Vi si narra
la storia di un'amicizia, nella Germania rinascimentale, tra Narciso, monaco e
erudito del convento di Mariabronn, e l'allievo Boccadoro, un'anima ribelle e
artista che ben presto lascerà il convento stesso per inebriarsi tra le gioie
della vita e cercare la sua vera essenza.
La storia di
Narciso e Boccadoro è la storia di una ricerca di identità, che si svolge
attraverso il continuo “vagabondare” di uno dei due personaggi principali –
Boccadoro. Un lungo pellegrinare con un
grande contenuto simbolico: quello del cammino verso la conoscenza di sé, della
propria anima, per carpire i segreti della vita. E’ un cammino inteso sia in senso fisico che
in senso interiore alla ricerca della propria regola di vita che, come nel caso
di Siddharta, può venire per Hesse solo dalla propria intimità (e non
dall’esempio, pur eccellente, di qualcun’altro).
Boccadoro è
infatti un vagabondo che nel corso della sua ricerca esistenziale insegue –
grazie al risveglio della memoria attuato dal suo amico Narciso - l’immagine di
una Madre primigenia che si identifica volta per volta nella Natura e nelle
donne che egli incontra e seduce. Durante il suo lungo vagabondare in terre più
o meno popolate ma descritte magnificamente da Hesse, il giovane comprende
molto sulla natura umana, sul mondo e soprattutto sul dolore, la sofferenza.
È questa
ricerca che dà senso e scopo alla vita di Boccadoro e che gli conferisce, con
tutte le sue inquietudini e incertezze, il ruolo di vero protagonista del romanzo;
se Narciso è infatti portatore della serena sicurezza che gli deriva dalla sua
fede e dalla sua intelligenza nel leggere nel cuore delle persone, Boccadoro è
l’artista combattuto tra la ricerca artistica e la passione dei sensi.
Il romanzo
quindi si colloca, nella bibliografia di Hesse, come una lunga metafora sulla
coincidenza degli opposti: se Narciso rappresenta il polo razionale e
intellettuale della coppia e può essere considerato l’esponente della Spirito,
Boccadoro è la voce della Natura e il motore attivo di tutti gli eventi del
romanzo, e molte delle sue scelte e azioni sono dettate principalmente dal
cuore e dalla passione. Altresì mentre il personaggio di Boccadoro è complesso
e ben delineato, quello di Narciso rimane sempre un po' più complicato e
offuscato. Il contrasto fra natura e
spirito, rappresenta la via per la ricerca della verità. Tanto Narciso, che
rappresenta lo spirito, quanto Boccadoro, che rappresenta la natura, si sentono
insoddisfatti della loro ricerca perché adoperano come mezzo solo lo spirito o
solo i sensi, e ciò si rivela insufficiente.
E su questa
opposizione fondamentale, si basa l’amicizia profonda tra Narciso e Boccadoro:
come quest’ultimo torna al convento per spendervi gli ultimi giorni di vita,
così Narciso capisce attraverso le ultime confessioni dell’amico che è
sbagliato sottovalutare la via dei sensi per conoscere e capire il mondo. Un
libro entusiasmante che cerca di fare una sintesi dei due opposti, la
razionalità e la "carnalità”, per spiegare che l'uomo senza una delle due
componenti non potrà che vivere infelice rinunciando a una parte della sua
anima.
Un altro
punto interessante è indubbiamente la morale; non solo di sensi e non solo di
spirito un uomo può vivere: l'essere umano è un insieme di ragione,
spiritualità e passione. I dialoghi tra i due protagonisti, le loro dispute
teologiche e filosofiche, i loro diversi stili di vita permettono all’autore di
descrivere molto bene questi opposti modi di essere e di vedere l’esistenza, di
sottolinearne le diversità ma anche di lasciare intendere che le distanze,
anche se notevoli, non sono necessariamente incolmabili, che anzi l’ideale
forse sarebbe proprio trovare il giusto equilibrio tra un mondo e l’altro senza
lasciarsi sopraffare dagli estremismi.
La narrazione
ci trasporta in un ambiente letterario magico, un medioevo lontano e non
raggiungibile. Lo stile è alto, i
discorsi sono scorrevoli e molto profondi, spesso ci sono digressioni che
ricordano più un trattato di filosofia che un racconto; sebbene la storia non
sia avvincente in molti punti, risulta comunque piacevole da leggere, invoglia
a proseguire fino all'ultima pagina.
Vi lascio
con una domanda augurandovi una buona lettura: quante volte vi siete sentiti
Narciso e quante Boccadoro?