di Fabio
Ascani
Quando qualche tempo fa ho preso fra le mani Appia, l’ultimo libro di Paolo Rumiz, credevo di sapere a cosa
sarei andato incontro. Su La Repubblica avevo letto, a puntate, il racconto del
suo viaggio “Alla ricerca dell’Appia perduta”, un reportage che già allora non
mi lasciò indifferente, e suscitò in me il desiderio di andare a vedere, anzi,
rivedere tanti luoghi ricchi di storia e di magia che purtroppo, nella
quotidianità, rischiano di diventare “scontati”, perché ci passi sopra tutti i
giorni, di solito con la macchina e non ci fa più neanche caso.
Invece mi sono emozionato e arrabbiato e poi calmato
e di nuovo emozionato. Mi sono emozionato nel ritrovare i luoghi in cui vivo e ho
vissuto e passeggiato e giocato da ragazzino; arrabbiato e indignato nella
descrizione dell’abbandono di una Via che è un tesoro incommensurabile sotto il
cielo, alla portata di tutti, un tesoro depredato nei secoli e poi dimenticato;
calmato nella descrizione del percorso che andava ricostituendosi sotto i piedi
del reporter e dei suoi compagni di viaggio; emozionato ancora una volta al
pensiero della riscoperta di un cammino ricco e pieno di meraviglie e che si
può e si deve ripercorrere per fa si che non svanisca di nuovo nell’oblio.
Da romano orgoglioso e da oltre vent’anni cittadino
di Ariccia, contento di esserne stato adottato, con il privilegio di poter
vedere dalla finestra di casa la Regina delle vie, come la chiamavano gli
antichi, non potevo non appassionarmi ad Appia. E così è stato.
È una lettura per chi ama la storia, ma anche per
chi ama il giornalismo vero, quello del reportage autentico, con penna e
taccuino. È un libro per chi ama camminare e vuole rompere i soliti schemi,
quelli che portano sui percorsi di Santiago o le strade di San Francesco. Qui
si è andati alla ricerca, e la si è trovata tutta, di una via laica,
percorribile, con significati diversi, nei due sensi di marcia. È un libro “scritto con i piedi” che battono la
polvere e si muovono al ritmo del passo dei legionari, come scrive l’autore.
Così, oltre alla
narrazione dell’avventura che ha portato il manipolo di coraggiosi da Roma a
Brindisi, passo dopo passo sull’antica Via Appia, il percorso che puntava verso
Oriente e che fu fondamentale per l’espansione dell’impero, ci sono le cartine
delle 29 tappe, disegnate ad arte e riportate
al centro del libro, e poi quelle scaricabili da internet sul sito della
Feltrinelli, che ridisegnano il percorso dell’Appia Antica avvalendosi di
Google Map e quindi molto facili da seguire. C’è poi la descrizione scritta
delle singole tappe: con gli incroci, i cartelli, i bivi, le salite, le discese,
i nomi dei luoghi e tutto quanto serve per orientarsi e ripercorrere la strada.
“La
grande direttrice ora esiste di nuovo, è visibile e recuperata”.
Ma la parte più emozionante del libro è il racconto
di luoghi e personaggi, di incontri e narrazioni, che rimangono nella memoria e
segnano il lettore. Alla fine ci viene ridonato il percorso di una strada che “abbiamo ricoperto di tangenziali, parcheggi,
supermercati, campi da arare, cave, acciaierie, sbarrata con cancelli,
camuffata con cento altri nomi, presa talvolta a picconate peggio dell’Isis”.
Passo dopo passo, pagina dopo pagina, permane nel
lettore stesso un sentimento contrastante: ciò che lo scrittore, Rumiz il
camminatore amante dell’Italia, della storia, dell’immenso patrimonio del
nostro Paese, ha descritto e provato, imparando “a masticare, con l’incanto, l’indignazione”.
Mercoledì 21 settembre alle ore 18.00 a Palazzo
Chigi, in collaborazione con l’Archeoclub Aricino-Nemorense, ci sarà un incontro
lo scrittore Paolo Rumiz.
È una bella occasione per parlare di un tesoro
inestimabile che passa a pochi metri dalle nostre case ed è stato deturpato e
poi dimenticato e oggi finalmente riscoperto e ripercorso nella sua interezza.
Da non perdere.
A Pordenonelegge il mio caro amico Andrea Mattei della Gazzetta dello Sport ha incontrato Paolo Rumiz. QUI si può leggere l'articolo completo e sotto potete vedere il video dell'incontro tratto dall'articolo stesso.
A Pordenonelegge il mio caro amico Andrea Mattei della Gazzetta dello Sport ha incontrato Paolo Rumiz. QUI si può leggere l'articolo completo e sotto potete vedere il video dell'incontro tratto dall'articolo stesso.