Albano sorge sulle rovine romane. Sono visibili ovunque, nelle vie, nei cortili interni, perfino nelle cantine. Su queste vestigia, sulle sostruzioni, sono stati innalzati dal Medioevo in poi edifici pubblici sacri e profani, abitazioni private, ponti, strade, in una continuità impressionante tra antico e moderno, ancora ben decifrabile quando si ammirano chiese come S. Maria della Rotonda o S. Pietro. È una storia che non è mai finita. E dire che non esisteva un vero e proprio centro abitato, bensì villae aristocratiche e imperiali (quella di Domiziano, in particolare) e poi dalla fine del II secolo i castra della Seconda legione partica, con le sue mura e le sue porte, e i possenti edifici termali su cui oggi sorgono S. Pietro e Cellomaio, al di là della strada che è la ragione stessa dell’esistenza di Albano, la via Appia. Ripercorreremo questa storia, di qui e di là della strada consolare: una storia che è anche una grande occasione perduta per la nostra città. È lì a dimostrarlo la ‘Grande Buca’ di Campo Boario, aperta da anni, per la costruzione di un parcheggio che dovrebbe contribuire a risolvere il problema del centro storico, invaso dalle macchine in sosta, e che invece è l’ennesimo cantiere infinito, su un’area di straordinario interesse archeologico. Rendere vivibile un paese, individuare le sue potenzialità in ambito urbanistico, architettonico, ambientale, turistico, significa trovare il giusto equilibrio tra esigenze abitative e di mobilità tipiche della nostra era e il riscatto di un passato millenario, della sua bellezza, nata dal lavoro di generazioni di umili: è la nostra storia, è lì che aspetta noi.
Appuntamento ad Albano Laziale
domenica 27 aprile ore 10:30 in Via della Rotonda. Alla fine della passeggiata per chi è interessato ci sarà un pranzo a 5 stelle
con un piccolo contributo per autosostentamento.Vi aspettiamo.