Sono come una doccia fredda le parole del ministro dell'Ambiente: “Sono state sbloccate le procedure sul termo-valorizzatore di Albano». Parole di Corrado Clini in Commissione Ecomafie secondo le agenzie. «Ho avuto notizie, ma per le vie brevi». Il Ministro si riferirebbe alla procedura in corso al Consiglio di Stato «La costruzione dell'impianto può riprendere”.
Non si fanno attendere le
dichiarazioni dei rappresentatati del comitato No Inc: “Il
ministro Clini è diventato strumento, di chi in Regione Lazio, vuole
a tutti i costi l'inceneritore di Albano
– sostiene Simone Carabella - . Le
sue dichiarazioni, sono chiaramente usate per far pressione su un
organo che dovrebbe esprimersi a tutela del territorio e dei
cittadini. Siamo sicuri che il Consiglio di Stato sancirà
definitivamente la vittoria che libererà per sempre Albano e tutti i
comuni limitrofi dall'eco-mostro di Cerroni e co. Come al solito
vinciamo noi!”
Daniele
Castri, responsabile legale del movimento ha rilasciato il seguente
comunicato: “Ad oggi la quinta
sezione del Consiglio di Stato che si sta occupando dell'inceneritore
di Albano non ha ancora pubblicato la sentenza relativa. Le
affermazioni del ministro Clini costituiscono violazione di segreto
istruttorio, violazione di segreto della Camera di Consiglio e
integrano ipotesi di abuso di potere. Chiediamo al ministro quali
siano le 'vie brevi' che sostengono queste affermazioni e di
conoscere il numero della sentenza e la relativa data di
pubblicazione che, secondo i termini di legge, ancora non ha avuto
luogo. Restiamo fiduciosi in attesa della sentenza della quinta
sezione del Consiglio di Stato”.
Anche
dall'amministrazione di Albano è giunto un comunicato: “In
riferimento alla recenti dichiarazioni sull'inceneritore di Albano,
il Comune non può e non deve, come istituzione, rispondere alle
indiscrezioni che da qualche giorno circolano sui media. Anche perché
ci lascia perplessi l'ipotesi che il Consiglio di Stato possa
ribaltare una sentenza così fortemente motivata e dettagliata come
quella del Tar Lazio che ne ha bloccato la costruzione.
L’amministrazione comunale, con la consueta tranquillità, attende
che il Consiglio di Stato si pronunci, consapevoli che solo i fatti
valgono, e non le inutili discussioni correlate alle "voci"”
F.
A.