Il
voto europeo ha disegnato un inedito assetto politico per il paese. Sul
Movimento 5 Stelle si erano create forti aspettative per un risultato che, se
pure non avesse superato quello del Partito Democratico, si sarebbe comunque
avvicinato ad esso ad una di stanza almeno di 2/3 punti percentuale. Questo non è avvenuto, il M5S si è fermato al
21,18% mentre il PD ha sfondato il 40%.
Com’è
stato possibile ciò? Cos’ha portato così in alto il PD e cos’ha fermato
l’ascesa del M5S, che comunque rimane la seconda forza politica del paese,
distaccando la terza, Forza Italia, di 5 punti percentuale?
Del seno di poi son piene le fosse,
diceva mia nonna con anziana saggezza, ed ora ogni ragionamento appare
plausibile tutti son bravi a vedere gli errori di Grillo.
Ma quali
errori avrebbe poi commesso il leader del Movimento: ha urlato troppo? Ha
alzato i toni? È stato irriverente? Ha spaventato l’elettorato moderato?... Ma
gli altri che toni hanno avuto nei confronti del M5S? Da quando i cittadini
pentastelllati sono entrati in parlamento tutte le forze politiche e
grandissima parte della stampa non ha fatto altro che cercare in tutti i modi
di delegittimarli ritraendoli come giovani incompetenti e un po’ scapestrati. Hanno detto: “Non hanno esperienza”. “Sono
maleducati”. “Non rispettano le regole”. Il giornalista Augias in una
trasmissione su La7, subito dopo un’intervista al deputato Di Battista, dove la
Bignardi è riuscita a dare il peggio di se, ha evocato nei confronti di Grillo
e del Movimento, idee di squadrismo e di fascismo. La presidente della Camera,
in una trasmissione su Rai Tre ha definito chi frequenta il blog di Grillo
potenziali stupratori e, in fine, in campagna elettorale, ad un’ipotetica
vittoria di Grillo sono state associate idee di dittatura e violenza. Il top
l’ha poi raggiunto il condannato Berlusconi che ha detto che Beppe Grillo è
della stessa razza di Stalin o Hitler e l’ha etichettato come assassino! …Chi è
che avrebbe alzato i toni?!
Se
qualcuno avesse voluto conoscere la vera faccia del Movimento 5 Stelle non
avrebbe dovuto fare altro che andare in piazza, in uno dei tantissimi
appuntamenti con gli attivisti e i parlamentari, o con Grillo stesso, e
respirare l’aria di novità, di pulito, di onestà, di non violenza che c’è in
questi grandi appuntamenti pubblici, le agorà, unico luogo dove gli attivisti
possono esprimersi e parlare con la gente senza l’intermediazione di una stampa
in gran parte viziata e di parte.
Tv e
giornali hanno spinto al massimo per cercare di demolire l’immagine di un movimento
serio e onesto, anche riportando notizie false. L’ultima sul finire della
campagna elettorale, quella sulla mensa nelle scuole di Pomezia, comune
amministrato da Fucci, sindaco pentastellato, dicendo che l’amministrazione
aveva discriminato fra bambini ricchi e poveri proponendo due menù, a 4,40 euro
con merendina e 4,00 senza merendina. Falso. Questi erano i prezzi per
l’amministrazione: i bambini provenienti da famiglie con difficoltà economiche
avrebbero potuto avere la mensa a 50 centesimi o 55 con la merendina, così come
chi ha un reddito buono può scegliere un menù con merendina, oppure senza, ai
prezzi suddetti (4 o 4,40). E, guarda un
po’, uno dei pochi comuni dove il M5S ha tenuto è proprio Pomezia: li la verità
la conoscono e sanno come governa il Movimento.
Oggi
il M5S appare sconfitto, e lo è, perché è passato da un 25,6% delle precedenti
elezioni politiche al risultato delle Europee con 21,18% ovvero si è defilato
tutto quel voto di protesta, privo di reale consapevolezza o voglia di partecipazione
alla vita politica e sociale della nazione, a cominciare dal proprio
territorio, dalla propria città, dal proprio quartiere, persone in buona parte
che neanche sono andate a votare.
Sta
di fatto che nei luoghi dove la partecipazione cittadina è particolarmente
attiva nelle lotte per la salvaguardia dell’ambiente,
per esempio, i risultati per il Movimento sono stati migliori. Penso al mio di
territorio, ai Castelli Romani, dove i cittadini si sono attivati in movimenti
civici contro un inceneritore, contro l’espandersi di una discarica puzzolente,
contro la cementificazione. Qui il Movimento ha avuto risultati superiori alla
media nazionale.
Ma
da dove giungono tutti i voti che ha preso il Pd? A questa domanda può
contribuire a dare una risposta seria L’Istituto Cattaneo, specializzato
nell’analizzare i flussi elettorali: Pochi i salti di campo fra sinistra e destra
Il
successo di Renzi determinato dallo sfaldamento di Scelta civica e dal ruolo
giocato dall’astensione
Il
primo flusso di voti dominante è quello da Scelta civica al Partito
democratico. Assistiamo a uno svuotamento dell’area della coalizione, che
faceva capo a Mario Monti nel 2013, a quasi totale favore del Pd. Si tratta di
flussi fortissimi nel Nord: a Torino, Brescia, Padova, Venezia oltre 5 punti
percentuali di elettorato (che equivalgono a quasi il doppio in % su voti
validi) si sono spostati da Monti a Renzi; quasi altrettanto forte è il flusso
a Genova. Stessa tendenza a Parma, solo lievemente più modesta a Bologna e Firenze.
Di intensità più moderata, ma comunque sempre rilevante nelle città del Sud
studiate, Pescara, Catania e Palermo.
Il
secondo flusso altrettanto chiaro ed evidente è quello che conduce voti dal
Movimento 5 stelle all’astensione. Nel Nord è molto marcato a Torino, Genova e
Venezia, più attenuato ma sempre ben evidente a Brescia, assente solo a
Padova. Nelle regioni «rosse» è marcatissimo a Parma (si noti: 10,7% di
elettori si spostano da M5s verso il non-voto nella città di Pizzarotti),
assai evidente a Bologna e Firenze. E’ presente anche nel Sud, meno a Pescara,
fortissimo in Sicilia (Catania e Palermo). …
Quindi un ruolo importante è stato giocato
dallo sfaldamento del partito fondato da Monti, mentre è soprattutto la bassa
affluenza elettorale che ha influenzato il risultato del M5S.
Ora
il futuro dei prossimi assetti politici è in gran parte nelle mani del Partito Democratico
e del suo segretario Matteo Renzi che fino ad ora si è sostanzialmente
alimentato di promesse e proclami. Quella degli 80 euro in busta paga in
primis. 80 euro che arriveranno finché ci saranno le coperture economiche a
garantirli. Sta di fatto che il Pd, che oggi si fa maestro e prodigo di
insegnamenti sul perché i pentastellati non hanno vinto, è comunque e sempre lo
stesso partito che non ha rinunciato ai rimborsi elettorali, che non ha
diminuito lo stipendio ai propri parlamentari o consiglieri regionali, che non
ha di fatto abolito le provincie. È ancora il partito degli F35, dei soldi alle
banche; di Greganti implicato nello scandalo Expò e degli eletti inquisiti
dalla magistratura (vedi caso Genovese). È il partito dei compromessi per
governare ad ogni costo e delle alleanze con la destra, delle larghe
(basse) intese, è il partito che fa una legge elettorale fuori dal
parlamento con il condannato Berlusconi al il solo scopo di eliminare l’unico
avversario valido e temibile: il Movimento 5 Stelle. È il partito di Renzi,
condannato in primo grado dalla Corte dei Conti (vedi http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/renzi-promette-bene-condannato-dalla-corte-dei-conti-ha-dissanguato-le-casse-della-provincia-66003.htm
), che disse che non avrebbe mai governato senza prima passare per le urne, che
disse all’“amico” Letta “stai sereno”
e poi gli tolse la sedia da Primo Ministro.
Il
tempo, a questo punto, gioca a favore del M5S che, con i suoi eletti e con i
suoi attivisti, continuerà, nelle Aule solenni, come nelle piazze, a denunciare
i comportamenti di una classe politica che persevera ad essere casta e a favore
dei potenti più che della gente comune.
E c’è un’altra cosa: oggi il Movimento non parte più da zero ma da una
base forte e sostanziosa: è la seconda forza politica italiana, una forza che
ha commesso errori, specie di comunicazione ma che li sta analizzando, e che
comunque rimane dalla parte dei cittadini e dell’ambiente, sempre e comunque in
modo chiaro, senza compromessi e mai violento. Informarsi (davvero) per
credere.
Fabio Ascani