Lo scorso 22
gennaio, durante il Consiglio Regionale, la portavoce 5 stelle
Silvana Denicolò ha presentato una mozione in aula sul progetto di
centrale a biogas che dovrebbe essere realizzato a Velletri.
Queste centrali,
proposte negli ultimi anni sull’intero quadrante Sud-Est dei
Castelli Romani destano nei cittadini una legittima preoccupazione
sia per la loro oramai comprovata pericolosità sia per l'alto
rischio di una mala gestione, come le ultime sul tema rifiuti hanno
ampiamente dimostrato.
I sistemi a
biogas e biomasse sembrano essere il nuovo business speculativo su
cui tuffarsi, omettendo i danni ambientali, alla salute e all’erario
pubblico. Vengono presentati come la miglior risposta possibile per
sostituire la politica delle buche (invasi) quindi discariche. Si
tratta di impianti muniti di digestori in cui far fermentare
materiale organico beneficiando degli incentivi pubblici e magari
anche della mancanza di controlli. Peccato però che di discariche
tali impianti ne hanno bisogno eccome. Il diegestato, rifiuto
speciale per legge, necessita di apposite discariche, creando
problemi ancora più gravi insieme ai danni derivanti dalla
combustione del biogas per fini energetici o del “fantasioso”
raffinamento dello stesso ultimamente tanto alla moda tra i finti
ecologisti.
Chi pagherà le
Tonnellate di rifiuto speciale prodotto per il cui smaltimento, già
oggi, il costo è doppio rispetto a quello per lo smaltimento dei
rifiuti solidi urbani?
Tornando
all'oggetto dell'interrogazione regionale e all'impianto previsto sul
territorio di Velletri, quello che ci si chiede è, come sia
possibile, che a professionisti indagati nell’”affaire” Cerroni
si continuino ad affidare progettazione e direzione di impianti per
il trattamento dei rifiuti, oltretutto dannosi. L’affidamento
riguarda lo Studio SAIM, con sede a Genzano di Roma, guidato
dall’Ing. Bruno Guidobaldi, già responsabile della costruzione del
VII invaso di Roncigliano, e ora anche del progetto della biogas di
Velletri con digestione anaerobica da 40.000 Tonnellate. La centrale,
di proprietà VOLSCA, azienda municipalizzata dei comuni di Albano,
Velletri, Anzio e Lariano vede anche, oltre allo studio SAIM, un
altro professionista salito agli onori delle cronache locali e
mondiali: l'Ing. Barruchello, firmatario della Valutazione d’impatto
ambientale (si veda,
http://pontiniaecologia.blogspot.it/2013/10/velletri-progetto-della-volsca-ambiente.html).
Consulente
tecnico storico dell’avvocato Manlio Cerroni, a Pomezia risulta
essere responsabile anche di un impianto anaerobico da 60.000
Tonnellate previsto in prossimità della stazione di S.Palomba,
dietro la Fiorucci per intenderci. A Roncigliano per quota parte
dell’Inceneritore di Albano laziale. In Somalia per Urano 1 e 2 , a
cavallo degli anni 90, ovvero discariche per rifiuti pericolosi a
servizio dei paesi industrializzati.
Negli
altri paesi, come ad esempio la Germania (si veda,
http://sgonfiailbiogas.blogspot.it/2014/01/la-germania-sgonfia-il-biogas.html)
, il sistema biogas e anaerobico, sta subendo delle frenate dopo il
boom di fine anni 90 e sarebbe poi davvero improbabile veder affidare
incarichi di tale responsabilità a personaggi così compromessi. Ma
come dice Beppe Grillo, in Italia “siamo in leggera controtendenza”
ovvero tendiamo a ribaltare i concetti di etica e sana gestione della
cosa pubblica, scegliendo di percorrere strade ambigue, andando a
rilento sulla differenziata, sulla gestione aerobica dei rifiuti
organici, sulla concreta possibilità di creare una filiera di buona
economia grazie al Riuso, Riciclo e Riutilizzo. Parole che al momento
rimangono solo proclami al vento...
M5stelle
Albano laziale