non abbiano chiarito le proprie posizioni rispetto la legge e i cittadini, che, viste le vicende giudiziarie e le relazioni personal politiche con una rete che gestiva criminosamente il ciclo dei rifiuti, vengono amministrati da persone che non godono del requisito minimo per una gestione rivolta alla collettività: la fiducia. Il momento di crisi economica e sociale ha bisogno di svolte reali e non più di giochi di potere imposti da forze estranee al sostrato cittadino che favoriscono sacche di voto in maniera non sempre lecita. Giriamo costantemente i presidi ospedalieri; riceviamo centinaia di richieste e di segnalazioni di malfunzionamento sia amministrativo in seno alle ASL, sia nell'erogazione del servizio sanitario; riceviamo accorati appelli da lavoratori precari non rinnovati in una situazione di carenza di personale; molte sono le persone che ricorrono al Pronto Soccorso a causa dei cattivi odori provenienti dalle discariche di Cerroni. Se non ritiene che queste persone siano degne di una politica corretta allora lasci al loro posto gli assessori Civita e D'Amato, se invece deciderà finalmente di rivolgere l'attenzione verso chi le ha consentito di salire alla Presidenza della Regione Lazio, allora si assuma le Sue responsabilità rispetto alle persone che Le sono state imposte dai partiti della Sua maggioranza o che ha liberamente nominato come fiduciari.

Sen. Elena Fattori

mercoledì 5 febbraio 2014

La Senatrice Elena Fattori chiede di verificare tutte le discariche riconducibili a Cerroni. Il Governo non risponde e nel frattempo affiorano rifiuti speciali a Malagrotta!

A gennaio la senatrice di Genzano Elena Fattori (M5S) ha depositato un'interpellanza urgente in seguito all'arresto di Manlio Cerroni (leggi QUI il testo) dove si chiede quali iniziative nell'ambito delle proprie competenze il Governo intenda adottare ed in quali tempi, affinché si giunga ad una puntuale verifica della situazione ambientale e sanitaria del sottosuolo delle discariche che riconducono agli arrestati e a Manlio Cerroni; se intenda intervenire, in riferimento ai poteri sostitutivi e alla Conferenza Stato-Regioni, per avviare la caratterizzazione idrogeologica di tutte le discariche in questione.

Scrive la senatrice sul suo profilo facebook che il Governo Letta fin ora si è ben guardato dal rispondere.

Vedi l'intervento di Elena Fattori in Senato

 Eppure le vicende di cronaca, anche quelle più recenti, parlano di episodi incredibili, veri disastri ambientali, come quello accaduto a Malagrotta e denunciato dal parlamentare Stefano Vignaroli 

Vedi il servizio del Tg5

martedì 21 gennaio 2014

RIFIUTI LAZIO: FERMARE IL MALAFFARE SI PUO’ E SI DEVE.

Come superare il “metodo Cerroni” e le infiltrazioni criminali  nella gestione dei rifiuti nel Lazio.

così un cittadino di Ariccia ha reagito alla
notizia dell'arresto di Manlio Cerroni
Un vero tsunami quello che, partendo dalla Procura di Roma, si è abbattuto sul sistema politico-imprenditoriale che per circa 40 anni ha gestito lo “smaltimento dei rifiuti” nella capitale e nell’intera Regione Lazio.
Chiunque si appresti a ragionare su quanto è accaduto, non può non riconoscere ampio merito ai Comitati di Albano che nel 2009 si rivolsero agli inquirenti della Procura di Velletri presentando un circostanziato esposto-denuncia contro le “disinvolte” procedure tecnico-amministrative seguite dalle Amministrazioni per autorizzare quello sarebbe dovuto diventare il grande inceneritore di rifiuti dei Castelli.
Ciò che lentamente emergeva dalle indagini avviate dalla Procura velletrana, che come riferiscono gli inquirenti è risultata per fortuna essere autonoma dal controllo operato attraverso il “metodo Cerroni”, apparve ai Pubblici Ministeri di così ampia rilevanza con il coinvolgimento di numerose Istituzioni aventi sede nella capitale, da rendere necessario il trasferimento degli atti alla Procura di Roma.
Ripetuti sono stati i tentativi di sabotare le indagini dei P.M., ma deve far riflettere che “qualcuno” è addirittura arrivato a “far sparire” il fascicolo con la richiesta di arresto per gli indagati dalla sede degli uffici di piazzale Clodio.
È chiaro che, ad un certo punto delle indagini, nessuno si è più potuto “voltare dall’altra parte” come era accaduto più volte in passato quando si tendeva a derubricare l’insieme di quei reati come necessari per una non meglio definita “pubblica emergenza”.
Ferdinando Bonessio
Da non sottovalutare che, con il trasferimento a Roma delle indagini, la Procura ha potuto riscontrare l’attendibilità e la veridicità dei tanti esposti presentati dal Comitato Malagrotta prima e, successivamente, dagli altri Comitati sorti a difesa del proprio territorio.
Ora ci si trova davanti a un bivio.
Da una parte vi è il rischio di consentire al “malaffare” di risorgere dalle proprie ceneri e ricostituirsi come soggetto pronto a rientrare nel grande affare dei rifiuti continuando una criminale speculazione economica e un reiterato attacco all’ambiente ed alla salute dei cittadini.
Dall’altra vi è la clamorosa opportunità di cambiare veramente registro, di intraprendere la via di un modello sostenibile nella “gestione dei rifiuti” di Roma e del Lazio realmente lecito, trasparente e partecipato.
Di fronte a questo bivio ci siamo tutti: i cittadini, i comitati, le associazioni, le forze politiche e le istituzioni a livello comunale, provinciale e regionale.
I primi, i cittadini e le rappresentanze territoriali, dovranno compiere un grande sforzo di coesione comprendendo che esiste ormai un’unica “vertenza rifiuti Lazio” dalla quale si esce vincitori tutti insieme o si perde tutti, trascinando nel disastro anche le prossime generazioni e le comunità locali.
I secondi, forze politiche ed Istituzioni, debbono iniziare realmente a mettersi, senza alcun ulteriore ritardo, dalla parte della difesa dei “beni comuni” che in questo caso sono rappresentati dalla irrinunciabile salvaguardia dell’ambiente e dalla tutela della salute dei cittadini.
La partita non è semplice; il malaffare è pronto a riprendersi le redini di quello che con l’attuale impostazione del vigente Piano Regionale Rifiuti rimane il grande business dei rifiuti.
Il metodo è ormai chiaro e ripetutamente denunciato dai Comitati: si tiene basso o comunque lento e complicato il crescere della raccolta differenziata porta a porta, si sceglie di puntare su impianti a ad “alto costo economico” e ad “alto impatto ambientale” come i TMB e gli inceneritori (molti di proprietà privata), si cerca una mega-discarica, ipocritamente chiamata “di servizio”, si sostiene il tutto con gli enormi “incentivi statali” a fondo perduto di cui beneficia chi in Italia (unico Paese in Europa) produce corrente elettrica dalla combustione dei rifiuti.
Da aggiungere che questo quadro sembrerebbe essere ulteriormente confermato dalla nuova scelta delle Amministrazioni laziali di puntare sugli impianti di “Biodigestione”. Questi altro non sono che centrali elettriche a biogas anch’esse sostenute dal sistema degli incentivi statali che veicolano enormi flussi di denaro.
Poco importerà alla collettività se a riprendere l’attuazione di questo scellerato piano sarà nuovamente un risorto Cerroni od un altro imprenditore romano senza scrupoli che, dalle pagine di un noto quotidiano di sua proprietà, attualmente inveisce contro tutto e tutti pronto a scendere in campo per la sostituzione.
Quello a cui si deve puntare senza se e senza ma, cittadini e istituzioni insieme, è un vero cambio di passo sulla gestione dei rifiuti che tolga definitivamente di mezzo l’attuale metodo di “smaltimento” ad insostenibile impatto ambientale e con esso l’interesse del “malaffare” per quello che è un sistema drogato dagli enormi proventi economici generati dalla proprietà privata degli impianti e dall’accaparramento degli incentivi pubblici.
Bisogna ricordare che il Governo, attraverso il GSE, era pronto sostenere la realizzazione dell’inceneritore di Albano con quasi 400 milioni di Euro. Un’immensa massa di denaro pronta ad accendere gli interessi di affaristi, imprenditori senza scrupoli e classe politica.
Ora, visto che anche dalla proposta del nuovo piano regionale rifiuti è stata cancellata la necessità di realizzare l’inceneritore dei Castelli, tutti dovremmo chiedere che lo Stato riversi quei finanziamenti già accantonati per realizzare un’impiantistica del tutto nuova.
Si tratterebbe di una serie di impianti a medio-basso costo, con un impatto ambientale senza dubbio inferiore e ad alto livello occupazionale che renderebbero il Lazio autosufficiente nella lavorazione dei materiali provenienti dalla raccolta differenziata.
La stessa AMA dovrebbe rilanciare il proprio “piano industriale” puntando a diventare leader nella raccolta differenziata di qualità e titolare di impianti per la lavorazione freddo dei materiali riciclati da riciclare.
È solo da un rifiuto differenziato di qualità, raccolto con il coinvolgimento attivo di tutta la popolazione, che si troverebbero le risorse economiche adeguate a sostenere industrialmente un sistema che veramente considera il rifiuto come una risorsa da recuperare e non come uno scarto da conferire in discarica od un combustibile da trasformare in energia.
Le Amministrazioni pubbliche dovrebbero rivalutare nella gestione virtuosa dei rifiuti il ruolo strategico che potrebbero avere le piccole e medie imprese del Lazio nonché il settore delle cooperative avendo come obiettivo quello di contribuire a rilanciare l’occupazione ed a spazzare via qualsiasi nuova forma di monopolio nel settore.
Mai più mega-discariche private, altrettanto dannose e quasi impossibili da bonificare, ma l’adozione da parte della Regione di un progetto di gestione rifiuti che vada verso la strategia Rifiuti Zero in 6 mosse concrete:
1)   Riduzione della produzione di rifiuti;
2)   Riuso di tutti i beni ed i materiali recuperabili;
3)   Raccolta differenziata spinta porta a porta domiciliare o condominiale contestuale ed obbligatoria per tutti i comuni del Lazio;
4)   Realizzazione di impianti a freddo per la lavorazione finalizzati al massimo recupero dei materiali e della frazione organica (compostaggio aerobico) provenienti dalla Raccolta differenziata;
5)   Sostegno alla creazione di una rete di centri dedicati al riciclo dei materiali recuperati.
6)   Individuazione, attraverso la partecipazione e la responsabilizzazione delle comunità locali di aree dove collocare piccole “discariche residuali”.



È inoltre necessario inserire come elemento importantissimo nella strategia da perseguire la disincentivazione di tutte le forme di incenerimento dei rifiuti (CDR e CSS), attualmente utilizzabili anche negli altiforni dei cementifici e delle centrali termoelettriche.
Tale scelta va presa anche in considerazione del fatto che l’intera Europa sta ormai abbandonando progressivamente questa pratica (la UE nelle nuove linee strategiche ambientali ha approvato il divieto dal 2020 di incenerire qualsiasi rifiuto riciclabile).

Solo partendo dalla condivisione di una proposta così articolata che parta dalle scelte strategiche sopra indicate, sicuramente da approfondire e migliorare, si può pensare per il Lazio ad una gestione dei rifiuti organizzata nell’interesse diffuso dei cittadini, definitivamente sottratta ai signor Cerroni di turno o ai loro pronti e rapaci eredi.
NANDO BONESSIO Presidente Verdi Lazio

mercoledì 15 gennaio 2014

"Sono un benefattore" disse di se Cerroni. Dal M5S interpellanza: Evitare una nuova Terra dei Fuochi


Sono stati interrogati l'ex presidente della Regione Lazio Bruno Landi e Manlio Cerroni, proprietario delle discariche di Malagrotta, Albano e di altri impianti. Landi ha respinto ogni accusa mentre Cerroni ha ripetuto ciò che gli piace dire ormai da tempo di se stesso: "Ho salvato Roma dal caos rifiuti", "Mi dovrebbero fare un monumento" e via dicendo.


Sono ormai in pochi a credere alle parole del signore della mondezza, anzi in molti sono davvero preoccupati, a cominciare dalle persone che vivono da anni in prossimità delle sue discariche e dei quali fin ora si sono occupati seriamente soltanto i comitati di cittadini, a cominciare dal Comitato No Inc, le cui battaglie sono state importanti anche per i giungere ai risultati eclatanti di questi giorni. 
E dal Movimento 5 Stelle la Senatrice Elena Fattori ha presentata una interpellanza rivolta al premier Enrico Letta e ai ministri Andrea Orlando, Beatrice Lorenzin e Flavio Zanonato chiedendo che venga monitorato lo stato del sottosuolo delle discariche di Cerroni per evitare che qui nel Lazio possa replicarsi la triste esperienza della Campania con la Terra dei Fuochi.

Di Seguito il testo del comunicato stampa della Senatrice Fattori:
Elena Fattori


Dopo l'arresto di Cerroni il Governo verifichi lo stato del sottosuolo delle sue discariche per evitare una "Terra dei Fuochi" nel Lazio
L'arresto di Cerroni è solo l'inizio e non deve assolutamente essere il fumo negli occhi per rimanere inermi di fronte al problema della gestione del ciclo dei rifiuti. Proprio per questo motivo oggi è stata presentata una interpellanza rivolta al Presidente del Consiglio Enrico Letta, al Ministro dell'ambiente Andrea Orlando , al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin e al Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato,  un'interpellanza (2-00108 pubblicata il 14 gennaio 2014 - http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=734920) che chiede sostanzialemtne che tutti i siti coinvolti nel giro d'affari di Cerroni, vengano analizzati zolla per zolla.
clicca per ingrandire e leggere il testo
Tutti gli apparati Regionali preposti si sono dimostrati inadeguati e inquinati nei loro esponenti di gestione e controllo, per questo motivo nell'atto si fa riferimento  al potere sostitutivo dello Stato che, vista anche la situazione della Terra dei Fuochi che probabilmente poco differisce da quella del Lazio, oggi è in dovere di garantire la salute pubblica e una corretta e virtuosa gestione del ciclo dei rifiuti.
Le dichiarazioni recenti del pentito di Camorra, Carmine Schiavone, hanno portato alla luce come le organizzazioni criminose pochi scrupoli si facevano nel sotterrare rifiuti tossici, mortali nel lungo periodo per le persone, nominando altresì anche la discarica di Borgo Montello, gestita dal braccio destro di Cerroni ed ex Presidente della Regione Lazio, Bruno Landi.
Gli accadimenti di questi giorni, il cui plauso va anche e soprattutto ai comitati di cittadini che da anni lottano senza sosta per vedere i propri diritti rispettati, fanno sospettare e temere danni sociali irreparabili se non fermati in tempo. Questo anche alla luce di quella patina di silenzio che si è per noi sostanziata col diniego di visita presso la discarica di Roncigliano e la mancata discussione della mozione che richiedeva le dimissioni del commissario straordinario ai rifiuti di Roma e Provincia,Goffredo Sottile, pur avendo tutte le credenziali per la procedura di urgenza.
"Ora mi spiego come mai il Senato non ha discusso la nostra mozione su Sottile. Probabilmente si temeva di dover scoperchiare il vaso di Pandora." Dichiara la cittadina 5 Stelle in Senato Elena Fattori, prima firmataria dell'interpellanza e della mozione, che aggiunge:" Ora c'è la necessità di sapere cosa c'è sotto le discariche e quali rifiuti realmente trattassero, oltre a capire quali altri soggetti si aggirano nel business della monnezza. Mi auguro che da parte del Presidente del Consiglio venga tirata via questa alea di omertà e si vada fino in fondo, lo dico soprattutto da madre di famiglia che vive nei pressi di una delle discariche di Cerroni".
Nel tempo gravi sono stati i ritardi nella pubblicazione dei dati ARPA su Roncigliano che sembrano nemmeno esistere per quanto riguarda il 2012 (eseguita richiesta di accesso agli atti con risposta da parte del commissario straordinario , avvocato Carrubba, che promise quelli del 2013 ancora però non pervenuti) e mai è stata effettuata la caratterizzazione idrogeologica del sito. Supponiamo che nemmeno nelle altre discariche tali procedure, dovute, siano state effettuate e con una classe politica coinvolta a livello regionale, gli ostacoli sembrano molti. Il Governo prenda in mano la situazione.

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...