Qualcuno ha rischiato di rendersi ridicolo.
Lo racconta su Facebook il sindaco Roberto Di Felice
Qualcuno della compagnia dei
beati ignoranti, dopo aver distrutto Ariccia, facendo male i conti, ammesso e
non concesso che li abbiano mai saputi fare, aveva in animo, secondo quanto
asseriva all'interno del cenacolo degli stessi ignoranti, di chiedere al
Prefetto lo scioglimento del Consiglio Comunale, perché riteneva che non si
fosse adempiuto il disposto dell'articolo 40, comma 1, del decreto legislativo
n. 267 del 2000, che così recita: «La
prima seduta del consiglio comunale e provinciale deve essere convocata entro
il termine perentorio di dieci giorni dalla proclamazione e deve tenersi entro
il termine di dieci giorni dalla convocazione».
Ebbene, il sindaco è stato
proclamato tale il 6 giugno 2016, ha convocato la seduta del Consiglio Comunale
il 16 giugno 2016 ed essa si terrà il 25 giugno 2016.
Il 6 giugno non si
computa quale termine iniziale per l'antico principio giuridico scolpito nel
brocardo "dies a quo non computatur in termino" (ovvero "il
giorno da cui si fa partire il conteggio non si computa al fine del
raggiungimento del termine finale").
TUTTO, QUINDI, È AVVENUTO SECONDO
IL DETTAME DELLA LEGGE.
GLI IGNORANTI, CHE VORREBBERO SVOLGERE IL RUOLO DI
AMMINISTRATORI PUBBLICI, NON CONOSCONO NORME BASILARI E NEPPURE L'ARITMETICA.
SE
LO DESIDERASSERO, FORNIRÒ A LORO UNA PICCOLA LEZIONE DI DIRITTO ROMANO.
NATURALMENTE
LA LEZIONE SAREBBE GRATUITA, PERCHÉ, SECONDO IL MIO SENTIRE, LA CULTURA È
DONATIVA DI SÉ E NON DEVE ESSERE MERCE DI SCAMBIO.
Roberto Di Felice