Nel giorno della memoria, il 27 gennaio, voglio parlare di
questo romanzo, pubblicato la prima volta nel 1971.
Ambientato nella città di Stoccarda, negli anni ’30, quando
l’ideologia nazista prende sempre più piede nella Gernania e nell’Europa di
quegli anni.
E’ la storia di una amicizia nata tra due studenti molto
timidi e riservati, di ranghi diversi; il protagonista Hans Schwarz di famiglia
borghese di origine ebraica, e l’altro e Konradin
conte di Hohenfels, di famiglia nobile, una delle famiglie più importanti e
influenti nella Germania di quel periodo .
Frequentano la stessa scuola, il Karl Alexander Gymnasium di Stoccarda, e
ad unirli inizialmente saranno due passioni, la lettura e la collezione di monete
greche.
Una amicizia che inizialmente appare improbabile, ma che
diventa solida e salda in brevissimo tempo.
Ad intaccarla ci pensa la storia; infatti Hitler inizia a diffondere le idee nazionalsocialiste
che iniziano a colpire la vita degli ebrei, anche quelli tedeschi. Vengono promulgate
le leggi razziali, ed è proprio in questo momento che i genitori di Hans
decidono di mandarlo negli Stati Uniti da uno zio, per metterlo al sicuro. Loro
rimarranno in Germania, ma piuttosto che diventare prigionieri del regime
nazista, poco dopo la partenza d i Hans, decidono di togliersi la vita.
La famiglia di Konradin ha una visione della Germania
hitleriana, completamente diversa.
Il trasferimento negli Stati Uniti di Hans porta alla
rottura di questa amicizia, un vuoto che Hans si porta dietro nei trenta anni
successivi, durante i quali si è laureto alla Harvard University e si è creato
una posizione di tutto rispetto.
Si sente però tradito, da quella che pensava fosse una rara
amicizia sincera.
Ma presto arriverà una lettera a lui indirizzata dal liceo
di Stoccarda, nella quale si chiede un contributo economico per la costituzione
di un monumento agli studenti caduti durante la seconda guerra mondiale. E qui
c’è un colpo di scena che rinforza nuovamente quella vecchia amicizia tra Hans
e Konradin.