il Regina Apostolorum |
Non è facile la situazione della sanità, anche qui ai
Castelli Romani, e dopo i casi di cui ci siamo occupati in passato, ricordiamo
soprattutto il caso del San Raffaele di Velletri, ormai chiuso, riportiamo la
difficile situazione che si sta verificando al Albano Laziale in una delle più
note e più stimate strutture del nostro territorio, l’Ospedale Regina
Apostolorum.
Ieri pomeriggio si è svolta una manifestazione sindacale dei
lavoratori paramedici che si sono riuniti in sin-in fino alle ore 16.00 di
fronte l’entrata del nosocomio per protestare per la mancata retribuzione degli
stipendi arretrati e la mancata chiarezza sulla posizione pensionistica.
Fauzi Cassabgi, assessore alle Politiche Sociali con delega
alla Sanità del comune di Albano Laziale ha espresso in una nota la propria solidarietà,
comprensione e vicinanza ai dipendenti dell’Ospedale Regina Apostolorum.
L’Amministrazione Comunale di Albano, è scritto nel comunicato, segue
costantemente e con attenzione la questione, e auspica che insieme agli altri
soggetti istituzionali, che si stanno occupando della problematica, si possa
presto giungere ad una soluzione positiva, considerando anche l’importante
rilevanza sanitaria ed occupazionale di questa struttura. Ha aggiunto poi
Cassabgi: “Inoltre, non vogliamo che la situazione generale arrechi anche
ritardi con disagi al servizio sanitario. Il “Regina Apostolorum” infatti, è da
sempre un importante polo medico per tutta l’area dei Castelli Romani”.
E certamente con un ospedale ancora in costruzione, quello
di Ariccia, detto Ospedale dei Castelli Romani che speriamo possa entrare in
funzione entro pochi anni e comunque il prima possibile, e con tutte le
strutture che nel corso del tempo sono state depotenziate, per esempio l’Ospedale
Spolverini di Ariccia, quello di Genzano che aveva un ottimo pronto soccorso, incredibilmente
dismesso, e con l’Ospedale di Albano, sempre super affollato, il Regina
Apostolorum assume un’importanza davvero grande nel panorama sanitario dei
Castelli Romani.