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lunedì 3 aprile 2017

Cose che nessuno sa, di Alessandro D’Avenia

di Francesca Senna

Cose che nessuno sa è un grande romanzo d’amore, di vita e di morte. Si tratta di pagine colme di riflessioni profonde, di Sentimenti ed Emozioni. Un racconto molto bello, ricco di particolari, di personaggi e di insegnamenti sulla vita, che risulta uno strano equilibrio tra ciò che ti viene tolto e ciò che ti viene dato. Geniale l’idea dello scrittore di utilizzare l’Odissea come metafora in questo racconto, anche se stavolta la storia è al contrario, non è il fuggitivo che vuol tornare a casa, ma la figlia che vuole riportare a casa il genitore.
Mentre leggi il libro hai la sensazione di fare un viaggio dentro al tuo cuore riscoprendo nostalgie e gioie del passato. Ci sono delle frasi bellissime da scriversi su un foglio ed imparare a memoria.
E' un libro pieno di verità sulle persone, perché le persone sono fatte di luci e ombre e finché non conosci le ombra non sai nulla di quelle persone. E' un libro pieno di amore, perché - insegna che - ci vogliono 4 abbracci al giorno per sopravvivere, 8 per vivere e 12 per crescere.
E' un libro sui segnali del corpo e degli occhi, poichè quando le pupille si allargano vuol dire che gli occhi hanno fame. E' un libro sul dolore perché fa capire che chi conosce il dolore ne riproduce l'eco per tutta la vita, come le conchiglie fanno con il mare.
I temi trattati sono sicuramente impegnativi e richiedono tempo per essere elaborati. L’autore vi contrappone una scrittura semplice e molto poetica, uno stile che fluttua come le onde del mare in modo da permetterti di andare in fondo a te stesso e porti delle domande.
È un libro molto scorrevole e la scrittura ha uno stile pieno, colorato, gonfio di immagini e di emozioni. Anche le descrizioni dei luoghi sono ben costruite. Sembra di essere fisicamente presente nei luoghi descritti, di poter toccare le cose, di sentire gli odori. In aggiunta l’uso della lingua siciliana è qualcosa di veramente bello e ci riporta con la musicalità delle parole ad un tempo remoto.
Vi troviamo una splendida caratterizzazione dei personaggi, maggiori e minori: il professore divoratore di libri, l'amica Marta piena di gioia di vivere, la nonna Teresa, un concentrato siciliano di saggezza, tutti importanti e determinanti, caratterizzati da una profonda e ricca interiorità e tutti collegati tra loro da una fitta rete di pensieri.
La protagonista è la quattordicenne Margherita, di cui è ben tratteggiato il taglio psicologico; la perla dell'intera storia, possiede la bellezza delle cose fragili, l'ingenua maturità dell'adolescenza, emotiva e irresponsabile.
Non di minor importanza la figura di nonna Teresa, che ha sempre una buona parola per tutti - anche per chi non sembra in apparenza meritarne - e che ogni tanto rilascia qualche sentenza su qualsiasi campo, attraverso l’essenziale presenza di proverbi e paragoni culinari, ricchi di quella dolcezza caratteristica delle sole nonne.
Con questo romanzo D’Avenia ci vuole trasmettere la sua idea di vita che è così bella al punto che da spingerci ad amarla di più. E lo fa in modo esemplare.

giovedì 9 marzo 2017

Un libro per caso – L’Arte di Essere Fragili di Alessandro D'Avenia

di Francesca Senna e Fabio Ascani

Non succede spesso ma può succedere, può accadere di imbattersi in un libro, in un’opera d’arte, che più di altre ci tocca e ci segna per sempre. Che questo potesse avvenire con un poeta del calibro di Leopardi mi pare semplice da capire. Il fatto che sia accaduto con uno scrittore del quale avessi solo sentito parlare è davvero straordinario.

Una mattina, andando a lavoro, ascoltavo alla radio, un po’ distrattamente, un’intervista ad Alessandro D’Avenia sulla sua ultima fatica letteraria: L’Arte di Essere Fragili. La voce giovanile dell’autore raccontava del suo incontro con Giacomo Leopardi e lo faceva con tanta passione e in modo così diverso da come tanti anni prima mi era stato descritto a scuola il poeta che iniziai a incuriosirmi e a pensare che avrei dovuto comprare quel libro. Non lo feci, non subito almeno.
Qualche giorno dopo lessi un post su facebook dell’amica Francesca che citava alcune parole da L’Arte di Essere Fragili: “solo la bellezza crea speranza nel cuore e nella mente dell’uomo”. Comprai libro e iniziai a leggerlo e fu proprio come Francesca aveva scritto: “un’esperienza meravigliosa”.
Alle volte un libro può diventare davvero importante perché, nella solitudine della lettura (in realtà leggo spessissimo in metropolitana, in mezzo a tanta gente e, chissà come, quello è un luogo dove leggendo mi sento davvero uno con il libro, in un isolamento “magico”), ho riscoperto il più grande poeta italiano e, tramite il dialogo tra Giacomo e Alessandro ho potuto soffermarmi e riflettere in modo non convenzionale su questioni importanti, come la bellezza riparatrice, la durezza del vivere, l’amore non corrisposto, l’amicizia. Interessantissime, poi, le pagine su quel periodo della vita, complesso e difficile, importantissimo e troppo spesso sottovalutato, chiamato adolescenza. D’Avenia non è solo un bravo scrittore ma anche appassionato insegnate di liceo che si dedica ai suoi giovani studenti, e ai tanti altri ragazzi e ragazze che, avendo letto i suoi precedenti lavori, lo contattano, gli scrivono, gli raccontano le loro storie, gli pongono domande importanti, domande alle quali, in questo libro, risponde con l’aiuto di Giacomo Leopardi.
Da quando ho letto L’Arte di Essere Fragili non ho potuto fare a meno di riprendere le opere di Leopardi, le poesie, certo, ma anche lo Zibaldone, un immenso mare di pensieri e annotazioni nel quale perdersi alla ricerca di preziosissime perle.
Ho consigliato il libro di D’Avenia ad alcuni amici e chi l’ha letto mi ha ringraziato. “Un’esperienza meravigliosa”, come diceva Francesca
(Fabio)


Quel giorno ho capito che solo il silenzio permette all'uomo di superare il tempo in cui vive. Tu, cantando, mi hai insegnato a considerare il silenzio come esplorazione delle possibilità.

Premetto che purtroppo sono molto di parte quando si tratta degli scritti di Alessandro D’Avenia. Iniziai a leggerlo oramai qualche anno fa quando mia sorella decise di “mettermi sotto il naso” una sfida intitolata Bianca come il latte Rossa come il sangue.
La verità è che avevo talmente tanti preconcetti su questo “genere” di romanzi che rimandai la lettura per un po’.
Poi come sempre accade, ad un certo punto i libri che abbiamo nelle nostre librerie si stufano di aspettarci e cominciano a chiamarci. Così è stato. E’ iniziato un periodo in cui, senza sapere come, mi trovavo sempre con la copia di quel libro tra le mani. Alla fine mi sono arresa; ha vinto lui e ho iniziato a leggerlo.
Da quel momento Alessandro per me è diventato un “fratello”, un compagno di viaggio. Ho divorato i suoi libri non solo per il piacere della lettura ma, soprattutto perché, vi ho trovato una sintonia nei sentimenti e nelle emozioni.
La sua scrittura e le sue emozioni sono in empatia con le mie. Leggere i suoi scritti per me è catartico, mi permette di prendere coscienza di sentimenti che altrimenti rimarrebbero chiusi all’interno di un buio cassetto, perché è così che la società vuole.
Affascinante il fatto che la meraviglia che ha suscitato in me la abbia destata in tanti animi lontani chilometri gli uni dagli altri: i suoi lettori.

Con L’Arte di Essere Fragili Alessandro[1] ha superato quelli che ritengo siano i limiti della contingenza rintracciabili nei suoi precedenti scritti, per accompagnarci in un percorso sentimentale capace di superare tempo e spazio.
Sceglie come mentore per questo cammino Giacomo Leopardi, il Poeta per eccellenza. Colui che riuscì a condividere senza vergogna la forza e la bellezza dei sentimenti che l’animo umano riesce a provare quando si abbandona all’immensità dell’Universo.
Giacomo Leopardi, il Poeta che per generazioni è stato tacciato di negatività e di pessimismo da studiosi e non solo che non avrebbero saputo come altro definire tale immensità emotiva. Sminuire la sua straordinarietà ha permesso per secoli di renderlo avvicinabile anche a chi non è stato in grado - per “indolenza” - di abbandonarsi alla forza dei suoi versi.
Alessandro D’Avenia porta alla luce l'altro Leopardi: il Leopardi sognatore, il ricercatore di emozioni, l'esploratore di felicità. Il giovane uomo affamato di vita e di infinito, capace di restare fedele alla propria vocazione poetica e di lottare per affermarla, nonostante l'indifferenza e perfino la derisione dei suoi contemporanei.

Alessandro ha il coraggio di far cadere questo velo di negatività che affligge il grande Poeta; la sua attenta e minuziosa rilettura e la ri-contestualizzazione non solo della sua opera ma della sua stessa figura, ha permesso a noi tutti lettori di capire l’impeto dei sentimenti che travolsero la quotidianità di questo animo speciale. Quali emozioni, quali lotte interiori abbia dovuto vivere per superare il limite della sua finitezza per arrivare ad assomigliare alla infinita bellezza che lo circondava.
Da qui ha estrapolato un insegnamento fondamentale per tutti noi: non ci dobbiamo accontentare mai, dobbiamo cercare il bello ovunque "Fu un cacciatore di bellezza, intesa come pienezza che si mostra nelle cose di tutti i giorni a chi sa coglierne gli indizi, e cercò di darle spazio con le sue parole, per rendere feconda e felice una vita costellata di imperfezioni”
Attraverso la vita e le opere del grande Poeta, Alessandro condivide con i suoi lettori, quelli che solo gli ideali che dovrebbero accomunare gli uomini alla ricerca del bello, del buono e del vero come consapevolezza dell'essere umano. Attraverso uno stile di una semplicità, di una linearità ed eleganza disarmanti che fanno da contraltare logico alla ricchezza dei contenuti, ci permette di allargare i nostri orizzonti affrontando quei temi che ci caratterizzano e che spesso a causa del frastuono che ci circonda tendiamo a perdere di vista: il lento errare alla ricerca del senso della vita.
In un dialogo intimo e travolgente Alessandro D’Avenia ci accompagna in un viaggio esistenziale sorprendente in cui il valore dell'Amore e dell'Amicizia non sono consolazione ma luce e speranza nel buio della notte.

Dalle inquietudini dell’adolescenza – l’età della speranza, dell’intensità caratterizzata da eccessi di entusiasmo che si alternano costantemente ad abissi di tristezza – passiamo attraverso l’esperienza della maturità – quando le ingenue aspirazioni si scontrano con la dura realtà –, per approdare finalmente alla conquista della fedeltà a noi stessi, accettando come nostre debolezze e fragilità proprie di ogni vita. Forse, è qui che si nasconde il segreto della felicità: questo è l’obiettivo che Alessandro D’Avenia vuole condividere con noi lettori: spingere chi sta leggendo a guardare con occhi diversi ogni singolo giorno, coglierne l'essenza e la più pura bellezza; perché la vita si sa, è tutt'altro che semplice ma è impossibile non accorgersi della bellezza che ci circonda.
Dostoevskij faceva urlare a uno dei suoi personaggi che l'uomo "senza la bellezza non avrà assolutamente nulla da fare al mondo! Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui!

 (Francesca)



[1] Mi permetto di chiamarlo Alessandro, dopo aver avuto la grande fortuna di incontrarlo lo scorso anno a Roma in occasione di un evento nel quale autografava le sue copie di questo ultimo romanzo. E’ vero, sono andata impreparata ma, mai e poi mai, avrei immaginato di trovarmi a vivere una tale esperienza: una coda infinita di giovani – e poiché c’ero anche io e altre persone della mia generazione – meno giovani, si dispiegava per le vie del centro fino all’entrata della libreria dove appunto lui stava firmando e non solo le copie del romanzo. Una fila infinita ma, meravigliosa. Giovani e giovanissimi che disquisivano su L’arte di essere fragili, su Leopardi, sul potere della poesia, sull’importanza di valori come l’amore, il rispetto, l’amicizia. E ne parlavano con serenità, come l’argomento più semplice del mondo. Sembrava di essere a casa. In una grande famiglia composta da persone che si conoscono da sempre e che provano questi sentimenti reciprocamente. Sono stata in fila come tutti loro per cinque lunghissime ore ma, la verità è che è stata una esperienza accrescitiva, meravigliosa, di scambio e conoscenza. Il freddo ci ha fatto ridere. La differenza d’età anche (non ci si aspetta che una persona adulta faccia certe cose). Ma la scoperta più bella è stata quella fatta al termine dell’attesa quando mi sono trovata faccia a faccia con questa persona semplice. Anche lui come noi stava li dà ore; e dà ore firmava copie del suo libro, da ore ascoltava tutte le persone che si rivolgevano a lui anche solo per portargli un pensiero. Stava lì con una compostezza e serenità infinite. Sicuramente stanco come tutti noi ma sereno e aperto ad andare avanti e ad ascoltarci ancora per tutto il tempo necessario: in quel volto ho potuto vedere l’arte di essere fragili, l’arte di essere felici.

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