Ariccia
è un paese diviso in più parti: c’è il Centro storico, c’è Monte Gentile, ci
sta Villa Ferrajoli, Galloro, Ramo D’Oro, la zona industriale, Vallericcia,
Fontana, Piani di Santa Maria, Nocchienti. Nel corso degli ultimi decenni le
varie amministrazioni che si sono succedute (ben quattro hanno visto sindaco
Emilio Cianfanelli più una breve interruzione con Vittorioso Frappelli) poco o
nulla si sono adoperate per fare di quest’agglomerato una vera città. I
cittadini hanno la netta sensazione di sentirsi isolati e frammentati e,
nonostante il titolo di città conferito ad Ariccia dal Presidente della Repubblica,
agli ariccini sembra manchi il senso di comunità e di appartenenza, demerito di
chi pare abbia amministrato troppo a lungo seguendo il mal celato motto “dividi
et impera”. Si badi bene che la parola “impera” rende benissimo il senso della
realtà delle cose.
Alle
divisioni di cui abbiamo appena detto si sommano altre divisioni ancora più profonde
fra figli e figliastri di un modo di fare politica e amministrare la cosa pubblica
che invece di unire separa tra “buoni” e “cattivi”, tra “fedeli” e “infedeli”,
tra coloro che possono beneficiare di perimetrazioni che sanano situazioni di
abusivismo e coloro che rischiano seriamente di veder abbattere la propria casa.
Ai “privilegiati”, agli “amici”, ai “fortunati”
sono stati contrapposti tutti gli altri: quelli che dissentono, quelli che non
sono d’accordo, quelli che la pensano in modo diverso. È una divisione che vede
la sua massima espressione nelle spese legali pro capite che quest’amministrazione
ha affrontato e che sono fra le più alte delle amministrazioni dei Castelli Romani e
spesso proprio per andare contro i suoi stessi cittadini.
Ariccia
è poi divisa (ma questa volta nel senso di separata) dal resto del territorio
che la circonda. Strade interrotte per anni, mal ridotte e mai ben curate; un
ponte che avrebbe dovuto essere oggetto di manutenzione e che invece è stato
trascurato per decenni, portandolo alla sua per ora parziale chiusura e
probabilmente, prima o poi, alla chiusura completa; i mezzi del Cotral che non
passano più per il centro storico, privando tantissimi cittadini della
possibilità di muoversi agevolmente con i mezzi pubblici; una stazione
ferroviaria, quella di Cancelliera, praticamente dimenticata, dove invece si
sarebbe dovuto provvedere a collegarla il più possibile e renderla più
appetibile.
Di
fronte a queste divisioni, e a tante altre sotto gli occhi di tutti, non
poteva che avvenire, meglio tardi che mai, una divisione anche nel partito
politico che maggiormente sosteneva l’ultima giunta Cianfanellli, il Partito
Democratico. E così, per primo Augusto Di Felice, ormai molti mesi fa, e negli
ultimi tempi la Presidente del Consiglio Comunale Luisa Sallustio e i
consiglieri Emilio Tomasi e Paolo Ermini hanno sancito la rottura con questa
amministrazione, prima dimettendosi dal partito e poi, con l’esclusione della
Sallustio, firmando di fronte ad un notaio, la sfiducia verso l’ormai ex
sindaco Cianfanelli.
In
questi giorni, fino alle prossime elezioni, Ariccia è governata dal commissario
prefettizio Nicola Di Matteo e l’ex primo cittadino continua, dalla tribuna del
web, nella sua opera di divisione fra “buoni e cattivi” per cui i buoni sono
coloro che gli rimangono fedeli fino all’ultimo e i cattivi quei consiglieri
che a suo dire “si fanno eleggere solo per sfiduciare il sindaco quando non gli da più
retta”.
Frase offensiva, questa, apparsa come sua
dichiarazione in un articolo dal titolo che è tutto un programma: La tempra di Cianfanelli: “Scriverò a Renzi,
il commissariamento è pericoloso”. visibile a questo indirizzo (http://www.castellinotizie.it/2016/02/26/ariccia-la-tempra-di-cianfanelli-scrivero-a-renzi-il-commissariamento-e-pericoloso/) e nel quale riesce anche a dire che l’agire dei consiglieri avrebbe consentito di
“mandare al governo persone
pericolosissime, non elette dal popolo”. Chissà se il commissario
prefettizio Nicola Di Matteo sa di essere tanto pericoloso!?! Di questa situazione,
continua Cianfanelli nell’articolo, scriverà al Presidente del Consiglio Renzi (facendo
finta di dimenticare che anche Renzi non è stato scelto dal popolo) perché a
suo dire “bisogna abolire le Prefetture
così come l’election day. Non è possibile tenere commissariata per troppo tempo
un’istituzione”. E qui L’ex sindaco ha operato una divisione in se stesso,
dimenticando che quando contribuì lui a far cadere un sindaco, Vittorioso Frappelli,
certo non parlò in questi termini ma anzi il commissariamento, che durò per
circa dieci mesi, era allora per Cianfanelli un bene e non un pericolo per Ariccia.
Chi, alle prossime elezioni amministrative di questa città così divisa, dovesse
vincere avrà l’incombenza di ricucire tutte le fratture che si sono create in
questi lunghi anni e riportare nei cittadini la fiducia in chi è stato eletto sindaco
per essere sindaco di tutti, realmente di tutti, anche di chi ha idee diverse. Sarà
suo compito, ed onore, costruire ponti ideali, nella città del Ponte Monumentale (ed
interrotto), tra chi amministra e chi è amministrato, tra la città e il
territorio, eliminando ogni dannosa divisione.