Mercoledì 18 gennaio alle ore 17,30 verrà inaugurato a Palazzo Chigi, presso la Sala Bariatinsky, il nuovo corso di Archeologia e Storia Antica: Il Mondo di Roma. Viaggio nella città eterna e nelle sue colonie.
Con l'occasione verrà presentato il volume "STILICHO L'Ultimo Generale"di di Emilio Paterna. Se amate la Storia e il Nostro Territorio è un'occasione da non perdere.
9 agosto 378. Battaglia di Adrianopoli. Il giovane Stilicone, figlio di un Vandalo e di una cittadina romana, combatte per la prima volta come alfiere. È l'inizio di una folgorante carriera. Da allora diventa ufficiale della guardia imperiale, principale collaboratore dell'Imperatore Teodosio, comandante in capo dell'esercito... (FONTE)
Venerdì 18
novembre, alle ore 17.30 gli archeologi Maria
Cristina Vincenti e Alberto Silvestri presentano La via Appia Antica ad Ariccia:nuove scoperte e progetti di valorizzazione e fruizione, incontro di sintesi che raccoglie oltre dieci anni di studio e
progettazione sul territorio e le proposte progettuali presentate il 27 ottobre
scorso alla XIX Borsa del Turismo Archeologico di Paestum con la Regione
Lazio e al recente convegno GRAB + 20 che si è svolto presso la sede del Parco
dell'Appia Antica di Roma il 4 novembre.
I due archeologi, impegnati da sempre nellavalorizzazione archeologica della Via Appia
Antica nel territorio di Ariccia e in
quello della Locanda Martorelli – Museo del Grand Tour, partendo da uno studio
sulle emergenze archeologiche della loro città e dai rinvenimenti archeologici avvenuti
nel tempo, proporranno un trekking archeologico che toccherà tutti i siti di
interesse, a partire dall’antica acropoli della città latina, odierno centro
storico, sino a quelli nella valle ariccina prima stazione di posta della
Regina Viarum dopo Roma per il cambio dei cavalli.
Tali proposte di valorizzazione si inseriscono nel più ampio
progetto nazionale del
Mibact che prevede il recupero del tracciato dell’Appia
Antica da Roma sino a Brindisi.
Nell’incontro si parlerà anche del percorso ciclo-pedonale
Frattocchie-Ariccia, inserito nel progetto Grab+20, che potrà essere realizzato
sino ad Albano e che potrà poi confluire nell’antico percorso della Regina
Viarum che ad Ariccia è tuttora preservato.
L’obbiettivo da raggiungere è quello di rendere il tratto
aricino dell’Appia ‘vitale’ e comunicativo, incentivando il turismo sostenibile
del territorio e contribuendo al suo sviluppo socio economico. Questo è
possibile anche perché ci troviamo in unambiente paesaggistico di grande interesse e suggestione integrabile con
il trekking urbano per la visita ad importanti eccellenze
artistico-naturalistiche dei Castelli Romani quali il Parco e Palazzo Chigi, la
Locanda Martorelli Museo del Grand Tour, l’emissario del lago di Nemi, il Parco
e Palazzo Cesarini a Genzano, il Museo delle Navi Romane con l’area
archeologica del Tempio di Diana a Nemi.
L’associazione, nota sia in Italia che all’estero,
collabora al progetto turisticocoordinato dalla DMO Castelli Romani SBCR, unità operativa per la
promozione e lo sviluppo turistico di un’area tra le più interessanti della
Regione Lazio,e fa parte delComitato Promotore APPIA DAY, la grande manifestazione che si
tiene sull’Appia Antica a Roma dallo scorso mese di maggio, composto da oltre
30 associazioni nazionali e localiche
coprono tutto il territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale.
Il manifesto di qualche anno fa che annunciva la campagna archeologica di valorizzazione e recupero dell'Appia Antica. Sotto altre foto dei volontari dell'Archeclub a lavoro.
Cari amici,
Archeoclub Aricino-Nemorense da molti anni si sta
occupando del recupero della Via Appia Antica ad Ariccia quando i più nemmeno
sapevano dove fosse. Oggi 'qualcuno' si è improvvisamente ricordato che nella
nostra città esiste anche l'Appia Antica! Presto faremo sapere a tutti che cosa
abbiamo prodotto in questi anni. Intanto ci piace iniziare così con le foto e i
documenti che mostrano la nostra attività, sin dal 2011, quando ad Ariccia non
c'era nemmeno il Sindaco ma il Commissario Prefettizio. Iniziammo le operazioni
di bonifica e di diserbo grazie all'impegno dei volontari e degli archeologi
della nostra associazione (che se ne stanno occupando da una dozzina di anni
con studi, ricerche, convegni nazionali e progetti a titolo completamente
gratuito) e in collaborazione con il Parco dei Castelli Romani. La foto più
recente mi ritrae all'interno dei Mercati Traianei lo scorso 21 luglio, quando
è stata presentata la mostra "GRAB + 13: tredici idee per cambiare
Roma" con il Comune di Roma e la Soprintendenza Capitolina, progetto
divenuto governativo in questi giorni. Se siamo ancora qui dopo tanti anni è
semplicemente perché amiamo il nostro territorio. E questo può bastare. Non
aggiungiamo di più perché non ci sono mai piaciute le persone che parlano
troppo e perché riteniamo che più che le parole contano i fatti.
Quando qualche tempo fa ho preso fra le mani Appia, l’ultimo libro di Paolo Rumiz, credevo di sapere a cosa
sarei andato incontro. Su La Repubblica avevo letto, a puntate, il racconto del
suo viaggio “Alla ricerca dell’Appia perduta”, un reportage che già allora non
mi lasciò indifferente, e suscitò in me il desiderio di andare a vedere, anzi,
rivedere tanti luoghi ricchi di storia e di magia che purtroppo, nella
quotidianità, rischiano di diventare “scontati”, perché ci passi sopra tutti i
giorni, di solito con la macchina e non ci fa più neanche caso.
Invece mi sono emozionato e arrabbiato e poi calmato
e di nuovo emozionato. Mi sono emozionato nel ritrovare i luoghi in cui vivo e ho
vissuto e passeggiato e giocato da ragazzino; arrabbiato e indignato nella
descrizione dell’abbandono di una Via che è un tesoro incommensurabile sotto il
cielo, alla portata di tutti, un tesoro depredato nei secoli e poi dimenticato;
calmato nella descrizione del percorso che andava ricostituendosi sotto i piedi
del reporter e dei suoi compagni di viaggio; emozionato ancora una volta al
pensiero della riscoperta di un cammino ricco e pieno di meraviglie e che si
può e si deve ripercorrere per fa si che non svanisca di nuovo nell’oblio.
Da romano orgoglioso e da oltre vent’anni cittadino
di Ariccia, contento di esserne stato adottato, con il privilegio di poter
vedere dalla finestra di casa la Regina delle vie, come la chiamavano gli
antichi, non potevo non appassionarmi ad Appia. E così è stato.
È una lettura per chi ama la storia, ma anche per
chi ama il giornalismo vero, quello del reportage autentico, con penna e
taccuino. È un libro per chi ama camminare e vuole rompere i soliti schemi,
quelli che portano sui percorsi di Santiago o le strade di San Francesco. Qui
si è andati alla ricerca, e la si è trovata tutta, di una via laica,
percorribile, con significati diversi, nei due sensi di marcia. È un libro “scritto con i piedi” che battono la
polvere e si muovono al ritmo del passo dei legionari, come scrive l’autore.
Così, oltre alla
narrazione dell’avventura che ha portato il manipolo di coraggiosi da Roma a
Brindisi, passo dopo passo sull’antica Via Appia, il percorso che puntava verso
Oriente e che fu fondamentale per l’espansione dell’impero, ci sono le cartine
delle 29 tappe, disegnate ad arte e riportate
al centro del libro, e poi quelle scaricabili da internet sul sito della
Feltrinelli, che ridisegnano il percorso dell’Appia Antica avvalendosi di
Google Map e quindi molto facili da seguire. C’è poi la descrizione scritta
delle singole tappe: con gli incroci, i cartelli, i bivi, le salite, le discese,
i nomi dei luoghi e tutto quanto serve per orientarsi e ripercorrere la strada.
“La
grande direttrice ora esiste di nuovo, è visibile e recuperata”.
Ma la parte più emozionante del libro è il racconto
di luoghi e personaggi, di incontri e narrazioni, che rimangono nella memoria e
segnano il lettore. Alla fine ci viene ridonato il percorso di una strada che “abbiamo ricoperto di tangenziali, parcheggi,
supermercati, campi da arare, cave, acciaierie, sbarrata con cancelli,
camuffata con cento altri nomi, presa talvolta a picconate peggio dell’Isis”.
Passo dopo passo, pagina dopo pagina, permane nel
lettore stesso un sentimento contrastante: ciò che lo scrittore, Rumiz il
camminatore amante dell’Italia, della storia, dell’immenso patrimonio del
nostro Paese, ha descritto e provato, imparando “a masticare, con l’incanto, l’indignazione”.
Mercoledì 21 settembre alle ore 18.00 a Palazzo
Chigi, in collaborazione con l’Archeoclub Aricino-Nemorense, ci sarà un incontro
lo scrittore Paolo Rumiz.
È una bella occasione per parlare di un tesoro
inestimabile che passa a pochi metri dalle nostre case ed è stato deturpato e
poi dimenticato e oggi finalmente riscoperto e ripercorso nella sua interezza.
Da non perdere. APordenoneleggeil mio caro amico Andrea Mattei della Gazzetta dello Sport ha incontrato Paolo Rumiz.QUI si può leggere l'articolo completoe sotto potete vedere il video dell'incontro tratto dall'articolo stesso.