Giovedì 7 febbraio a
Villa Ariccia, Roberto Di Felice, Enrico Indiati e Franz Cianfanelli,
hanno incontrato i cittadini (oltre 200 persone hanno gremito la
sala), per spiegare la sentenza del Consiglio di Stato che ha di
fatto ribaltato quelle che erano state le decisioni del TAR, ovvero
di annullare le elezioni.
Fondamentalmente Di
Felice ha illustralo le ragioni già esposte nell'intervista visibile
su questo stesso Blog (QUI)
e su Youtube (E
QUI). Le sue parole hanno catturato l'attenzione dei presenti,
molti dei quali non si capacitavano di come gli stessi giudici
potessero in certi casi decidere in un modo e in altri analoghi nel
modo opposto, come ampiamente dimostrato carte alla mano, o come
potessero non considerare affatto questioni che per i giudici di
primo grado erano giudicate fondamentali. E è stato ricordato, poi,
che la sentenza del TAR su Ariccia è stata usata come esemplare già
in altri procedimenti, per esempio a Catanzaro, dove si sono ripetute
le elezioni per alcune sezioni.
È stato anche mostrato
un articolo del Il Fatto Quotidiano dove si dice che, Carmine Volpe,
il presidente della V Sezione del CdS, quella che ha deciso su
Ariccia, “documentava
un’ernia discale dovuta a suo dire al sollevamento dei fascicoli e
partecipava, dopo, a maratone per le quali era chiesta la produzione
di certificati medici di idoneità agonistica alla corsa”.
Nell'incontro si è anche
parlato di ambiente, ed in particolare dell'attacco che viene portato
al territorio da chi, senza troppi scrupoli è pronto a costruire un
inceneritore, a Roncigliano, una centrale a olio combustibile, ad
Albano a Via Cancelliera (vedi
QUI) e una nuova centrale a biomassa, in via Grotte, nel cuore
commerciale di Ariccia, praticamente accanto alla “vecchia
Porkhouse” (vedi
QUI).
All'incontro è
intervenuto anche Daniele Castri, responsabile legale del NO Inc ed
ha spiegato che la centrale che vorrebbero ad Ariccia e che
costerebbe circa 8 milioni di euro, è certo un buon affare per chi
la vuol costruire, visto che beneficerebbe dei “certificati verdi”,
soldi che paghiamo noi cittadini
con la bolletta, e che, bruciando il gas si forma dalla “digestione
anaerobica” del FORSU, (Frazione
Organica del Rifiuto Solido Urbano)
immetterebbe in atmosfera emissioni nocive alla salute e non
produrrebbe affatto compost di qualità come alcuni vorrebbero far
credere ma un “digestato” che non è altro che un prodotto che
nessuno vuole e che è definito per legge un RIFIUTO (!) con il
codice Cer 190600.
Appena
possibile posteremo i video girati durante l'incontro.
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