Comprare un bambino. Sono parole che anche solo a sentirle creano disagio e
fastidio nelle persone libere e sane. Il mercato degli esseri umani dovrebbe
essere terminato da molto tempo e specie nei paesi così detti civili, ma non è
così. Chi ha buone disponibilità economiche può letteralmente prenotare e
acquistare, dove ciò è consentito, un neonato. Attraverso la pratica
“dell’utero in affitto”, della “mamma surrogata” eterosessuali o omosessuali
possono avere il loro bebè. È una pratica egoista e classista, dove si pensa
per prima cosa ad appagare il desiderio di genitori mancati piuttosto che
pensare alle reali necessità ed esigenze del piccolo.
Ha
scritto Giorgio Cremaschi su Micromega:
L’utero
in affitto è una mostruosità del mercato che sfrutta le donne ed il loro corpo.
Ed è una violenza di classe, perché sono le donne povere che per necessità
vendono e le coppie ricche che comprano. Io credo che la legge debba proibire e
punire simile mercato. E soprattutto credo che la legge debba comunque
riconoscere come autentica madre la madre cosiddetta surrogata, con tutti i
diritti del caso. Meglio una famiglia con tre genitori che una con un figlio
comprato. Si garantisca poi per legge la piena possibilità di adozione per i
bambini GIÀ nati, senza discriminazioni. Ci sono milioni di orfani, adottate quelli per la
miseria.
Ma
se invece di venderlo un bambino lo si donasse? Giulia Innocenzi, ex
conduttrice di ANNO 1, ha scritto sulla sua pagina Facebook: Se
mia sorella, una mia cara amica o amico, avessero un giorno bisogno della
maternità surrogata, mi offrirei. Sarebbe un grandissimo gesto d'amore che
arricchirebbe le nostre vite e le nostre famiglie, in continua evoluzione.
Ma
in Italia non si può. Li mandiamo in un paese asiatico, dove la donna sarebbe
effettivamente sfruttata in quanto disperata? REGOLAMENTARE E' L'UNICA
SOLUZIONE!
Messa
in questi termini la questione appare meno scabrosa, velata da dolcezza e
disinteressato amore fraterno, ma in realtà è accompagnata da tanta pericolosa
leggerezza che non prende in considerazione che un uomo, un essere umanano,
anche nei primi momenti della sua vita, non è proprietà di nessuno e come ogni suo
simile dovrebbe godere del diritto naturale di essere concepito e nascere
libero. Un diritto che nel mondo, per guerre, soprusi e ingiustizie, ben pochi
hanno avuto e continuano ad avere. Nella nostra piccola, “profumata”, ed
egoista porzione di pianeta detta “Occidenete sembra che certe cose alcuni
tendano a dimenticarle, molti anche in buona fede, nell’ottica che si deve
essere felici e che per raggiungere la “felicità” tutto, o quasi, è lecito. Così
il più indifeso degli esseri può essere banalmente trasformato, a sua insaputa,
in qualcosa che si può donare, degradandolo, anche involontariamente (forse),
dalla dignità di essere umano a
quella di essere cosa per la
felicità di altri.
Le persone non sono di nessuno, non si
comprano e non si possono donare, neanche da parte di chi ne è genitore naturale.
Fabio Ascani