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venerdì 14 giugno 2013

SULL'INCENERITORE LA PAROLA PASSA AL MINISTRO ZANONATO E IL NO INC CHIEDE UN INCONTRO URGENTE



Dal Comitato NO Inc riceviamo e volentieri pubblichiamo (CLICCA, nell'articolo, SUI LINK DOC1 DOC2 DOC3 DOC4 DOC5, sono attivi e mostrano i documenti di cui si parla nel comunicato stampa).

IL MINISTRO FLAVIO ZANONATO
La famigerata “convenzione preliminare Coema-GSE” è finita, su impulso dei dirigenti del G.S.E., tra le mani dell’attuale Ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato e della Dott.ssa Rosaria Fausta Romano, Direttrice generale della Direzione per le Energie Rinnovabili per conto del Ministero, che presto dovranno decidere se annullarla o rinnovarla.”
Per conoscere nel dettaglio quali iniziative il Ministero per lo Sviluppo Economico ha intenzione di prendere a proposito, il comitato No Inc ha richiesto, proprio stamattina, un incontro urgente col Ministro in carica Flavio Zanonato, con la dirigente del settore Rinnovabili Rosaria Fausta Romano, col Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e con l’Assessore Regionale ai rifiuti Michele Civita.”
Domenica prossima 16 giugno, dalla mattina alle 9,00 a seguire fino a tarda serata, presso il Centro Sportivo O.K. Club di Cancelliera, giornata di mobilitazione, gioco e divertimento per raccogliere fondi a sostegno delle iniziative No Inc. Tutta la cittadinanza è invitata a partecipare.”
Neanche il tempo di archiviare i preziosi dati contenuti nella ”convenzione Coema-GSE” di giugno 2009 (doc. 1), che nuove e minacciose nubi si addensano di nuovo attorno al progetto di costruzione dell’impiantobrucia-rifiuti più grande d’Europa.
Il Consorzio Coema (Pontina Ambiente srl di Manlio Cerroni, Acea ed Ama), difatti, sta portando avanti da mesi interi una vera e propria attività di “pressing asfissiante” sui dirigenti del Gestore del Servizio Elettrico, GSE (doc. 2, doc. 3, doc. 4). Con lo scopo di ottenere, nonostante i termini di legge siano ampiamente scaduti, un “aggiornamento” della ormai rinomata convenzione. Ovvero una “nuova” convenzione che, in sostanza, cancelli quella divenuta pubblica appena pochi giorni fa, e permetta in ogni caso al consorzio Coema di accaparrarsi, costi quel che costi, l’accesso ai fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi.
Come ricorderete, difatti, i fondi pubblici per la costruzione e gestione degli impianti brucia-rifiuti sono stati definitivamente messi al bando, per nostra fortuna, dalla U.E.. L'unica eccezione prevista riguardava gli impianti di incenerimento “cantierizzati” entro e non oltre il limite ultimo del 31 dicembre 2008. La “convenzione preliminare” Co.E.Ma.-G.S.E. del giugno 2009, venne stipulata sul presupposto di una “cantierizzazione” avvenuta il 29 dicembre 2008, sulla base dell’ordinanza di Marrazzo n. Z-0003 del 22 Ottobre 2008.
Cantierizzazione, tuttavia, assolutamente fittizia, in quanto consistente nella sola “posa di una rete metallica per la recinzione del lotto di terreno interessato”, come del resto certificato e verbalizzato dalla Polizia Municipale di Albano. La cantierizzazione, difatti, ha inizio secondo la legge solamente con “l’avvio delle attività di escavazione”. Ma in ogni caso, l’ordinanza di Marrazzo e la successiva Dichiarazione di Inizio Attività, la D.I.A. del Coema, sono stati annullati definitivamente dalla sentenza del Consiglio di Stato di marzo 2012 (n. 1640 del 22 marzo 2012).
Come se ciò non bastasse, un ulteriore verbale della Polizia Municipale di Albano, di ottobre 2010, rappresenta la prova che l’attività di cantierizzazione, di fatto, non ha mai avuto luogo entro il termine ultimo imposto dalla U.E.: “nessuna attività ediliziaè quanto viene dichiarato espressamente nel verbale. Lo dimostra, del resto, oltre ogni ragionevole dubbio, ancor di più, lo stato attuale dei terreni accanto al VII invaso, dove dovrebbe sorgere il contestatissimo inceneritore, dove si espande un’immensa e intonsa distesa di erba verde.
Questa “convenzione Coema-GSE” di giugno 2009 è finita ora (doc. 5

), su impulso dei dirigenti del G.S.E. - stanchi, probabilmente, di essere “tirati per la giacchetta” - tra le mani dell’attuale Ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato, e della Dott.ssa Rosaria Fausta Romano, Direttrice generale della Direzione per le Energie Rinnovabili per conto del Ministero.
Proprio il Ministro Flavio Zanonato dovrà decidere, molto presto, se indicare ai dirigenti del GSE di annullare, senza appello, la vecchia “convenzione preliminare Coema- GSE” di giugno 2009 o se, viceversa, avallare la stipula di una nuova (?!) convenzione in favore del Coema accettando così, di fatto, di considerare tutto il tempo trascorso sino ad ora, ben oltre il limite massimo imposto dalla legge europea e nazionale, una “causa di forza maggiore”, come pretenderebbe il consorzio guidato dal monopolista dei rifiuti Manlio Cerroni. “Causa di forza maggiore” determinata dall’ostinata opposizione all’impianto di incenerimento del Comitato No Inc e delle Amministrazione Comunali di bacino.
Oltre al danno, sarebbe questa una beffa per l’intera comunità dei Castelli Romani.
Il Ministro Flavio Zanonato ha quindi, in questo momento, la possibilità di annullare definitivamente l’uso dei fondi pubblici CIP-6 e Certificati Verdi per la costruzione e gestione dell’Inceneritore di Albano, nel pieno rispetto delle normative Europee e nazionali. Un’occasione davvero unica di mettere la parola fine a questo brutto pasticciaccio di Roncigliano.
Proprio per questo, il comitato No Inc ha richiesto, stamattina, un incontro urgente al Ministro Flavio Zanonato, alla Direttrice generale della Direzione per le Energie Rinnovabili per conto del Ministero, al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ed all’Assessore ai rifiuti Michele Civita.

martedì 20 novembre 2012

'I.D.I.' E 'SAN CARLO DI NANCY': CITTADINANZA, LAVORATORI E PAZIENTI ALL'OSCURO DI PROSPETTIVE POCO 'LUMINOSE'


di Elena Taglieri

Chissà se il comparto lavoratori e pazienti degli Ospedali 'S. CARLO di NANCY' e 'I.D.I' è a conoscenza delle due Determinazioni Dirigenziali (la n°62 del 06.06.2007 e la n°2665/2008 del 14.04.2008, clicca sul sottolineato per leggere le determine), rilasciate a poca distanza tra loro, nelle quali la Provincia di Roma ha autorizzato la costruzione di due centrali termoelettriche, alimentate ad olio vegetale ed altro combustibile, ciascuna rispettivamente nei suddetti Ospedali, dietro progetto presentato dalla società DELTA PETROLI S.P.A in accordo con la 'Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata', proprietaria dei siti nei quali sono ubicati gli Istituti di cura.
Probabilmente non lo sapranno neppure i residenti dei quartieri nei quali si trovano questi importanti ospedali.
Ma andiamo con ordine.
SAN CARLO DI NANCY: in data 22 gennaio 2007 la società DELTA PETROLI S.P.A (nella persona del Presidente del C.d.A. Umberto Morpurgo) ha presentato alla Provincia si Roma, ai sensi del D.Lgs 387/03, domanda di autorizzazione “per la costruzione ed esercizio dell'impianto di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e termica alimentato prevalentemente da fonte rinnovabile (olio vegetale) ed in ausilio da fonte tradizionale denominato 'San Carlo di Nancy', sito nel Comune di Roma in via Aurelia 275 -000165, di potenza complessiva di 2 Mwe (di cui 1, 52 alimentato da fonte rinnovabile (olio vegetale) nonché delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla costruzione ed esercizio dell'impianto stesso”.
A riguardo è stata convocata una Conferenza dei Servizi per l'esame del progetto, indirizzata a tutti gli Enti e servizi interessati, nello specifico:
- Agenzia delle Dogane- Ufficio Tecnico delle Finanze di Roma;
- Comune di Roma, Dip. IX;
- Comune di Roma, Dip. XII;
- Provincia di Roma, Tutela dell'aria-Ufficio Emissioni in atmosfera;
- ACEA Distribuzione S.p.A.;
- Rappresentante Legale Ospedale San Carlo di Nancy;
La Conferenza dei Servizi si è quindi tenuta il giorno 07 marzo 2007 presso la Sede Provinciale di Roma in via Tiburtina 691, in occasione della quale, come si evince dal verbale della stessa. “i nulla osta pervenuti ed i pareri espressi si intendono acquisiti al fine del rilascio dell'autorizzazione alla costruzione dell'opera in oggetto”.
Parere favorevole è stato espresso dall'Agenzia delle Dogane - U.T..F. di Roma, dal Comune di Roma- Dipartimento X (Politiche Ambientali ed Agricole U.O. Sviluppo Sostenibile), da ACEA Distribuzione S.P.A. e in ultimo proprio dalla Provincia di Roma- Dip. IV- Servizio 3- Tutela Aria ed Energia.
Successivamente, in data 09.01.2009 con un'ulteriore Determinazione Dirigenziale (n. 12/2009) è stata rilasciata autorizzazione per una variante prevista in corso d'opera.

I.D.I: in data 17 novembre 2007 la società DELTA PETROLI S.P.A (sempre a nome del presidente Morpurgo e sempre ai sensi del D.Lgs 387/03) ha presentato alla Provincia di Roma una richiesta di autorizzazione “per la costruzione ed esercizio di un impianto di cogenerazione per la produzione di energia elettrica e termica alimentato prevalentemente da fonte rinnovabile (olio vegetale) ed in ausilio da fonte tradizionale, denominato 'IDI' presso l'Istituto Dermopatico dell'Immacolata Concezione, sito nel Comune di Roma in via Monti di Creta 104 -000167, di potenza complessiva di 2,4 Mwe (di cui 1, 9 alimentato ad olio e 0,520 a gas metano) nonché delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla costruzione ed esercizio dell'impianto stesso.”. Di seguito è stata convocata una Conferenza dei Servizi per l'esame del progetto, indirizzata a tutti gli Enti e Servizi interessati, e cioè:
- Regione Lazio, Dipartimento del territorio Area conservazione Qualità dell'Ambiente;
- Regione Lazio, Dipartimento Istituzionale Direzione Regionale Attività della presidenza Area
Produzione Energia;
- Agenzia delle Dogane – Ufficio Tecnico delle Finanze di Roma;
- Comune di Roma, Dip. X;
- Comune di Roma, Dip. IX;
- Comune di Roma, Dip. XII;
- ACEA Distribuzione S.p.A. ;
- Rappresentante della Ditta DELTA PETROLI S.p.A.;
La Conferenza dei Servizi si è poi svolta il giorno 13 febbraio 2008 presso la Sede Provinciale di Roma in via Tiburtina 691, in occasione della quale, anche in questo caso, dal verbale della stessa “risulta che i nulla osta pervenuti ed i pareri espressi si intendono acquisiti al fine del rilascio dell'autorizzazione alla costruzione dell'opera in oggetto”. Consenso favorevole è stato espresso dalla Agenzia delle Dogane - U.T.F. Di Roma, dai Dipartimenti X e IX del Comune di Roma, da ACEA Distribuzione S.P.A, dal Comando Provinciale VVFF di Roma, e in ultimo dalla medesima Provincia di Roma, con eccezione del Dipartimento XII del Comune di Roma, per il quale tale progetto risultava “non di competenza”.
In entrambe le suddette autorizzazioni risultano ripetute alcune precise dichiarazioni, ad esempio, che tutte le Amministrazioni ed Enti convocati alle Conferenze dei Servizi “non hanno comunicato il proprio motivato dissenso alla costruzione degli elettrodotti in questione”; la società DELTA PETROLI S.p.A. comunica di possedere “un contratto in essere con la Provincia Italiana della Congregazione dei Figli dell'Immacolata, comprovante l'utilizzo delle aree interessate dagli impianti, a titolo gratuito” e si “assume la piena responsabilità per quanto riguarda i diritti dei terzi o gli eventuali danni comunque causati dalla costruzione di opere in questione, sollevando questa Amministrazione da qualsiasi pretesa o molestia da parte di terzi che si ritenessero danneggiati”. Vengono poi citate le prescrizioni della Legge-quadro sulla protezione dalle esposizione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici.
In pratica si prende atto che gli impianti non siano poi così 'innocui' e, nella peggiore delle ipotesi, in caso di contenzioso gli Enti possono rimanere tranquilli, un po' alla 'Ponzio Pilato' (che a suo tempo gli scrupoli se li era comunque fatti). Ma si sa che le patologie da inquinanti non sono fulminee come un raffreddore, ma impiegano anni e nel frattempo le società possono anche cambiare nome, i propri stessi rappresentanti, e pure sottoporsi ad un lifting commerciale e fiscale per poi rinascere dalle ceneri di una precedente ragione sociale che di fatto risulta inesistente a tutti gli effetti (burocratico, legale, etc. etc.).
Quello che poi risulta più allarmante si legge nelle citazioni ribadite in ambedue le Determinazioni Dirigenziali, nelle quali la Provincia di Roma non soltanto afferma che ai sensi del Decreto Legislativo 387/03 “ la presente autorizzazione ha efficacia di dichiarazione di pubblica utilità, urgenza, ed indifferibilità dei lavori “, ma anche che “...con proprio provvedimento potrà protrarre i tempi di validità previsti, su motivata e valida richiesta della Delta Petroli S.p.a, presentata entro i 24 mesi dal rilascio dell'autorizzazione”.
Infine, viene stabilito che l'inizio dei lavori di entrambe le centrali elettriche ” dovrà avvenire entro e non oltre i 24 mesi dal rilascio dell'autorizzazione e terminare nei 36 mesi successivi”. Dunque, a conti fatti, in un arco di cinque anni che sta quasi per scadere. O forse per cominciare.
Tutto questo allora spiegherebbe come mai i lavoratori degli Ospedali 'I.D.I.' e 'San Carlo di Nancy' non percepiscono più lo stipendio da mesi, vivono stremati ed angosciati con lo spettro sempre più vicino e minaccioso del licenziamento da parte di due Strutture Sanitarie di eccellenza nazionale (ed internazionale) che, dietro un imminente presunta dichiarazione di fallimento, sono comunque in procinto di instaurare una partnership economico-affaristica. Queste centrali elettriche che produrrebbero 'luce' in realtà sono ecomostri che simbolicamente fanno calare il buio più nero nelle prospettive di vita dei lavoratori e degli stessi pazienti, in questo modo traditi e offesi nella propria dignità.
E tutto questo con il benestare di un Comune che vieta la circolazione dei mezzi di trasporto al di sotto della fascia 'euro 4' perché inquinano, che indice le domeniche 'ecologiche' tutti a piedi o in bicicletta, che impone i giorni con le targhe alterne, che crede di risolvere il problema del traffico con il rispetto della Ztl e quello dello smog con i cosiddetti ' orti urbani'. E così pure con il benestare di una Provincia che si preoccupa molto del 'bollino blu' delle autovetture o della revisione annuale obbligatoria delle caldaie domestiche.
Istituzioni, queste, che invece poi permettono a quartieri densamente popolati come quelli nei quali si trovano l'IDI' ed il 'San Carlo di Nancy' (con abbondanza di scuole, abitazioni, case di cura, luoghi di culto, negozi, uffici, studi) di essere silenziosamente e costantemente invasi da emissioni tossiche e cancerogene derivanti dalla combustione di olio vegetale e metano.Violentando oltretutto, come in questo caso, la struttura stessa dei due ospedali che perdono la loro funzione principale di essere luogo di cura e salute per divenire possibile fonte di malattia e morte ad orologeria.
Già, poiché vengono spacciate per fonti rinnovabili quelle materie ritenute già prima e anche dopo come rifiuti 'speciali', avvalendosi della grande truffa dei CIP6 e cosiddetti 'certificati verdi'.
E con estrema disinvoltura, in una sfrenata corsa contro il tempo, sono stati autorizzati di recente nel territorio del Comune di Roma e non solo altri bruciatori di olio e metano, di olio e gasolio, di biogas, di biomasse. Ma questa è un'altra storia.
(elena.taglieri@gmail.com)

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  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...