di Fabio Ascani
Umberto Eco è sicuramente uno degli autori italiani più
letti all’estero ma anche in patria. Filosofo, opinionista, romanziere, la sua
è una figura eclettica. Da molti considerato una delle persone più colte del
nostro tempo, aveva una scrittura semplice e immediata, capace di arrivare a
tutti, come solo i più grandi sanno fare.
Ho letto molti dei suoi libri e alcuni di questi hanno
lasciato un segno permanete contribuendo alla mia formazione. La sua opera che
ho amato di più è Come si fa una tesi di laurea, un saggio del 1977
edito da Bombiani. Dei suoi è il primo libro che ho letto, forse anche per questo lo
ricordo con affetto. Pieno di spunti interessantissimi continua ad essere
attuale anche a distanza di tanto tempo.
È però un'altra l’opera su cui voglio soffermarmi.
Nel 1985 Eco inizia una collaborazione con il settimanale
L’Espresso per il quale scriverà, per moltissimi anni settimanalmente, poi ogni
due settimane, una rubrica intitolala “La bustina di Minerva”. In
quei piccoli scritti di una sola pagina sul mondo contemporaneo si
“nascondevano” perle di saggezza e spunti spesso divertenti, altre volte più
profondi, mai banali.
Nella prima delle “Bustine” Eco spiegò il perché del
titolo della rubrica: “… L’intitolo alla bustina di Minerva, senza
riferimenti alla dea della sapienza, bensì ai fiammiferi. Quando capita che la
bustina abbia il lembo interno vergine di pubblicità, gli uomini pensosi usano
appuntarvi idee vaganti, numeri di telefono di donne che un giorno sarà
opportuno amare, titoli di libri da comperare, o da evitare”.
Nel 2001 una selezione delle Bustine è stata
pubblicata nel volume edito da Bompiani e che prende lo stesso titolo della più
famosa e celebre rubrica dell’ultima pagina de L’Espresso. È un libro da
sfogliare e (ri)leggere con piacere alla scoperta di un’idea, di una curiosità,
di una riflessione, o magari di un racconto, come Cronaca di una notte di peccato “Quando incominciano a esplorare Internet, quasi tutti vanno subito a
connettersi con Playboy e Penthouse…” c’è quasi nostalgia pensando al
presente: oggi alle foto patinate si sono sostituiti i video espliciti,
scadenti e ripetitivi dei vari Porn.
Un’altra
“bustina”, del 1990, è di argomento attualissimo, s’intitola Migrazioni e riflette sul fenomeno che
ancora oggi ci trova impreparati: “Le grandi
migrazioni non si arrestano. Ci si prepara semplicemente a vivere una nuova
stagione della cultura afroeuropea”.
La
Bustina di Minerva è un libro per ricordare, confrontare, riflettere.