di Francesca Senna
Ho iniziato a leggere questo libro non sapendo a che tipo
di testo sarei andata incontro. Da sempre incline ai testi giapponesi e alla
figura del gatto, l’ho inizialmente affrontato con un po’ di leggerezza
pensando sarebbe stato un libello con il quale passare qualche ora in
compagnia.
L’esperienza invece mi ha dimostrato il contrario: il testo
è molto complesso, le descrizioni sono assai minuziose e lunghe, intere pagine
si basano su piccoli movimenti o fatti perciò non lo consiglierei a chi non ama
i libri troppo descrittivi.
Il racconto è diretto da un gatto –
Il Gatto (la voce narrante): un esemplare apparentemente insignificante, un
randagio, che però ha il coraggio di infilarsi in casa di uno sconosciuto,
affrontare le ingiuste ire di una domestica un po' troppo zelante, e questo
solo per sopravvivere ad un destino avverso che l'avrebbe voluto abbandonato.
La trama si snoda attraverso i problemi dei vari personaggi
che girano intorno alla casa e alla vita del suo padrone; il gatto esprime il
suo pensiero in modo quasi filosofico, arricchendo il discorso con vere o
presunte massime zen (non ho la competenza per saper
riconoscere se si tratta di verità o di una beffa dell’autore!). Il suo
passatempo preferito è quello di ascoltare i discorsi del suo padrone quando
gli amici vanno a fargli visita. E’ un solerte osservatore e filosofo, egli
descrive impietosamente tutte le debolezze umane, diventando così un gatto
tuttologo.
L’ambientazione è quella del primo novecento in Giappone, si
parla dell’era Meiji che sembra avere perfettamente realizzato il suo compito: quello
di restituire onore e grandezza al paese facendone una nazione moderna,
“occidentalizzata”. Per il gatto però, le cose non stanno per niente così.
Un’oscura follia aleggia nell’aria, nel Giappone all’alba del XX secolo.
Cenni storici:
Pubblicato per la prima volta nel 1905, Io sono un gatto
non è soltanto un romanzo raro, che ha per protagonista un gatto, filosofo e
scettico, che osserva distaccato un radicale mutamento epocale. Dall'epoca del magico Egitto in cui i gatti
erano protetti come fossero Dei, al tempo dell'oscuro Medioevo in cui venivano
considerati come familiars (i custodi delle streghe), il mistero che racchiude questo
animale, diviene sempre più affascinante. Il testo quindi si inserisce appieno
tra i grandi libri della letteratura mondiale, come la prima opera che inaugura
il grande romanzo giapponese all’occidentale.