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lunedì 25 settembre 2017

Un libro per caso - 1Q84 di Haruki Murakami, Libro I (aprile-giugno) Libro II (luglio-settembre)

di Francesca Senna

Il titolo è ovviamente un omaggio a 1984 dello scrittore britannico George Orwell; la lettera «Q» del titolo ha la stessa pronuncia del numero 9 (kyuu) in giapponese, mentre nel testo vi è esplicitamente dichiarato un riferimento al "Question mark" (punto interrogativo in inglese).
Il romanzo è in tutto e per tutto una storia d’amore vissuta prevalentemente nell'intrecciarsi e nel rincorrersi dei ricordi dei due protagonisti: Tengo e Aomane, i due protagonisti che occupano tutta la scena e i mondi che Murakami ci descrive, si amano da sempre, oltre gli spazi e i tempi che li separano, vivendo esistenze individuali ma costantemente e reciprocamente orientate l’una nella direzione dell’altra.
La struttura narrativa si basa inizialmente quindi su questi due plot che avanzano in parallelo, con rimandi e connessioni incrociate tanto che spesso gli eventi di una trama hanno una ripercussione immediata nell'altra. Ad un certo punto però Murakami inserisce le figura di Fukaeri, giovane scrittrice, come ulteriore elemento complementare alla storia di Tengo: la prima esprime una ispirazione e una capacità narrativa coinvolgente ancorché confusa e disarticolata, il secondo possiede una ottima tecnica di scrittura e la pazienza e caparbietà per articolare e rendere comprensibile il materiale sul quale lavora. Da questa complementarità si dipana un ulteriore cerchio di vicende descritte in un continuo intreccio con il primo plot; tale struttura serve a creare un gioco labirintico di richiamo tra opposti con il romanzo di Orwell, in un altalenarsi continuo di parallelismi e opposizioni tra 1984/1Q84. Aomane, killer professionista, di professione uccide uomini responsabili di violenze contro le donne usando uno strumento acuminato simile a un sottile rompighiaccio. Tengo, coetaneo di Aomane nonché suo ex compagno di scuola, fa l’insegnante di matematica ma si dedica anche alla scrittura.
Il racconto inizia un giorno di aprile del 1984, con la trentenne Aomane Masami imbottigliata nel traffico in un taxi nella sopraelevata tangenziale 3 di Tōkyō. Il tassista (un tassista-traghettatore alla Murakami, un personaggio mitologico che porta la protagonista dal reale 1984 verso la discesa nell'altro mondo) le consiglia di prendere la vicina scala di sicurezza nella piazzola di sosta della tangenziale, scendere al livello stradale e raggiungere la stazione della metropolitana se vuole arrivare in tempo al suo importantissimo appuntamento. Nello stesso momento Kawana Tengo, giovane insegnante di matematica e aspirante scrittore, si incontra con il suo editor Komatsu, per discutere di un manoscritto intitolato La crisalide d'aria: scritto da un'autrice diciassettenne, Fukaeri, che nasconde dentro di sé la chiave di molti misteri e che l'ha inviato alla casa editrice per partecipare ad un concorso letterario. Komatsu propone a Tengo di revisionarlo come ghost writer.
I livelli che Murakami riesce a intessere sono molteplici e perfettamente amalgamati, uniti dalla scrittura che crea, svela e accompagna. Anche se inizialmente sembra che queste due storie non abbiano nulla a che vedere l’una con l’altra, ad un certo punto l’autore – grazie ad un ingegnoso flash back – ci mette al corrente del fatto che i due protagonisti si erano già incontrati durante la scuola quando all’età di 10 anni lei aveva stretto brevemente la mano di lui per ringraziarlo di essere intervenuto contro alcuni bulli.
Come spesso capita ai personaggi dei racconti di Murakami, anche Tengo e Aomame non scelgono attivamente quale direzione prendere nel labirinto rappresentato dai propri destini, bensì agiscono di conseguenza agli scenari che gli si presentano, muovendosi senza soluzione di continuità all’interno del mondo che dal 1984 passa, senza interruzioni o particolari sconvolgimenti al 1Q84.
Motivi come la lontananza, la sparizione e la ricerca sono tra loro strettamente interconnessi; tutti i personaggi principali si cercano, anche se tale quest avviene su diversi piani simbolici come il sogno, la premonizione, il ricordo. La narrativa dell'autore è una metafora della vita, dove l'amore rappresenta una sorta di rassicurazione e di salvezza di cui l'uomo ha bisogno. Solo l'amore possiede, per Murakami, il potere salvifico contro il disordine del mondo.
Le opere di Orwell e Murakami non sono dunque l’una adattamento dell’altra; sicuramente sviluppano entrambe una trama distopica: proiettata nel futuro, nel caso di Orwell; ambientata in un vicino passato, per Murakami. Intorno a ciò prendono forma le altre potenziali analogie tra i romanzi: l’avvio del tempo della storia, in entrambi i casi collocato nel mese di aprile; la lontananza e il desiderio tra i protagonisti, un uomo e una donna, che si scontrano con un’autorità occulta; il valore positivo – di resistenza verso quell’autorità e di rivelazione – riconosciuto alla parola e più precisamente alla scrittura, anzi a un libro, tanto da diventare un’allegoria dell’invenzione letteraria come ri-creazione di mondi in cui l’individuo possa affermare la propria identità oltre le convenzioni.
Nell’opera di Murakami il Giappone in cui sono ambientate le sue narrazioni non esiste. Non esiste, nel senso che non è il Giappone, ma un paese possibile, chiamato con quel nome. Potremmo dire che il Giappone di Murakami è un “sistema” composto da un insieme di tratti realistici prelevati da un contesto di realtà e organizzati in funzione di un ambiente alternativo, con forti tinte fantastiche o mitiche: "le cose sono diverse da come appaiono", dovremmo dire che è il tema centrale della narrativa dello scrittore giapponese. Ma in questo spazio-tempo labirintico che ha assunto forme contorte nulla è scontato.

mercoledì 3 febbraio 2016

Un Libro per Caso - STONE NAME di Andrea Vona

di Francesca Senna
Mi sono avvicinata a questo libro senza sapere nulla dell’autore né del genere con cui mi sarei andata a confrontare.
Ho incontrato Andrea per caso. In un contesto di “un giorno di ordinaria follia”: fine di una giornata lavorativa pensate, traffico ecc… ma la curiosità di avere questo testo che era riuscito a stimolare più di un lettore era troppo forte.
Mi sono trovata di fronte ad un ragazzo emozionatissimo.
Ma di fatto non so’ dirvi se era più emozionato lui, di dare ad una emerita sconosciuta il frutto dei suoi sforzi, o io, lettrice compulsiva che stava per strappargli dalle mani un inedito.
Di fatto non mi disse nulla di quello che avrei trovato nel testo, se non “poi me lo dirai te cosa c’è qui dentro” … una bella sfida signori, veramente una bella sfida.
Stone Name ritengo possa benissimo appartenere a quella serie di romanzi del periodo letterario distopico dove, 1984 di Orwell e Fahrenheit 451 di Bradbury ne rappresentano la massima espressione come genere letterario. Questa corrente letteraria, comparsa in Europa tra il primo ed il secondo dopoguerra, si caratterizzava da un profonda crisi dei valori.
I personaggi descritti da Andrea sembrano in effetti simbolo di una alienazione sociale dovuta ad una sorta di mancanza di riscontro tra la società in cui sono inseriti e le aspettative del singolo.
C’è l’artista incompreso, con un fallimento familiare alle spalle: il pittore che cerca di rappresentare sulla tela i veri volti degli esseri umani che incontra casualmente ogni giorno. Quello di cui viene accusato, dal suo amico di vita e di avventure, è il non riuscire a portare a termine le sue opere oltre allo sconsiderato utilizzo di toni sempre troppo scuri.
Le sue opere sono macchie di colore dalle quali dovrebbero sorgere questi volti. Volti che non sono altro che la manifestazione delle forti emozioni che caratterizzano le singole persone.
Abbiamo poi il fannullone, amico di vita del pittore, del quale non sappiamo praticamente nulla se non che vive da perdigiorno, non si sa come, senza né arte né parte.
Questo personaggio misterioso, musa ispiratrice del pittore (come lui stesso si definisce nell’arco del racconto) si rivelerà fondamentale per lo svolgimento dell’intreccio della storia.
In ultimo abbiamo il proprietario del bar, uomo apparentemente realizzato, che ha puntato tutte le proprie risorse economiche e le scelte di vita sull’acquisto e gestione di un bar; ma che ora si trova a svolgere questa attività senza passione, demotivato e senza prospettive di miglioramento.
Questi personaggi vengono catapultati di punto in bianco all’interno di una realtà distopica, di una società spaventosa, senza tempo, nella quale gli esseri umani si ritrovano privati di tutto, fino al massimo estremo negativo, dove quello che di punto in bianco si presenta davanti agli occhi di questi anti eroi è altamente indesiderabile, nonostante loro stessi non sembra se ne rendano effettivamente conto.  
Viene quindi descritta una realtà immaginaria e futuristica, nonostante la assenza di connotazioni temporali esplicite, in cui quello che accade sembra quasi una punizione per quanto presente nella società attuale ed i suoi pericoli. Una specie di società futura o futuribile in cui una sorta di autorità non ben definita pretende di controllare ogni aspetto della vita umana, descrivendo la società umana sull'orlo del disastro: in questo caso la fine della civiltà, che nella narrazione esiste ancora, viene avvertita come imminente e necessaria.
La stessa natura, la vegetazione sembra essere concorde con questa scelta di distruzione poiché non perde tempo a prendere il sopravvento su quelle che erano le manifestazioni della “potenza” umana.
Assecondando l’onda del filone della fantascienza sociologica vi possiamo far rientrare questo testo dove la fantascienza viene calata nel contesto sociale contemporaneo; dove l'accento viene posto su ipotetiche evoluzioni future della società umana o di alcuni elementi del vivere sociale; il risultato sembra essere una visione critica del presente e delle aspettative illusorie umane.
Incredibile nella descrizione è la capacità dei personaggi coinvolti di non abbattersi di fronte a tale crisi che li sta colpendo. La volontà di sopravvivere ha comunque il sopravvento rispetto alla negatività della situazione in cui si vedono catapultati. Il desiderio di poterne uscire indenni li spinge comunque ad atti che vanno oltre quelli che potevano sembrare i loro limiti umani.
Affascinante, in questa parte del romanzo, l’espressione delle competenze manifestata dall’autore. Troviamo tecnicismi in campo nautico, astronomico, fisico ecc, che mettono in chiaro come la stesura dell’opera non sia stata fatta di getto ma sia il risultato di un lavoro di impegno protratto nel tempo.
Il tutto accompagnato da uno stile semplice e lineare che ci permette di apprezzare ancor di più il messaggio filantropico che l’autore vuole inviarci.
Potrei spendere molte più parole su questo testo molto affascinante ma, il mio scopo è l’incentivo alla lettura, ossia stimolare la vostra curiosità a leggere il testo. Quindi non posso dirvi di più…

Spero anche questa volta di esservi riuscita perché, carissimi, ne vale la pena.

Cos'è il DEF, Documento di Economia e Finanza

  Il DEF, o Documento di Economia e Finanza, è il principale strumento di programmazione economica e finanziaria dell'Italia. In esso il...