Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Spara a salve Serra Bellini, l’uomo del P.D. scelto non attraverso le
primarie ma incoronato candidato a sindaco di Ariccia da tre re magi
provenienti da Roma (domande a Serra Bellini: non sono più le primarie uno
strumento democratico? Aveva forse paura di affrontare le primarie in
competizione con Luisa Sallustio? Come mai ha cambiato radicalmente idea sulle
primarie dopo che i tre re magi romani hanno deciso di incoronarlo candidato a
sindaco e ha dimenticato il prima da lui osannato strumento democratico delle
primarie? Dunque, lo “smemorato”, come egli definisce Roberto Di Felice, è
Serra Bellini e non altri), e ricostruisce, con l’imprecisione che ha
caratterizzato chi ha amministrato fino ad ora la città di Ariccia, un passato
recente sul quale dovrebbe solo tacere vista la situazione pietosa in cui versa
la città. E invece di assumersi le responsabilità dello stato attuale delle
cose cerca di scaricarle malamente sul suo avversario Roberto Di Felice.
Probabilmente è impresa veramente ardua pronunciare alcunché su chi non ha mai
parlato prima, per una intera legislatura, in Consiglio Comunale e ora appare
più imbeccato che preparato. Solo una nota: è vero che Roberto Di Felice in una
competizione elettorale amministrativa (era il 2006) fu eletto nella maggioranza,
per la quale aveva anche scritto per intero il programma amministrativo. È da
auspicare, per dimostrare la sua capacità, che Serra Bellini sappia scrivere da
solo e per intero il programma amministrativo della sua coalizione dopo aver
ascoltato molto tardivamente i cittadini (infatti, è da chiedersi perché non
abbia ascoltato precedentemente le proposte e le istanze dei cittadini nel
lungo tempo di una legislatura) dinanzi a poche persone, considerato che
nell’ultima legislatura non ha espresso mai un’idea o una proposta nell’aula
consiliare. Ma è anche vero che Roberto Di Felice, appena resosi conto che il
programma amministrativo della coalizione in cui era stato eletto, risultando
il più votato ad Ariccia, non veniva rispettato, come non venivano rispettati i
cittadini da quella maggioranza, non esitò un momento a recidere il legame con
essa. Senza indugi e affrontando tutte le difficoltà che comporta lo stare
all’opposizione. Avrebbe Serra Bellini il coraggio di fare altrettanto? Decenni
di cattiva gestione delle passate amministrazioni ci hanno portato dove siamo
oggi. Anche per quanto riguarda il ponte monumentale, sul quale non è stato
speso un euro neppure per la manutenzione ordinaria, che compete al Comune:
basta vedere lo stato in cui versano i due giunti metallici che dovevano
servire ad assorbire le dilatazioni termiche delle strutture del ponte e ad
ammortizzare le onde sismiche longitudinali.
Ad ognuno le proprie responsabilità, ammesso che il dormiente Serra Bellini si sia accorto che le responsabilità della sua coalizione gravavano anche su di lui.
Conclusione: le
parole di Serra Bellini dimostrano che ha già il fiato corto e vuole buttare
“in caciara” la contesa politica, che dovrebbe essere leale e fondata sul
riconoscimento della verità dei fatti e dei comportamenti. Riuscirà a farlo?