Ci rendiamo conto che le vicende di Ariccia
possono apparite un po’ ingarbugliate ma se si fa un briciolo di attenzione si
potrebbe evitare di cadere in imprecisioni più o meno fastidiose.
Per
coloro che continuano a scrivere che i fuoriusciti dal Pd ariccino sono tre
facciamo presente che in realtà, un bel po’ prima dell’ex presidente Sallustio,
di Ermini e Tomasi, era passato all’opposizione il consigliere Augusto Di
Felice. Quindi, sono ben quattro su sei
coloro che hanno abbandonato il partito di Renzi (alleato di Verdini e Alfano)
e Cianfanelli, cosa che avrebbe dovuto far riflettere quest’ultimo ed evitare
di farsi mandare a casa con l’aiuto di un notaio prendendo atto della realtà e
dimettendosi, così come gli era stato fatto capire nell’ultimo consiglio
comunale, ma si sa: l’attaccamento alla poltrona può essere fatale.
Alcuni
giornalisti, poi, incancreniti su vecchi schemi mentali, visto che l’ex
maggioranza ariccina avrebbe dovuto essere di sinistra, appunto la sinistra che
fa riferimento a Renzi-Verdini-Alfano(!), senza riflettere troppo definiscono,
in contrapposizione a questa, la colazione, in realtà totalmente di liste civiche e che fa capo a Roberto Di Felice, di
centrodestra, dimostrando davvero poca attenzione (se non cattiva fede) per le
vicende politiche della città.
Immaginiamo
che destra e centro destra si presenteranno alle prossime elezioni con i loro candidati,
ben distinti dalla più ampia coalizione (totalmente svincolata dai partiti) che
abbia mai visto Ariccia: quella di Roberto Di Felice.
Del
resto, destra e sinistra sono categorie che appassionano sempre meno i
cittadini che ormai non riescono più ad identificarvisi. E chi può dire che il
Pd, l’alleato di Verdini e Alfano, sia di Sinistra!? E la Destra cos’è se non
un miscuglio di componenti variegate, da Forza Italia alla Lega e Fratelli
d’Italia, partiti che hanno accolto negli anni personaggi eterogenei e poco
limpidi. Senza contare, poi, che i partiti italiani sono anche il risultato
delle continue migrazioni di soggetti, all’interno del parlamento: 235 i
parlamentari che hanno cambiato casacca in quest’ultima legislatura (governi letta e Renzi). Un’usanza davvero disdicevole!
Tutta
questa confusione, squallidi giochi di potere, si riflette anche a livello
locale e nei piccoli centri. Ariccia non fa eccezione.
Mentre
su manifesti, su giornali, su siti web e sui social assistiamo a liti e discussioni
fra coloro che componevano la coalizione, e chi giustamente l’ha lasciata per i
motivi chiaramente denunciati sui mezzi d’informazione, i cittadini iniziano a capire
come dovranno comportarsi alle prossime elezioni amministrative dove, le
vecchie forze politiche proveranno ancora una volta ad imporsi sulla città. Non ci riusciranno!
Fortunatamente,
anche grazie ad un’informazione meno ufficiale ma più capillare, il passa
parola, anche quello del web, le persone si stanno rendendo conto che è ora di
dire basta. Ariccia non deve più essere soggetta a decisioni e accordi
sottobanco che avvengono in “stanze lontane”. Gli ariccini vogliono
autodeterminarsi, vogliono poter scegliere loro stessi, senza influenze e
imposizioni esterne, il proprio destino e come amministrare il territorio. Ad
Ariccia non c’è proprio più spazio per squallidi giochi di potere. Allora basta
ai vecchi personaggi che hanno manovrato i fili di un paese che può benissimo
muoversi da solo.
Chi
più di ogni altro oggi rappresenta questa voglia di autodeterminazione della
città è Roberto Di Felice che, completamente svincolato da ogni forza politica
ed extra ariccina, dalla così detta sinistra o della così detta destra, ha raccolto
intorno a sé una vasta coalizione di liste tutte civiche, unendo personalità completamente
nuove e giovani ad altre con maggiore esperienza, anche amministrativa.