Gioiello
dei Castelli Romani Ariccia ha un territorio complesso e piuttosto
vasto che, negli ultimi anni, ha visto concentrare su di se una
grandissima quantità di progetti, alcuni sicuramente buoni altri
decisamente più discutibili, ma che nel complesso hanno comunque
contribuito a catalizzare sulla cittadina grandissimi interessi
economici. Tanto per fare qualche esempio, senza per il momento
distinguere fra ciò che ci piace e ciò che non ci piace, ciò che è
stato effettivamente realizzato, in fase di realizzazione, o
stoppato: l'Ospedale dei Castelli Romani, l'Appia Bis, Il grande
svincolo di Vallericcia, il nuovo depuratore, il "progetto ACE",
il centro commerciale Panorama, la palazzina - parcheggio
(sequestrata dalla magistratura) a Villa Ferrajoli e, dulcis in
fundo, la centrale a biomassa - biogas della Biovis adiacente al
centro commerciale della Nettunense a via delle Grotte n°4.
Quest'elenco, che si può tradurre in centinaia di milioni di euro, è
da considerarsi sicuramente incompleto ed è stato scritto senza
pensarci troppo e senza fare ricerche specifiche eppure penso che
possa dare un'idea del grande giro di denaro che ruota intorno ad
Ariccia, del tipo di assedio al quale è sottoposta e della grave
minaccia ambientale che esso può comportare.
L'ambiente
è proprio la vittima finale, e noi con esso, dei progetti faraonici
e non condivisibili di un'economia drogata e affamata. Consideriamo,
poi, che i Castelli Romani sono un "tutt'uno" e ciò che
accade ad Albano o a Castel Gandolfo, riguarda inevitabilmente anche
Ariccia o Lanuvio, e ciò che accade a Lariano non deve lasciare
indifferenti a Velletri, Genzano o Nemi. La discarica di Roncigliano
è un problema per Albano Laziale come per Marino e Ariccia e ancor
di più lo sarebbe il temuto inceneritore dei Castelli.
L'ultima grave minaccia per il territorio e per la salute di tutti i cittadini sono le centrali a biomassa, ovvero a materiale organico, a rifiuti organici umidi o oli vegetali esausti, che stanno nascendo a macchia di leopardo su tutto il territorio della provincia di Roma, ben oltre cento centrali fra già costruite, in costruzione, autorizzate e in fase di autorizzazione. Un impatto enorme per l'ambiente e che ci colpisce pienamente: una centrale è prevista a Velletri, una ad olio vegetale esausto ad Albano, una nella confinate Pomezia, una ad Ardea, nella discarica di Roncigliano la situazione è nota, e una centrale è stata pensata anche per Ariccia in via delle Grotte n°4.
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Sono
davvero bravi i cittadini di Ariccia che, nonostante il costo del
servizio, si adoperano per fare al meglio la raccolta differenziata,
superando anche le difficoltà pratiche che questa comporta, specie
per chi abita nelle piccole abitazioni del centro storico, dove come
ha ricordato Augusto Di Felice in Consiglio Comunale, le case sono
piccole e averci la mondezza dentro, in attesa del giorno per poterla
gettare non è facile. Ricordo che su uno dei primi numeri di ECO
pubblicammo una foto che mostrava i sacchi per la differenziata
appesi ai fili per stendere i panni. Necessità fa virtù!
Eppure,
come già scritto su questo Blog e su ECO 16 da Elena Taglieri (primi
su tutti a dare la notizia) (vedi Qui),
per Ariccia è stata progettata una centrale a “biogas”
alimentata dal FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani),
una centrale che non riteniamo affatto innocua, ma anzi dannosa, e
che invece vorrebbe, e con un certo vigore, l'amministrazione
Cianfanelli.
Nell'ultimo
Consiglio Comunale l'assessore all'Ambiente Profico ha portato
all'ordine del giorno la “Situazione relativa alla gestione del
ciclo dei rifiuti nel territorio”, ponendo l'attenzione sulla
necessità che tutti i comuni di bacino della discarica di
Roncigliano sviluppino la raccolta differenziata monomateriale porta
a porta, che si solleciti il Presidente della Regione Zingaretti
all'apertura di un tavolo permanente sulla gestione dei rifiuti ed a
revocare le procedure per la costruzione del “gassificatore” (noi
lo chiamiamo inceneritore).
Il
consigliere di opposizione Roberto Di Felice ha chiesto allora di
poter inserire a quest'ordine del giorno un emendamento: “Siccome
si parla di ciclo dei rifiuti nel territorio e siccome si è parlato
o ventilato di questo nuovo impianto che dovrebbe funzionare con il
Forsu, propongo di aggiungere a quest'ordine del giorno che si dica
no a qualsiasi autorizzazione di questo impianto in via delle Grotte
e per quanto sia di competenza di altri enti si attivi affinché essi
si esprimano con un rifiuto. ...”
Intervento di Roberto Di Felice in Consiglio Comunale |
Insomma
i consiglieri di opposizione Roberto Di Felice e Indiati (Patto
Sociale) e Franz Cianfanelli (Uniti per Cambiare), pur condividendo
l'odine del giorno illustrato dall'assessore Profico, che infatti
hanno poi votato a favore, chiedevano che sul territorio di Ariccia
si bloccasse sul nascere qualsiasi possibilità di costruzione di una
sorta di “mini inceneritore”, un impianto che brucerebbe gas
derivato dalla fermentazione anaerobica dei rifiuti umidi, un
impianto totalmente sovradimensionato rispetto alla capacità di
Ariccia, ma anche di tutti i Castelli Romani messi insieme, di
produrre umido e che quindi dovrebbe importare! Un impianto che
comunque brucerebbe gas 24h su 24h immettendo nell'aria sostanze
nocive, anche nano polveri, come quelle prodotte dagli inceneritori e
che convoglierebbe nella zona un notevole traffico dei mezzi pesanti
che porterebbero giornalmente la “monnezza”.
Alle
osservazioni di R.Di Felice ha risposto con un lungo intervento il
sindaco Cianfanelli che ha detto quanto ritenga importante chiudere
il ciclo dei rifiuti sul territorio, anche per rompere il regime di
monopolio della Kiclos e portare un risparmio nelle casse del comune
ed ha aggiunto: “gli imprenditori che hanno presentato la
proposta alla Provincia e che hanno attivato la conferenza dei
servizi per l'approvazione , hanno il mio appoggio personale e
ritengo della maggioranza che mi sostiene per cercare di chiudere il
ciclo dei rifiuti con certezza” e ha poi detto che tutto questo
è condizionato al fatto che ciò non comporti alcun problema di
inquinamento. Il sindaco ha anche aggiunto, tra le altre cose, che
tra un impianto aerobico e uno anaerobico, secondo le loro ricerche è
da preferire quello anaerobico perché l'aerobico “puzza” e
scatenerebbe le ire di cittadini e comitati.
A
quest'ultima osservazione il consigliere Indiati ha fatto osservare
la contraddizione dell'amministrazione che incentiva i cittadini che
possono a fare il compost casalingo, come dire mini impianti
aerobici, e questi non puzzano?
L'emendamento
di Roberto Di Felice, ad assoluta e preventiva difesa del territorio,
non è passato, mentre l'ordine del giorno è passato all'unanimità,
quindi anche con il voto responsabile di chi sa fare una reale
opposizione costruttiva. (per leggere un estratto dei verbali del
Consiglio comunale con gli interventi sopra citati clicca QUI)
Riteniamo
di dover dare qualche ulteriore spiegazione sulla questione della
centrale a biogas di cui si è parlato in Consiglio Comunale e sugli
impianti di questo genere.
La
centrale pensata per Ariccia in via delle Grotte è una centrale per
la produzione di energia elettrica derivante dalla combustine di gas,
prevalentemente metano, che si forma per la fermentazione dei rifiuti
organici umidi in ambiente privo di aria. (Vedi progetto QUI)
Quelli
che a nostro avviso sono gli aspetti deleteri di questo impianto, e
di impianti simili, è che comunque sia in essi avviene una
combustione continua che inevitabilmente porta in atmosfera
particolato e sostanze inquinati. Nel caso specifico, poi questa
centrale per funzionare avrebbe bisogno di una quantità di rifiuti
enormemente superiore a quella che è la capacità di produzione di
Ariccia e di tutti i Castelli, quindi si sarebbe costretti ad
importare rifiuti da fuori, con tutti i dubbi che ciò comporta: chi
controlla la qualità del materiale in entrata? Di quanto
aumenterebbe il traffico pesante nella zona, zona che ha fatto notare
Indiati già trafficatissima si congestionerebbe? E l'inquinamento
acustico di quale portata sarebbe? È giusto costruire un impianto di
questo tipo in una zona così densamente popolata e frequenta?
Emiliano Bombardieri, che ha studiato a fondo la questione ci ricorda
che queste centrali oltre a peggiorare la qualità dell'aria possono
essere soggette ad esplosioni (vedi QUI o ancor meglio QUI!).
Consideriamo
adesso cosa realmente uscirebbe da questa centrale e dalle sue
gemelle sul territorio: da una parte il gas che viene bruciato
producendo energia elettrica e “fumi” di scarto; dall'altra il
digestato, ovvero l'umido che ha subito la fermentazione anaerobica.
Questa sostanza non è compost utile per l'agricoltura, come alcuni
tendono a far credere in modo frettoloso ma un rifiuto speciale: “Il
prodotto uscente, la normativa vigente, lo definisce FOS,
ovvero (Frazione
Organica Stabile).
Due sentenze (Sentenza 5566/2012 del Consiglio di Stato,
sentenza Tar Toscana 917/2011)
lo definiscono già rifiuto speciale, ovvero non compost, ma
materiale da conferire in discariche speciali, data la nocività, a
prezzi per Tonnellata doppi rispetto allo sversamento del RSU
(Rifiuti Solidi
Urbani) il tutto
chiaramente a carico dei cittadini” - (Emiliano
Bombardieri). Dobbiamo anche considerare che questo FOS, all'uscita
dalla camera di digestione, per i processi che ha subito, per
l'aggiunta di sostanze chimiche quali flocculanti e coloranti, e
l'alta percentuale di microorganismi dannosi formatisi durante la
fermentazione, per esempio il Clostridium botulinicum,
ovvero il botulino, non può certo essere definito compost!
Non
dimentichiamo poi il gravissimo aspetto del proliferare di queste
centrali e, solo nel ristretto territorio dei Castelli e ai suoi
confini ne sono previste numerose (Ariccia, Velletri, Albano,
Pomezia, Ardea, Colonna) e i loro effetti negatitivi andrebbero
inevitabilmente a sommarsi!
Preciso
che ci sono alcune ragioni per cui queste centrali stanno riscuotendo
tanto successo: la prima è che per merito (demerito) della Legge
Bersani l'energia da queste prodotte viene equiparata ad energia da
fonti rinnovabili e quindi possono usufruire degli incentivi statali,
detti certificati verdi, 0,28 cent. Kwatt/h
prodotti, ovvero milioni di € l’anno,
soldi che sborsano i cittadini con la bolletta e che quindi pagano
quest'energia due volte; altra ragione è che queste centrali sono di
dimensioni più piccole rispetto agli inceneritori e quindi riescono
a fare breccia più facilmente nell'opinione pubblica, solo però se
non si ha una visione d'insieme del territorio: nella sola provincia
di Roma ne sono previste tra i 100 e 150,
tutte di piccola taglia, non superiori ai 3 MW di potenza!
Non
dimentichiamo poi che si usa come scusa per costruire queste centrali
in fatto che producano energia elettrica, ma abbiamo bisogno di tanta
energia? Secondo i dati forniti da TERNA pare proprio di no! (vedi
l'artico QUI
o l'ultimo rapporto TERNA
QUI).
Ma
allora cosa dobbiamo fare della raccolta differenzia dei rifiuti
umidi? Come dicevamo all'inizio di quest'articolo i cittadini di
Ariccia fanno un buon lavoro e producono un umido di qualità che
potrebbe essere trasformato in compost di qualità seguendo le
procedure naturali di compostaggio aerobico. Questo compost sarebbe
davvero utile per un territorio come il nostro dove la buona
agricoltura continua fortunatamente ad avere un aspetto rilevante. Al
sindaco Cianfanelli, secondo il quale le centrali di compostaggio
aerobico “puzzano”, consigliamo di informarsi sui moderni sistemi
adottati, anche in città grandi come San Francisco, dove gli odori
sono ridotti al minimo e i vantaggi per l'ambiente al massimo.
Certamente
se nell'ultimo consiglio comunale si fosse approvato l'emendamento di
Patto Sociale presentato da R. Di Felice avremmo fatto un favore al
nostro territorio e saremmo stati d'esempio per altri comuni.
Un'occasione persa.
Fabio
Ascani
Per
meglio comprendere la questione delle centrali a biomasse consigliamo
di vedere i video dei medici Isde Dott.ssa Litta (QUI)
e Dott. Mocci (QUI)