In meno di un anno, solo nella nostra zona dei
Castelli Romani, ci sono stati due gravissimi incendi, il primo il 30 giugno
2016 all’impianto Tmb nella discarica di Ronciogliano nel territorio di Albano
Laziale, sul confine con quello di Ardea, il secondo il 5 maggio scorso
alla ECOx di Pomezia, nei pressi della via Pontina Vecchia, sempre vicino al martoriato
territorio di Ardea.
La colonna di fumo dell'incendio di Roncigliano del 30 giugno 2016così simile a quella dell'ultimo incendio di Pomezia alla ECOx |
Se un anno fa rimanemmo sconvolti di fronte alla
catastrofe dell’incendio di Roncigliano, disperati per quell’immensa colonna di
fumo nero che si spigionò per giorni dall’impianto di trattamento dei rifiuti,
demoralizzati e avviliti pensando a quanti danni avrebbe potuto portare tutto
quell’inquinamento alle persone, agli allevamenti e alle colture, così
importanti e pregiate del nostro territorio, oggi, con l’ancor più grave
incendio a Pomezia, ci sentiamo traditi, così com’è stato tradito l’ambiente
che ci ospita, da chi ha responsabilità su tutto questo, da chi, con tutta una
lunghissima lista di omissioni colpevoli, non ha fatto quando avrebbe dovuto fare.
La nube fotografata dal Ponte di Ariccia
dove il 5 maggio si è percepito notevolmente
l'odore acre e fastidioso del fumo.
|
Ovviamente chi è stato esposto ai fumi e all’aria
irrespirabile è preoccupato per la propria salute. I primi effetti su molte
persone si sono manifestati con bruciore alla gola, irritazione agli occhi, senso di
nausea e adesso ci si domanda se potranno manifestarsi, anche a lungo termine, nuovi e peggiori effetti per l’esposizione alla nube tossica. Ma dalle
istituzioni ben poche informazioni arrivano in proposito.
Ci sono state le giuste ordinanze dei comuni più
interessati dal disastro che consigliavano di tenere le finestre chiuse; la chiusure delle
scuole; i divieti sui prodotti agricoli nel raggio di 5 chilometri
dall’incendio ecc… . Norme di buon senso. Ma le persone vogliono sapere di più:
vogliono sapere cosa realmente hanno respirato, se c'era l'amianto o altre sostanze pericolose, e in quali quantità, e quali rischi corrono per la
propria salute e quella dei loro cari.
Incendio ECOx |
(la mappa interattiva del Sole 24 Ore) (Link) |
La realtà è che siamo inermi e vulnerabili di fronte
a queste evitabili e ripetute catastrofi e la sorpresa è che
quella che poteva sembrare una brutta e terribile coincidenza, due incendi a
impianti che si occupano di rifiuti in così poco tempo in un territorio così
ristretto, in realtà appare parte di uno schema terribile e criminale che
minaccia non solo la nostra splendida zona dei Castelli Romani e del Litorale,
ma tutto il territorio nazionale. Queste parole dall’inevitabile sapore
complottista sono in realtà frutto dei dati pubblicati in alcuni articoli del
Sole 24 Ore (no Bufala Oggi!) e a firma di Jacopo Giliberto. Nei suoi articoli, nell’ultimo del 9 maggio , intitolato In due anni incendiate oltre cento
discariche e aziende di rifiuti, si mostra come in Italia gli incendi
ad impianti di trattamento dei rifiuti siano una costante degli ultimi due
anni: Dal giugno 2015 fino a settembre 2015 il Sole 24 Ore aveva censito una
trentina di impianti colpiti da incendi. Un’altra ventina di incendi sono stati
rilevati nel 2016. Altri 16 incendi a impianti di gestione del
ciclo dei rifiuti nei primi cinque mesi del 2017; sono esclusi dal conteggio i
sabotaggi di entità minore eppure diffusissimi, come la distruzione di camion
compattatori o di macchinari, tra i quali quello rilevato pochi giorni fa un impianto
Tmb dell’Ama di Roma. (link)
In un precedente articolo dell’8 giugno 2015, “gli impianti rifiuti vanno a fuoco uno dopo
l’altro. to’ che caso. a roma, parma, este, perugia…” (link)
Giliberto scriveva: a chi potranno fare comodo questi incendi fortuiti e casuali?
all’industria degli inceneritori, per esempio; oppure alla malavita che opera
nel trasporto via mare di rifiuti verso le discariche balcaniche. o forse
qualche politica aziendale. …
Una cosa è certa, l’ambiente, con noi che lo
popoliamo, il 5 maggio è stato tradito per l’ennesima volta! Il territorio dei
Castelli Romani con le sue zone
industriali e poi quello di Aprilia, Ardea, Pomezia, è denso di industrie e impianti
che sono potenzialmente a rischio e quindi potenzialmente pericolosi e dannosi
per la salute di tutti se subissero una sorte analoga al Tmb di Roncigliano nel
2016 o alla ECOx di Pomezia solo qualche giorno fa. Per non parlare di
eventuali discariche o depositi più o meno piccoli, più o meno leciti, più o
meno conosciuti ma che certamente esistono e incombono con il loro carico di
possibile tossicità.
Chi ha responsabilità di fare in modo che ciò che è accaduto
non accada più si muova! Mi domando ma che impianto anti incendio c’era alla
ECOx, se c’era? Da oggi stesso le amministrazioni locali o chi di dovere dovrebbero
intervenire in tutte le aziende a rischio del proprio territorio, specie in
quelle di trattamento dei rifiuti, per controllare se le norme di sicurezza siano rispettate e se l’impiantistica
anti incendio sia regolare e perfettamente funzionate.
I cittadini non possono sopportare il rischio di
altre catastrofi. L’ambiente non può essere tradito ancora una volta!
Fabio Ascani