di
Francesca Senna
Si racconta che ogni collezionista ha un
sogno ricorrente: trovare una ingenua vecchietta che ha in casa un libro che
vorrebbe vendere senza sapere di che cosa si tratta, contarne le linee,
verificare che sono 42 e scoprire che si ha fra le mani una Bibbia di
Gutenberg!!!
Come in questo mito, c’è in questo breve ma
ricco testo, la storia di un bibliofilo che invece di una vecchietta incontra
un vecchietto: il Diavolo in persona! Ed ha dovuto pagare per una passione che,
a prima vista sembra essere innocua: l’amore per i libri.
Siamo di fronte ad un piccolo capolavoro di
Charles Asselineau (Parigi, 1820 - Chatelguyon, 1874): L’inferno del bibliofilo.
Il romanzo lancia al lettore la seguente
sfida: può la passione per i libri rovinarci?!
L'autore, in un crescendo linguistico di
superba bellezza e grazie ad una armonia strutturale da cesellatore ci incolla
al testo dall’inizio alla fine; ci fa rivivere le torture cui è sottoposto un
collezionista di libri antichi costretto da un demone malizioso ad acquistare i
peggiori scarti di magazzino e a partecipare a un'asta per comprare, contro la
sua volontà, libri di mediocre importanza a prezzi esorbitanti…libri buoni solo
a tener fermo un tavolino traballante!
Il protagonista soffre, si logora, ci
trasmette in modo vivido le sue sensazioni di impotenza e morte interiore
davanti a questo comportamento che non è lui a decidere ma del quale è
involontariamente vittima e martire.
L'amore per i libri è un peccato tanto
grande da meritare un nuovo girone infernale?
Non è questo quello che crede il
protagonista del libro di Asselineau, fino a quando nella sua stanza non
compare un divertito demone che lo trascina nel peggiore incubo che gli possa
capitare fino a sfociare nel ferocissimo ed esilarante contrappasso finale.