Apprendiamo
l’esito della sentenza N.
01640/2012 del Consiglio di Stato relativa
all’inceneritore di Albano che, di fatto - proprio come aveva
prospettato, malauguratamente, il Ministro Clini - sblocca le
procedure per la costruzione dell’impianto.
Al di là del
rammarico per un atto che sembra scritto più dal gruppo Cerroni che
da giudici super parte e terzi, apprendiamo con piacere che la stessa
sentenza accoglie, viceversa, la richiesta d’annullamento
dell’ordinanza del Commissario straordinario dell’emergenza
rifiuti (Marrazzo) n. 3 del 22 ottobre 2008: ovvero quella che
permetteva la cantierizzazione – nonostante l’iter amministrativo
d’approvazione dell’impianto non fosse concluso – utile
all’avvio dei lavori per la costruzione del tristemente noto
inceneritore di Albano. La carica di Marrazzo a commissario
straordinario dell’emergenza rifiuti, difatti, siamo soddisfatti
il Consiglio di Stato ne abbia preso atto, era “scaduta” il
30 Giugno 2008.
Perché questa
ordinanza “fuori tempo massimo” di Marrazzo? ’Unione Europea,
proprio in quei mesi, aveva emesso un provvedimento col quale
vietava, tassativamente, a partire dal 1 Gennaio 2009, l’uso
della contribuzione pubblica per la costruzione di inceneritori e
gassificatori (Cip 6) ad eccezione degli impianti definitivamente
approvati a livello amministrativo o cantierizzati entro e non oltre
il 31 Dicembre 2008.
L’impianto di
Albano fu approvato definitivamente a livello amministrativo il 13
Agosto 2009, con l’AIA B-3695. La cantierizzazione –
che poi consistette in pochi pali ed una semplice rete metallica –
ebbe luogo il 28 Dicembre 2008 ma già allora, per tutti gli addetti
ai lavori, appariva nulla di più che una vera e propia truffa ai
danni dell’erario pubblico . Ora che il Consiglio di Stato ha, a
tutti gli effetti, bocciato l’ordinanza “impropria” (perché
ben 4 mesi fuori tempo massimo) di Marrazzo, con quali soldi il
monopolista dei rifiuti della Regione Lazio costruirà l’inceneritore
di Albano? Non vorrà mica, ci chiediamo - a disprezzo delle regole
comunitarie - in ogni caso, “provare” ad utilizzare i soldi
pubblici (Cip-6) destinati ad energie verdi e fonti rinnovabili?
Vi annuncio già
da ora, con molto piacere, che tutti i cittadini, le associazioni e
molti dei sindaci dei Castelli Romani già ricorrenti contro
l’inceneritore di Albano sia al Tar che al Consiglio di Stato,
presenteranno, nelle prossime settimane, agli organi competenti
della giustizia europea, un ricorso per bloccare l’inceneritore
di albano almeno al fine di evitare che soldi pubblici (Cip6) vengano
utilizzati, ancora una volta, per costruire un impianto di
incenerimento oltre il limite di tempo massimo fissato dall’Unione
Europea e, cosa altrettanto grave, che soldi pubblici vengano
utilizzati, in assenza d’una regolare gara d’appalto pubblica
europea; gara obbligatoria, per legge, da diversi anni, in tutti gli
stati membri UE.
Cordiali saluti.
Daniele Castri
(Referente legale Coordinamento Contro l’Inceneritore di Albano)