Forse non sono passate ancora sufficienti ore per poter fare un ragionamento a mente fredda di quanto è accaduto soltanto ieri sera ad Albano Laziale ma vogliamo provarci comunque, pur sapendo di correre il rischio di incappare in critiche e malumori. Del resto tacere e far finta di nulla è un atteggiamento che non ci appartiene.
Elaborazione di foto dal web. |
Davvero non riusciamo a comprendere le ragioni che hanno portato il prefetto Pecoraro a scegliere Albano come sede per i funerali del nazista Priebke. Davvero non riusciamo a comprendere una così grave mancanza di sensibilità verso una popolazione che ha avuto una storia gloriosa durante la resistenza. E comunque neanche riusciamo ad immaginare un'altra destinazione per la salma di quell'uomo che si fece boia in tempo di guerra e che ha avuto circa 60 anni, una vita intera per molti, per poter riflettere sulle sue azioni passate e per... pentirsi... Invece il pentimento non c'è stato, non ci sono state neanche tardive scuse per il dolore immenso inflitto ma da quell'uomo è giunto soltanto orgoglio borioso, assurde rivendicazioni e la negazione dell'olocausto.
Cosa ci si poteva aspettare dai cittadini di Albano? Cosa ci si sarebbe dovuti aspettare dai cittadini di qualsiasi città che avesse avuto l'infausto destino di ospitare il rito funebre di un personaggio non solo sgradevole ma storicamente un criminale di guerra.
Neanche la Curia di Roma ha concesso che si celebrassero i funerali in una chiesa della Città, perché i cittadini di Albano e dei Castelli Romani sarebbero dovuti rimanere indifferenti?
Il primo cittadino Nicola Marini, appena appresa la notizia dell'intenzione di celebrare i funerali ad Albano, ha emanato un'ordinanza che vietava il passaggio del feretro sul territorio cittadino, una disposizione che nulla ha potuto contro l'imposizione del prefetto di Roma.
All'arrivo della salma, davanti i cancelli di San Pio X in via Trilussa, sede dei Lefebvriani, si è scatenato il finimondo. Urla di rabbia, insulti, calci e bugni sull'auto che portava il feretro, con le forze dell'ordine che si adoperavano per evitare il peggio. Passato il carro oltre il cancello si pensava che il funerale ci sarebbe stato ma non è così. Ad un certo punto il prefetto ha dato ordine di fermare la funzione: "Siamo stati costretti a sospendere le esequie perché c'era il rischio si potessero trasformare in un raduno di neonazisti "(fonte corsera.it). Ma non ci si poteva pensare prima! E di fatti alcuni simpatizzanti dell'SS sono giunti ad Albano e per quanto siano stati tenuti separati per ore dai manifestanti alla fine lo scontro è stato inevitabile. Brutto, sporco, cattivo. Come qualsiasi violenza. Una giornalista del Tg3, che forse peccava di imprecisione (ma cosa si deve pretendere da chi fa una diretta in un momento di tale confusione?) è stata aggredita (vedi QUI).
Nel momento in cui scrivo le agenzie dicono che la salma del nazista è all'aeroporto di Pratica di Mare, in attesa di chissà quale destino, del quale in verità, non mi importa nulla. A questo punto, credo, l'unica cosa è andare oltre: i cittadini hanno testimoniato il loro sdegno, mostrando che certe ferite, nonostante siano passati tanti anni, non si sono ancora rimarginate e chi pensa che dimenticare sia la soluzione si sbaglia di grosso: solo la memoria può salvarci e renderci liberi.
(Per approfondire consigliamo la lettura del bell'articolo di Gianluca Di Feo: http://espresso.repubblica.it/attualita/2013/10/15/news/priebke-le-radici-della-rivolta-per-i-funerali-ad-albano-laziale-1.137690)